venerdì 28 novembre 2008

Spie e bombe tedesche in Kosovo?


Di Milo Drulovic e Simone Santini
La notizia è clamorosa: tre cittadini tedeschi sono stati arrestati a Pristina con l'accusa di terrorismo. Lo scorso 14 novembre una bomba era esplosa contro l'Ufficio Civile Internazionale della Ue nella capitale kosovara.
L'attentato, evidentemente dimostrativo, aveva causato danni all'edificio ma nessuna vittima né feriti. Poche ore dopo le autorità kosovare traevano in arresto tre cittadini tedeschi di cui non sono state fornite le generalità.
La notizia, trapelata sul giornale locale Express, è stata quindi confermata da "Der Spiegel" e dal "Suddeutsche Zeitung".
Un appartenente al gruppo avrebbe subito ammesso di essere un agente del BND, il servizio segreto germanico.
L'uomo era stato visto scattare fotografie sul luogo, ed al momento dell'arresto nel suo albergo sono stati rinvenuti oggetti che lo collegherebbero all'attentato, tra cui cartine topografiche della zona. Secondo indiscrezioni la polizia kosovara sarebbe addirittura in possesso di un video che riprende il commando durante l'azione.
Le autorità tedesche si sono limitate a smentire categoricamente che apparati governativi germanici possano in qualunque modo essere implicati in attentati all'estero, eventualità definita semplicemente "assurda". Anche l'appartenenza dei tre uomini ai servizi è stata smentita, almeno ufficialmente i tre non avevano alcun accreditamento e non godono di immunità diplomatica. Secondo "Der Spiegel" (ma la notizia non è confermata) il gruppo lavorava proprio negli uffici oggetti dell'attentato.
Il caso sta creando non poco imbarazzo e tensione tra Berlino e Pristina. Il momento è particolarmente delicato, visto che sono in corso negoziati per il passaggio di poteri tra la missione UNMIK delle Nazioni Unite e la missione Eulex della UE, per l'organismo che avrà il compito dell'amministrazione civile sul Kosovo su cui vige un protettorato internazionale dalla fine della guerra del 1999 .
Mentre Bruxelles e Belgrado avevano raggiunto un accordo sulla definizione giuridica della nuova missione Eulex, Pristina l'ha radicalmente rigettato ritenendolo un passo indietro rispetto alla dichiarazione unilaterale di indipendenza dalla Serbia proclamata lo scorso febbraio.
L'attentato dei giorni scorsi era subito stato messo in relazione con le vicende contrastate dei negoziati. Ma con quali scopi? Ora l'intrigo diventa internazionale.


Fonte: Clarissa.it
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Di Milo Drulovic e Simone Santini
La notizia è clamorosa: tre cittadini tedeschi sono stati arrestati a Pristina con l'accusa di terrorismo. Lo scorso 14 novembre una bomba era esplosa contro l'Ufficio Civile Internazionale della Ue nella capitale kosovara.
L'attentato, evidentemente dimostrativo, aveva causato danni all'edificio ma nessuna vittima né feriti. Poche ore dopo le autorità kosovare traevano in arresto tre cittadini tedeschi di cui non sono state fornite le generalità.
La notizia, trapelata sul giornale locale Express, è stata quindi confermata da "Der Spiegel" e dal "Suddeutsche Zeitung".
Un appartenente al gruppo avrebbe subito ammesso di essere un agente del BND, il servizio segreto germanico.
L'uomo era stato visto scattare fotografie sul luogo, ed al momento dell'arresto nel suo albergo sono stati rinvenuti oggetti che lo collegherebbero all'attentato, tra cui cartine topografiche della zona. Secondo indiscrezioni la polizia kosovara sarebbe addirittura in possesso di un video che riprende il commando durante l'azione.
Le autorità tedesche si sono limitate a smentire categoricamente che apparati governativi germanici possano in qualunque modo essere implicati in attentati all'estero, eventualità definita semplicemente "assurda". Anche l'appartenenza dei tre uomini ai servizi è stata smentita, almeno ufficialmente i tre non avevano alcun accreditamento e non godono di immunità diplomatica. Secondo "Der Spiegel" (ma la notizia non è confermata) il gruppo lavorava proprio negli uffici oggetti dell'attentato.
Il caso sta creando non poco imbarazzo e tensione tra Berlino e Pristina. Il momento è particolarmente delicato, visto che sono in corso negoziati per il passaggio di poteri tra la missione UNMIK delle Nazioni Unite e la missione Eulex della UE, per l'organismo che avrà il compito dell'amministrazione civile sul Kosovo su cui vige un protettorato internazionale dalla fine della guerra del 1999 .
Mentre Bruxelles e Belgrado avevano raggiunto un accordo sulla definizione giuridica della nuova missione Eulex, Pristina l'ha radicalmente rigettato ritenendolo un passo indietro rispetto alla dichiarazione unilaterale di indipendenza dalla Serbia proclamata lo scorso febbraio.
L'attentato dei giorni scorsi era subito stato messo in relazione con le vicende contrastate dei negoziati. Ma con quali scopi? Ora l'intrigo diventa internazionale.


Fonte: Clarissa.it

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