lunedì 31 agosto 2009

Delocalizzazione e dintorni: Dopo le proteste, scattano le prime occupazioni dentro le fabbriche ascolane in crisi.La crisi Novico.


Per seguire gli ultimi sviluppi collegati alla vicenda Novico, iscriviti al gruppo Facebook del Partito del Sud - Marche ,sarai aggiornato sul proseguio della situazione e potrai intervenire nell'area discussioni portando il tuo contributo.
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Da ieri mattina 6 dipendenti della Novico, che produce siringhe (cinque operai: Michele Zaini, Gabriele Amelini, Piero Grandi, Domenico Agostini, Fabrizio Valori, e una impiegata, Maria Teresa Capriotti) sono all'interno del reparto di sterilizzazione, ad alto rischio per la presenza di cobalto.
Sono determinati ed hanno iniziato anche uno sciopero della fame.

Da alcuni mesi i circa 80 dipendenti della Novico sono in cassa integrazione a rotazione e a far scoppiare la protesta è stato il mancato avvio della produzione dopo le ferie. «Vogliamo parlare con la direzione -dice Fabrizio Valori, rsu dell'Ugl- ma nessuno ci riceve e per questo resteremo qui ad oltranza. Da tempo l'azienda non paga con regolarità gli stipendi.

Deve ancora corrispondere la quattordicesima e gli assegni familiari, non versa alle banche il quinto di stipendio dei dipendenti che hanno contratto mutui per la casa, non versa ai sindacati la quota trattenuta in busta paga».

Sul posto ieri si sono subito recati il vice sindaco, Silvestri, e gli uomini della Digos che tengono sotto controllo la situazione. Dal fronte della proprietà della Novico arrivano comunque rassicurazioni.

«L'azienda non chiude -dice il dott. Antonio Montagna- Abbiamo solamente allungato le ferie fino al 7 settembre per problemi legati al reperimento delle materie prime. La situazione generale non è ottimale, ma sono stati pagati gli stipendi fino a luglio e per quello di agosto c'è tempo fino al 10 settembre.

Il commissario nominato è al lavoro e stiamo cercando di portare avanti il piano industriale. C'è già in atto la cassa integrazione che dovrà essere modificata cambiando la dicitura da ristrutturazione a crisi aziendale.

I professionisti incaricati incontreranno i sindacati a partire dalla prossima settimana. Queste proteste in atto non migliorano sicuramente la situazione e spero che i lavoratori non siano entrati dentro la fabbrica perché sarebbe come se uno entrasse in una casa privata.

Ci sono comunque le commesse per produrre. Ripeto: abbiamo prolungate le ferie di una settimane per problemi di reperimento di materia prima dai fornitori che nel frattempo hanno chiuso».

Da parte sua il commissario Cesare Volpi assicura: «Il 7 settembre sarà avviata la procedura per la cassa integrazione a zero ore. Abbiamo preso contatti col funzionario della Regione e con gli istituti di credito per liquidare quanto spetta ai lavoratori a partire dall’11 maggio scorso periodo di inizio della cig».

Il clima tra i lavoratori davanti ai cancelli dell'azienda non è comunque dei migliori. «Con la cig a rotazione -dicono- percepiamo 400 euro al mese che non ci permettono di mandare avanti la famiglia e pagare i libri scolastici ai nostri figli. Dentro la fabbrica non c'è più la luce e il gas».

Ieri mattina, intanto, nell'incontro avuto con l'on. Piero Fassino (Pd) i segretari provinciali e i delegati di Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito ancora una volta «l'esasperazione dei lavoratori» di fronte ai licenziamenti e alle chiusure aziendali. «Dobbiamo fermare le espulsioni dei lavoratori e far ripartire lo sviluppo», dicono i sindacati in coro.

Presente anche l'assessore regionale al lavoro, Badiali. «La crisi si fa sempre più dura -dice- e la Regione sta aiutando le aziende nell'accesso al credito e salvando 750 posti di lavoro con i contratti di solidarietà e gli ammortizzatori. Adesso però anche il Governo deve fare la sua parte a partire dall'attuazione del protocollo d'intesa per il rilancio occupazionale della Valle del Tronto e del Vibrata». «Il Pd -sottolinea il segretario provinciale, Mauro Gionni- ha da sempre coinvolto i suoi esponenti istituzionali e nazionali per sottoporre alla loro attenzione i problemi del Piceno».


