martedì 26 agosto 2008

Dal Federalismo Fiscale a quello Xenofobo




Noi di "per il SUD" lo avevamo già detto e scritto: tra breve per giustificare un federalismo egoista i partiti del Nord (e i partiti, quelli veri, sono tutti del Nord!), con a capo la Lega, fomenteranno l'Opinione Pubblica italiana contro i meridionali, per intenderci i nati dal fiume Tronto in giù e con questi i loro discendenti dai cognomi inequivocabili.
Dovranno giustificare, i "padroni della vaporiera Italia", il fallimento socio-economico del Paese non certo ammettendo le chiare colpe di un'inadatta "casta dirigente", tutta nordista a partire dal 1860/61 fino ad oggi, bensì individuando nel Sud e nelle sue genti l'ipotetico "cancro" del sistema "Italia".

La cosa non è nuova.

Chi scrive ha vissuto con sofferenza l'inserimento al Nord e come tanti altri milioni di suoi simili può confermare che la discriminazione nei confronti di noi meridionali emigrati nel triangolo industriale è sempre stata praticata a partire dai cartelli "non si affitta ai meridionali" degli anni '50, fino alla preclusione quasi totale, mai scritta nei contratti di lavoro ma sempre praticata, delle mansioni di importanza dirigenziale in ogni tipologia di azienda.

Il meridionale al Nord, insomma, doveva essere relegato a lavori di basso livello; carne da lavoro, punto!

Se ci fu, e tuttora c'è, qualche eccezione, soprattutto nel settore Pubblico, essa conferma la regola.
Ma si rammenti bene: ieri come oggi il Governo del Paese è stato chiaramente e saldamente nelle mani di una stretta oligarchia tutta nordista che affonda le sue radici nella Società Nazionale promotrice del tanto celebrato "risorgimento".Si vedano i dati ministeriali.
A parte Aldo Moro e forse qualche altro raro rappresentante, il Sud ha potuto immettere nel circo "Barnum" della politica italiana solo uomini e donne dedite all'antica costumanza della pulizia del "fondo schiena" del padrone nordista.
Eppure, a parte gli emigrati all'estero, noi del Sud rappresentiamo il 65% della popolazione italiana (20 MLN al SUD e 18 MLN al Centro Nord).
Dunque noi del Sud produciamo il 65% del PIL nazionale ma non abbiamo la maggioranza del Consiglio d'Amministrazione del Paese!
Una situazione aberrante che non si trova in nessun'altro paese.
Oggi la carica pietrificata della presidenza della Repubblica dimostra in modo lampante la logica di acquiescenza del Sud rispetto al Nord.
Ma come!?

Urlano i leghisti incazzatissimi.

Ovunque vai nel Nord sono tutti meridionali: poliziotti, carabinieri, militari di professione, impiegati postali, giudici, negozianti, baristi, ristoratori, meccanici, idraulici, muratori, infermieri, INSEGNANTI!!!
La Lega Nord, che prende assurdamente il 30% dei suoi voti dal meridionale emigrato ( così loro dicono e ci crediamo), lo ripaga con denigranti sbeffeggiamenti.
Ascoltate, per credere, le loro trasmissioni radiofoniche di RadioPadaniaLibera e vergognatevi di essere appunto i-taliani.
E' vero noi del Sud non siamo italiani. Napoleone lo aveva capito bene fermando i confini del Regno d'Italia (1796/1802/1805/1815) proprio al Tronto. Noi del Sud non lo siamo mai stati. Infatti Italiani furono appunto i liberatori nordisti che prima con fattezze garibaldesche e poi savoiarde, conquistarono con il ferro ed il fuoco il ricco e pacifico Stato delle Due Sicilie per farsi "sciur" (signori..benestanti da pezzenti che erano) e diventare ciò che sono ora "ARROGANTI PADRONI" a spese del Sud.

La conquista l'hanno chiamata RISORGIMENTO (del NORD).

