mercoledì 18 giugno 2008

LETTERA NAPOLETANA


Ricevo e posto:


Numero 10 – giugno 2008


RIFIUTI: COSI’ IN CAMPANIA I NUOVI COLONIZZATORI

(Lettera Napoletana) C’è una cosa che colpisce degli indagati nell’inchiesta dei pm Paolo Sirleo e Giuseppe Noviello, della Procura di Napoli, sui rifiuti “truccati” ed inviati nelle discariche: l’atteggiamento colonizzatore e cinico dei protagonisti, che richiama alla memoria i “liberatori” del 1860. “Noi stiamo parlando di una discarica da truccare e voi ci dovete aiutare a farlo”, dice al telefono il 26 giugno 2007 Marta Di Gennaro, numero due della Protezione civile e del Commissariato per l’emergenza rifiuti in Campania, intercettata dagli investigatori, al commissario per l’emergenza rifiuti Guido Bertolaso (Il Mattino, 28.5.2008). La discarica da “truccare” era a Terzigno, nel territorio del Parco Nazionale del Vesuvio, dove il Commissariato per l’emergenza rifiuti, decise di gettare rifiuti non selezionati e non trattati, contro ogni norma di legge e senza nessuna garanzia per la salute dei residenti. L’obbiettivo dell’operazione era quello di evitare la condanna dell’Ue, che ha aperto una procedura d’infrazione per violazioni in materia ambientale nei confronti dell’Italia. “Tu ci devi soltanto aiutare con le normative, per portarci a Bruxelles in modo sereno”, dice la De Gennaro a Bertolaso in una telefonata intercettata del 24 luglio 2007 (Il Mattino, 28.5. 2008)
Scudetto tricolore cucito sulla manica, bordino tricolore della polo in dotazione alla Protezione civile a Marta De Gennaro, non interessava niente della salute dei napoletani e dei campani.
“Io dovevo liberare le strade”, così si è difesa la collaboratrice di Bertolaso davanti al gip Rosanna Saraceno (Il Mattino, 11 giugno 2008). Portare a termine l’incarico ricevuto, anche a prezzo di quello che i pm hanno definito “un colossale inquinamento ambientale” pur di salvare il proprio posto e la faccia del governo italiano agli occhi della Commissione europea.
Sempre della discarica “truccata” di Terzigno parla con la De Gennaro , in un’altra conversazione intercettata, il direttore generale del ministero per l’ambiente Gianfranco Mascazzini (che non è indagato) e suggerisce: “La cattiva qualità della roba? La facciamo diventare migliore. Il tentativo è di trattare con una polverina magica, tipo calce, che, mischiata con la roba da spostare, la rende meno puzzolente”. Si potrebbero citare altri brani di questo genere dei discorsi tra i tecnici della Protezione civile (che avrebbe il compito di tutelare l’integrità dei cittadini), del Commissariato straordinario per l’emergenza rifiuti, che ha divorato finora migliaia di miliardi di vecchie lire (almeno 8 mila, secondo una stima diffusa), e del ministero per l’ambiente.
Difesi dal potere politico - “sono capaci e stimati”, ha detto il sindaco Rosa Russo Iervolino a Il Mattino (28.5.2008) - Bertolaso, il prefetto Alessandro Pansa, anche lui indagato nella stessa inchiesta, e forse presto la De Gennaro , sono tornati o restano ai loro posti per continuare a gestire l’emergenza che hanno contribuito a creare. Quanto al maggiore responsabile del disastro, Antonio Bassolino, messo sotto accusa perfino dal suo partito, il Pd, che prima delle elezioni politiche ne ha sollecitato le dimissioni, è diventato il principale interlocutore del governo di centrodestra in Campania. Presente accanto a Berlusconi nelle riunioni in prefettura dedicate alla crisi dei rifiuti, oggetto di complimenti e cortesie dal Premier, ha annunciato il 13 giugno scorso in consiglio regionale che valuterà tra un anno il da farsi. Ogni scelta resta affidata a lui stesso.
La mozione presentata al Senato da An per chiedere lo scioglimento del consiglio regionale della Campania, promesso in campagna elettorale dai leader del Pdl, non è stata neanche discussa ed i termini per chiederne l’esame urgente in aula sono ormai scaduti. Intanto gli esponenti locali del centrodestra, supervotato in Campania, rinnovando quell’antica subalternità al potere centrale dei politici meridionali, che anche in questo richiama le vicende dell’unificazione, fanno da sponda plaudenti ai provvedimenti da “lacrime e sangue”del governo. Le scelte scellerate dei politici che hanno devastato il territorio, le truffe dei super-tecnici della Protezione civile, le ruberie dei burocrati vengono messe a carico dei campani con il consenso generale del Paese politico. (LN9/08)

