lunedì 31 maggio 2010

Salvare l'Euro: che rischio!

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A gennaio dicevano (tranne questo blog e alcuni altri amici della rete) che il duemiladieci sarebbe stato l’anno della ripresa economica. Che cavolata! Sono passati cinque mesi da allora e si è già dovuto porre rimedio allo sciagurato destino (per nulla a noi remoto) della Grecia e, alcune settimana fa, i ministri di tutta Europa si sono dovuti incontrare per salvare dalla disfatta, niente di meno che, l’Euro. Capite perché continuo a ribadire che qualcosa non va?

Il submit dei potenti d’Europa, riuniti per stabilire i termini di una manovra che impiegherà circa 750 miliardi di euro a favore delle nazioni europee in pericolo di default, ha raggiunto una serie di accordi riguardanti maggiori sacrifici imposti soprattutto alle nazioni ritenute rischiose, come la Spagna e il Portogallo, una raccolta di 60 miliardi di risparmi dei cittadini (in cambio di titoli garantiti dai fondi del bilancio europeo) da poter prestare poi ai paesi in difficoltà, insieme ai 440 miliardi che saranno racimolati con una colletta alla quale parteciperanno tutti gli stati della zona euro, e ai restanti 250 miliardi che saranno erogati dal fondo monetario internazionale sottoforma di prestiti.

Prima ancora che da laureato in economia, la mia domanda da ragioniere è: alla luce di quanto suddetto, se dopo il tracollo della Grecia si teme il rischio di un effetto domino su tutti gli altri stati di eurolandia, le cui risorse economiche disponibili sono evidentemente insufficienti per fronteggiare il malaugurato crack, come diavolo possono contribuire questi a costituire una colletta di 440 miliardi di euro? Insomma da dove li prenderanno tutti questi soldi, considerando che ognuno di questi stati sono già indebitati di per sé con la banca centrale? Io ritengo che quegli euro non esistano; ma che esisteranno! Accadrà che la banca centrale comprerà i titoli di stato di ogni paese d’Europa (comunemente e volgarmente chiamabili “cambiali”) e che, a fronte di ciò, essa stamperà la moneta per il valore equivalente la quale, a sua volta, costituirà questo fondo miliardario da cui i governi in difficoltà potranno attingere solo per rimandare il proprio fallimento (senza così risolvere definitivamente la crisi abbattutasi). Oltre ad invitarvi a nutrire perplessità circa questa assurda soluzione, invito anche a chiedervi chi restituirà questi altri soldi alla banca centrale (più gli interessi). Saremo tutti noi, cari lettori. Sì, perché ogni stato membro garantirà con la capacità di risparmio dei propri cittadini, per la quota di competenza, quella che sarà la più grande e massiccia emissione di massa monetaria mai avvenuta nella decennale storia dell’euro (appunto, di 750 miliardi circa di banconote). Come un disgraziato sprofondato nelle sabbie mobili di una sperduta zona paludosa di una foresta tropicale, che coperto ormai fino alle spalle non gli resta alcuna via di uscita se non quella di farsi afferrare dal collo con un cappio, il quale più verrà tirato più strozzerà il povero sventurato, così le nazioni di tutta Europa accetteranno di buon grado che la banca europea emetta per loro conto i miliardi necessari per salvaguardare il continente e, a restituirli alla banca, non saranno i paesi disgraziati che ne avranno beneficiato (essi ormai saranno attaccati ad una spina che li terrà artificialmente in vita), ma saranno i risparmiatori di tutta Europa e i sempre più pochi lavoratori, i quali pagheranno tasse ancora più alte. Ecco la verità! Ci ritroveremo con un Euro che varrà meno rispetto al dollaro, che compreremo dall’estero con costi maggiori rispetto ad oggi, che i prezzi dei beni continueranno ad aumentare, che la disoccupazione incrementerà la sua corsa verso l’alto e che le tasse ci dissangueranno ancora di più, a scapito della crescita della produzione industriale del paese e del nostro progresso.

