di Lino Patruno
Quanto sono noiosi questi antimeridionali. L’ultima trovata è di tal Emilio Zamboni, consigliere regionale veneto della Lega Nord. Ha proposto che a ogni famiglia della sua regione sia assegnato un bonus di mille euro perché vengano in vacanza in Puglia. Uno dice, che bello, grazie. Ma siccome a questo mondo nessuno mediamente fa niente per niente, il dubbio è che nella proposta ci sia la fregatura.
Con pronta conferma: devono venirci soprattutto per controllare se sono spesi bene i loro soldi, quelli che i veneti pagano con le tasse e che poi lo Stato passerebbe al Sud, Puglia compresa. Insomma vacanza a fine di spionaggio, li immaginiamo già farci domande a trucco su questo e quell’altro, in costume da bagno e col metro misurare le cabine troppo lussuose, nottetempo nelle città con la macchina fotografica per beccare le insegne lasciate accese.
Si potrebbe subito dire, allo Zamboni, che i loro presunti soldi li spendiamo per far stare meglio in vacanza proprio i signori veneti, che amano alla follia la Puglia, ma tant’è. E poi, siccome le cavolate sono come le ciliegie, una tira l’altra, il suddetto si chiede come mai molte merci del Nord trasportate al Sud per più di mille chilometri, poi vengono vendute al Sud a prezzo minore che al Nord.
Dovrebbe andare a chiederlo ai suoi compaesani produttori. E ricordarsi che il Nord si prende l’olio e il vino sfusi del Sud e poi glieli rivende a un prezzo da rapina, ma purtroppo è il Sud a farsi rapinare perché il suo vino e il suo olio non se li imbottiglia da sé con le sue etichette. Ciò che importa però non è il conto della spesa, ma l’aria che tira.
Ora però siccome i leghisti sono un po’ sboccati, fanno i ruzzulani ma non scendono affatto dalla montagna, l’uscita del consigliere veneto non è casuale. Si lavora al federalismo, e la si spara grossa per ottenerne le migliori condizioni a danno altrui. Ciò che per loro significa tenersi quanti più soldi possibile, con tanti saluti all’unità d’Italia della quale gli interessa poco e niente. Ma non fino alla secessione, che minacciano ma non faranno mai perché non sono stupidi e non gli conviene, a quale Sud poi vendono?
E quanto a ciò che sarebbe stato elargito al Sud, è altrettanto noioso stare a ricordare l’esempio principe, la Cassa per il Mezzogiorno, e non solo. Per calcolare appunto quanto di quel denaro pubblico sia stato dato al Sud, ma sia poi tornato al Nord i cui prodotti il Sud ha consumato. E quanti appalti, commesse, servizi, lavori, forniture al Sud siano finiti a imprese del Nord, che al Sud hanno concesso solo i subappalti, cioè le briciole. E quanto dello sviluppo del Nord sia dovuto ai soldi risparmiati dai meridionali che le banche hanno prestato poi al Nord. E quanto dello sviluppo del Nord sia dovuto ai meridionali che vi lavorano: è stato calcolato più di un quinto. E quanti dei profitti di imprese settentrionali al Sud siano tassati al Nord (dove hanno sede legale), quel Nord che per bocca dello Zamponi si lamenta di dare i suoi soldi al Sud.
Il problema del Sud è nei suoi molti peccati, negli sprechi che comunque ci sono stati ma non fino al punto di dire che è stato tutto uno spreco. Però non è scritto da nessuna parte che dobbiamo morire tutti leghisti. E per chiederselo anche nel Popolo della Libertà, che con la Lega Nord è alleato, devono essere scocciatini anche loro. Come ha dimostrato in questi giorni la baruffa sul pur competente Tremonti, il ministro più leghista dei non leghisti, che i suoi colleghi di partito non sopportano più anche per questo. E che, di fronte alle critiche e al gelo di Berlusconi compreso, Bossi ha rilanciato nel suo eterno poker, proponendolo addirittura unico vice primo ministro. Come dire, Lega padrona del governo.
Ma se non dobbiamo morire tutti leghisti, non è neanche detto che dobbiamo morire tutti sudisti sporchi, brutti e cattivi. E stare eternamente in attesa che i grandi partiti nazionali si decidano a considerare il Mezzogiorno l’unico in grado di far sviluppare l’intero Paese.
Quindi Sud non problema, ma soluzione. E in attesa che qualcuno una volta per tutte si studi cosa al Sud non ha funzionato e perché. Magari per buttare a mare il pregiudizio e la propaganda antimeridionali che massacrano il Sud dall’Unità a oggi, mica da poco.
Un Partito del Sud può far comodo alla Lega che così può dire, bene, voi da una parte noi dall’altra. Ma il Sud non può continuare a sfogliare la margherita e farsi impallinare dallo Zamboni di turno. Mentre magari il sottosegretario Miccichè, cioè uno di questo governo, rivela che un Partito del Sud non dispiacerebbe neanche a Berlusconi per non rimanere ostaggio di Bossi. Atroce sospetto: vuoi vedere che hanno capito prima loro che noi che il Partito del Sud non sarebbe un’idea malvagia?