SEMPRE MENO “ITALIANI”, RESISTONO LE IDENTITA’ PRE-UNITARIE

(Lettera Napoletana) Sono sempre di meno i residenti nella penisola che si sentono “italiani” e si identificano culturalmente e politicamente con l’Italia.
Il dato emerge da un sondaggio condotto da Renato Mannheimer per il Corriere della Sera (1.6.2008). Si sente “prevalentemente italiano” solo il 45% degli intervistati, mentre in percentuali diverse gli intervistati si identificano con il comune di nascita (22%), la provincia (7%), la regione (12%), l’Europa (12%), oppure non rispondono (2%).
“L’elemento più indicativo dello stato attuale del sentimento nazionale – osserva Mannheimer – è la drastica diminuzione nel tempo della sua diffusione. Quattro anni fa, nel 2004, era ancora la maggioranza, seppur di poco, a privilegiare, tra le diverse possibili identità territoriali, soprattutto quella italiana. L’anno scorso questo stesso atteggiamento coinvolgeva esattamente il 50%. Oggi siamo scesi al 45%”.
Significativi sono anche i dati dello stesso sondaggio relativi alla celebrazione della “festa della Repubblica”. Il 29% degli intervistati dichiara di non sapere a che cosa si riferisca la data del 2 giugno ed a quale anno. La percentuale sale tra i giovani al di sotto dei 24 anni “specie residenti al Sud”, afferma Mannheimer, secondo il quale “l’identità e l’orgoglio nazionale mobilitano (ed emozionano) sempre meno gli italiani”.
Nonostante gli sforzi degli ultimi presidenti della repubblica, l’impiego di risorse massicce, la celebrazione di anniversari come il bicentenario garibaldino, l’obbligo per calciatori ed altri atleti, di trasformarsi in testimonial e di cantare l’Inno di Mameli, l’artificiosa identità nazionale italiana continua a sgretolarsi. Non basta certamente l’imposizione di una “storia condivisa” a creare un senso autentico di appartenenza, come non basta l’acculturazione scolastica a cancellare identità forti legate alla nascita ed alla cultura come il Municipio. A due anni dalla celebrazione dei 150 anni della “unità italiana” previsto nel 2010 i risultati del sondaggio sono un motivo di profonda riflessione. (LN9/08)

RELIGIONE: GIUSEPPINA CATANEA, NUOVA BEATA NAPOLETANA

(Lettera Napoletana) È stata beatificata l’1 giugno nella Cattedrale di Napoli, alla presenza del Cardinale Josè Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le cause dei Santi, Giuseppina Catanea (1896-1948), divenuta carmelitana scalza con il nome di Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso.
Colpita da una grave forma di tubercolosi alla spina dorsale, che l’aveva completamente paralizzata, guarì per intercessione di San Francesco Saverio, che le era apparso in sogno. La reliquia del braccio del Santo le fu portata nella cella del convento.
La fama di suor Giuseppina, che faceva vita di clausura, giunse fino negli Stati Uniti. Quando morì, il 18 marzo 1948, domenica di Passione - scrive l’agenzia ZENIT - “la sepoltura venne differita perchè, nonostante la cancrena, la salma sembrava un corpo vivo, flessibile, colorito”. Docenti dell’Università di Napoli che visitarono il corpo definirono “inspiegabile” il fenomeno.
La beata Giuseppina Catanea si va ad aggiungere alla lunga serie di Santi e Beati napoletani della carità. (LN9/08)

