domenica 19 dicembre 2010

…Mo’ vene Natale..

Ricevo e posto:


Di Costanza Castellano

Partito del Sud Piemonte


L’esercito dei rossi babbini col sacco ha scalato vittoriosamente finestre e terrazzi e con loro è stata praticamente definita la conquista del nostro Natale.

La battaglia era cominciata alcuni decenni fa con l’arrivo di truppe corazzate su slitte, le leggendarie renne; i meridionali peninsulari affinché quegli strani animali non sentissero nostalgia del lontano nord, si erano prontamente muniti di abeti, e li avevano addobbati di ghirlande e ciondoli.

I pastori dell’Appennino che scendevano in paesi e città con pifferi e zampogne capirono presto che era meglio ritirarsi e con le loro pecorelle sono ormai confinati negli stazzi di alta montagna; qualche scalatore solitario talvolta li avvista. Nelle case senza pastori e zampogne ormai non avevano più senso antiquati presepi, stelle comete, poesiole natalizie, ninne nanne. Non era più possibile lasciar scoppiettare nei camini il grosso ceppo, che come simbolo di rigenerazione spirituale veniva tenuto acceso tutte le notti fino all’Epifania. Non era più possibile dopo la cena della vigilia lasciare la tavola imbandita perché i morti della famiglia, solo per questa notte, potessero tornare a cibarsi con i loro cari .

No, non era più possibile perché Babbo Natale deve scendere dal camino e portare doni, oggetti, cose .

La conquista straniera ha raggiunto anche la canzone napoletana; possibile? Babbo Natale balla forse la tarantella facendo sobbalzare il suo sacco ? No, ma i napoletani veraci si commuovono alle canzoncine natalizie dei loro usignoli che nei video accompagnano i gorgheggi con le immagini innevate di casette in stile sassone più adatte ad una commedia di Shakespeare che ad una canzone napulitana.

Come ultima disperata opposizione alla conquista, un meridionale peninsulare un po’confuso e destabilizzato potrebbe pensare di rifugiarsi …a tavola ,ma ahimè anche qui un … minaccioso e ingombrante panettone nordista lo attende. Dove sono finiti insieme a tutti gli altri dolci, le vaporose cartellate credute da sempre le lenzuola della culla di Gesù Bambino ?

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Ricevo e posto:


Di Costanza Castellano

Partito del Sud Piemonte


L’esercito dei rossi babbini col sacco ha scalato vittoriosamente finestre e terrazzi e con loro è stata praticamente definita la conquista del nostro Natale.

La battaglia era cominciata alcuni decenni fa con l’arrivo di truppe corazzate su slitte, le leggendarie renne; i meridionali peninsulari affinché quegli strani animali non sentissero nostalgia del lontano nord, si erano prontamente muniti di abeti, e li avevano addobbati di ghirlande e ciondoli.

I pastori dell’Appennino che scendevano in paesi e città con pifferi e zampogne capirono presto che era meglio ritirarsi e con le loro pecorelle sono ormai confinati negli stazzi di alta montagna; qualche scalatore solitario talvolta li avvista. Nelle case senza pastori e zampogne ormai non avevano più senso antiquati presepi, stelle comete, poesiole natalizie, ninne nanne. Non era più possibile lasciar scoppiettare nei camini il grosso ceppo, che come simbolo di rigenerazione spirituale veniva tenuto acceso tutte le notti fino all’Epifania. Non era più possibile dopo la cena della vigilia lasciare la tavola imbandita perché i morti della famiglia, solo per questa notte, potessero tornare a cibarsi con i loro cari .

No, non era più possibile perché Babbo Natale deve scendere dal camino e portare doni, oggetti, cose .

La conquista straniera ha raggiunto anche la canzone napoletana; possibile? Babbo Natale balla forse la tarantella facendo sobbalzare il suo sacco ? No, ma i napoletani veraci si commuovono alle canzoncine natalizie dei loro usignoli che nei video accompagnano i gorgheggi con le immagini innevate di casette in stile sassone più adatte ad una commedia di Shakespeare che ad una canzone napulitana.

Come ultima disperata opposizione alla conquista, un meridionale peninsulare un po’confuso e destabilizzato potrebbe pensare di rifugiarsi …a tavola ,ma ahimè anche qui un … minaccioso e ingombrante panettone nordista lo attende. Dove sono finiti insieme a tutti gli altri dolci, le vaporose cartellate credute da sempre le lenzuola della culla di Gesù Bambino ?

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