Accesa discussione ieri al centro sociale Buco Magico dopo la relazione sulla criminalità del professor Ciconte «La ’ndrangheta è stata respinta dagli stessi calabresi»
Il consigliere Olivo viene frainteso, bagarre con gli spettatori sugli extracomunitari e la “mala”
Criminalità organizzata:l’esperienza di una città che reagisce”è il titolo del convegno che si è aperto ieri alle 17 al circolo “Buco magico”,organizzato dall’assessorato alla Coesione sociale e alla sicurezza.Ospite il professor Enzo Ciconte,da tempo è in primafila nello studio della’ndrangheta”.La sua relazione si riallacciavaalla ricerca pubblicatain gennaio,che aveva provocato molto rumore e,a parer dei relatori,era stata anche fraintesa.
«La ’ndrangheta ha cercato di incunearsi nel tessuto di questa città,
ma ha trovato una forte resistenza- afferma Ciconte - I cittadini di Cutro per primi hanno consentito l’indebolimentodell’associazione criminale,allontanandosi dalla loro assoggettazione e quindi salvaguardando Reggio».La risposta positiva dei cutresi insieme alle forze dell’ordine e all’amministrazione comunale per Ciconte ha consentito un’indebolimento
dell’organizzazione mafiosa,che sembrerebbe oggi aver allentatola presa sulla zona di
Reggio.Il professore è stato sostenuto in più battute dall’assessore comunale Franco Corradini,
il quale ha sottolineatol’importanza di approfondire le conoscenze sui danni che lamafia provoca:«Sento l’esigenza di un progetto continuativo che possa portare a stringere i
rapporti anche con i giornali e i media,e grazie al grande forza dell’informazione poter trasmettere una coscienza civica per tutti»,evidenzia l’assessore.L’obiettivo è quello di allestire un Osservatorio permanente,che si occupi di ricerche sulla mafia,allargando il suo campo
di interesse anche in altri ambiti della criminalità come lo spaccio di droga o alle
mafie straniere.Al tavolo con lui anche il presidente dell’associazione culturale
“La Calabria nel Mondo”Salvatore Salerno e il consigliere comunale
Antonio Olivo.Proprio con il suo intervento si accendono gli animi nella sala centrale del
circolo:«La stampa non deve calcare su notizie ingiuste.I curtesi non sono associati alla criminalità che insidia Reggio.Qui c’è lo stesso tipo di malavita che si ritrova in tutte
le altre città italiane,e non solo nel settore edilizio -ha detto il consigliere del
Pd, prendendo le parti dei suoi compaesani e della categoria imprenditoriale
- Non sono i calabresi a dover essere tenuti d’occhio,ma tutti gli extracomunitari».Questa l’affermazione,travisata dai presenti in sala,che ha poi generato un lungo dibattito,
colorito da esperienze di vita di alcuni reggiani ex emigranti,ormai non più giovanissimi,
ma sempre molto coinvolti emotivamente.Si è poi discusso del fenomeno
’ndrangheta,dalla sua nascitaal suo espatrio dai “confini naturali”insieme ai calabresi
mandati al confino,fino ad averla come vicina di casa.Diversele opinioni dei partecipanti a
quest’incontro:chi scuote la testa,convinto che sia ormai storia vecchia,e chi,invece,si prodiga
come attivo sostenitore di questa guerra all’illegalità,che a volte sembra non finire mai.
(Benedetta Consorti)
http://www.linformazione.com/archivio/20080511/10_RE1105.pdf
Il consigliere Olivo viene frainteso, bagarre con gli spettatori sugli extracomunitari e la “mala”
Criminalità organizzata:l’esperienza di una città che reagisce”è il titolo del convegno che si è aperto ieri alle 17 al circolo “Buco magico”,organizzato dall’assessorato alla Coesione sociale e alla sicurezza.Ospite il professor Enzo Ciconte,da tempo è in primafila nello studio della’ndrangheta”.La sua relazione si riallacciavaalla ricerca pubblicatain gennaio,che aveva provocato molto rumore e,a parer dei relatori,era stata anche fraintesa.
«La ’ndrangheta ha cercato di incunearsi nel tessuto di questa città,
ma ha trovato una forte resistenza- afferma Ciconte - I cittadini di Cutro per primi hanno consentito l’indebolimentodell’associazione criminale,allontanandosi dalla loro assoggettazione e quindi salvaguardando Reggio».La risposta positiva dei cutresi insieme alle forze dell’ordine e all’amministrazione comunale per Ciconte ha consentito un’indebolimento
dell’organizzazione mafiosa,che sembrerebbe oggi aver allentatola presa sulla zona di
Reggio.Il professore è stato sostenuto in più battute dall’assessore comunale Franco Corradini,
il quale ha sottolineatol’importanza di approfondire le conoscenze sui danni che lamafia provoca:«Sento l’esigenza di un progetto continuativo che possa portare a stringere i
rapporti anche con i giornali e i media,e grazie al grande forza dell’informazione poter trasmettere una coscienza civica per tutti»,evidenzia l’assessore.L’obiettivo è quello di allestire un Osservatorio permanente,che si occupi di ricerche sulla mafia,allargando il suo campo
di interesse anche in altri ambiti della criminalità come lo spaccio di droga o alle
mafie straniere.Al tavolo con lui anche il presidente dell’associazione culturale
“La Calabria nel Mondo”Salvatore Salerno e il consigliere comunale
Antonio Olivo.Proprio con il suo intervento si accendono gli animi nella sala centrale del
circolo:«La stampa non deve calcare su notizie ingiuste.I curtesi non sono associati alla criminalità che insidia Reggio.Qui c’è lo stesso tipo di malavita che si ritrova in tutte
le altre città italiane,e non solo nel settore edilizio -ha detto il consigliere del
Pd, prendendo le parti dei suoi compaesani e della categoria imprenditoriale
- Non sono i calabresi a dover essere tenuti d’occhio,ma tutti gli extracomunitari».Questa l’affermazione,travisata dai presenti in sala,che ha poi generato un lungo dibattito,
colorito da esperienze di vita di alcuni reggiani ex emigranti,ormai non più giovanissimi,
ma sempre molto coinvolti emotivamente.Si è poi discusso del fenomeno
’ndrangheta,dalla sua nascitaal suo espatrio dai “confini naturali”insieme ai calabresi
mandati al confino,fino ad averla come vicina di casa.Diversele opinioni dei partecipanti a
quest’incontro:chi scuote la testa,convinto che sia ormai storia vecchia,e chi,invece,si prodiga
come attivo sostenitore di questa guerra all’illegalità,che a volte sembra non finire mai.
(Benedetta Consorti)
http://www.linformazione.com/archivio/20080511/10_RE1105.pdf
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