sabato 8 gennaio 2011

Gaeta, l'assedio che ci condannò all'Unità

IL LIBRO DI GIGI DI FIORE

Gaeta, l'assedio che ci condannò all'Unità

La storia dell'attacco all'ultima fortezza borbonica


La storia la scrive chi vince. Idea semplice, quasi sempre vera. Ma se per una volta la storia provassimo a farcela raccontare da chi ha perso, o dalle altre mille voci possibili? È quello che fa Gigi Di Fiore, giornalista e saggista napoletano, nel suo Gli ultimi giorni di Gaeta. Il libro racconta la cruenta battaglia di Gaeta, estremo baluardo del Regno delle Due Sicilie, che resistette per cento giorni sotto l’assedio delle truppe sabaude. Quando, il 13 febbraio 1861, Francesco II di Borbone fu costretto alla resa, con Gaeta cadeva anche l’ultimo ostacolo all’unità nazionale italiana. La memoria di quanto fu sanguinoso e terribile questo evento rimane viva in quei luoghi, ma non nella storia nazionale ufficiale, che talvolta ha offuscato le pagine meno gloriose del nostro processo di unificazione per difendere un’immagine ideale che ha a che fare più col mito che con la realtà.

FATTI E PERSONAGGI - Di Fiore tenta di uscire da questa prospettiva raccontando Gaeta senza censure, ma anche senza forzature, in un saggio storico che unisce il rigore della documentazione ad uno stile piacevolmente narrativo. Ne risulta un libro di fatti e personaggi. Dagli scritti del generale sabaudo Cialdini e di altri protagonisti scopriamo l’assetto delle forze in campo, i retroscena politici, i dubbi e le paure, la nobiltà e le miserie di chi deteneva il comando. Si svela che il bombardamento piemontese seguì un piano teorico stabilito sin dall’inizio, con azioni talora utili solo a provare l’efficacia dei nuovi cannoni a lunga gittata. Si scoprono le tattiche di guerra psicologica, il negoziato fallito per salvare i cavalli di Gaeta - poi morti di fame e gettati a mare -, gli scambi di soldati per chirurghi, persino il numero di colpi di mortaio sparati ogni giorno.

ITALIANI CONTRO ITALIANI - Rivivono alcuni grandi personaggi come la coraggiosa e umanissima regina Maria Sofia, sorella della celebre Sissi, e lo stesso Cialdini, ma anche umili sconosciuti il cui nome rimane solo fra gli elenchi dei caduti, come il diciottenne Carlo Giordano. E poi tutto quanto sta attorno ai fatti di guerra: le ragioni economiche e i giri di potere, fino al paradosso di un risarcimento dovuto a Gaeta e mai corrisposto. La storia, insomma, di una «unità nata male», fatta sul sangue di migliaia di soldati e civili caduti in una guerra di italiani contro italiani, come scrisse Cialdini. Un libro che fa riflettere in ogni riga, a partire dal sottotitolo: L’assedio che condannò l’Italia all’unità. Un libro da leggere, specialmente per chi sa apprezzare quanto faccia bene la pluralità.

Filippo Timo
Gli ultimi giorni di Gaeta di Gigi Di Fiore, Rizzoli 2010, 353 pag., € 20,00]

Fonte: Corriere della Sera del 31 dicembre 2010

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IL LIBRO DI GIGI DI FIORE

Gaeta, l'assedio che ci condannò all'Unità

La storia dell'attacco all'ultima fortezza borbonica


La storia la scrive chi vince. Idea semplice, quasi sempre vera. Ma se per una volta la storia provassimo a farcela raccontare da chi ha perso, o dalle altre mille voci possibili? È quello che fa Gigi Di Fiore, giornalista e saggista napoletano, nel suo Gli ultimi giorni di Gaeta. Il libro racconta la cruenta battaglia di Gaeta, estremo baluardo del Regno delle Due Sicilie, che resistette per cento giorni sotto l’assedio delle truppe sabaude. Quando, il 13 febbraio 1861, Francesco II di Borbone fu costretto alla resa, con Gaeta cadeva anche l’ultimo ostacolo all’unità nazionale italiana. La memoria di quanto fu sanguinoso e terribile questo evento rimane viva in quei luoghi, ma non nella storia nazionale ufficiale, che talvolta ha offuscato le pagine meno gloriose del nostro processo di unificazione per difendere un’immagine ideale che ha a che fare più col mito che con la realtà.

FATTI E PERSONAGGI - Di Fiore tenta di uscire da questa prospettiva raccontando Gaeta senza censure, ma anche senza forzature, in un saggio storico che unisce il rigore della documentazione ad uno stile piacevolmente narrativo. Ne risulta un libro di fatti e personaggi. Dagli scritti del generale sabaudo Cialdini e di altri protagonisti scopriamo l’assetto delle forze in campo, i retroscena politici, i dubbi e le paure, la nobiltà e le miserie di chi deteneva il comando. Si svela che il bombardamento piemontese seguì un piano teorico stabilito sin dall’inizio, con azioni talora utili solo a provare l’efficacia dei nuovi cannoni a lunga gittata. Si scoprono le tattiche di guerra psicologica, il negoziato fallito per salvare i cavalli di Gaeta - poi morti di fame e gettati a mare -, gli scambi di soldati per chirurghi, persino il numero di colpi di mortaio sparati ogni giorno.

ITALIANI CONTRO ITALIANI - Rivivono alcuni grandi personaggi come la coraggiosa e umanissima regina Maria Sofia, sorella della celebre Sissi, e lo stesso Cialdini, ma anche umili sconosciuti il cui nome rimane solo fra gli elenchi dei caduti, come il diciottenne Carlo Giordano. E poi tutto quanto sta attorno ai fatti di guerra: le ragioni economiche e i giri di potere, fino al paradosso di un risarcimento dovuto a Gaeta e mai corrisposto. La storia, insomma, di una «unità nata male», fatta sul sangue di migliaia di soldati e civili caduti in una guerra di italiani contro italiani, come scrisse Cialdini. Un libro che fa riflettere in ogni riga, a partire dal sottotitolo: L’assedio che condannò l’Italia all’unità. Un libro da leggere, specialmente per chi sa apprezzare quanto faccia bene la pluralità.

Filippo Timo
Gli ultimi giorni di Gaeta di Gigi Di Fiore, Rizzoli 2010, 353 pag., € 20,00]

Fonte: Corriere della Sera del 31 dicembre 2010

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