sabato 29 novembre 2008

Italiani in Terra Santa


Pochi giorni prima del viaggio di Napolitano e degli industriali italiani in Israele (documento n. 1), un cittadino italiano aveva fatto conoscenza con i democratici metodi israeliani (documento n. 2).

Doc. n. 1 - Tel Aviv, missione imprenditoriale multisettoriale
L'ICE, la Confindustria e l'ABI, sotto l'egida del Ministero dello Sviluppo Economico e in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, organizzano una missione imprenditoriale che si terrà a Tel Aviv dal 25 al 28 novembre 2008, in occasione della visita di Stato del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in Israele. La missione si pone il duplice obiettivo di rafforzare la presenza del sistema industriale italiano nel Paese, e di presentare alle nostre imprese il mercato israeliano e le sue eccellenze, al fine di incrementare le nostre vendite su questo mercato e promuovere collaborazioni che combinino la forte capacità industriale italiana con le sofisticate tecnologie sviluppate dalle imprese israeliane.
(dal sito http://vega.ice.gov.it)

Doc. n. 2 - "L'unica democrazia del Medio Oriente": sapevate che gli italiani vengono trattati in questo modo?
Abbiamo intervistato Vittorio Arrigoni, attivista dell'International Solidarity Movement, rapito ieri dalle forze israeliane mentre si trovava in mare con i pescatori di Gaza, anch'essi sequestrati e poi liberati questa mattina. Al momento, Vittorio è rinchiuso nel carcere di Ramle. Si sente un gran frastuono: i suoi compagni di cella, rifugiati eritrei fuggiti dalla guerra, stanno guardando una partita.

D. Come stai?
R. Eh, ora che ho ripreso contatto con il mondo esterno, meglio... La notizia della liberazione dei 15 pescatori mi ha tirato su di morale. Ieri avevamo iniziato uno sciopero della fame, proprio per ottenerne la scarcerazione...

D. Ci racconti cos'è successo ieri mattina? Sai, un importante quotidiano italiano, che oggi ha riportato un trafiletto sul vostro sequestro, ha parlato di pescatori e attivisti "prelevati" dai militari israeliani... Per il resto, tg e testate più importanti hanno osservato il silenzio assoluto.
R. Altro che "prelevati"! Si è trattato di un rapimento, di un sequestro di persona in piena regola! Eravamo in mare, a 6 miglia nautiche al largo delle coste di Gaza (per il diritto internazionale si tratta di acque gazesi, ndr), con tre pescherecci, quando ci siamo di trovati di fronte una scena incredibile: navi da guerra, e gommoni Zodiac, da cui sono spuntate teste di cuoio, militari incappucciati e armatissimi. Un attacco bellico in piena regola contro pescatori e pacifisti, da non crederci! Due pescherecci sono stati subito bloccati e le persone a bordo sequestrate. Poi, hanno circondato il nostro. Io mi sono arrampicato sul tetto della barca e ho cercato di parlare al capitano: "Che problema vi creano dei pescatori? Problemi di sicurezza? Di che avete paura?", ho chiesto. Ma non ne ho ottenuto risposte. Da dietro le maschere, quegli uomini, giovanissimi, ci guardavano con occhi che sprizzavano odio. Un odio animalesco. Li educano all'odio e al disprezzo verso i palestinesi.

