lunedì 27 marzo 2017

#25Marzo il Partito del Sud a Roma per una Europa che riparta da Sud











Il messaggero online cita il Partito del SUD
m.ilmessaggero.it/roma/articolo-2339810.html





RIUSCITA PARTECIPAZIONE DEL  PARTITO DEL SUD IL 25 MARZO A ROMA PER MANIFESTARE PER UN'EUROPA CHE RIPARTA DA SUD! 

Ripartire grazie ad uno sviluppo sostenibile e con la consapevolezza che le popolazioni del Mediterraneo, da sempre contaminate le une dalle altre nella loro storia millenaria, meritano rispetto e fiducia per quella che è la loro diversità. Una diversità che non è un problema da risolvere, ma una risorsa dal valore inestimabile, portatrice sana di tolleranza e capacità di integrazione. Per dare vita ad un Progetto per il Sud, per l’Italia e per l’Europa, perché l’Europa deve assolutamente ripartire dal suo mare principale, dal Mediterraneo, culla di civiltà straordinarie. Per impegnarci a far sì che ci sia un’attenzione nuova da parte dell’Europa a quello che è l’unico sviluppo dignitoso a cui il Partito del Sud può pensare, uno sviluppo cioè rispettoso del lavoro, della salute e dell’ambiente. 

Crediamo che il diritto al lavoro e alla salute non debbano essere mai essere toccati. Il lavoro è fonte di vita e non può essere fonte di morte come a Taranto, o nella "Terra dei Fuochi" che hanno contribuito negli ultimi decenni ad un danno ambientale irreparabile. Uno sviluppo insomma che, mai e poi mai, prescinda dai valori della nostra Costituzione, un capolavoro di pensiero democratico e lungimirante, la cui applicazione, alla lettera, crediamo e ribadiamo ancora una volta, come già due anni fa e già nel nostro libro “Con il Sud si riparte”, sia quanto mai urgente e necessaria. 

Fare politica oggi significa concentrarsi sui problemi reali delle persone, persone colpita pesantemente dalla crisi, a cui bisogna parlare con un linguaggio semplice e non con l’incomprensibile politichese che mira solo a raccattare voti per costruire poteri personali. Fare politica oggi significa fare grandi alleanze con chiunque decida di scendere in campo contro i poteri forti, i colossi della finanza e gli interessi di una oligarchia manipolatrice, fosse anche solo per legittima difesa. Bisogna capire il perché ad oggi non si è ancora mai data al Sud Italia e al Sud Europa la possibilità di un concreto sviluppo. Porti strategici, unificazione della dorsale tirrenica e della dorsale. Ad esempio Gioia Tauro, Taranto e Crotone sono porti che servono quasi tutti i mercati. Dovrebbero essere messi in competizione con porti del Baltico che, insieme ai retroporti creerebbe un bacino produttivo nel Mezzogiorno. Ma questo a chi darebbe fastidio? 

Sicuramente perderebbero di importanza i porti di Rottendam e di Amburgo. E questo la dice lunga sulla subalternità della Confindustria italiana a quelle degli olandesi, dei tedeschi e dei nordeuropei in generale. E questo è un punto politico e di sovranità democratica fondamentale. Stiamo lottando da anni per il rilancio del Sud, che per noi è anche rilancio del Paese e dell'idea Europea, perché se metà del Paese non è messo in condizione di competere in modo produttivo a quella che è l’economia del Paese, è chiaro che l’Italia non potrà riprendersi. 

Solo con il Sud si riparte! L’emigrazione dal Sud Italia, che è cominciata con l’Unità di Italia, perché prima non esisteva, ed è continuata con dimensioni bibliche per 155 anni, continua ancora oggi. Parliamo di oltre 100.000 unità ogni anno. Ad emigrare sono persone, spesso giovani, che, in generale, con enormi sacrifici e costi non irrilevanti da parte delle rispettive famiglie, hanno studiato. E mentre al Sud la disoccupazione giovanile è oggi al 58%, è di pochi mesi fa il dato che invece vede in Germania un record storico di “occupazione”, un dato che non era mai stato così alto dai tempi della riunificazione delle due Germanie. C’è dunque qualcosa che in questa Europa effettivamente non funziona”. La conseguenza è che al Sud Italia c’è un doppio svantaggio. Siamo nei fatti colonia di una colonia. Quello che auspichiamo dunque è un’Europa meno tecnocratica, un’Europa dei popoli e solidale. 

Una Europa che non si riconosca solo nell'austerità e nella negazione o sottrazione di diritti. Serve una riconsiderazione dei trattati. Un cambio di rotta significativo che porti tutti i suoi Sud a contare quanto i suoi Nord e che porti il Sud Italia a divenire volano della ripresa economica del nostro Paese. Ed è per questo motivo che la questione meridionale non può che diventare, da questione nazionale irrisolta, “questione internazionale” e unirsi in tal modo alle lotte degli altri Sud d’Europa. Partito del Sud 

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Il messaggero online cita il Partito del SUD
m.ilmessaggero.it/roma/articolo-2339810.html





RIUSCITA PARTECIPAZIONE DEL  PARTITO DEL SUD IL 25 MARZO A ROMA PER MANIFESTARE PER UN'EUROPA CHE RIPARTA DA SUD! 

