domenica 13 ottobre 2013
Personaggi in cerca d’autore
Di Andrea Balia
Fonte:WebNapoli24.com
Il meridionalismo ha radici antiche; nei fatti con l’avvento del nuovo Stato d’Italia andò a formarsi un pensiero alternativo e tendente a sostenere le sacrosante ragioni delle terre del Sud conquistate e annesse al nuovo soggetto unitario. Già Antonio Gramsci scrisse e si spese in merito alle malefatte, ai torti subiti e a delucidare sul fenomeno del brigantaggio. Non fu il solo, e dopo anni di silenzio nel periodo dell’ultimo dopoguerra il pensiero meridionalista ricomparve sulla scena e, a tal proposito, ci piace ricordare la figura dell’irpino Guido Dorso con le sue lucide analisi e la teoria dei famosi “100 uomini d’acciaio” come punta di diamante del ritrovato pensiero di riscatto. Altri anni di quiete e poi il mai troppo compianto Nicola Zitara e i suoi studi economici, e via via movimenti spesso troppo salottieri e folklorici dediti più sul versante cultural/nostalgico fino ai nostri giorni con accenni di volontà di rappresentatività politica dichiaratamente espresse da alcuni e strumentalmente resuscitate in concomitanza di competizioni elettorali da altri. Alcuni nuovi scrittori a sostegno delle ragioni del Sud a completare il quadro. E quando a spingere è innanzitutto la fregola elettoralistica il rischio di sbarellamenti spinti dall’opportunismo è più evidente. Leader a capo da anni del loro piccolo movimento o nuovi conducator cercano la consacrazione del loro ruolo sulla scena dai connotati pirandelliani. Nel vuoto delle ideologie e le crisi della politica il meridionalismo appare come una nuova opportunità anche a figuri politici di terz’ordine fino a ieri schierati in formazioni politiche serve dei governi a trazione nord centrica tra i peggiori degli anni dalla nascita della repubblica ad oggi. E quindi perché non assoldarli nel gioco reciproco di credere di usare l’altro o d’essere usati? Il teatro è sempre un gran maestro, lettore e precursore dei non sempre ammirevoli comportamenti umani.
Fonte:WebNapoli24.com
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Di Andrea Balia
Fonte:WebNapoli24.com
Il meridionalismo ha radici antiche; nei fatti con l’avvento del nuovo Stato d’Italia andò a formarsi un pensiero alternativo e tendente a sostenere le sacrosante ragioni delle terre del Sud conquistate e annesse al nuovo soggetto unitario. Già Antonio Gramsci scrisse e si spese in merito alle malefatte, ai torti subiti e a delucidare sul fenomeno del brigantaggio. Non fu il solo, e dopo anni di silenzio nel periodo dell’ultimo dopoguerra il pensiero meridionalista ricomparve sulla scena e, a tal proposito, ci piace ricordare la figura dell’irpino Guido Dorso con le sue lucide analisi e la teoria dei famosi “100 uomini d’acciaio” come punta di diamante del ritrovato pensiero di riscatto. Altri anni di quiete e poi il mai troppo compianto Nicola Zitara e i suoi studi economici, e via via movimenti spesso troppo salottieri e folklorici dediti più sul versante cultural/nostalgico fino ai nostri giorni con accenni di volontà di rappresentatività politica dichiaratamente espresse da alcuni e strumentalmente resuscitate in concomitanza di competizioni elettorali da altri. Alcuni nuovi scrittori a sostegno delle ragioni del Sud a completare il quadro. E quando a spingere è innanzitutto la fregola elettoralistica il rischio di sbarellamenti spinti dall’opportunismo è più evidente. Leader a capo da anni del loro piccolo movimento o nuovi conducator cercano la consacrazione del loro ruolo sulla scena dai connotati pirandelliani. Nel vuoto delle ideologie e le crisi della politica il meridionalismo appare come una nuova opportunità anche a figuri politici di terz’ordine fino a ieri schierati in formazioni politiche serve dei governi a trazione nord centrica tra i peggiori degli anni dalla nascita della repubblica ad oggi. E quindi perché non assoldarli nel gioco reciproco di credere di usare l’altro o d’essere usati? Il teatro è sempre un gran maestro, lettore e precursore dei non sempre ammirevoli comportamenti umani.
Fonte:WebNapoli24.com
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2 commenti:
Che i commenti debbano essere accettati dall'autore del blog é giá di per una forma di censura! Detto questo, ed entrando nel merito dell'articolo, breve lacunoso e volutamente parziale, invito l'autore alla lettura di un saggio veramente stimolante del 1972 "Contro la questione meridionale"di A. Carlo e E.M. Capecelatro. Inoltre la visione gramsciana é nazionale e non particolarisitica..ridurla significa falsare il messaggio. Grazie per l'ospitalitá. Giovanni "Acciardo" Lorenzi.
"Che i commenti debbano essere accettati dall'autore del blog é giá di per una forma di censura!"
Risposta: ancora si dibatte se i gestori dei blog siano o meno immuni da responsabilità legale,visto che si passa da una denuncia ad una assoluzione ecc.quindi meglio evitare , anche perché la responsabilità dei singoli, per ciò che si scrive, permane. Grazie a Lei, faremo presente all'autore.
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