di NINNI PERCHIAZZI
BARI. «La Banca per il Mezzogiorno è una cosa assolutamente eterea. È uno spot pubblicitario che serve a far vedere che il Governo si interessa del Sud e a far dimenticare tutto quanto non ha fatto finora». Gianfranco Viesti, economista e assessore al Diritto allo studio della Regione Puglia, boccia senza mezzi termini l’operazione targata Tremonti- Berlusconi, la cui gestazione è stata annunciata la scorsa settimana dal governo.
Quali sono i motivi di questa bocciatura totale? «Tutti parlano dell’idea del ministro Tremonti, che non ha effetti pratici e forse non li avrà mai, mentre nessuno parla dello smantellamento del Piano per il Sud, che l’attuale governo ha trovato e pezzo pezzo destrutturato».
Quindi, siamo di fronte all’ennesima politica degli annunci? «Loro sono bravissimi nella comunicazione e in Italia c’è un sistema di comunicazione, specie televisivo, che amplifica molto queste strategie. Così tutti parlano di una cosa alla meglio irrilevante e nessuno s’interessa del fatto che il governo ha tagliato circa 25 miliardi di spesa per investimenti al Sud e tiene bloccati tutti gli investimenti delle Regioni».
Comunicazione a parte, come valuta l’idea della Banca in sé? «La finalità è meramente comunicativa, e sotto tale aspetto è un successo. D’altra parte non mi sembra che l’opposizione si sia sperticata per contrastarla. In sè l’idea è tutta da verificare. Il governo non ci mette sostanzialmente nulla. È un invito ai privati a fare «più banca», ma se i privati avessero la possibilità di farlo, non aspetterebbero di certo che Tremonti glielo dica».
Ma l’iniziativa avrà pure qualcosa di positivo? «L’unica cosa interessante sono le obbligazioni con fiscalità ridotta (i bond Sud, ndr). Ma anche questo è tutto da verificare: non è detto che la Commissione europea le autorizzi, bisogna capire chi le può emettere e cosa devono riguardare. Anche questo, però è un discorso "privati più privati". Forse la cosa più interessante è il messaggio che l’operazione porta con sé: dice al Sud vedevetela voi con le vostre risorse. E non è un caso che la Lega sia d’accordo. È la sua tesi da sempre».
Il ministro Tremonti ha scommesso che la Banca possa «camminare con le proprie gambe». «Certo, il governo rinuncia a governare e invita i privati a fare qualcosa in più per il Sud: è la tesi della Lega da sempre».
Si prospetta un ingresso delle Poste nel capitale della Banca del Sud. «Tremonti è stato vago: “Non sappiamo, vedremo, valuteremo”. Cioè Il governo annuncia una grande misura e nei suoi aspetti più importanti è tutto un si vedrà. Si concretizza in un invito ai privati a fare una nuova banca».
Tremonti ha parlato di modello francese tipo Credit agricole, una rete di banche popolari e credito cooperativo da realizzarsi su base volontaria. «Le mie premesse non significano dire che è tutto uno schifo. Le mie critiche sono a monte: è un’operazione inesistente e pubblicitaria, ma se si vuole ragionare per migliorare il credito nel Mezzogiorno, si può fare. Il sistema creditizio in Puglia è molto interessante, ricco: tra credito cooperativo, popolari e banche esterne. Se ci sono problemi sono legati alla crisi e alla debolezza delle imprese, per cui c’è un punto e mezzo di differenza sugli interessi. Ma certo non è colpa delle banche».
Insomma, il Sud verrà abbandonato al proprio destino, a meno che non ce la faccia da solo. «Che il governo nel pieno della crisi economica più grossa del secolo, con tutte le incentivazioni alle imprese al Sud e i piani d’investimento sospesi, si limiti a fare un annuncio un po’ risibile significa che la strategia per il Sud è nulla. Somiglia un po’ al ponte sullo Stretto: non c’è progetto esecutivo, non ci sono i soldi, ma si mette la prima pietra».
ll quadro è a tinte così fosche? «Le forze sociali ed economiche pugliesi hanno firmato un documento per sapere che fine fanno i fondi Fondi Fas, ma il governo non ha risposto. Sono davvero abilissimi: tutti parlano della Banca del Sud ovvero del sesso degli angeli. È la montagna che partorisce il topolino, ma nel frattempo hanno smantellato il piano per il Sud, annunciandone un altro. Ma il piano c’era già, si chiamava Quadro strategico nazionale. Il governo lo ha ereditato e anziché attuarlo, magari modificandolo, lo ha smantellato togliendo tutti i soldi. Comunicazione 10, realtà 0».
Sono i primi effetti del federalismo? «Il messaggio principale è che al Sud non va più nulla. Non è più la Lega, ma Berlusconi e Tremonti che dicono ai meridionali: gli investimenti non ci sono più, il federalismo è la soluzione, vedetevela con le vostre forze».