Ripartire grazie ad uno sviluppo sostenibile e con la consapevolezza che le popolazioni del Mediterraneo, da sempre contaminate le une dalle altre nella loro storia millenaria, meritano rispetto e fiducia per quella che è la loro diversità. Una diversità che non è un problema da risolvere, ma una risorsa dal valore inestimabile, portatrice sana di tolleranza e capacità di integrazione. Per dare vita ad un Progetto per il Sud, per l’Italia e per l’Europa, perché l’Europa deve assolutamente ripartire dal suo mare principale, dal Mediterraneo, culla di civiltà straordinarie. Per impegnarci a far sì che ci sia un’attenzione nuova da parte dell’Europa a quello che è l’unico sviluppo dignitoso a cui il Partito del Sud può pensare, uno sviluppo cioè rispettoso del lavoro, della salute e dell’ambiente. 

Crediamo che il diritto al lavoro e alla salute non debbano essere mai essere toccati. Il lavoro è fonte di vita e non può essere fonte di morte come a Taranto, o nella "Terra dei Fuochi" che hanno contribuito negli ultimi decenni ad un danno ambientale irreparabile. Uno sviluppo insomma che, mai e poi mai, prescinda dai valori della nostra Costituzione, un capolavoro di pensiero democratico e lungimirante, la cui applicazione, alla lettera, crediamo e ribadiamo ancora una volta, come già due anni fa e già nel nostro libro “Con il Sud si riparte”, sia quanto mai urgente e necessaria. 

Fare politica oggi significa concentrarsi sui problemi reali delle persone, persone colpita pesantemente dalla crisi, a cui bisogna parlare con un linguaggio semplice e non con l’incomprensibile politichese che mira solo a raccattare voti per costruire poteri personali. Fare politica oggi significa fare grandi alleanze con chiunque decida di scendere in campo contro i poteri forti, i colossi della finanza e gli interessi di una oligarchia manipolatrice, fosse anche solo per legittima difesa. Bisogna capire il perché ad oggi non si è ancora mai data al Sud Italia e al Sud Europa la possibilità di un concreto sviluppo. Porti strategici, unificazione della dorsale tirrenica e della dorsale. Ad esempio Gioia Tauro, Taranto e Crotone sono porti che servono quasi tutti i mercati. Dovrebbero essere messi in competizione con porti del Baltico che, insieme ai retroporti creerebbe un bacino produttivo nel Mezzogiorno. Ma questo a chi darebbe fastidio? 

Sicuramente perderebbero di importanza i porti di Rottendam e di Amburgo. E questo la dice lunga sulla subalternità della Confindustria italiana a quelle degli olandesi, dei tedeschi e dei nordeuropei in generale. E questo è un punto politico e di sovranità democratica fondamentale. Stiamo lottando da anni per il rilancio del Sud, che per noi è anche rilancio del Paese e dell'idea Europea, perché se metà del Paese non è messo in condizione di competere in modo produttivo a quella che è l’economia del Paese, è chiaro che l’Italia non potrà riprendersi. 

Solo con il Sud si riparte! L’emigrazione dal Sud Italia, che è cominciata con l’Unità di Italia, perché prima non esisteva, ed è continuata con dimensioni bibliche per 155 anni, continua ancora oggi. Parliamo di oltre 100.000 unità ogni anno. Ad emigrare sono persone, spesso giovani, che, in generale, con enormi sacrifici e costi non irrilevanti da parte delle rispettive famiglie, hanno studiato. E mentre al Sud la disoccupazione giovanile è oggi al 58%, è di pochi mesi fa il dato che invece vede in Germania un record storico di “occupazione”, un dato che non era mai stato così alto dai tempi della riunificazione delle due Germanie. C’è dunque qualcosa che in questa Europa effettivamente non funziona”. La conseguenza è che al Sud Italia c’è un doppio svantaggio. Siamo nei fatti colonia di una colonia. Quello che auspichiamo dunque è un’Europa meno tecnocratica, un’Europa dei popoli e solidale. 

Una Europa che non si riconosca solo nell'austerità e nella negazione o sottrazione di diritti. Serve una riconsiderazione dei trattati. Un cambio di rotta significativo che porti tutti i suoi Sud a contare quanto i suoi Nord e che porti il Sud Italia a divenire volano della ripresa economica del nostro Paese. Ed è per questo motivo che la questione meridionale non può che diventare, da questione nazionale irrisolta, “questione internazionale” e unirsi in tal modo alle lotte degli altri Sud d’Europa. Partito del Sud 

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