giovedì 27 novembre 2008

A Taranto si muore di diossina. In piazza contro l'Ilva. Mazza (primario di Ematologia) : "Tumori aumentati del 40%. La situazione è drammatica.

Di Benedetta Sangirardi

A Taranto si muore. Per la diossina. Non ci sono più dubbi. Neonati, bambini, mamme. Commercianti, avvocati, medici. Studenti, operai e tanta tanta gente comune. Taranto non ce la fa più. Sta affogando. E prova a reagire, a dire "Basta" con una manifestazione nel centro della città. Sabato tutti i piazza contro l'Ilva, contro la diossina, contro l'inquinamento che sta negando un futuro ai giovani e ai bambini.

Non si respira più nella città pugliese. O quello che si respira fa morire. Quando si entra nella città dei due mari, non si può rimanere indifferenti. Una nuvola nera ti travolge, il colore del cielo è cambiato. E' grigio e invece anche solo 10 anni fa non lo era. C'è qualcosa che non va, e ora tutti, finalmente, se ne stanno accorgendo. Ai balconi sono appesi striscioni, anche se li stessi balconi hanno cambiato colore. Persino i palazzi più colorati sono diventati rossastri. Quelle tinte maledette del veleno.

Taranto. 200 mila abitanti, due mari e il più grande impianto siderurgico europeo, l'Ilva (l'ex Italsider svenduto dallo Stato al gruppo di Emilio Riva). Quello che produce il 93% di tutta la diossina italiana e l'8,8 per cento di quella europea. Ha il triste primato di città più inquinata del continente. Sì, una piccola città inquina più di una grande metropoli giapponese.

DIOSSINA, IL TRIPLO DI SEVESO - Perché gli impianti industriali che le sono stati costruiti attorno sono più grandi della città stessa. Un problema che esiste da 30-40 anni, ma che ora sta diventando drammatico. La situazione sta degenerando, i bambini ne soffrono, le mamme hanno nel latte la diossina. La diossina si accumula nel tempo, e a Taranto ce n'è per 9 chili, il triplo di Seveso per intenderci (la città intossicata nel 1976).

L'intera città protesta, grazie anche ai movimenti dei cittadini, alle trasmissioni tv che si sono occupate del caso, grazie alle associazioni ambientaliste. Grazie ai giovani e grazie anche a Facebook (il gruppo più famoso è Ti svegli la mattina respirando la diossina), dove i tarantini si sono mossi e hanno diffuso notizie agghiaccianti sullo stato si salute della città. Già, perché non tutti sanno che a Taranto, nel quartiere Tamburi (a ridosso dello stabilimento dell'Ilva) tutti fumano, anche i non fumatori, anche i bambini. Anche a 10,11, 12 anni. Queste persone, senza volere e senza alcuna difesa, si "fumano" i cancerogeni industriali in quantità variabili a seconda del vento e delle condizioni meteoclimatiche. Ed è come se fumassero da anni, decenni.



GUARDA LA GALLERY

IL BAMBINO MALATO DI TUMORE DA FUMO E IL BESTIAME ABBATUTTO - E' agghiacciante il caso "unico nella storia della medicina, neanche al Gaslini di Genova sapevano che cosa dirmi", come dice ad Affaritaliani.it il dottor Patrizio Mazza, primario del reparto di Ematologia dell'ospedale Moscati di Taranto, del bambino malato di adenocarcinoma del rinofaringe. Il medico pensava di aver sbagliato diagnosi. E invece no. Quel piccolo di 10 anni aveva un "tumore da fumo". Un tumore che colpisce gli adulti, gli anziani, che hanno fumato per una vita. E invece Marco, che giocava per strada ai Tamburi, aveva respirato la diossina dell'Ilva. Ora ha 13 anni e si sta curando. "La causa è la diossina che respiriamo tutti i giorni. Qui si muore e basta". I cittadini sono arrabbiati. Ma non è tutto. Cinque adulti hanno scoperto di avere il livello di contaminazione da diossina più alto del mondo. La diossina è entrata anche nella catena alimentare: la Regione Puglia ha ordinato l'abbattimento di 1.200 pecore e capre. Sono pericolose. Un'emergenza nazionale.


