giovedì 16 dicembre 2010

Veleni nell'Adriatico


"Gli aerei, le bombe e i missili della Nato scaricano sostanze tossiche nel mare Adriatico”: A lanciare l’allarme in città è l'Umanista Nonviolenta Tiziana Volta, portavoce del Coordinamento bresciano della Marcia Mondiale della Pace e della Nonviolenza, dopo aver sentito le dichiarazioni del giornalista Gianni Lannes lo scorso 19 11 a Trieste durante la presentazione del libro "Nato: colpito e affondato". Nel corso di una conferenza stampa ha espresso preoccupazione “per la elevata quantità delle sostanze chimiche rilevate”. “In quel mare - ha spiegato - ci sono zone dove gli aerei militari scaricano il loro carico pericoloso. Per esempio, sul fondo marino nelle vicinanze della costa di Pesaro, a 50 miglia dalle coste istriane, v'è una quantità enorme delle bombe che provengono sia dalla seconda guerra mondiale sia dalla missione della Nato del 1999, quanto la Serbia fu bombardata. La concentrazione di iperite, fosforo e altre sostanze tossiche è terrificante. E, quel che è peggio, le bombe sono soggette ai flussi marini, per cui si può parlare di un vero e proprio arsenale mobile della morte”. A suffragare la veridicità di queste affermazioni, ”recentemente lungo le coste italiane è stata rilevata una moria in massa dei delfini e di tartarughe. L'ente statale Icram (Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica applicata al Mare), che conduce l'investigazione, riporta rilevamenti di animali morti con profonde ferite e ustioni”. Indagini giornalistiche hanno inoltre riscontrato ”testimonianze circa l'aumento dei tumori tra i neonati, ricollegabili ai veleni marini”.
”Quante di quelle bombe abbandonate nell'Adriatico – si chiede l'Umanista Nonviolenta - possono essere state sganciate da Tornado partiti dalla base di Ghedi? Da circa un anno esse sono state rimosse per sicurezza le 40 testate nucleari dal nostro territorio. Solo pochi giorni prima dell'incontro Nato a Lisbona però se ne prospettava il ritorno. Noi come coordinamento operiamo per la rimozione e lo smantellamento totali degli ordigni di distruzione e di morte. Per portare questo messaggio sono stati piantumati in giro per la provincia esemplari del caco di Nagasaki, l'albero sopravvissuto alla bomba atomica del 1945. Nel sarà un altro nella nuova scuola media di Castenedolo, seguito dal nostro coordinamento”.

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"Gli aerei, le bombe e i missili della Nato scaricano sostanze tossiche nel mare Adriatico”: A lanciare l’allarme in città è l'Umanista Nonviolenta Tiziana Volta, portavoce del Coordinamento bresciano della Marcia Mondiale della Pace e della Nonviolenza, dopo aver sentito le dichiarazioni del giornalista Gianni Lannes lo scorso 19 11 a Trieste durante la presentazione del libro "Nato: colpito e affondato". Nel corso di una conferenza stampa ha espresso preoccupazione “per la elevata quantità delle sostanze chimiche rilevate”. “In quel mare - ha spiegato - ci sono zone dove gli aerei militari scaricano il loro carico pericoloso. Per esempio, sul fondo marino nelle vicinanze della costa di Pesaro, a 50 miglia dalle coste istriane, v'è una quantità enorme delle bombe che provengono sia dalla seconda guerra mondiale sia dalla missione della Nato del 1999, quanto la Serbia fu bombardata. La concentrazione di iperite, fosforo e altre sostanze tossiche è terrificante. E, quel che è peggio, le bombe sono soggette ai flussi marini, per cui si può parlare di un vero e proprio arsenale mobile della morte”. A suffragare la veridicità di queste affermazioni, ”recentemente lungo le coste italiane è stata rilevata una moria in massa dei delfini e di tartarughe. L'ente statale Icram (Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica applicata al Mare), che conduce l'investigazione, riporta rilevamenti di animali morti con profonde ferite e ustioni”. Indagini giornalistiche hanno inoltre riscontrato ”testimonianze circa l'aumento dei tumori tra i neonati, ricollegabili ai veleni marini”.
”Quante di quelle bombe abbandonate nell'Adriatico – si chiede l'Umanista Nonviolenta - possono essere state sganciate da Tornado partiti dalla base di Ghedi? Da circa un anno esse sono state rimosse per sicurezza le 40 testate nucleari dal nostro territorio. Solo pochi giorni prima dell'incontro Nato a Lisbona però se ne prospettava il ritorno. Noi come coordinamento operiamo per la rimozione e lo smantellamento totali degli ordigni di distruzione e di morte. Per portare questo messaggio sono stati piantumati in giro per la provincia esemplari del caco di Nagasaki, l'albero sopravvissuto alla bomba atomica del 1945. Nel sarà un altro nella nuova scuola media di Castenedolo, seguito dal nostro coordinamento”.

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