DUE SICILIE: ITALIA UNITA CONTRO LA TRADIZIONE , CONVEGNO DEL GIGLIO

(Lettera Napoletana) L’Italia è stata unificata contro la Tradizione che le nazioni ed i popoli della penisola avevano in comune, quella cattolica, e la sua “identità nazionale” è una pura costruzione ideologica.
Un convegno organizzato dall’Editoriale Il Giglio e dal Movimento Neoborbonico all’Hotel Oriente di Napoli il 30 maggio scorso è stata l’occasione per una riflessione di studiosi e meridionalisti sul tema “L’identità tradita. L’unificazione dell’Italia contro la tradizione”, alla presenza di un pubblico folto e qualificato.
Gli interventi del prof. Miguel Ayuso, docente all’Università Comillas di Madrid, della storica Angela Pellicciari, del prof. Gennaro De Crescenzo, presidente del Movimento Neoborbonico, e di Marina Carrese, dell’Editoriale Il Giglio, hanno messo a fuoco la crisi italiana nei suoi contenuti dottrinali e storici.
“L’Italia può esistere solo come una nazione rivoluzionaria. È figlia del Risorgimento e della sua prosecuzione che fu il fascismo”, ha osservato il prof. Ayuso, che ha accuratamente distinto i concetti di nazione e di patria ed il concetto tradizionale di nazione da quello giacobino e liberale.
Angela Pellicciari, autrice di saggi come “I panni sporchi dei Mille” (Liberal Edizioni, 2003) e Risorgimento da riscrivere (Piemme, 2000) ha ricostruito matrice ed obbiettivi del cosiddetto Risorgimento. Lo scopo di chi lo ha pianificato – ha affermato – era quello di far risorgere il paganesimo dopo 15 secoli di Cristianità.
Il prof. De Crescenzo ha analizzato la decadenza e la crisi attuale del Sud e l’assenza di una classe politica con radici nella sua tradizione e nella storia.
Le relazioni principali del convegno sono disponibili su richiesta all’Editoriale Il Giglio (
info@editorialeilgiglio.it).


SUD: DALLA COMPAGNIA DI SAN PAOLO SPICCIOLI ALLA CAMPANIA

(Lettera Napoletana) La Compagnia di San Paolo, principale azionista del gruppo Intesa-Sanpaolo, che ha acquisito il Banco di Napoli, ha destinato nel 2007 alla Campania il 2,5% dei propri stanziamenti nei settori della cultura, della ricerca scientifica e del volontariato.
In cifra assoluta si tratta di 4,25 milioni di euro su un totale di 167, 5. Nello stesso anno, al Piemonte è stato assegnato l’81% del totale degli stanziamenti ed alla Liguria, altra regione di interesse del gruppo bancario, il 6,9%.
I dati sono contenuti nel bilancio 2007 della Compagnia di San Paolo approvato nello scorso mese di aprile. L’avanzo di esercizio registrato è di 467 milioni di euro, con proventi ordinari per 494 milioni , che il Corriere della sera (10.6.2008) ha definito da “record”.
Per il 2008 sono stati anticipati alcuni stanziamenti destinati a singoli enti ed istituti del Piemonte. Ciascuno di essi supera di gran lunga la somma totale attribuita alla Campania, dove Intesa-Sanpaolo raccoglie con il Banco di Napoli la parte più consistente della sua clientela meridionale (1 milione 430 mila clienti). A titolo di esempio: 5,1 milioni di euro andranno al collegio Carlo Alberto di Moncalieri (Torino); 5 milioni all’Istituto Mario Boella (Torino); 18,5 milioni al “sistema universitario torinese”, 10 milioni al “sistema ospedaliero torinese”.
Tali cifre da sole costituiscono una risposta a chi sostiene che il Sud, per risollevare la propria economia, non avrebbe bisogno di una grande banca con testa e radici nel proprio territorio.
Il 9 giugno scorso, la Compagnia di San Paolo ha rinnovato i propri vertici. Nuovo presidente è stato eletto l’avvocato torinese Angelo Benessia, ex componente dei cda di Fiat e Telecom Italia ed attualmente consigliere della Fondazione Gramsci; vicepresidenti l’imprenditore Luca Remmart, già presidente di “Torino finanza”, ed Elsa Deaglio Fornero, docente di economia a Torino.(LN9/08).

