mercoledì 3 maggio 2023

LA TRUFFA DEL PNRR (18) ”…a lunghi passi verso il definitivo sacco del Sud…"



Di Natale Cuccurese*

Il ministro Fitto ammette le difficoltà a centrare i target Pnrr della quarta rata. Difficile che si creeranno i 260mila posti attesi negli asili nido entro il 2025, difficile, anzi impossibile, uscire dalla gabbia illogica spesa storica e vedere nascere qualche asilo al Sud. Entro un mese ci sarà un quadro preciso di tutti i ritardi del Pnrr: Palazzo Chigi sta infatti raccogliendo i documenti per la relazione semestrale al Parlamento. Fitto spera così di poter dimostrare le responsabilità diffuse che stanno rallentando l’attuazione del Piano. Esponenti del governo e della maggioranza dicono tutto e il contrario di tutto, ma il governo comunque ancora non adempie al suo principale dovere: trasmettere al Parlamento la relazione sullo stato di attuazione.


Ormai è evidente a tutti, almeno a quelli che hanno ancora un minimo di onestà intellettuale, che quella del PNRR è solo una enorme truffa, ordita ai danni dell’Italia tutta e del Mezzogiorno in particolare, da parte di succubi politicanti italiani senza vergogna e dai Paesi “frugali” del Nord Europa ben consapevoli del fatto che per l’Italia e per il Sud Italia in particolare, dopo oltre un decennio di tagli e spending review, come ho più volte spiegato nelle puntate precedenti, sarebbe stato impossibile riuscire a rispettare i tempi stringenti impostici dalla Commissione Ue per la presentazione dei progetti e per la loro realizzazione definitiva entro il 2026. Mentre già mercati e agenzie di rating internazionali agitano lo spettro dello Spread e del debito pubblico italiano insostenibile.

Così il Mezzogiorno beffato non riceverà nemmeno il (già ridotto) 40% dei fondi totali promesso dal precedente governo. Arriverà poco o nulla. Nell'ottica dell'Autonomia differenziata e della visione di destra del governo, tutto o quasi andrà a chi ha già e chi non ha nulla riceverà. Non a caso i governatori e i sindaci del Nord da oltre un anno chiedono di poter disporre di tutti i fondi disponibili, per poi o fallire miseramente, come Sala che a Milano che ha “perso” 12 milioni del Pnrr perché non sa dove mettere i 300mila alberi che si era impegnato piantare o per tentare di sprecarli in stadi (Firenze e Venezia). Non sono ostacoli piovuti dal cielo quelli che frenano il Pnrr, ma sono evidenze che erano facilmente prevedibili sin dalla nascita del piano. Gli ostacoli erano insiti nel Pnrr.
Nessuno ovviamente ricorda che I fondi del Pnrr dovevano servivano a colmare il divario economico ed infrastrutturale tra le 2 Italie, Nord/Sud.
Ed è proprio per iniziare a colmare questa vergogna che la Ue aveva concesso all’Italia la più alta somma di prestiti fra tutti i Paesi Ue.
Ma come da prassi italiana si è preferito sottrarre i soldi ai territori del Mezzogiorno per tentare di destinarli alla ristrutturazione dello stadio di Firenze (o di Venezia), per poi vedersi bocciare la proposta dalla Commissione Ue che ha giudicato «L'area del Franchi non degradata» e negato i relativi fondi. La cosa più ridicola è che Comisso (presidente della Fiorentina) voleva già da tempo fare a sue spese uno stadio nuovo, ma gli è stato impedito dal Comune di Firenze che preferisce un restyling del vecchio stadio Franchi. Invece di consentire ai privati di investire soldi si preferisce dilapidare soldi pubblici, in larga parte teoricamente destinati al Sud. Giustamente la UE ha detto no.