Il cancro della mia città-Taranto (Foto Eleonora Borsci) ha vinto il concorso “Il Bello e il Brutto” dell'Assessorato al Turismo e Industria della Regione Puglia

Fonte:Affari italiani
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Di Benedetta Sangirardi

A Taranto si muore. Per la diossina. Non ci sono più dubbi. Neonati, bambini, mamme. Commercianti, avvocati, medici. Studenti, operai e tanta tanta gente comune. Taranto non ce la fa più. Sta affogando. E prova a reagire, a dire "Basta" con una manifestazione nel centro della città. Sabato tutti i piazza contro l'Ilva, contro la diossina, contro l'inquinamento che sta negando un futuro ai giovani e ai bambini.

Non si respira più nella città pugliese. O quello che si respira fa morire. Quando si entra nella città dei due mari, non si può rimanere indifferenti. Una nuvola nera ti travolge, il colore del cielo è cambiato. E' grigio e invece anche solo 10 anni fa non lo era. C'è qualcosa che non va, e ora tutti, finalmente, se ne stanno accorgendo. Ai balconi sono appesi striscioni, anche se li stessi balconi hanno cambiato colore. Persino i palazzi più colorati sono diventati rossastri. Quelle tinte maledette del veleno.

Taranto. 200 mila abitanti, due mari e il più grande impianto siderurgico europeo, l'Ilva (l'ex Italsider svenduto dallo Stato al gruppo di Emilio Riva). Quello che produce il 93% di tutta la diossina italiana e l'8,8 per cento di quella europea. Ha il triste primato di città più inquinata del continente. Sì, una piccola città inquina più di una grande metropoli giapponese.

DIOSSINA, IL TRIPLO DI SEVESO - Perché gli impianti industriali che le sono stati costruiti attorno sono più grandi della città stessa. Un problema che esiste da 30-40 anni, ma che ora sta diventando drammatico. La situazione sta degenerando, i bambini ne soffrono, le mamme hanno nel latte la diossina. La diossina si accumula nel tempo, e a Taranto ce n'è per 9 chili, il triplo di Seveso per intenderci (la città intossicata nel 1976).

L'intera città protesta, grazie anche ai movimenti dei cittadini, alle trasmissioni tv che si sono occupate del caso, grazie alle associazioni ambientaliste. Grazie ai giovani e grazie anche a Facebook (il gruppo più famoso è Ti svegli la mattina respirando la diossina), dove i tarantini si sono mossi e hanno diffuso notizie agghiaccianti sullo stato si salute della città. Già, perché non tutti sanno che a Taranto, nel quartiere Tamburi (a ridosso dello stabilimento dell'Ilva) tutti fumano, anche i non fumatori, anche i bambini. Anche a 10,11, 12 anni. Queste persone, senza volere e senza alcuna difesa, si "fumano" i cancerogeni industriali in quantità variabili a seconda del vento e delle condizioni meteoclimatiche. Ed è come se fumassero da anni, decenni.



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IL BAMBINO MALATO DI TUMORE DA FUMO E IL BESTIAME ABBATUTTO - E' agghiacciante il caso "unico nella storia della medicina, neanche al Gaslini di Genova sapevano che cosa dirmi", come dice ad Affaritaliani.it il dottor Patrizio Mazza, primario del reparto di Ematologia dell'ospedale Moscati di Taranto, del bambino malato di adenocarcinoma del rinofaringe. Il medico pensava di aver sbagliato diagnosi. E invece no. Quel piccolo di 10 anni aveva un "tumore da fumo". Un tumore che colpisce gli adulti, gli anziani, che hanno fumato per una vita. E invece Marco, che giocava per strada ai Tamburi, aveva respirato la diossina dell'Ilva. Ora ha 13 anni e si sta curando. "La causa è la diossina che respiriamo tutti i giorni. Qui si muore e basta". I cittadini sono arrabbiati. Ma non è tutto. Cinque adulti hanno scoperto di avere il livello di contaminazione da diossina più alto del mondo. La diossina è entrata anche nella catena alimentare: la Regione Puglia ha ordinato l'abbattimento di 1.200 pecore e capre. Sono pericolose. Un'emergenza nazionale.


Il cancro della mia città-Taranto (Foto Eleonora Borsci) ha vinto il concorso “Il Bello e il Brutto” dell'Assessorato al Turismo e Industria della Regione Puglia

Fonte:Affari italiani

1 commento:

emanuele ha detto...

un invito a tutti i miei concittadini tarantini: fate proteste davanti all'ILVA, esponete al Ministero dell'ambiente e della salute in modo chiaro e persistete i problemi di Taranto, affinché si adottino al più presto seri e drastici provvedimenti! E inoltre tartassate il proprietario dell'ILVA di installare al più presto filtri e impianti di depurazione, minacciandolo di portarlo davanti alla commissione europea per l'ambiente e la salute.

 
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