D. Poi, com'è andata a finire?
R. Sono saltati a bordo, all'arrembaggio. Ho detto loro, mentre mi puntavano le loro armi contro la testa: "Allora, uccidetemi!". Mi hanno sparato contro con una pistola elettrica, la Taser, made in Usa, che scarica scosse elettriche ad alto voltaggio, molto pericolose. Poi, hanno cercato di buttarmi giù dal tetto, temendo di cadere e rompermi la spina dorsale, mi sono gettato in mare e ho iniziato a nuotare verso riva, inseguito dagli spari di proiettili veri. Dopo mezz'ora non avevo più fiato e mi sono arreso. Mi hanno portato insieme agli altri nella prigione di Ashkelon, dove ho assistito a scene allucinanti, da campo di concentramento: i pescatori sono stati costretti a spogliarsi e sono stati ammanettati come criminali e portati via. Dico, dei pescatori! Io sono finito nella prigione dove tre anni fa fui rinchiuso e picchiato dai soldati israeliani. Che brutti ricordi. Ci hanno accolto con pesanti insulti, ingiurie, risate di scherno... Sono stato rinchiuso con un altro in un cesso, sì, in un cesso, un posto schifoso e angusto. Per spregio, ovviamente. E sono stato tenuto incatenato alle caviglie.

D. L'ambasciata italiana si sta occupando del tuo caso....
R. Sì, ho ricevuto la visita del Console. Pensa che si è rivolto alla direzione carceraria dicendo loro che avevo il diritto di telefonargli, "secondo il diritto internazionale". Ha usato questa espressione, con loro, che del diritto internazionale e umanitario se ne fanno un baffo...

D. E ora, ti manderanno via...
R. Stiamo aspettando la sentenza di espulsione... Ho lasciato tutto nel mio appartamento di Gaza - passaporto, documenti... E sono molto dispiaciuto per il buon lavoro che stavamo portando avanti con contadini e pescatori, che con la nostra espulsione verrà interrotto.

D. Che è esattamente ciò che vogliono...
R. Già... Cercano di intimidirci. Sono preoccupato anche per i pescatori, a cui hanno sequestrato le tre barche... Esse danno lavoro e sostentamento a circa 50 famiglie. Ma almeno sono liberi... Altri, prima di loro, hanno passato mesi in carcere, nel Negev...

D. Se vi mandano via, tornerete?
R. Vorrei tornare con il prossimo viaggio di Dignity, a dicembre. Certo, faranno di tutto per impedircelo.

(Fonte: www.infopal.it/home.asp del 21 novembre 2008)
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Pochi giorni prima del viaggio di Napolitano e degli industriali italiani in Israele (documento n. 1), un cittadino italiano aveva fatto conoscenza con i democratici metodi israeliani (documento n. 2).

Doc. n. 1 - Tel Aviv, missione imprenditoriale multisettoriale
L'ICE, la Confindustria e l'ABI, sotto l'egida del Ministero dello Sviluppo Economico e in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, organizzano una missione imprenditoriale che si terrà a Tel Aviv dal 25 al 28 novembre 2008, in occasione della visita di Stato del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in Israele. La missione si pone il duplice obiettivo di rafforzare la presenza del sistema industriale italiano nel Paese, e di presentare alle nostre imprese il mercato israeliano e le sue eccellenze, al fine di incrementare le nostre vendite su questo mercato e promuovere collaborazioni che combinino la forte capacità industriale italiana con le sofisticate tecnologie sviluppate dalle imprese israeliane.
(dal sito http://vega.ice.gov.it)

Doc. n. 2 - "L'unica democrazia del Medio Oriente": sapevate che gli italiani vengono trattati in questo modo?
Abbiamo intervistato Vittorio Arrigoni, attivista dell'International Solidarity Movement, rapito ieri dalle forze israeliane mentre si trovava in mare con i pescatori di Gaza, anch'essi sequestrati e poi liberati questa mattina. Al momento, Vittorio è rinchiuso nel carcere di Ramle. Si sente un gran frastuono: i suoi compagni di cella, rifugiati eritrei fuggiti dalla guerra, stanno guardando una partita.

D. Come stai?
R. Eh, ora che ho ripreso contatto con il mondo esterno, meglio... La notizia della liberazione dei 15 pescatori mi ha tirato su di morale. Ieri avevamo iniziato uno sciopero della fame, proprio per ottenerne la scarcerazione...