Fonte:La Gazzetta del Mezzogiorno
mercoledì 21 ottobre 2009
Viesti: la Banca del Sud solo un magnifico spot
di NINNI PERCHIAZZI
BARI. «La Banca per il Mezzogiorno è una cosa assolutamente eterea. È uno spot pubblicitario che serve a far vedere che il Governo si interessa del Sud e a far dimenticare tutto quanto non ha fatto finora». Gianfranco Viesti, economista e assessore al Diritto allo studio della Regione Puglia, boccia senza mezzi termini l’operazione targata Tremonti- Berlusconi, la cui gestazione è stata annunciata la scorsa settimana dal governo.
Quali sono i motivi di questa bocciatura totale? «Tutti parlano dell’idea del ministro Tremonti, che non ha effetti pratici e forse non li avrà mai, mentre nessuno parla dello smantellamento del Piano per il Sud, che l’attuale governo ha trovato e pezzo pezzo destrutturato».
Quindi, siamo di fronte all’ennesima politica degli annunci? «Loro sono bravissimi nella comunicazione e in Italia c’è un sistema di comunicazione, specie televisivo, che amplifica molto queste strategie. Così tutti parlano di una cosa alla meglio irrilevante e nessuno s’interessa del fatto che il governo ha tagliato circa 25 miliardi di spesa per investimenti al Sud e tiene bloccati tutti gli investimenti delle Regioni».
Comunicazione a parte, come valuta l’idea della Banca in sé? «La finalità è meramente comunicativa, e sotto tale aspetto è un successo. D’altra parte non mi sembra che l’opposizione si sia sperticata per contrastarla. In sè l’idea è tutta da verificare. Il governo non ci mette sostanzialmente nulla. È un invito ai privati a fare «più banca», ma se i privati avessero la possibilità di farlo, non aspetterebbero di certo che Tremonti glielo dica».
Ma l’iniziativa avrà pure qualcosa di positivo? «L’unica cosa interessante sono le obbligazioni con fiscalità ridotta (i bond Sud, ndr). Ma anche questo è tutto da verificare: non è detto che la Commissione europea le autorizzi, bisogna capire chi le può emettere e cosa devono riguardare. Anche questo, però è un discorso "privati più privati". Forse la cosa più interessante è il messaggio che l’operazione porta con sé: dice al Sud vedevetela voi con le vostre risorse. E non è un caso che la Lega sia d’accordo. È la sua tesi da sempre».
Il ministro Tremonti ha scommesso che la Banca possa «camminare con le proprie gambe». «Certo, il governo rinuncia a governare e invita i privati a fare qualcosa in più per il Sud: è la tesi della Lega da sempre».
Si prospetta un ingresso delle Poste nel capitale della Banca del Sud. «Tremonti è stato vago: “Non sappiamo, vedremo, valuteremo”. Cioè Il governo annuncia una grande misura e nei suoi aspetti più importanti è tutto un si vedrà. Si concretizza in un invito ai privati a fare una nuova banca».
Tremonti ha parlato di modello francese tipo Credit agricole, una rete di banche popolari e credito cooperativo da realizzarsi su base volontaria. «Le mie premesse non significano dire che è tutto uno schifo. Le mie critiche sono a monte: è un’operazione inesistente e pubblicitaria, ma se si vuole ragionare per migliorare il credito nel Mezzogiorno, si può fare. Il sistema creditizio in Puglia è molto interessante, ricco: tra credito cooperativo, popolari e banche esterne. Se ci sono problemi sono legati alla crisi e alla debolezza delle imprese, per cui c’è un punto e mezzo di differenza sugli interessi. Ma certo non è colpa delle banche».
Insomma, il Sud verrà abbandonato al proprio destino, a meno che non ce la faccia da solo. «Che il governo nel pieno della crisi economica più grossa del secolo, con tutte le incentivazioni alle imprese al Sud e i piani d’investimento sospesi, si limiti a fare un annuncio un po’ risibile significa che la strategia per il Sud è nulla. Somiglia un po’ al ponte sullo Stretto: non c’è progetto esecutivo, non ci sono i soldi, ma si mette la prima pietra».
ll quadro è a tinte così fosche? «Le forze sociali ed economiche pugliesi hanno firmato un documento per sapere che fine fanno i fondi Fondi Fas, ma il governo non ha risposto. Sono davvero abilissimi: tutti parlano della Banca del Sud ovvero del sesso degli angeli. È la montagna che partorisce il topolino, ma nel frattempo hanno smantellato il piano per il Sud, annunciandone un altro. Ma il piano c’era già, si chiamava Quadro strategico nazionale. Il governo lo ha ereditato e anziché attuarlo, magari modificandolo, lo ha smantellato togliendo tutti i soldi. Comunicazione 10, realtà 0».
Sono i primi effetti del federalismo? «Il messaggio principale è che al Sud non va più nulla. Non è più la Lega, ma Berlusconi e Tremonti che dicono ai meridionali: gli investimenti non ci sono più, il federalismo è la soluzione, vedetevela con le vostre forze».
