martedì 15 febbraio 2011

E intanto il tempo passa...memorie di un incontro triste


Di Francesca Amato


Palermo...Palermo che non è la mia città, Palermo dove sono arrivata più di quindici anni fa, con tanti sogni, con troppe speranze, l'università, le serate alccoliche dove si uniscono delirio e poesia, Palermo della primavera, dove ogni cosa sembrava possibile...io, ragazzina del liceo, con tante letture nella testa, con troppa confusione, pensavo che sarebbe stato tutto facile, figlia di una generazione che in qualche modo ce l'aveva fatta, ma senza accorgersi che stava divorando il futuro dei propri figli.

E la Vucciria, grande cuore pulsante e decadente, che si avvia a spegnersi, una manciata di gradini che la separano da un mondo che va troppo di fretta per ricordarsi del passato, per fermarsi a respirare...a ricordare, l'odore delle panelle, la dolcezza dello zibibbo, il sorriso dello zio Totò...ma in fondo a chi importa?

A pochi metri donne dai capelli biondo tristezza sfilano imitando non si sa quale stilista, fashion victims, sbiadite copie della stellina di turno, casalinghe più o meno disperate...i ragazzini con improbabili pettinature passano ridendo delle mie gonne di velo, faccio spalluce e bevo un altro sorso di vino e penso...penso agli anni passati qua, alla gente che ho conosciuto, alla mia musica, a quello che scrivo, alle bollette da pagare, al futuro incerto, agli uomini che non mi hanno amata, a quelli che hanno preso quello che volevano e poi sono andati via...perchè ero troppo strana, perchè qui è così o ti uniformi o sei solo...e allora penso a Rosa Balistreri, a tutti quelli che oggi giurano di averla amata, di essere stati suoi amici, ma dove eravate quando aveva bisogno?Quando non aveva i soldi per mangiare???

Ahi, Sicilia che non impari mai dai tuoi errori, Sicilia che ti sei fatta prendere i tuoi figli migliori, in silenzio, come sai fare tu a testa bassa, Sicilia, sud del sud, duro, chiuso,povero e superbo!Penso alla politica, alla gente che mi ripete, ma tu sei una pura, non sporcarti con la politica e mi incazzo, perchè penso, allora siete marci in partenza, per voi la cosa pubblica è ancora una dannata mammella...io la politica la voglio fare così "pulita", perchè se tutti lasciamo perdere questo sud glielo regaliamo armi e bagagli e non avremo più speranze.

Cammino, è tardi, credo che andrò a comprare le patate, quelle bollite che vendono qui vicino Piazza Garraffello, che sanno di estate, che mi ricordano il mare...cammino e tra la folla vedo lei, una delle più grandi cantanti e scrittrici siciliane, altera, ancora bellissima, con un portamento unico, voce di velluto e panna, dolore e dolcezza...la saluto e tremo, perchè davanti a lei mi emoziono sempre un pò...è arrabbiata e delusa, i suoi occhi sono belli come sempre, ma carichi di una profonda amarezza..."Quando morirò io non faranno quello che hanno fatto a Rosa, io farò bruciare tutto" lo dice con la calma di una figlia che non ha avuto amore dalla sua terra...non fa spettacoli, canta poco...mi sento triste, mi manca il respiro...ma come,allora non è cambiato niente?Sicilia delle banalità, della distrazione....ti stai scordando un altro talento, altra memoria che se ne va assieme a quella dei pupari, degli artigiani...la saluto, torno a casa....penso a Orlando e Angelica appesi nei magazzini a prendere polvere, alle cose che rischiamo di perdere, piango e canto, perchè solo così riesco ad esorcizzare questo dolore così grande, mi dico che ci devo provare con tutta la voce che ho a svegliare questa terra che non sente!


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Di Francesca Amato


Palermo...Palermo che non è la mia città, Palermo dove sono arrivata più di quindici anni fa, con tanti sogni, con troppe speranze, l'università, le serate alccoliche dove si uniscono delirio e poesia, Palermo della primavera, dove ogni cosa sembrava possibile...io, ragazzina del liceo, con tante letture nella testa, con troppa confusione, pensavo che sarebbe stato tutto facile, figlia di una generazione che in qualche modo ce l'aveva fatta, ma senza accorgersi che stava divorando il futuro dei propri figli.

E la Vucciria, grande cuore pulsante e decadente, che si avvia a spegnersi, una manciata di gradini che la separano da un mondo che va troppo di fretta per ricordarsi del passato, per fermarsi a respirare...a ricordare, l'odore delle panelle, la dolcezza dello zibibbo, il sorriso dello zio Totò...ma in fondo a chi importa?

A pochi metri donne dai capelli biondo tristezza sfilano imitando non si sa quale stilista, fashion victims, sbiadite copie della stellina di turno, casalinghe più o meno disperate...i ragazzini con improbabili pettinature passano ridendo delle mie gonne di velo, faccio spalluce e bevo un altro sorso di vino e penso...penso agli anni passati qua, alla gente che ho conosciuto, alla mia musica, a quello che scrivo, alle bollette da pagare, al futuro incerto, agli uomini che non mi hanno amata, a quelli che hanno preso quello che volevano e poi sono andati via...perchè ero troppo strana, perchè qui è così o ti uniformi o sei solo...e allora penso a Rosa Balistreri, a tutti quelli che oggi giurano di averla amata, di essere stati suoi amici, ma dove eravate quando aveva bisogno?Quando non aveva i soldi per mangiare???

Ahi, Sicilia che non impari mai dai tuoi errori, Sicilia che ti sei fatta prendere i tuoi figli migliori, in silenzio, come sai fare tu a testa bassa, Sicilia, sud del sud, duro, chiuso,povero e superbo!Penso alla politica, alla gente che mi ripete, ma tu sei una pura, non sporcarti con la politica e mi incazzo, perchè penso, allora siete marci in partenza, per voi la cosa pubblica è ancora una dannata mammella...io la politica la voglio fare così "pulita", perchè se tutti lasciamo perdere questo sud glielo regaliamo armi e bagagli e non avremo più speranze.

Cammino, è tardi, credo che andrò a comprare le patate, quelle bollite che vendono qui vicino Piazza Garraffello, che sanno di estate, che mi ricordano il mare...cammino e tra la folla vedo lei, una delle più grandi cantanti e scrittrici siciliane, altera, ancora bellissima, con un portamento unico, voce di velluto e panna, dolore e dolcezza...la saluto e tremo, perchè davanti a lei mi emoziono sempre un pò...è arrabbiata e delusa, i suoi occhi sono belli come sempre, ma carichi di una profonda amarezza..."Quando morirò io non faranno quello che hanno fatto a Rosa, io farò bruciare tutto" lo dice con la calma di una figlia che non ha avuto amore dalla sua terra...non fa spettacoli, canta poco...mi sento triste, mi manca il respiro...ma come,allora non è cambiato niente?Sicilia delle banalità, della distrazione....ti stai scordando un altro talento, altra memoria che se ne va assieme a quella dei pupari, degli artigiani...la saluto, torno a casa....penso a Orlando e Angelica appesi nei magazzini a prendere polvere, alle cose che rischiamo di perdere, piango e canto, perchè solo così riesco ad esorcizzare questo dolore così grande, mi dico che ci devo provare con tutta la voce che ho a svegliare questa terra che non sente!


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