Mi scuso per tale pessimismo. L’occasione del fatto di estrema attualità che affronto con questo post è ghiotta per riflettere sulla pessima risoluzione economica ad una crisi, che puntualmente viene adottata da circa ottant’anni a questa parte. Di anno in anno, firmare cambiali (dicasi anche titoli di Stato) a nome del popolo, per ricevere dalla banca centrale banconote di nuova emissione utili per pagare gli sprechi della pubblica amministrazione, la quale per nulla agevola l’incremento della produzione del paese affinché essa diventi più redditizia, genera l’espansione del debito all’infinito, con accelerazioni supersoniche nelle circostanze in cui oggi ci troviamo, ossia quella in cui tutti sono intenti a non fare affondare la nostra moneta. Il sistema monetario basato sull’emissione libera di carta moneta senza una effettiva base reale (così come invece lo era una volta, con l’oro), determina la possibilità per le banche di scelte arbitrarie riguardanti l’aumento del numero di banconote in circolazione, spesso non giustificata nemmeno da una reale crescita della produzione. Esattamente come sta avvenendo negli ultimi giorni. Oggi stiamo assistendo a come l’Italia, fornendo come garanzia la buona capacità di risparmio dei suoi cittadini, si sia ulteriormente indebitata con la banca centrale, per dare la possibilità ai paesi spreconi di ottenere i finanziamenti utili per tirare avanti. Avete capito bene! Ci indebitiamo per poi prestare quei soldi a gente che non sarà mai in grado di restituirli, con le seguenti conseguenze:

- il problema delle nazioni in pericolo non viene risolto ma semplicemente e pericolosamente posticipato;

- la capacità di crescita di tali nazioni continuerà ad essere compromessa per altri quattro o cinque anni (allo scadere dei quali, il palloncino da essere solamente gonfio sarà prossimo all'esplosione);

- il nuovo debito che l’Italia ha contratto (come se non bastasse quello già esistente!), verrà restituito quasi interamente con le tasse imposte ai singoli cittadini italiani ignari di tutto, i quali hanno garantito, per i paesi sciagurati, con la firma apposta dai propri rappresentanti politici.

Come è stato possibile per l’uomo giungere a diventare inconsapevolmente schiavo e a pagare per esserlo?


Fonte:Il Blog di Pasquale Marinelli

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A gennaio dicevano (tranne questo blog e alcuni altri amici della rete) che il duemiladieci sarebbe stato l’anno della ripresa economica. Che cavolata! Sono passati cinque mesi da allora e si è già dovuto porre rimedio allo sciagurato destino (per nulla a noi remoto) della Grecia e, alcune settimana fa, i ministri di tutta Europa si sono dovuti incontrare per salvare dalla disfatta, niente di meno che, l’Euro. Capite perché continuo a ribadire che qualcosa non va?

Il submit dei potenti d’Europa, riuniti per stabilire i termini di una manovra che impiegherà circa 750 miliardi di euro a favore delle nazioni europee in pericolo di default, ha raggiunto una serie di accordi riguardanti maggiori sacrifici imposti soprattutto alle nazioni ritenute rischiose, come la Spagna e il Portogallo, una raccolta di 60 miliardi di risparmi dei cittadini (in cambio di titoli garantiti dai fondi del bilancio europeo) da poter prestare poi ai paesi in difficoltà, insieme ai 440 miliardi che saranno racimolati con una colletta alla quale parteciperanno tutti gli stati della zona euro, e ai restanti 250 miliardi che saranno erogati dal fondo monetario internazionale sottoforma di prestiti.