L’altra presa in giro del governo dei sovranisti senza sovranità, è che parlano di aiuti per aumentare la natalità (ovviamente non c’è nessuna copertura, solo slogan) e poi tagliano su casa, sanità, pensioni e asili nido. Così che mentre in Italia negli ultimi 20 anni la popolazione straniera è più che triplicata, passando da 1,5 milioni a 5,1 milioni (9% della popolazione totale) nello stesso periodo gli italiani costretti a emigrare, a partire dai giovani in modo preponderante dal Mezzogiorno per mancanza di opportunità lavorative e welfare sotto i livelli minimi accettabili causa Razzismo di Stato, sono più che raddoppiati arrivando a 6 milioni. Mentre, contemporaneamente, questo governo opera attivamente per ratificare al più presto l’Autonomia differenziata…

In questo caso il Mezzogiorno ha già dato: causa applicazione della spesa storica gli asili non ci sono mai stati, sulla sanità hanno già tagliato da anni tutto il tagliabile commissariando intere Regioni e adesso hanno appena approvato il Ddl Calderoli per cancellare definitivamente, con l’autonomia differenziata, anche solo la speranza di ricevere qualche fondo statale in un Paese in cui i meridionali sono da sempre solo cittadini di serie C. Di questo i cittadini (forse in questa situazione sarebbe meglio chiamarli sudditi) meridionali dovrebbero iniziare a prenderne atto e cambiare nelle urne il loro voto, fino ad oggi in misura preponderante sempre a vantaggio del centrosinistradestra consociativista che opera ad esclusivo vantaggio del Nord del Paese.

Basti pensare che la scorsa settimana un incidente ferroviario ha letteralmente spaccato l'Italia a metà per ore, ma l’Italia anche per quanto riguarda le infrastrutture è spaccata da sempre in due e Salvini, ora ministro dei trasporti, dovrebbe spiegare perché il suo partito è sempre stato in prima fila nella richieste di investire sempre e solo al Nord, con recita il suo slogan “prima il nord”…
In Europa non c’è Paese in cui l’Alta Velocità ferroviaria non si sia sviluppata equamente fra Nord e Sud, Est e Ovest. Non c’è da nessuna parte uno scandalo dettato dal razzismo di Stato come quello italiano. E se da Milano a Torino c’è un treno da 300 Km all’ora ogni 30 minuti, la velocità media dei treni al Sud è di 65 chilometri orari, spesso a binario unico.
Perché al Sud le ferrovie si devono costruire con fondi europei e al Nord con fondi italiani, cioè anche con le tasse e i biglietti pagati dai viaggiatori meridionali? E come mai i fondi europei non si aggiungono alla spesa nazionale come dovrebbero? Dal 2000 al 2017, gli investimenti delle Ferrovie dello Stato non solo non hanno mai raggiunto al Sud il livello medio del 45% indicato a suo tempo per iniziare un minimo di riequilibrio, ma non hanno mai nemmeno sfiorato il 34%, pari alla percentuale della popolazione meridionale, attestandosi sul 20% con l’80% destinato ai territori della “Locomotiva “. Addirittura Trenitalia investe e costruisce Ferrovie all’estero, ma non nel Mezzogiorno e noi paghiamo…
Dagli anni ‘50 a oggi, la spesa nazionale per lo sviluppo del Sud è scesa ulteriormente. Dimenticando che il miracolo economico italiano si è avuto quando con la Cassa del Mezzogiorno si è incluso il Sud nello sviluppo, confermando che l’unica maniera per crescere è includere il Sud, non escluderlo. Che il motore del Paese puó essere anche il Sud. Ora per predare ancora e disintegrare il Paese arriva l’Autonomia differenziata. Tutto il resto sono chiacchiere, razzismo e furti di Stato da parte dei soliti politicanti del centrosinistradestra, anche del Sud, con la testa rivolta esclusivamente a Nord…

Bisognerebbe fare come in Francia, ma qui in Italia e nel Mezzogiorno nessuno o quasi protesta e queste sono le conseguenze…