I conquistati, noi, abbiamo pagato tutte le spese e continuiamo a farlo ancora oggi.
E' il Sud che paga, Signori miei, il conto salato di una unificazione fatta da orribili avventurieri oggi santificati e proseguita da incapaci banchieri da gioco del "monopoli" ed improvvisati industriali buoni solo a fare officina da "cantina".
Fatta l'unità fu detto: Ora siamo tutti uguali!
Abbiamo provato questa uguaglianza nei banchi di scuola degli anni '50, con pesanti discriminazioni, scherniti ed emarginati.
Le cose cambiarono in meglio solo negli anni '70, quando negli stessi banchi di scuola la maggioranza fu dei ragazzi meridionali...
Cambiarono quando il boom economico voluto dal Nord a spese del Sud, comportò quella orrenda, immorale, incivile, anticostituzionale, emigrazione meridionale di oltre 10 MLN di individui.

Ancora oggi questa assurda diaspora dei meridionali verso il Nord prosegue senza sosta che impoverisce il SUD di oltre sei miliardi di € di PIL/annui, senza menzionare l'indotto, il mancato guadagno futuro ed il pesantissimo ed incalcolabile danno biologico procurato alle famiglie di origine.
Allora vi fu bisogno di aumentare in modo esponenziale il personale scolastico, amministrativo, postale e così via...accadde che la penuria di "figli del Nord" , tanto adorati e sponsorizzati dalla Lega, comportasse l'inevitabile moltiplicazione dei "travet" di sudista provenienza.
Fu quindi una necessità dell'economia del Nord ad imporre l'assunzione dei meridionali.

Fu una scelta da "tregenda" di cui oggi tutti vediamo i risultati fallimentari di un Paese sviluppato solo a metà, funzionante solo al Nord, culturalmente avanzato solo nel bacino delle Alpi con il limite inferiore di Firenze e Bologna.

E' semplicemente stomachevole che nessuno del Sud, che bazzichi anche se da umile servitore le stanze del potere parlamentare, prenda le difese di queste genti emigrate usate e schernite, oggi come non mai sulle pagine dei quotidiani. A già se lo facessero perderebbero il POSTO in men che meno!

Loro tengono famiglia e non è cosa da farsi nè da chiedersi.

Proprio stamattina 24 agosto 2008, si leggeva su La Repubblica On-line che la ministra Gelmini (bresciana) proponeva corsi di formazione per gli insegnanti meridionali vincitori di cattedre al Nord in quanto così come sono declasserebbero il livello culturale del Nord!
Che vergogna ho provato nei confronti della Gelmini e di tutti coloro che l'hanno spinta a tale affermazione.
Fosse anche vero che tra le decine di migliaia di docenti meridionali costretti ancora ad emigrare al Nord, perchè il Nord ne ha bisogno, li pretende perchè sennò la sua crescita economica imploderebbe, dovesse anche esserci qualche cialtrone raccomandato tuttora prossimo all'analfabetismo, beh questo non giustificherebbe comunque, e mai, la generalizzazione del declassamento.
Proprio mentre scrivevo, nel pomeriggio di oggi, arrivava puntuale la smentita della Gelmini...si sà antica tattica machiavellica, l'importante è dire ciò che si pensa anche se poi si smentisce; l'importante è che chi ha avuto orecchie per intendere abbia inteso.
Il federalismo fiscale che malcela l'ulteriore spremitura degli ultimi giovani residenti nel nostro Mezzogiorno, dicevamo, ha bisogno, per giustificarsi, di un federalismo parallelo di tipo razziale ovvero xenofobo.

Oggi tocca ai Professori, domani toccherà alle Forze dell'Ordine, poi alla Magistratura, poi ai professionsiti e così via.

I rappresentanti della minoranza dominante del Nord (meno del 30% del popolo i-taliano) hanno intrapreso un conflitto, per ora fortunatamente
ancora ideologico, contro la maggioranza (più del 65% del popolo i-taliano) di remissivi centromeridionali.

Questo conflitto noi sappiamo dove porterà e lo sanno anche loro:
alla disgregazione dell'unità d'Italia.

Noi di "per il SUD" nè ce ne dogliamo nè lo temiamo anzi, speriamo che essa sia la più celere possibile e che porti alla nascita di una nuova classe dirigente sia nel Nord sia nel Sud del Paese, una classe dirigente che pensi meno a sè stessa e più lealmente agli altri e soprattutto alle generazioni future.
Vengano dunque le necessarie dissacrazioni al Sud dei falsi padri della falsa patria...si scioglieranno così le catene del colonialismo nordista.