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“Denuncerò gli occupanti dell’azienda”


Ascoli “Denuncerò i dipendenti che hanno occupato l’azienda e, se ci saranno gli estremi li licenzierò”. Poi ce la vedremo in tribunale, ma la nostra linea che terremo è dura, tanto che il nostro legale ha già informato la Questura”. Lo ha dichiarato Antonio Montagna, manager della Novico, dove sei operai si erano barricati facendo lo sciopero della fame.

“Non ho tempo da perdere con queste persone. Ho già spiegato che l’allungamento delle ferie al 7 settembre è dovuto a problemi di reperimento di due materie prime. Tutto qui”. Anzi, secondo Montagna, “una delle due ditte che doveva fornirci queste materie indispensabili alla produzione ha tergiversato proprio a causa dell’occupazione in atto”. Il proprietario però intende tranquillizzare tutti sul futuro dello stabilimento della Novico, per altro affidata ora ad un commissario giudiziale nominato dal tribunale. “Da ottobre 2008 è in fase di attuazione un piano industriale che sta andando avanti e che non abbiamo intenzione di interrompere. In questo periodo ci siamo confrontati com i commissari. Tenete conto che stiamo parlando di un’azienda - dice Montagna - in balia delle banche che abbiamo denunciato per otto milioni di euro di danni, tanto che abbiamo avuto l’articolo 20”, cioè la sospensione delle azioni esecutive, quali pignoramento o sfratto in favore chi è vittima dell’usura. Sulle strategie aziendali Montagna è chiaro. “Ad Ascoli - spiega - resta l’unità produttiva, ma abbiamo spostato ad Ancona il commerciale proprio per i problemi con i dipendenti che devono pensare a fare gli operai e basta. Per quanto riguarda gli stipendi abbiamo pagato quello di luglio e per quello di agosto c'è tempo fino al 10 settembre. Quello che stanno facendo è puro allarmismo”.


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«Sospendiamo l’occupazione fino al 7 settembre dopo i risultati della mediazione del sindaco Castelli».



Alle 19 di ieri è terminata la clamorosa protesta dei sei operai della Novico che si erano barricati nel reparto sterilizzazione.

«Il sindaco - dice Fabrizio Valori, della Rsu Ugl - ci ha assicurato che ci sarà l’incontro tra istituzioni e sindacati con il commissario Volpi e la firma del verbale per la cassa integrazione a zero ore».

Ieri mattina il sindaco Castelli col vice Giovanni Silvestri e l'assessore Donatella Ferretti aveva incontrato i sei dipendenti (Fabrizio Valori, Michele Zaini, Gabriele Amelini, Piero Grandi, Domenico Agostini e Maria Teresa Capriotti) da giovedì chiusi nel reparto di sterilizzazione ad alto rischio cobalto. Ma dal proprietario, Antonio Montagna, arrivano parole di fuoco:

«Denuncio i dipendenti -dice- che hanno occupato l'azienda e, se ci saranno gli estremi, li licenzierò. Poi ce la vedremo in tribunale, ma la nostra linea che terremo è dura, tanto che il nostro legale ha già informato la Questura».


«Non abbiamo paura delle minacce di Montagna - replica Valori - e riprenderemo l’occupazione se non ci sarà l’incontro entro il 7. Il sindaco ci ha detto che ci difenderà gratuitamente se saremo denunciati e si è impegnato a prendere contatti con una banca locale per l’anticipo della cassa integrazione».


Ieri gli operai avevano iniziato ad accusare malori per via della permanenza prolungata nel reparto sterilizzazione.

«Abbiamo accusato mal di testa -continua Valori- dopo aver dormito sopra dei cartoni nutrendoci solo di acqua e succhi di frutta. E' venuto a trovarci anche il segretario nazionale dell'Ugl-chmici, Luigi Ulgiati per testimoniare la solidarietà». Ulgiati ha chiesto un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico per il salvataggio dell'azienda.Il sindaco Castelli ieri pomeriggio ha contattato il commissario Volpi e la Regione Marche per sbloccare la vertenza.


Intanto sul futuro della Novico Montagna ribadisce le assicurazioni:

«Sono state allungate -dice - le ferie di una settimane per i ritardi nella consegna della materia prima. Inoltre una delle due ditte che doveva fornirci queste materie indispensabili alla produzione ha tergiversato proprio a causa dell'occupazione in atto. Da ottobre 2008 è in fase di attuazione un piano industriale. Tenete conto che stiamo parlando di un'azienda usurata per anni dalle banche che abbiamo denunciato per otto milioni di euro di danni, tanto che abbiamo avuto l'articolo 20, cioè la sospensione delle azioni esecutive, quali pignoramento o sfratto in favore chi è vittima dell'usura.