Quanto sono noiosi questi antimeridionali. L’ultima trovata è di tal Emilio Zamboni, consigliere regionale veneto della Lega Nord. Ha proposto che a ogni famiglia della sua regione sia assegnato un bonus di mille euro perché vengano in vacanza in Puglia. Uno dice, che bello, grazie. Ma siccome a questo mondo nessuno mediamente fa niente per niente, il dubbio è che nella proposta ci sia la fregatura.
Con pronta conferma: devono venirci soprattutto per controllare se sono spesi bene i loro soldi, quelli che i veneti pagano con le tasse e che poi lo Stato passerebbe al Sud, Puglia compresa. Insomma vacanza a fine di spionaggio, li immaginiamo già farci domande a trucco su questo e quell’altro, in costume da bagno e col metro misurare le cabine troppo lussuose, nottetempo nelle città con la macchina fotografica per beccare le insegne lasciate accese.
Si potrebbe subito dire, allo Zamboni, che i loro presunti soldi li spendiamo per far stare meglio in vacanza proprio i signori veneti, che amano alla follia la Puglia, ma tant’è. E poi, siccome le cavolate sono come le ciliegie, una tira l’altra, il suddetto si chiede come mai molte merci del Nord trasportate al Sud per più di mille chilometri, poi vengono vendute al Sud a prezzo minore che al Nord.
Dovrebbe andare a chiederlo ai suoi compaesani produttori. E ricordarsi che il Nord si prende l’olio e il vino sfusi del Sud e poi glieli rivende a un prezzo da rapina, ma purtroppo è il Sud a farsi rapinare perché il suo vino e il suo olio non se li imbottiglia da sé con le sue etichette. Ciò che importa però non è il conto della spesa, ma l’aria che tira.
Ora però siccome i leghisti sono un po’ sboccati, fanno i ruzzulani ma non scendono affatto dalla montagna, l’uscita del consigliere veneto non è casuale. Si lavora al federalismo, e la si spara grossa per ottenerne le migliori condizioni a danno altrui. Ciò che per loro significa tenersi quanti più soldi possibile, con tanti saluti all’unità d’Italia della quale gli interessa poco e niente. Ma non fino alla secessione, che minacciano ma non faranno mai perché non sono stupidi e non gli conviene, a quale Sud poi vendono?
E quanto a ciò che sarebbe stato elargito al Sud, è altrettanto noioso stare a ricordare l’esempio principe, la Cassa per il Mezzogiorno, e non solo. Per calcolare appunto quanto di quel denaro pubblico sia stato dato al Sud, ma sia poi tornato al Nord i cui prodotti il Sud ha consumato. E quanti appalti, commesse, servizi, lavori, forniture al Sud siano finiti a imprese del Nord, che al Sud hanno concesso solo i subappalti, cioè le briciole. E quanto dello sviluppo del Nord sia dovuto ai soldi risparmiati dai meridionali che le banche hanno prestato poi al Nord. E quanto dello sviluppo del Nord sia dovuto ai meridionali che vi lavorano: è stato calcolato più di un quinto. E quanti dei profitti di imprese settentrionali al Sud siano tassati al Nord (dove hanno sede legale), quel Nord che per bocca dello Zamponi si lamenta di dare i suoi soldi al Sud.
Il problema del Sud è nei suoi molti peccati, negli sprechi che comunque ci sono stati ma non fino al punto di dire che è stato tutto uno spreco. Però non è scritto da nessuna parte che dobbiamo morire tutti leghisti. E per chiederselo anche nel Popolo della Libertà, che con la Lega Nord è alleato, devono essere scocciatini anche loro. Come ha dimostrato in questi giorni la baruffa sul pur competente Tremonti, il ministro più leghista dei non leghisti, che i suoi colleghi di partito non sopportano più anche per questo. E che, di fronte alle critiche e al gelo di Berlusconi compreso, Bossi ha rilanciato nel suo eterno poker, proponendolo addirittura unico vice primo ministro. Come dire, Lega padrona del governo.
Ma se non dobbiamo morire tutti leghisti, non è neanche detto che dobbiamo morire tutti sudisti sporchi, brutti e cattivi. E stare eternamente in attesa che i grandi partiti nazionali si decidano a considerare il Mezzogiorno l’unico in grado di far sviluppare l’intero Paese.
Quindi Sud non problema, ma soluzione. E in attesa che qualcuno una volta per tutte si studi cosa al Sud non ha funzionato e perché. Magari per buttare a mare il pregiudizio e la propaganda antimeridionali che massacrano il Sud dall’Unità a oggi, mica da poco.
Un Partito del Sud può far comodo alla Lega che così può dire, bene, voi da una parte noi dall’altra. Ma il Sud non può continuare a sfogliare la margherita e farsi impallinare dallo Zamboni di turno. Mentre magari il sottosegretario Miccichè, cioè uno di questo governo, rivela che un Partito del Sud non dispiacerebbe neanche a Berlusconi per non rimanere ostaggio di Bossi. Atroce sospetto: vuoi vedere che hanno capito prima loro che noi che il Partito del Sud non sarebbe un’idea malvagia?
Fonte:LaGazzettadelMezzogiorno del 30/11/2009
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