Domenico Iannantuoni
Partito "per il SUD"
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Noi di "per il SUD" lo avevamo già detto e scritto: tra breve per giustificare un federalismo egoista i partiti del Nord (e i partiti, quelli veri, sono tutti del Nord!), con a capo la Lega, fomenteranno l'Opinione Pubblica italiana contro i meridionali, per intenderci i nati dal fiume Tronto in giù e con questi i loro discendenti dai cognomi inequivocabili.
Dovranno giustificare, i "padroni della vaporiera Italia", il fallimento socio-economico del Paese non certo ammettendo le chiare colpe di un'inadatta "casta dirigente", tutta nordista a partire dal 1860/61 fino ad oggi, bensì individuando nel Sud e nelle sue genti l'ipotetico "cancro" del sistema "Italia".

La cosa non è nuova.

Chi scrive ha vissuto con sofferenza l'inserimento al Nord e come tanti altri milioni di suoi simili può confermare che la discriminazione nei confronti di noi meridionali emigrati nel triangolo industriale è sempre stata praticata a partire dai cartelli "non si affitta ai meridionali" degli anni '50, fino alla preclusione quasi totale, mai scritta nei contratti di lavoro ma sempre praticata, delle mansioni di importanza dirigenziale in ogni tipologia di azienda.

Il meridionale al Nord, insomma, doveva essere relegato a lavori di basso livello; carne da lavoro, punto!

Se ci fu, e tuttora c'è, qualche eccezione, soprattutto nel settore Pubblico, essa conferma la regola.
Ma si rammenti bene: ieri come oggi il Governo del Paese è stato chiaramente e saldamente nelle mani di una stretta oligarchia tutta nordista che affonda le sue radici nella Società Nazionale promotrice del tanto celebrato "risorgimento".Si vedano i dati ministeriali.
A parte Aldo Moro e forse qualche altro raro rappresentante, il Sud ha potuto immettere nel circo "Barnum" della politica italiana solo uomini e donne dedite all'antica costumanza della pulizia del "fondo schiena" del padrone nordista.
Eppure, a parte gli emigrati all'estero, noi del Sud rappresentiamo il 65% della popolazione italiana (20 MLN al SUD e 18 MLN al Centro Nord).
Dunque noi del Sud produciamo il 65% del PIL nazionale ma non abbiamo la maggioranza del Consiglio d'Amministrazione del Paese!
Una situazione aberrante che non si trova in nessun'altro paese.
Oggi la carica pietrificata della presidenza della Repubblica dimostra in modo lampante la logica di acquiescenza del Sud rispetto al Nord.
Ma come!?

Urlano i leghisti incazzatissimi.

Ovunque vai nel Nord sono tutti meridionali: poliziotti, carabinieri, militari di professione, impiegati postali, giudici, negozianti, baristi, ristoratori, meccanici, idraulici, muratori, infermieri, INSEGNANTI!!!
La Lega Nord, che prende assurdamente il 30% dei suoi voti dal meridionale emigrato ( così loro dicono e ci crediamo), lo ripaga con denigranti sbeffeggiamenti.
Ascoltate, per credere, le loro trasmissioni radiofoniche di RadioPadaniaLibera e vergognatevi di essere appunto i-taliani.
E' vero noi del Sud non siamo italiani. Napoleone lo aveva capito bene fermando i confini del Regno d'Italia (1796/1802/1805/1815) proprio al Tronto. Noi del Sud non lo siamo mai stati. Infatti Italiani furono appunto i liberatori nordisti che prima con fattezze garibaldesche e poi savoiarde, conquistarono con il ferro ed il fuoco il ricco e pacifico Stato delle Due Sicilie per farsi "sciur" (signori..benestanti da pezzenti che erano) e diventare ciò che sono ora "ARROGANTI PADRONI" a spese del Sud.

La conquista l'hanno chiamata RISORGIMENTO (del NORD).

