Il giudice Marotta: una collega mi ha chiesto di essere morbidoin cambio di favori al Csm. Atti inviati alla Procura di Roma
di Leandro Del Gaudio e Giuseppe Crimaldi
L’accusa è pesante, e di fronte al sospetto che contiene non poteva che determinare l’avvio immediato di un’inchiesta che è stata già trasmessa - per competenza - alla Procura di Roma. Un magistrato in servizio presso l’Ufficio Gip di Napoli sostiene di essere stato contattato da una collega che gli avrebbe chiesto di prosciogliere Clemente Mastella.
È una denuncia choc, quella che porta la firma di Sergio Marotta. L’esposto finito in Procura e al Consiglio superiore della magistratura ricostruisce i fatti, partendo dall’incontro avuto con una collega del Tribunale che gli avrebbe esplicitamente chiesto di usare un occhio di riguardo per l’ex ministro della Giustizia, imputato nel processo sull’Udeur campana, che vede coinvolta anche la moglie Sandra Lonardo. Il messaggio: usare un atteggiamento morbido, se non addirittura di favore, per l’imputato Mastella, in cambio di favori al Consiglio superiore della magistratura. Un caso tutto interno al Palazzo di Giustizia, che emerge solo poche ore dopo la pubblicazione della notizia di un attentato incendiario diretto contro l’auto di un altro gip di Napoli. Ma cosa racconta l’esposto di Marotta? E che cosa ha spinto un giudice a denunciare una sua collega? Al centro del caso finiscono due telefonate, seguite poi da un incontro. Ricostruiamo il tutto. L’incontro tra Marotta e la collega avviene il due luglio nella cosiddetta «piazza coperta» del nuovo Tribunale, al Centro direzionale. A Marotta la collega avrebbe chiesto di «ammorbidire» la posizione processuale dell’ex Guardasigilli (oggi europarlamentare) Clemente Mastella - che va ovviamente ritenuto estraneo e inconsapevole della singolare richiesta di soccorso da parte di una toga del distretto).
Stupito per la richiesta, Marotta torna nel suo ufficio al 15esimo piano della Torre b. Prende carta e penna e scrive al capo dell’Ufficio Bruno D’Urso e al presidente del Tribunale Carlo Alemi, esponendo l’accaduto. «Lo scorso primo luglio - si legge nelle missive - sono stato contattato telefonicamente dalla collega (“omissis”), che mi ha chiesto un incontro.
L’appuntamento fissato era per il 2 luglio, alle 8,25 in Piazza coperta. Mi ha detto esplicitamente, senza preamboli: «So che sei il gup di Mastella, ti chiedo di proscioglierlo, di archiviare almeno la sua posizione. Potrebbe tornarti utile per la carriera, magari dinanzi al Csm».
Accuse gravissime. Parole che attendono ora il vaglio degli inquirenti. Tanto che, dopo aver letto l’esposto, il pm Francesco Curcio (magistrato dell’inchiesta Udeur) trasmette la denuncia alla Procura di Roma, titolare delle indagini sui magistrati del distretto di Napoli, per gli inevitabili accertamenti.
Un nuovo probabile filone d’indagine potrebbe così aprirsi dopo l’inchiesta terremoto che a gennaio del 2008 provocò la spallata decisiva al governo Prodi, con le dimissioni dell’allora guardasigilli. Una vicenda da approfondire, a partire da alcune considerazioni: la denuncia non comporta in sé un giudizio di colpevolezza, anche perché la versione di Marotta vale quanto quella del magistrato sotto accusa. Ma non è tutto.
C’è anche un altro retroscena, che vede protagonista ancora il gip Marotta: il giudice è infatti sotto tutela. Ha di recente denunciato il danneggiamento dell’asse delle ruote della sua vettura, che ha provocato un incidente nel quale è rimasto fortunatamente illeso; poi, pochi giorni dopo, il magistrato ha trovato squartate le ruote della propria auto, parcheggiata in Tribunale. Episodi probabilmente non collegati. Nessun nesso viene infatti stabilito tra il processo Mastella e i due danneggiamenti dolosi, che andrebbero ricondotti ai processi per camorra condotti in questi anni dal gip.
Alla richiesta di commenti sulla denuncia fatta dal magistrato dell'ufficio gip, Sergio Marotta, Clemente Mastella risponde: «Di questa storia non so proprio nulla. Non so come nasce, né come si svolge. La apprendo adesso. Dunque, no comment».
Fonte:Il Mattino
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