di Rosanna Gadaleta
Il 14 settembre scorso, si è svolto a Conversano in provincia di Bari, un tavolo tecnico per discutere della vicenda ILVA. A margine dell'incontro il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, si è scontrato con una giornalista,
Giovanna Lanzillotta.
Alle incalzanti domande della giornalista, sulle responsabilità e sui soggetti deputati al controllo degli inquinanti nella zona di Taranto, il ministro risponde testualmente: "
i dati pubblicati dall'Istituto superiore di sanità e i dati pubblicati
dall'osservatorio regionale dei tumori della Puglia dimostrano che
questo eccesso di mortalità a Taranto di cui si parla non trova riscontro nei dati ufficiali. Ma
questi numeri non fanno comodo a quelli che fanno propaganda e
strumentalizzano le morti per avere ragione politicamente; queste
persone non hanno il diritto di parlare, non hanno dignità. La mortalità
per tumore della città di Lecce è superiore a quella di Taranto, ce lo
dicono i numeri resi noti dall'Istituto superiore di sanità e
dall'osservatorio dei tumori della Puglia.
Questi signori
trovano molto facile parlare e sparlare di tutto senza sapere di cosa
parlano e questa è una rovina per il nostro paese e non aiutano
l'ambiente"
Ma le cose come stanno realmente?
Contrariamente a quanto dichiarato dal ministro Clini, i dati dimostrano che la mortalità in eccesso a Taranto c'è.
La conferma arriva dallo studio Sentieri dell'Istituto Superiore di Sanità e saranno presentati ufficialmente il 12 ottobre. Secondo tali dati, che riguardano un periodo che dal 2002 arriva all’anno scorso, la mortalità in eccesso a Taranto è almeno del 10% in più rispetto ai dati attesi e
confermano il trend già evidenziato con il precendente dossier
(1995-2002).
Il rapporto riguarda non solo Taranto ma i 52 Sin, siti di
interesse industriale. I luoghi più inquinati d’Italia, che vanno da
Porto torres a Marghera, a Casale Monferrato, a Taranto, appunto.
A questo punto mi pongo due domande:
- ma il ministro Balduzzi non poteva comnunicare al suo collega Clini, i dati in anteprima, evitandogli una sonora figuraccia ?
- il ministro ha la memoria corta?
Secondo
l'Informativa del ministro dell'Ambiente e tutela del territorio e del mare presentata dal Ministro stesso, il 1 agosto scorso alla Camera dei Deputati le
indagini
epidemiologiche realizzate sia per conto della
magistratura, che per conto dell'Istituto
superiore di sanità, hanno rilevato "uno stato della salute della
popolazione, con evidenti eccessi di mortalità, che fa riferimento
presumibilmente a contaminazioni ambientali derivanti da impianti che a
quel tempo operavano nel rispetto delle leggi".
Il presidente del cda Ilva,
Bruno Ferrante, lo presenterà nella prossime ore alla procura di Taranto, al primo
cittadino Ippazio Stefano e poi agli organi di stampa. Un piano che si
annuncia
"straordinario" per l’impiego di 400 milioni di
euro (si dice che per rifare le cockerie in realtà occorrerebbe un miliardo di euro), ma soprattutto perché l’azienda del Gruppo Riva,
per la prima
volta, avrebbe preso in considerazione l’ipotesi di
coprire i parchi minerali.
Per quest’ultimo intervento l’Ilva starebbe pensando di scomodare
addirittura architetti di grido, archistar come
Renzo Piano o
Santiago Calatrava,
in modo da ridurre l’impatto estetico dell’operazione.
Ma il piano non ferma il
braccio di ferro con la procura, che respinge
al mittente la richiesta di bloccare lo spegnimento: «Non c'è nessuna trattativa sull'Ilva. Perchè ancora oggi ci sono
centinaia di
tonnellate di polveri che si riversano sui quartieri di Taranto e perchè
i provvedimenti giudiziari sono chiarissimi e dicono tutti la stessa
cosa: bisogna eliminare, subito, le fonti d'inquinamento. Tutto il resto
viene dopo, produzione compresa.
E' l'ennesimo stop da parte del procuratore Sebastio all'ILVA, la quale può tenere accesi gli altoforni solo per consentire le bonifica ma non per la produzione, è arrivato finalmente il nuovo piano straordinario di messa a norma degli impianti.
Purtroppo non si può non rilevare che al momento le prescrizioni della procura sono state disattese come dimostra l'ultimo video in notturna dell'ambientalista Fabio Matacchiera
Intanto il ministro Corrado Clini ha ribadito che nel processo contro i
vertici dell’Ilva per disastro ambientale,
il ministero dell’Ambiente si
costuitirà parte civile.
Prendiamo atto di questo repentino cambio di rotta da parte di Clini
che, lo ricordiamo, il 26 luglio scorso, dopo l’annuncio del sequestro degli impianti
dell’area a caldo, annunciò di voler ricorrere immediatamente a riesame,
pur figurando come Ministero dell’ambiente tra le parti lese e ci auguriamo che d'ora in poi si continui ad operare per salvaguardare prima di tutto la salute dei cittadini di Taranto e del quartiere Tamburi.
di Rosanna Gadaleta
Il 14 settembre scorso, si è svolto a Conversano in provincia di Bari, un tavolo tecnico per discutere della vicenda ILVA. A margine dell'incontro il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, si è scontrato con una giornalista,
Giovanna Lanzillotta.