Ad Ascoli - spiega Montagna- resta l'unità produttiva, ma abbiamo spostato ad Ancona il commerciale proprio per i problemi con i dipendenti».


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Per seguire gli ultimi sviluppi collegati alla vicenda Novico, iscriviti al gruppo Facebook del Partito del Sud - Marche ,sarai aggiornato sul proseguio della situazione e potrai intervenire nell'area discussioni portando il tuo contributo.
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Da ieri mattina 6 dipendenti della Novico, che produce siringhe (cinque operai: Michele Zaini, Gabriele Amelini, Piero Grandi, Domenico Agostini, Fabrizio Valori, e una impiegata, Maria Teresa Capriotti) sono all'interno del reparto di sterilizzazione, ad alto rischio per la presenza di cobalto.
Sono determinati ed hanno iniziato anche uno sciopero della fame.

Da alcuni mesi i circa 80 dipendenti della Novico sono in cassa integrazione a rotazione e a far scoppiare la protesta è stato il mancato avvio della produzione dopo le ferie. «Vogliamo parlare con la direzione -dice Fabrizio Valori, rsu dell'Ugl- ma nessuno ci riceve e per questo resteremo qui ad oltranza. Da tempo l'azienda non paga con regolarità gli stipendi.

Deve ancora corrispondere la quattordicesima e gli assegni familiari, non versa alle banche il quinto di stipendio dei dipendenti che hanno contratto mutui per la casa, non versa ai sindacati la quota trattenuta in busta paga».

Sul posto ieri si sono subito recati il vice sindaco, Silvestri, e gli uomini della Digos che tengono sotto controllo la situazione. Dal fronte della proprietà della Novico arrivano comunque rassicurazioni.

«L'azienda non chiude -dice il dott. Antonio Montagna- Abbiamo solamente allungato le ferie fino al 7 settembre per problemi legati al reperimento delle materie prime. La situazione generale non è ottimale, ma sono stati pagati gli stipendi fino a luglio e per quello di agosto c'è tempo fino al 10 settembre.

Il commissario nominato è al lavoro e stiamo cercando di portare avanti il piano industriale. C'è già in atto la cassa integrazione che dovrà essere modificata cambiando la dicitura da ristrutturazione a crisi aziendale.

I professionisti incaricati incontreranno i sindacati a partire dalla prossima settimana. Queste proteste in atto non migliorano sicuramente la situazione e spero che i lavoratori non siano entrati dentro la fabbrica perché sarebbe come se uno entrasse in una casa privata.

Ci sono comunque le commesse per produrre. Ripeto: abbiamo prolungate le ferie di una settimane per problemi di reperimento di materia prima dai fornitori che nel frattempo hanno chiuso».

Da parte sua il commissario Cesare Volpi assicura: «Il 7 settembre sarà avviata la procedura per la cassa integrazione a zero ore. Abbiamo preso contatti col funzionario della Regione e con gli istituti di credito per liquidare quanto spetta ai lavoratori a partire dall’11 maggio scorso periodo di inizio della cig».

Il clima tra i lavoratori davanti ai cancelli dell'azienda non è comunque dei migliori. «Con la cig a rotazione -dicono- percepiamo 400 euro al mese che non ci permettono di mandare avanti la famiglia e pagare i libri scolastici ai nostri figli. Dentro la fabbrica non c'è più la luce e il gas».

Ieri mattina, intanto, nell'incontro avuto con l'on. Piero Fassino (Pd) i segretari provinciali e i delegati di Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito ancora una volta «l'esasperazione dei lavoratori» di fronte ai licenziamenti e alle chiusure aziendali. «Dobbiamo fermare le espulsioni dei lavoratori e far ripartire lo sviluppo», dicono i sindacati in coro.

Presente anche l'assessore regionale al lavoro, Badiali. «La crisi si fa sempre più dura -dice- e la Regione sta aiutando le aziende nell'accesso al credito e salvando 750 posti di lavoro con i contratti di solidarietà e gli ammortizzatori. Adesso però anche il Governo deve fare la sua parte a partire dall'attuazione del protocollo d'intesa per il rilancio occupazionale della Valle del Tronto e del Vibrata». «Il Pd -sottolinea il segretario provinciale, Mauro Gionni- ha da sempre coinvolto i suoi esponenti istituzionali e nazionali per sottoporre alla loro attenzione i problemi del Piceno».


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“Denuncerò gli occupanti dell’azienda”


Ascoli “Denuncerò i dipendenti che hanno occupato l’azienda e, se ci saranno gli estremi li licenzierò”. Poi ce la vedremo in tribunale, ma la nostra linea che terremo è dura, tanto che il nostro legale ha già informato la Questura”. Lo ha dichiarato Antonio Montagna, manager della Novico, dove sei operai si erano barricati facendo lo sciopero della fame.

