mercoledì 8 luglio 2009

Ore 12 - Al via il G8 di Berlusconi (e delle polemiche).


Il G8 di Silvio Berlusconi (e delle polemiche) perde prima dell’avvio (ore 13 colazione ufficiale dei leader del gruppo degli Otto) uno dei protagonisti, il premier cinese Hu Jintao, costretto a rientrare in nottata a Pechino per la sanguinosa rivolta nello Xinjang.

Barack Obama alle 11 di questa mattina è salito al Quirinale per il colloquio con il capo dello Stato Giorgio Napolitano. Il presidente Usa il “suo” G8 l’ha già fatto, con lo storico accordo siglato a Mosca con l’uomo di Putin sulle armi nucleari.

Sarkozy e gli inglesi si sono accordati prima di venire in Italia. I grandi del mondo, più che a l’Aquila, sono interessati agli incontri bilaterali, a quelli con il Papa e con il presidente Napolitano.

Insomma, il G8 al via a l’Aquila, l’ultimo a presidenza Berlusconi, sarà il meeting dei “buoni propositi sull’Africa e qualche chiacchiera sul clima”.

E’ del New York Times l’ultimo affondo: “C’è una programmazione imperdonabilmente negligente del governo italiano. Obama assuma la guida del G8, affinchè non sia una perdita di tempo”.

Si capisce perché il G8 potrebbe essere il crocevia per il premier e il governo italiano. Colpi di scena a parte (mai da escludersi …) e lasciando stare il gossip, emerge un solo dato: l’immagine e il carisma di Berlusconi sono in crisi. Serve poco sbandierare il 64% di gradimento “virtuale” al premier.

Non c’è ancora la crisi istituzionale vera perché manca una alternativa reale e credibile. Ma premier e governo non hanno da mettere in campo nessun progetto Italia.

Al di là delle promesse, resta davvero poco: le riforme economiche (quelle vere) e le riforme politiche (quelle vere) sono soltanto chiacchiere. La maggioranza è ampia nei numeri ma debole sul piano politico. Come, per ultimo, lo dimostra il rinvio al dopo estate della legge sulle intercettazioni.

Scrive Antonio Polito sul Riformista: “Il premier è oggi troppo debole nella sua maggioranza per andare allo scontro con il Quirinale, troppo preoccupato delle iniziative delle procure per andare allo scontro con la magistratura, e troppo alle prese con i giornali per andare allo scontro con gli editori”.

Umberto Bossi, il vero “socio” di maggioranza del governo, guarda già al dopo G8 e il suo “poi dovremo metterci tutti al lavoro” è tutto un programma.

Il premier è isolato e fermo nella bonaccia, tiene duro con la “forza della disperazione”.

Molti indicatori danno premier e governo alle corde: un “niente” potrebbe portare al ko. Ma sempre più in declino è l’Italia.

Non ci vuole il Guardian, o il G8, per capire che il nostro paese è già scivolato in serie B.

Fonte:
Polisblog
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Il G8 di Silvio Berlusconi (e delle polemiche) perde prima dell’avvio (ore 13 colazione ufficiale dei leader del gruppo degli Otto) uno dei protagonisti, il premier cinese Hu Jintao, costretto a rientrare in nottata a Pechino per la sanguinosa rivolta nello Xinjang.

Barack Obama alle 11 di questa mattina è salito al Quirinale per il colloquio con il capo dello Stato Giorgio Napolitano. Il presidente Usa il “suo” G8 l’ha già fatto, con lo storico accordo siglato a Mosca con l’uomo di Putin sulle armi nucleari.

Sarkozy e gli inglesi si sono accordati prima di venire in Italia. I grandi del mondo, più che a l’Aquila, sono interessati agli incontri bilaterali, a quelli con il Papa e con il presidente Napolitano.

Insomma, il G8 al via a l’Aquila, l’ultimo a presidenza Berlusconi, sarà il meeting dei “buoni propositi sull’Africa e qualche chiacchiera sul clima”.

E’ del New York Times l’ultimo affondo: “C’è una programmazione imperdonabilmente negligente del governo italiano. Obama assuma la guida del G8, affinchè non sia una perdita di tempo”.

Si capisce perché il G8 potrebbe essere il crocevia per il premier e il governo italiano. Colpi di scena a parte (mai da escludersi …) e lasciando stare il gossip, emerge un solo dato: l’immagine e il carisma di Berlusconi sono in crisi. Serve poco sbandierare il 64% di gradimento “virtuale” al premier.

Non c’è ancora la crisi istituzionale vera perché manca una alternativa reale e credibile. Ma premier e governo non hanno da mettere in campo nessun progetto Italia.

Al di là delle promesse, resta davvero poco: le riforme economiche (quelle vere) e le riforme politiche (quelle vere) sono soltanto chiacchiere. La maggioranza è ampia nei numeri ma debole sul piano politico. Come, per ultimo, lo dimostra il rinvio al dopo estate della legge sulle intercettazioni.

Scrive Antonio Polito sul Riformista: “Il premier è oggi troppo debole nella sua maggioranza per andare allo scontro con il Quirinale, troppo preoccupato delle iniziative delle procure per andare allo scontro con la magistratura, e troppo alle prese con i giornali per andare allo scontro con gli editori”.

Umberto Bossi, il vero “socio” di maggioranza del governo, guarda già al dopo G8 e il suo “poi dovremo metterci tutti al lavoro” è tutto un programma.

Il premier è isolato e fermo nella bonaccia, tiene duro con la “forza della disperazione”.

Molti indicatori danno premier e governo alle corde: un “niente” potrebbe portare al ko. Ma sempre più in declino è l’Italia.

Non ci vuole il Guardian, o il G8, per capire che il nostro paese è già scivolato in serie B.

Fonte:
Polisblog

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