venerdì 2 maggio 2008

IERI A PORTA A PORTA: GARIBALDI


Ieri in tarda serata,su Rai 1 nella trasmissione di Vespa si è parlato di Garibaldi e delle sue "imprese".Tra mille distinguo,retorica assortita, dimenticanze/ignoranza storica,qualche pallida verità è venuta finalmente alla luce.L'azione della massoneria inglese ,le ruberie a danno delle casse statali Duosiciliane,i tradimenti di alcuni prezzolati ufficiali borbonici,le stragi e la giusta rivolta della popolazione ,sono state menzionate forse per la prima volta, in un dibattito televisivo.Per onestà va detto che l'unico fra gli ospiti ad avere espresso una chiara visione dei fatti storici e ad aver speso parole a favore del Regno Duosiciliano è stato,strano a dirsi,il leghista Castelli,anche se la sua azione ha perso d'incisività,fino a tacitarsi,una volta passati dall'analisi dei fatti alle conseguenze storiche che questi hanno poi avuto sull'inizio della questione meridionale.Ma non si può certo pretendere questo da Castelli.Speriamo che in prossimi futuri dibattiti sulle questioni"risorgimentali" ,con l'affermarsi del nostro Partito e degli altri movimenti meridionalistici,possano partecipare anche "nostri"storici revisionisti per alzare,finalmente,dopo 150 anno il velo d'ipocrisia,che come ben si è visto ieri,ancora permea l'analisi storica degli avvenimenti.
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Ieri in tarda serata,su Rai 1 nella trasmissione di Vespa si è parlato di Garibaldi e delle sue "imprese".Tra mille distinguo,retorica assortita, dimenticanze/ignoranza storica,qualche pallida verità è venuta finalmente alla luce.L'azione della massoneria inglese ,le ruberie a danno delle casse statali Duosiciliane,i tradimenti di alcuni prezzolati ufficiali borbonici,le stragi e la giusta rivolta della popolazione ,sono state menzionate forse per la prima volta, in un dibattito televisivo.Per onestà va detto che l'unico fra gli ospiti ad avere espresso una chiara visione dei fatti storici e ad aver speso parole a favore del Regno Duosiciliano è stato,strano a dirsi,il leghista Castelli,anche se la sua azione ha perso d'incisività,fino a tacitarsi,una volta passati dall'analisi dei fatti alle conseguenze storiche che questi hanno poi avuto sull'inizio della questione meridionale.Ma non si può certo pretendere questo da Castelli.Speriamo che in prossimi futuri dibattiti sulle questioni"risorgimentali" ,con l'affermarsi del nostro Partito e degli altri movimenti meridionalistici,possano partecipare anche "nostri"storici revisionisti per alzare,finalmente,dopo 150 anno il velo d'ipocrisia,che come ben si è visto ieri,ancora permea l'analisi storica degli avvenimenti.

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