(*) Presidente del Partito del Sud


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Di Natale Cuccurese*

Il ministro Fitto ammette le difficoltà a centrare i target Pnrr della quarta rata. Difficile che si creeranno i 260mila posti attesi negli asili nido entro il 2025, difficile, anzi impossibile, uscire dalla gabbia illogica spesa storica e vedere nascere qualche asilo al Sud. Entro un mese ci sarà un quadro preciso di tutti i ritardi del Pnrr: Palazzo Chigi sta infatti raccogliendo i documenti per la relazione semestrale al Parlamento. Fitto spera così di poter dimostrare le responsabilità diffuse che stanno rallentando l’attuazione del Piano. Esponenti del governo e della maggioranza dicono tutto e il contrario di tutto, ma il governo comunque ancora non adempie al suo principale dovere: trasmettere al Parlamento la relazione sullo stato di attuazione.


Ormai è evidente a tutti, almeno a quelli che hanno ancora un minimo di onestà intellettuale, che quella del PNRR è solo una enorme truffa, ordita ai danni dell’Italia tutta e del Mezzogiorno in particolare, da parte di succubi politicanti italiani senza vergogna e dai Paesi “frugali” del Nord Europa ben consapevoli del fatto che per l’Italia e per il Sud Italia in particolare, dopo oltre un decennio di tagli e spending review, come ho più volte spiegato nelle puntate precedenti, sarebbe stato impossibile riuscire a rispettare i tempi stringenti impostici dalla Commissione Ue per la presentazione dei progetti e per la loro realizzazione definitiva entro il 2026. Mentre già mercati e agenzie di rating internazionali agitano lo spettro dello Spread e del debito pubblico italiano insostenibile.

Così il Mezzogiorno beffato non riceverà nemmeno il (già ridotto) 40% dei fondi totali promesso dal precedente governo. Arriverà poco o nulla. Nell'ottica dell'Autonomia differenziata e della visione di destra del governo, tutto o quasi andrà a chi ha già e chi non ha nulla riceverà. Non a caso i governatori e i sindaci del Nord da oltre un anno chiedono di poter disporre di tutti i fondi disponibili, per poi o fallire miseramente, come Sala che a Milano che ha “perso” 12 milioni del Pnrr perché non sa dove mettere i 300mila alberi che si era impegnato piantare o per tentare di sprecarli in stadi (Firenze e Venezia). Non sono ostacoli piovuti dal cielo quelli che frenano il Pnrr, ma sono evidenze che erano facilmente prevedibili sin dalla nascita del piano. Gli ostacoli erano insiti nel Pnrr.
Nessuno ovviamente ricorda che I fondi del Pnrr dovevano servivano a colmare il divario economico ed infrastrutturale tra le 2 Italie, Nord/Sud.
Ed è proprio per iniziare a colmare questa vergogna che la Ue aveva concesso all’Italia la più alta somma di prestiti fra tutti i Paesi Ue.
Ma come da prassi italiana si è preferito sottrarre i soldi ai territori del Mezzogiorno per tentare di destinarli alla ristrutturazione dello stadio di Firenze (o di Venezia), per poi vedersi bocciare la proposta dalla Commissione Ue che ha giudicato «L'area del Franchi non degradata» e negato i relativi fondi. La cosa più ridicola è che Comisso (presidente della Fiorentina) voleva già da tempo fare a sue spese uno stadio nuovo, ma gli è stato impedito dal Comune di Firenze che preferisce un restyling del vecchio stadio Franchi. Invece di consentire ai privati di investire soldi si preferisce dilapidare soldi pubblici, in larga parte teoricamente destinati al Sud. Giustamente la UE ha detto no.