Lettera napoletana
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Numero 10 – giugno 2008


RIFIUTI: COSI’ IN CAMPANIA I NUOVI COLONIZZATORI

(Lettera Napoletana) C’è una cosa che colpisce degli indagati nell’inchiesta dei pm Paolo Sirleo e Giuseppe Noviello, della Procura di Napoli, sui rifiuti “truccati” ed inviati nelle discariche: l’atteggiamento colonizzatore e cinico dei protagonisti, che richiama alla memoria i “liberatori” del 1860. “Noi stiamo parlando di una discarica da truccare e voi ci dovete aiutare a farlo”, dice al telefono il 26 giugno 2007 Marta Di Gennaro, numero due della Protezione civile e del Commissariato per l’emergenza rifiuti in Campania, intercettata dagli investigatori, al commissario per l’emergenza rifiuti Guido Bertolaso (Il Mattino, 28.5.2008). La discarica da “truccare” era a Terzigno, nel territorio del Parco Nazionale del Vesuvio, dove il Commissariato per l’emergenza rifiuti, decise di gettare rifiuti non selezionati e non trattati, contro ogni norma di legge e senza nessuna garanzia per la salute dei residenti. L’obbiettivo dell’operazione era quello di evitare la condanna dell’Ue, che ha aperto una procedura d’infrazione per violazioni in materia ambientale nei confronti dell’Italia. “Tu ci devi soltanto aiutare con le normative, per portarci a Bruxelles in modo sereno”, dice la De Gennaro a Bertolaso in una telefonata intercettata del 24 luglio 2007 (Il Mattino, 28.5. 2008)
Scudetto tricolore cucito sulla manica, bordino tricolore della polo in dotazione alla Protezione civile a Marta De Gennaro, non interessava niente della salute dei napoletani e dei campani.
“Io dovevo liberare le strade”, così si è difesa la collaboratrice di Bertolaso davanti al gip Rosanna Saraceno (Il Mattino, 11 giugno 2008). Portare a termine l’incarico ricevuto, anche a prezzo di quello che i pm hanno definito “un colossale inquinamento ambientale” pur di salvare il proprio posto e la faccia del governo italiano agli occhi della Commissione europea.
Sempre della discarica “truccata” di Terzigno parla con la De Gennaro , in un’altra conversazione intercettata, il direttore generale del ministero per l’ambiente Gianfranco Mascazzini (che non è indagato) e suggerisce: “La cattiva qualità della roba? La facciamo diventare migliore. Il tentativo è di trattare con una polverina magica, tipo calce, che, mischiata con la roba da spostare, la rende meno puzzolente”. Si potrebbero citare altri brani di questo genere dei discorsi tra i tecnici della Protezione civile (che avrebbe il compito di tutelare l’integrità dei cittadini), del Commissariato straordinario per l’emergenza rifiuti, che ha divorato finora migliaia di miliardi di vecchie lire (almeno 8 mila, secondo una stima diffusa), e del ministero per l’ambiente.
Difesi dal potere politico - “sono capaci e stimati”, ha detto il sindaco Rosa Russo Iervolino a Il Mattino (28.5.2008) - Bertolaso, il prefetto Alessandro Pansa, anche lui indagato nella stessa inchiesta, e forse presto la De Gennaro , sono tornati o restano ai loro posti per continuare a gestire l’emergenza che hanno contribuito a creare. Quanto al maggiore responsabile del disastro, Antonio Bassolino, messo sotto accusa perfino dal suo partito, il Pd, che prima delle elezioni politiche ne ha sollecitato le dimissioni, è diventato il principale interlocutore del governo di centrodestra in Campania. Presente accanto a Berlusconi nelle riunioni in prefettura dedicate alla crisi dei rifiuti, oggetto di complimenti e cortesie dal Premier, ha annunciato il 13 giugno scorso in consiglio regionale che valuterà tra un anno il da farsi. Ogni scelta resta affidata a lui stesso.
La mozione presentata al Senato da An per chiedere lo scioglimento del consiglio regionale della Campania, promesso in campagna elettorale dai leader del Pdl, non è stata neanche discussa ed i termini per chiederne l’esame urgente in aula sono ormai scaduti. Intanto gli esponenti locali del centrodestra, supervotato in Campania, rinnovando quell’antica subalternità al potere centrale dei politici meridionali, che anche in questo richiama le vicende dell’unificazione, fanno da sponda plaudenti ai provvedimenti da “lacrime e sangue”del governo. Le scelte scellerate dei politici che hanno devastato il territorio, le truffe dei super-tecnici della Protezione civile, le ruberie dei burocrati vengono messe a carico dei campani con il consenso generale del Paese politico. (LN9/08)