I conquistati, noi, abbiamo pagato tutte le spese e continuiamo a farlo ancora oggi.
E' il Sud che paga, Signori miei, il conto salato di una unificazione fatta da orribili avventurieri oggi santificati e proseguita da incapaci banchieri da gioco del "monopoli" ed improvvisati industriali buoni solo a fare officina da "cantina".
Fatta l'unità fu detto: Ora siamo tutti uguali!
Abbiamo provato questa uguaglianza nei banchi di scuola degli anni '50, con pesanti discriminazioni, scherniti ed emarginati.
Le cose cambiarono in meglio solo negli anni '70, quando negli stessi banchi di scuola la maggioranza fu dei ragazzi meridionali...
Cambiarono quando il boom economico voluto dal Nord a spese del Sud, comportò quella orrenda, immorale, incivile, anticostituzionale, emigrazione meridionale di oltre 10 MLN di individui.

Ancora oggi questa assurda diaspora dei meridionali verso il Nord prosegue senza sosta che impoverisce il SUD di oltre sei miliardi di € di PIL/annui, senza menzionare l'indotto, il mancato guadagno futuro ed il pesantissimo ed incalcolabile danno biologico procurato alle famiglie di origine.
Allora vi fu bisogno di aumentare in modo esponenziale il personale scolastico, amministrativo, postale e così via...accadde che la penuria di "figli del Nord" , tanto adorati e sponsorizzati dalla Lega, comportasse l'inevitabile moltiplicazione dei "travet" di sudista provenienza.
Fu quindi una necessità dell'economia del Nord ad imporre l'assunzione dei meridionali.

Fu una scelta da "tregenda" di cui oggi tutti vediamo i risultati fallimentari di un Paese sviluppato solo a metà, funzionante solo al Nord, culturalmente avanzato solo nel bacino delle Alpi con il limite inferiore di Firenze e Bologna.

E' semplicemente stomachevole che nessuno del Sud, che bazzichi anche se da umile servitore le stanze del potere parlamentare, prenda le difese di queste genti emigrate usate e schernite, oggi come non mai sulle pagine dei quotidiani. A già se lo facessero perderebbero il POSTO in men che meno!

Loro tengono famiglia e non è cosa da farsi nè da chiedersi.

Proprio stamattina 24 agosto 2008, si leggeva su La Repubblica On-line che la ministra Gelmini (bresciana) proponeva corsi di formazione per gli insegnanti meridionali vincitori di cattedre al Nord in quanto così come sono declasserebbero il livello culturale del Nord!
Che vergogna ho provato nei confronti della Gelmini e di tutti coloro che l'hanno spinta a tale affermazione.
Fosse anche vero che tra le decine di migliaia di docenti meridionali costretti ancora ad emigrare al Nord, perchè il Nord ne ha bisogno, li pretende perchè sennò la sua crescita economica imploderebbe, dovesse anche esserci qualche cialtrone raccomandato tuttora prossimo all'analfabetismo, beh questo non giustificherebbe comunque, e mai, la generalizzazione del declassamento.
Proprio mentre scrivevo, nel pomeriggio di oggi, arrivava puntuale la smentita della Gelmini...si sà antica tattica machiavellica, l'importante è dire ciò che si pensa anche se poi si smentisce; l'importante è che chi ha avuto orecchie per intendere abbia inteso.
Il federalismo fiscale che malcela l'ulteriore spremitura degli ultimi giovani residenti nel nostro Mezzogiorno, dicevamo, ha bisogno, per giustificarsi, di un federalismo parallelo di tipo razziale ovvero xenofobo.

Oggi tocca ai Professori, domani toccherà alle Forze dell'Ordine, poi alla Magistratura, poi ai professionsiti e così via.

I rappresentanti della minoranza dominante del Nord (meno del 30% del popolo i-taliano) hanno intrapreso un conflitto, per ora fortunatamente
ancora ideologico, contro la maggioranza (più del 65% del popolo i-taliano) di remissivi centromeridionali.

Questo conflitto noi sappiamo dove porterà e lo sanno anche loro:
alla disgregazione dell'unità d'Italia.

Noi di "per il SUD" nè ce ne dogliamo nè lo temiamo anzi, speriamo che essa sia la più celere possibile e che porti alla nascita di una nuova classe dirigente sia nel Nord sia nel Sud del Paese, una classe dirigente che pensi meno a sè stessa e più lealmente agli altri e soprattutto alle generazioni future.
Vengano dunque le necessarie dissacrazioni al Sud dei falsi padri della falsa patria...si scioglieranno così le catene del colonialismo nordista.

Domenico Iannantuoni
Partito "per il SUD"

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