Prima ancora che da laureato in economia, la mia domanda da ragioniere è: alla luce di quanto suddetto, se dopo il tracollo della Grecia si teme il rischio di un effetto domino su tutti gli altri stati di eurolandia, le cui risorse economiche disponibili sono evidentemente insufficienti per fronteggiare il malaugurato crack, come diavolo possono contribuire questi a costituire una colletta di 440 miliardi di euro? Insomma da dove li prenderanno tutti questi soldi, considerando che ognuno di questi stati sono già indebitati di per sé con la banca centrale? Io ritengo che quegli euro non esistano; ma che esisteranno! Accadrà che la banca centrale comprerà i titoli di stato di ogni paese d’Europa (comunemente e volgarmente chiamabili “cambiali”) e che, a fronte di ciò, essa stamperà la moneta per il valore equivalente la quale, a sua volta, costituirà questo fondo miliardario da cui i governi in difficoltà potranno attingere solo per rimandare il proprio fallimento (senza così risolvere definitivamente la crisi abbattutasi). Oltre ad invitarvi a nutrire perplessità circa questa assurda soluzione, invito anche a chiedervi chi restituirà questi altri soldi alla banca centrale (più gli interessi). Saremo tutti noi, cari lettori. Sì, perché ogni stato membro garantirà con la capacità di risparmio dei propri cittadini, per la quota di competenza, quella che sarà la più grande e massiccia emissione di massa monetaria mai avvenuta nella decennale storia dell’euro (appunto, di 750 miliardi circa di banconote). Come un disgraziato sprofondato nelle sabbie mobili di una sperduta zona paludosa di una foresta tropicale, che coperto ormai fino alle spalle non gli resta alcuna via di uscita se non quella di farsi afferrare dal collo con un cappio, il quale più verrà tirato più strozzerà il povero sventurato, così le nazioni di tutta Europa accetteranno di buon grado che la banca europea emetta per loro conto i miliardi necessari per salvaguardare il continente e, a restituirli alla banca, non saranno i paesi disgraziati che ne avranno beneficiato (essi ormai saranno attaccati ad una spina che li terrà artificialmente in vita), ma saranno i risparmiatori di tutta Europa e i sempre più pochi lavoratori, i quali pagheranno tasse ancora più alte. Ecco la verità! Ci ritroveremo con un Euro che varrà meno rispetto al dollaro, che compreremo dall’estero con costi maggiori rispetto ad oggi, che i prezzi dei beni continueranno ad aumentare, che la disoccupazione incrementerà la sua corsa verso l’alto e che le tasse ci dissangueranno ancora di più, a scapito della crescita della produzione industriale del paese e del nostro progresso.

Mi scuso per tale pessimismo. L’occasione del fatto di estrema attualità che affronto con questo post è ghiotta per riflettere sulla pessima risoluzione economica ad una crisi, che puntualmente viene adottata da circa ottant’anni a questa parte. Di anno in anno, firmare cambiali (dicasi anche titoli di Stato) a nome del popolo, per ricevere dalla banca centrale banconote di nuova emissione utili per pagare gli sprechi della pubblica amministrazione, la quale per nulla agevola l’incremento della produzione del paese affinché essa diventi più redditizia, genera l’espansione del debito all’infinito, con accelerazioni supersoniche nelle circostanze in cui oggi ci troviamo, ossia quella in cui tutti sono intenti a non fare affondare la nostra moneta. Il sistema monetario basato sull’emissione libera di carta moneta senza una effettiva base reale (così come invece lo era una volta, con l’oro), determina la possibilità per le banche di scelte arbitrarie riguardanti l’aumento del numero di banconote in circolazione, spesso non giustificata nemmeno da una reale crescita della produzione. Esattamente come sta avvenendo negli ultimi giorni. Oggi stiamo assistendo a come l’Italia, fornendo come garanzia la buona capacità di risparmio dei suoi cittadini, si sia ulteriormente indebitata con la banca centrale, per dare la possibilità ai paesi spreconi di ottenere i finanziamenti utili per tirare avanti. Avete capito bene! Ci indebitiamo per poi prestare quei soldi a gente che non sarà mai in grado di restituirli, con le seguenti conseguenze:

- il problema delle nazioni in pericolo non viene risolto ma semplicemente e pericolosamente posticipato;

- la capacità di crescita di tali nazioni continuerà ad essere compromessa per altri quattro o cinque anni (allo scadere dei quali, il palloncino da essere solamente gonfio sarà prossimo all'esplosione);

- il nuovo debito che l’Italia ha contratto (come se non bastasse quello già esistente!), verrà restituito quasi interamente con le tasse imposte ai singoli cittadini italiani ignari di tutto, i quali hanno garantito, per i paesi sciagurati, con la firma apposta dai propri rappresentanti politici.

Come è stato possibile per l’uomo giungere a diventare inconsapevolmente schiavo e a pagare per esserlo?


Fonte:Il Blog di Pasquale Marinelli

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