SEMPRE MENO “ITALIANI”, RESISTONO LE IDENTITA’ PRE-UNITARIE

(Lettera Napoletana) Sono sempre di meno i residenti nella penisola che si sentono “italiani” e si identificano culturalmente e politicamente con l’Italia.
Il dato emerge da un sondaggio condotto da Renato Mannheimer per il Corriere della Sera (1.6.2008). Si sente “prevalentemente italiano” solo il 45% degli intervistati, mentre in percentuali diverse gli intervistati si identificano con il comune di nascita (22%), la provincia (7%), la regione (12%), l’Europa (12%), oppure non rispondono (2%).
“L’elemento più indicativo dello stato attuale del sentimento nazionale – osserva Mannheimer – è la drastica diminuzione nel tempo della sua diffusione. Quattro anni fa, nel 2004, era ancora la maggioranza, seppur di poco, a privilegiare, tra le diverse possibili identità territoriali, soprattutto quella italiana. L’anno scorso questo stesso atteggiamento coinvolgeva esattamente il 50%. Oggi siamo scesi al 45%”.
Significativi sono anche i dati dello stesso sondaggio relativi alla celebrazione della “festa della Repubblica”. Il 29% degli intervistati dichiara di non sapere a che cosa si riferisca la data del 2 giugno ed a quale anno. La percentuale sale tra i giovani al di sotto dei 24 anni “specie residenti al Sud”, afferma Mannheimer, secondo il quale “l’identità e l’orgoglio nazionale mobilitano (ed emozionano) sempre meno gli italiani”.
Nonostante gli sforzi degli ultimi presidenti della repubblica, l’impiego di risorse massicce, la celebrazione di anniversari come il bicentenario garibaldino, l’obbligo per calciatori ed altri atleti, di trasformarsi in testimonial e di cantare l’Inno di Mameli, l’artificiosa identità nazionale italiana continua a sgretolarsi. Non basta certamente l’imposizione di una “storia condivisa” a creare un senso autentico di appartenenza, come non basta l’acculturazione scolastica a cancellare identità forti legate alla nascita ed alla cultura come il Municipio. A due anni dalla celebrazione dei 150 anni della “unità italiana” previsto nel 2010 i risultati del sondaggio sono un motivo di profonda riflessione. (LN9/08)

RELIGIONE: GIUSEPPINA CATANEA, NUOVA BEATA NAPOLETANA

(Lettera Napoletana) È stata beatificata l’1 giugno nella Cattedrale di Napoli, alla presenza del Cardinale Josè Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le cause dei Santi, Giuseppina Catanea (1896-1948), divenuta carmelitana scalza con il nome di Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso.
Colpita da una grave forma di tubercolosi alla spina dorsale, che l’aveva completamente paralizzata, guarì per intercessione di San Francesco Saverio, che le era apparso in sogno. La reliquia del braccio del Santo le fu portata nella cella del convento.
La fama di suor Giuseppina, che faceva vita di clausura, giunse fino negli Stati Uniti. Quando morì, il 18 marzo 1948, domenica di Passione - scrive l’agenzia ZENIT - “la sepoltura venne differita perchè, nonostante la cancrena, la salma sembrava un corpo vivo, flessibile, colorito”. Docenti dell’Università di Napoli che visitarono il corpo definirono “inspiegabile” il fenomeno.
La beata Giuseppina Catanea si va ad aggiungere alla lunga serie di Santi e Beati napoletani della carità. (LN9/08)