Alle incalzanti domande della giornalista, sulle responsabilità e sui soggetti deputati al controllo degli inquinanti nella zona di Taranto, il ministro risponde testualmente: "
i dati pubblicati dall'Istituto superiore di sanità e i dati pubblicati
dall'osservatorio regionale dei tumori della Puglia dimostrano che
questo eccesso di mortalità a Taranto di cui si parla non trova riscontro nei dati ufficiali. Ma
questi numeri non fanno comodo a quelli che fanno propaganda e
strumentalizzano le morti per avere ragione politicamente; queste
persone non hanno il diritto di parlare, non hanno dignità. La mortalità
per tumore della città di Lecce è superiore a quella di Taranto, ce lo
dicono i numeri resi noti dall'Istituto superiore di sanità e
dall'osservatorio dei tumori della Puglia.
Questi signori
trovano molto facile parlare e sparlare di tutto senza sapere di cosa
parlano e questa è una rovina per il nostro paese e non aiutano
l'ambiente"
Ma le cose come stanno realmente?
Contrariamente a quanto dichiarato dal ministro Clini, i dati dimostrano che la mortalità in eccesso a Taranto c'è.
La conferma arriva dallo studio Sentieri dell'Istituto Superiore di Sanità e saranno presentati ufficialmente il 12 ottobre. Secondo tali dati, che riguardano un periodo che dal 2002 arriva all’anno scorso, la mortalità in eccesso a Taranto è almeno del 10% in più rispetto ai dati attesi e
confermano il trend già evidenziato con il precendente dossier
(1995-2002).
Il rapporto riguarda non solo Taranto ma i 52 Sin, siti di
interesse industriale. I luoghi più inquinati d’Italia, che vanno da
Porto torres a Marghera, a Casale Monferrato, a Taranto, appunto.
A questo punto mi pongo due domande:
- ma il ministro Balduzzi non poteva comnunicare al suo collega Clini, i dati in anteprima, evitandogli una sonora figuraccia ?
- il ministro ha la memoria corta?
Secondo
l'Informativa del ministro dell'Ambiente e tutela del territorio e del mare presentata dal Ministro stesso, il 1 agosto scorso alla Camera dei Deputati le
indagini
epidemiologiche realizzate sia per conto della
magistratura, che per conto dell'Istituto
superiore di sanità, hanno rilevato "uno stato della salute della
popolazione, con evidenti eccessi di mortalità, che fa riferimento
presumibilmente a contaminazioni ambientali derivanti da impianti che a
quel tempo operavano nel rispetto delle leggi".
Il presidente del cda Ilva,
Bruno Ferrante, lo presenterà nella prossime ore alla procura di Taranto, al primo
cittadino Ippazio Stefano e poi agli organi di stampa. Un piano che si
annuncia
"straordinario" per l’impiego di 400 milioni di
euro (si dice che per rifare le cockerie in realtà occorrerebbe un miliardo di euro), ma soprattutto perché l’azienda del Gruppo Riva,
per la prima
volta, avrebbe preso in considerazione l’ipotesi di
coprire i parchi minerali.
Per quest’ultimo intervento l’Ilva starebbe pensando di scomodare
addirittura architetti di grido, archistar come
Renzo Piano o
Santiago Calatrava,
in modo da ridurre l’impatto estetico dell’operazione.
Ma il piano non ferma il
braccio di ferro con la procura, che respinge
al mittente la richiesta di bloccare lo spegnimento: «Non c'è nessuna trattativa sull'Ilva. Perchè ancora oggi ci sono
centinaia di
tonnellate di polveri che si riversano sui quartieri di Taranto e perchè
i provvedimenti giudiziari sono chiarissimi e dicono tutti la stessa
cosa: bisogna eliminare, subito, le fonti d'inquinamento. Tutto il resto
viene dopo, produzione compresa.
E' l'ennesimo stop da parte del procuratore Sebastio all'ILVA, la quale può tenere accesi gli altoforni solo per consentire le bonifica ma non per la produzione, è arrivato finalmente il nuovo piano straordinario di messa a norma degli impianti.
Purtroppo non si può non rilevare che al momento le prescrizioni della procura sono state disattese come dimostra l'ultimo video in notturna dell'ambientalista Fabio Matacchiera
Intanto il ministro Corrado Clini ha ribadito che nel processo contro i
vertici dell’Ilva per disastro ambientale,
il ministero dell’Ambiente si
costuitirà parte civile.
Prendiamo atto di questo repentino cambio di rotta da parte di Clini
che, lo ricordiamo, il 26 luglio scorso, dopo l’annuncio del sequestro degli impianti
dell’area a caldo, annunciò di voler ricorrere immediatamente a riesame,
pur figurando come Ministero dell’ambiente tra le parti lese e ci auguriamo che d'ora in poi si continui ad operare per salvaguardare prima di tutto la salute dei cittadini di Taranto e del quartiere Tamburi.
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