lunedì 1 luglio 2019

Ecco il dossier di Palazzo Chigi che smonta la “secessione dei ricchi”

Pubblichiamo l’Appunto per il Presidente del Consiglio dei Ministri a firma del Dipartimento per gli affari giuridici e legislativiche stronca gli schemi di intesa delle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna che sarebbero dovuti arrivare in Consiglio dei Ministri. “Collisione con il dettato costituzionale”, “determinazione di fatto di nuove Regioni a statuto speciale”, “dubbi di costituzionalità”, “presenza di materie strutturalmente non devolvibili”, “ambiti potenzialmente suscettibili di creare disparità di trattamento tra regioni nella libera circolazione di persone e cose”, “limitazioni dell’esercizio del diritto al lavoro”, “ingiustificato trasferimento di risorse verso le regioni ad autonomia differenziata, con conseguente deprivazione delle altre”. Questi solo alcuni dei dubbi e delle perplessità contenuti nelle 12 pagine, datate 19 giugno 2019.
Gli schemi sono ad oggi ignoti a chiunque. I Cittadini, gli studiosi e gli stessi parlamentari della Commissione Bicamerale sul Federalismo, attualmente a lavoro, non hanno mai letto – se non la prima parte (parte generale concordata) , pubblicata sul sito del Dipartimento degli Affari Regionali – gli schemi di intesa di cui si fa menzione nel documento della Presidenza del Consiglio, che parla tuttavia di trasmissione in forma completa “in data 16 maggio 2019”.
I contenuti di quegli schemi, si scrive nell’Appunto, sono “sostanzialmente identici alla prima versione del febbraio scorso”,  che avevamo reso pubblici qui.
I dettagli delle competenze e funzioni da attribuire alle Regioni sembra non abbiano subito modifiche essenziali:
-23 materie per il Veneto (tutte quelle possibili);
-20 per la Lombardia (“non risultano incluse al momento organizzazione della giustizia di pace; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale”);
-16 per l’Emilia Romagna (“non risultano, al momento, incluse le seguenti
materie: organizzazione della giustizia di pace; professioni; alimentazione; ordinamento della comunicazione; porti e aeroporti civili; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale”)
La “secessione dei ricchi”, lo “Spacca Italia”, come la stampa ha definito le richieste di autonomia rafforzata di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, subiscono per ora una battuta di arresto.
Anche se,in base a quanto affermano alcuni quotidiani locali, pare che il Presidente del Consiglio Conte abbia detto che la “buona autonomia, quella fatta bene” è alle porte.
Fonte: Roars


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Pubblichiamo l’Appunto per il Presidente del Consiglio dei Ministri a firma del Dipartimento per gli affari giuridici e legislativiche stronca gli schemi di intesa delle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna che sarebbero dovuti arrivare in Consiglio dei Ministri. “Collisione con il dettato costituzionale”, “determinazione di fatto di nuove Regioni a statuto speciale”, “dubbi di costituzionalità”, “presenza di materie strutturalmente non devolvibili”, “ambiti potenzialmente suscettibili di creare disparità di trattamento tra regioni nella libera circolazione di persone e cose”, “limitazioni dell’esercizio del diritto al lavoro”, “ingiustificato trasferimento di risorse verso le regioni ad autonomia differenziata, con conseguente deprivazione delle altre”. Questi solo alcuni dei dubbi e delle perplessità contenuti nelle 12 pagine, datate 19 giugno 2019.
Gli schemi sono ad oggi ignoti a chiunque. I Cittadini, gli studiosi e gli stessi parlamentari della Commissione Bicamerale sul Federalismo, attualmente a lavoro, non hanno mai letto – se non la prima parte (parte generale concordata) , pubblicata sul sito del Dipartimento degli Affari Regionali – gli schemi di intesa di cui si fa menzione nel documento della Presidenza del Consiglio, che parla tuttavia di trasmissione in forma completa “in data 16 maggio 2019”.
I contenuti di quegli schemi, si scrive nell’Appunto, sono “sostanzialmente identici alla prima versione del febbraio scorso”,  che avevamo reso pubblici qui.
I dettagli delle competenze e funzioni da attribuire alle Regioni sembra non abbiano subito modifiche essenziali:
-23 materie per il Veneto (tutte quelle possibili);
-20 per la Lombardia (“non risultano incluse al momento organizzazione della giustizia di pace; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale”);
-16 per l’Emilia Romagna (“non risultano, al momento, incluse le seguenti
materie: organizzazione della giustizia di pace; professioni; alimentazione; ordinamento della comunicazione; porti e aeroporti civili; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale”)
La “secessione dei ricchi”, lo “Spacca Italia”, come la stampa ha definito le richieste di autonomia rafforzata di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, subiscono per ora una battuta di arresto.
Anche se,in base a quanto affermano alcuni quotidiani locali, pare che il Presidente del Consiglio Conte abbia detto che la “buona autonomia, quella fatta bene” è alle porte.
Fonte: Roars


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