DUE SICILIE: ITALIA UNITA CONTRO LA TRADIZIONE , CONVEGNO DEL GIGLIO

(Lettera Napoletana) L’Italia è stata unificata contro la Tradizione che le nazioni ed i popoli della penisola avevano in comune, quella cattolica, e la sua “identità nazionale” è una pura costruzione ideologica.
Un convegno organizzato dall’Editoriale Il Giglio e dal Movimento Neoborbonico all’Hotel Oriente di Napoli il 30 maggio scorso è stata l’occasione per una riflessione di studiosi e meridionalisti sul tema “L’identità tradita. L’unificazione dell’Italia contro la tradizione”, alla presenza di un pubblico folto e qualificato.
Gli interventi del prof. Miguel Ayuso, docente all’Università Comillas di Madrid, della storica Angela Pellicciari, del prof. Gennaro De Crescenzo, presidente del Movimento Neoborbonico, e di Marina Carrese, dell’Editoriale Il Giglio, hanno messo a fuoco la crisi italiana nei suoi contenuti dottrinali e storici.
“L’Italia può esistere solo come una nazione rivoluzionaria. È figlia del Risorgimento e della sua prosecuzione che fu il fascismo”, ha osservato il prof. Ayuso, che ha accuratamente distinto i concetti di nazione e di patria ed il concetto tradizionale di nazione da quello giacobino e liberale.
Angela Pellicciari, autrice di saggi come “I panni sporchi dei Mille” (Liberal Edizioni, 2003) e Risorgimento da riscrivere (Piemme, 2000) ha ricostruito matrice ed obbiettivi del cosiddetto Risorgimento. Lo scopo di chi lo ha pianificato – ha affermato – era quello di far risorgere il paganesimo dopo 15 secoli di Cristianità.
Il prof. De Crescenzo ha analizzato la decadenza e la crisi attuale del Sud e l’assenza di una classe politica con radici nella sua tradizione e nella storia.
Le relazioni principali del convegno sono disponibili su richiesta all’Editoriale Il Giglio (
info@editorialeilgiglio.it).


SUD: DALLA COMPAGNIA DI SAN PAOLO SPICCIOLI ALLA CAMPANIA

(Lettera Napoletana) La Compagnia di San Paolo, principale azionista del gruppo Intesa-Sanpaolo, che ha acquisito il Banco di Napoli, ha destinato nel 2007 alla Campania il 2,5% dei propri stanziamenti nei settori della cultura, della ricerca scientifica e del volontariato.
In cifra assoluta si tratta di 4,25 milioni di euro su un totale di 167, 5. Nello stesso anno, al Piemonte è stato assegnato l’81% del totale degli stanziamenti ed alla Liguria, altra regione di interesse del gruppo bancario, il 6,9%.
I dati sono contenuti nel bilancio 2007 della Compagnia di San Paolo approvato nello scorso mese di aprile. L’avanzo di esercizio registrato è di 467 milioni di euro, con proventi ordinari per 494 milioni , che il Corriere della sera (10.6.2008) ha definito da “record”.
Per il 2008 sono stati anticipati alcuni stanziamenti destinati a singoli enti ed istituti del Piemonte. Ciascuno di essi supera di gran lunga la somma totale attribuita alla Campania, dove Intesa-Sanpaolo raccoglie con il Banco di Napoli la parte più consistente della sua clientela meridionale (1 milione 430 mila clienti). A titolo di esempio: 5,1 milioni di euro andranno al collegio Carlo Alberto di Moncalieri (Torino); 5 milioni all’Istituto Mario Boella (Torino); 18,5 milioni al “sistema universitario torinese”, 10 milioni al “sistema ospedaliero torinese”.
Tali cifre da sole costituiscono una risposta a chi sostiene che il Sud, per risollevare la propria economia, non avrebbe bisogno di una grande banca con testa e radici nel proprio territorio.
Il 9 giugno scorso, la Compagnia di San Paolo ha rinnovato i propri vertici. Nuovo presidente è stato eletto l’avvocato torinese Angelo Benessia, ex componente dei cda di Fiat e Telecom Italia ed attualmente consigliere della Fondazione Gramsci; vicepresidenti l’imprenditore Luca Remmart, già presidente di “Torino finanza”, ed Elsa Deaglio Fornero, docente di economia a Torino.(LN9/08).

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