“Non ho tempo da perdere con queste persone. Ho già spiegato che l’allungamento delle ferie al 7 settembre è dovuto a problemi di reperimento di due materie prime. Tutto qui”. Anzi, secondo Montagna, “una delle due ditte che doveva fornirci queste materie indispensabili alla produzione ha tergiversato proprio a causa dell’occupazione in atto”. Il proprietario però intende tranquillizzare tutti sul futuro dello stabilimento della Novico, per altro affidata ora ad un commissario giudiziale nominato dal tribunale. “Da ottobre 2008 è in fase di attuazione un piano industriale che sta andando avanti e che non abbiamo intenzione di interrompere. In questo periodo ci siamo confrontati com i commissari. Tenete conto che stiamo parlando di un’azienda - dice Montagna - in balia delle banche che abbiamo denunciato per otto milioni di euro di danni, tanto che abbiamo avuto l’articolo 20”, cioè la sospensione delle azioni esecutive, quali pignoramento o sfratto in favore chi è vittima dell’usura. Sulle strategie aziendali Montagna è chiaro. “Ad Ascoli - spiega - resta l’unità produttiva, ma abbiamo spostato ad Ancona il commerciale proprio per i problemi con i dipendenti che devono pensare a fare gli operai e basta. Per quanto riguarda gli stipendi abbiamo pagato quello di luglio e per quello di agosto c'è tempo fino al 10 settembre. Quello che stanno facendo è puro allarmismo”.


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«Sospendiamo l’occupazione fino al 7 settembre dopo i risultati della mediazione del sindaco Castelli».



Alle 19 di ieri è terminata la clamorosa protesta dei sei operai della Novico che si erano barricati nel reparto sterilizzazione.

«Il sindaco - dice Fabrizio Valori, della Rsu Ugl - ci ha assicurato che ci sarà l’incontro tra istituzioni e sindacati con il commissario Volpi e la firma del verbale per la cassa integrazione a zero ore».

Ieri mattina il sindaco Castelli col vice Giovanni Silvestri e l'assessore Donatella Ferretti aveva incontrato i sei dipendenti (Fabrizio Valori, Michele Zaini, Gabriele Amelini, Piero Grandi, Domenico Agostini e Maria Teresa Capriotti) da giovedì chiusi nel reparto di sterilizzazione ad alto rischio cobalto. Ma dal proprietario, Antonio Montagna, arrivano parole di fuoco:

«Denuncio i dipendenti -dice- che hanno occupato l'azienda e, se ci saranno gli estremi, li licenzierò. Poi ce la vedremo in tribunale, ma la nostra linea che terremo è dura, tanto che il nostro legale ha già informato la Questura».


«Non abbiamo paura delle minacce di Montagna - replica Valori - e riprenderemo l’occupazione se non ci sarà l’incontro entro il 7. Il sindaco ci ha detto che ci difenderà gratuitamente se saremo denunciati e si è impegnato a prendere contatti con una banca locale per l’anticipo della cassa integrazione».


Ieri gli operai avevano iniziato ad accusare malori per via della permanenza prolungata nel reparto sterilizzazione.

«Abbiamo accusato mal di testa -continua Valori- dopo aver dormito sopra dei cartoni nutrendoci solo di acqua e succhi di frutta. E' venuto a trovarci anche il segretario nazionale dell'Ugl-chmici, Luigi Ulgiati per testimoniare la solidarietà». Ulgiati ha chiesto un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico per il salvataggio dell'azienda.Il sindaco Castelli ieri pomeriggio ha contattato il commissario Volpi e la Regione Marche per sbloccare la vertenza.


Intanto sul futuro della Novico Montagna ribadisce le assicurazioni:

«Sono state allungate -dice - le ferie di una settimane per i ritardi nella consegna della materia prima. Inoltre una delle due ditte che doveva fornirci queste materie indispensabili alla produzione ha tergiversato proprio a causa dell'occupazione in atto. Da ottobre 2008 è in fase di attuazione un piano industriale. Tenete conto che stiamo parlando di un'azienda usurata per anni dalle banche che abbiamo denunciato per otto milioni di euro di danni, tanto che abbiamo avuto l'articolo 20, cioè la sospensione delle azioni esecutive, quali pignoramento o sfratto in favore chi è vittima dell'usura.

Ad Ascoli - spiega Montagna- resta l'unità produttiva, ma abbiamo spostato ad Ancona il commerciale proprio per i problemi con i dipendenti».


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