L’altra presa in giro del governo dei sovranisti senza sovranità, è che parlano di aiuti per aumentare la natalità (ovviamente non c’è nessuna copertura, solo slogan) e poi tagliano su casa, sanità, pensioni e asili nido. Così che mentre in Italia negli ultimi 20 anni la popolazione straniera è più che triplicata, passando da 1,5 milioni a 5,1 milioni (9% della popolazione totale) nello stesso periodo gli italiani costretti a emigrare, a partire dai giovani in modo preponderante dal Mezzogiorno per mancanza di opportunità lavorative e welfare sotto i livelli minimi accettabili causa Razzismo di Stato, sono più che raddoppiati arrivando a 6 milioni. Mentre, contemporaneamente, questo governo opera attivamente per ratificare al più presto l’Autonomia differenziata…

In questo caso il Mezzogiorno ha già dato: causa applicazione della spesa storica gli asili non ci sono mai stati, sulla sanità hanno già tagliato da anni tutto il tagliabile commissariando intere Regioni e adesso hanno appena approvato il Ddl Calderoli per cancellare definitivamente, con l’autonomia differenziata, anche solo la speranza di ricevere qualche fondo statale in un Paese in cui i meridionali sono da sempre solo cittadini di serie C. Di questo i cittadini (forse in questa situazione sarebbe meglio chiamarli sudditi) meridionali dovrebbero iniziare a prenderne atto e cambiare nelle urne il loro voto, fino ad oggi in misura preponderante sempre a vantaggio del centrosinistradestra consociativista che opera ad esclusivo vantaggio del Nord del Paese.

Basti pensare che la scorsa settimana un incidente ferroviario ha letteralmente spaccato l'Italia a metà per ore, ma l’Italia anche per quanto riguarda le infrastrutture è spaccata da sempre in due e Salvini, ora ministro dei trasporti, dovrebbe spiegare perché il suo partito è sempre stato in prima fila nella richieste di investire sempre e solo al Nord, con recita il suo slogan “prima il nord”…
In Europa non c’è Paese in cui l’Alta Velocità ferroviaria non si sia sviluppata equamente fra Nord e Sud, Est e Ovest. Non c’è da nessuna parte uno scandalo dettato dal razzismo di Stato come quello italiano. E se da Milano a Torino c’è un treno da 300 Km all’ora ogni 30 minuti, la velocità media dei treni al Sud è di 65 chilometri orari, spesso a binario unico.
Perché al Sud le ferrovie si devono costruire con fondi europei e al Nord con fondi italiani, cioè anche con le tasse e i biglietti pagati dai viaggiatori meridionali? E come mai i fondi europei non si aggiungono alla spesa nazionale come dovrebbero? Dal 2000 al 2017, gli investimenti delle Ferrovie dello Stato non solo non hanno mai raggiunto al Sud il livello medio del 45% indicato a suo tempo per iniziare un minimo di riequilibrio, ma non hanno mai nemmeno sfiorato il 34%, pari alla percentuale della popolazione meridionale, attestandosi sul 20% con l’80% destinato ai territori della “Locomotiva “. Addirittura Trenitalia investe e costruisce Ferrovie all’estero, ma non nel Mezzogiorno e noi paghiamo…
Dagli anni ‘50 a oggi, la spesa nazionale per lo sviluppo del Sud è scesa ulteriormente. Dimenticando che il miracolo economico italiano si è avuto quando con la Cassa del Mezzogiorno si è incluso il Sud nello sviluppo, confermando che l’unica maniera per crescere è includere il Sud, non escluderlo. Che il motore del Paese puó essere anche il Sud. Ora per predare ancora e disintegrare il Paese arriva l’Autonomia differenziata. Tutto il resto sono chiacchiere, razzismo e furti di Stato da parte dei soliti politicanti del centrosinistradestra, anche del Sud, con la testa rivolta esclusivamente a Nord…

Bisognerebbe fare come in Francia, ma qui in Italia e nel Mezzogiorno nessuno o quasi protesta e queste sono le conseguenze…

(*) Presidente del Partito del Sud


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