D. Ci racconti cos'è successo ieri mattina? Sai, un importante quotidiano italiano, che oggi ha riportato un trafiletto sul vostro sequestro, ha parlato di pescatori e attivisti "prelevati" dai militari israeliani... Per il resto, tg e testate più importanti hanno osservato il silenzio assoluto.
R. Altro che "prelevati"! Si è trattato di un rapimento, di un sequestro di persona in piena regola! Eravamo in mare, a 6 miglia nautiche al largo delle coste di Gaza (per il diritto internazionale si tratta di acque gazesi, ndr), con tre pescherecci, quando ci siamo di trovati di fronte una scena incredibile: navi da guerra, e gommoni Zodiac, da cui sono spuntate teste di cuoio, militari incappucciati e armatissimi. Un attacco bellico in piena regola contro pescatori e pacifisti, da non crederci! Due pescherecci sono stati subito bloccati e le persone a bordo sequestrate. Poi, hanno circondato il nostro. Io mi sono arrampicato sul tetto della barca e ho cercato di parlare al capitano: "Che problema vi creano dei pescatori? Problemi di sicurezza? Di che avete paura?", ho chiesto. Ma non ne ho ottenuto risposte. Da dietro le maschere, quegli uomini, giovanissimi, ci guardavano con occhi che sprizzavano odio. Un odio animalesco. Li educano all'odio e al disprezzo verso i palestinesi.

D. Poi, com'è andata a finire?
R. Sono saltati a bordo, all'arrembaggio. Ho detto loro, mentre mi puntavano le loro armi contro la testa: "Allora, uccidetemi!". Mi hanno sparato contro con una pistola elettrica, la Taser, made in Usa, che scarica scosse elettriche ad alto voltaggio, molto pericolose. Poi, hanno cercato di buttarmi giù dal tetto, temendo di cadere e rompermi la spina dorsale, mi sono gettato in mare e ho iniziato a nuotare verso riva, inseguito dagli spari di proiettili veri. Dopo mezz'ora non avevo più fiato e mi sono arreso. Mi hanno portato insieme agli altri nella prigione di Ashkelon, dove ho assistito a scene allucinanti, da campo di concentramento: i pescatori sono stati costretti a spogliarsi e sono stati ammanettati come criminali e portati via. Dico, dei pescatori! Io sono finito nella prigione dove tre anni fa fui rinchiuso e picchiato dai soldati israeliani. Che brutti ricordi. Ci hanno accolto con pesanti insulti, ingiurie, risate di scherno... Sono stato rinchiuso con un altro in un cesso, sì, in un cesso, un posto schifoso e angusto. Per spregio, ovviamente. E sono stato tenuto incatenato alle caviglie.

D. L'ambasciata italiana si sta occupando del tuo caso....
R. Sì, ho ricevuto la visita del Console. Pensa che si è rivolto alla direzione carceraria dicendo loro che avevo il diritto di telefonargli, "secondo il diritto internazionale". Ha usato questa espressione, con loro, che del diritto internazionale e umanitario se ne fanno un baffo...

D. E ora, ti manderanno via...
R. Stiamo aspettando la sentenza di espulsione... Ho lasciato tutto nel mio appartamento di Gaza - passaporto, documenti... E sono molto dispiaciuto per il buon lavoro che stavamo portando avanti con contadini e pescatori, che con la nostra espulsione verrà interrotto.

D. Che è esattamente ciò che vogliono...
R. Già... Cercano di intimidirci. Sono preoccupato anche per i pescatori, a cui hanno sequestrato le tre barche... Esse danno lavoro e sostentamento a circa 50 famiglie. Ma almeno sono liberi... Altri, prima di loro, hanno passato mesi in carcere, nel Negev...

D. Se vi mandano via, tornerete?
R. Vorrei tornare con il prossimo viaggio di Dignity, a dicembre. Certo, faranno di tutto per impedircelo.

(Fonte: www.infopal.it/home.asp del 21 novembre 2008)

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