Fonte:La Gazzetta del Mezzogiorno
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BARI. «La Banca per il Mezzogiorno è una cosa assolutamente eterea. È uno spot pubblicitario che serve a far vedere che il Governo si interessa del Sud e a far dimenticare tutto quanto non ha fatto finora». Gianfranco Viesti, economista e assessore al Diritto allo studio della Regione Puglia, boccia senza mezzi termini l’operazione targata Tremonti- Berlusconi, la cui gestazione è stata annunciata la scorsa settimana dal governo.
Quali sono i motivi di questa bocciatura totale? «Tutti parlano dell’idea del ministro Tremonti, che non ha effetti pratici e forse non li avrà mai, mentre nessuno parla dello smantellamento del Piano per il Sud, che l’attuale governo ha trovato e pezzo pezzo destrutturato».
Quindi, siamo di fronte all’ennesima politica degli annunci? «Loro sono bravissimi nella comunicazione e in Italia c’è un sistema di comunicazione, specie televisivo, che amplifica molto queste strategie. Così tutti parlano di una cosa alla meglio irrilevante e nessuno s’interessa del fatto che il governo ha tagliato circa 25 miliardi di spesa per investimenti al Sud e tiene bloccati tutti gli investimenti delle Regioni».
Comunicazione a parte, come valuta l’idea della Banca in sé? «La finalità è meramente comunicativa, e sotto tale aspetto è un successo. D’altra parte non mi sembra che l’opposizione si sia sperticata per contrastarla. In sè l’idea è tutta da verificare. Il governo non ci mette sostanzialmente nulla. È un invito ai privati a fare «più banca», ma se i privati avessero la possibilità di farlo, non aspetterebbero di certo che Tremonti glielo dica».
Ma l’iniziativa avrà pure qualcosa di positivo? «L’unica cosa interessante sono le obbligazioni con fiscalità ridotta (i bond Sud, ndr). Ma anche questo è tutto da verificare: non è detto che la Commissione europea le autorizzi, bisogna capire chi le può emettere e cosa devono riguardare. Anche questo, però è un discorso "privati più privati". Forse la cosa più interessante è il messaggio che l’operazione porta con sé: dice al Sud vedevetela voi con le vostre risorse. E non è un caso che la Lega sia d’accordo. È la sua tesi da sempre».
Il ministro Tremonti ha scommesso che la Banca possa «camminare con le proprie gambe». «Certo, il governo rinuncia a governare e invita i privati a fare qualcosa in più per il Sud: è la tesi della Lega da sempre».
Si prospetta un ingresso delle Poste nel capitale della Banca del Sud. «Tremonti è stato vago: “Non sappiamo, vedremo, valuteremo”. Cioè Il governo annuncia una grande misura e nei suoi aspetti più importanti è tutto un si vedrà. Si concretizza in un invito ai privati a fare una nuova banca».
Tremonti ha parlato di modello francese tipo Credit agricole, una rete di banche popolari e credito cooperativo da realizzarsi su base volontaria. «Le mie premesse non significano dire che è tutto uno schifo. Le mie critiche sono a monte: è un’operazione inesistente e pubblicitaria, ma se si vuole ragionare per migliorare il credito nel Mezzogiorno, si può fare. Il sistema creditizio in Puglia è molto interessante, ricco: tra credito cooperativo, popolari e banche esterne. Se ci sono problemi sono legati alla crisi e alla debolezza delle imprese, per cui c’è un punto e mezzo di differenza sugli interessi. Ma certo non è colpa delle banche».
Insomma, il Sud verrà abbandonato al proprio destino, a meno che non ce la faccia da solo. «Che il governo nel pieno della crisi economica più grossa del secolo, con tutte le incentivazioni alle imprese al Sud e i piani d’investimento sospesi, si limiti a fare un annuncio un po’ risibile significa che la strategia per il Sud è nulla. Somiglia un po’ al ponte sullo Stretto: non c’è progetto esecutivo, non ci sono i soldi, ma si mette la prima pietra».
ll quadro è a tinte così fosche? «Le forze sociali ed economiche pugliesi hanno firmato un documento per sapere che fine fanno i fondi Fondi Fas, ma il governo non ha risposto. Sono davvero abilissimi: tutti parlano della Banca del Sud ovvero del sesso degli angeli. È la montagna che partorisce il topolino, ma nel frattempo hanno smantellato il piano per il Sud, annunciandone un altro. Ma il piano c’era già, si chiamava Quadro strategico nazionale. Il governo lo ha ereditato e anziché attuarlo, magari modificandolo, lo ha smantellato togliendo tutti i soldi. Comunicazione 10, realtà 0».
Sono i primi effetti del federalismo? «Il messaggio principale è che al Sud non va più nulla. Non è più la Lega, ma Berlusconi e Tremonti che dicono ai meridionali: gli investimenti non ci sono più, il federalismo è la soluzione, vedetevela con le vostre forze».
Fonte:La Gazzetta del Mezzogiorno
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