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venerdì 1 maggio 2009
Libertà di stampa: l'Italia fa un passo indietro, unica nazione in Europa
La causa: la «situazione anomala a livello mondiale di un premier che controlla tutti i media, pubblici e privati»
Freedom House presenta il suo rapporto annuale sulla libertà di stampa. L'Italia del "Popolo della Libertà" è stata ufficialmente declassata a Paese "parzialmente libero". E' l'unico in Europa a retrocedere, e l'ultimo tra i paesi occidentali. Vediamo cosa ne dice la libera stampa...
"La libertà di stampa declina globalmente. Per la prima volta Israele, Italia e Hong Kong perdono lo statuto di paesi liberi". E' il titolo del comunicato stampa ufficiale, annunciato ieri e diffuso oggi sul sito di Freedom House, l'organizzazione indipendente americana fondata da Eleanor Roosvelt nel 1941 per difendere le libertà civili di fronte alla minaccia del nazismo.
Nella classifica dei 195 paesi classificati con punteggi che vanno da 0 "liberi" a 100 "non liberi", l'Italia occupa il 73° posto, con un punteggio di 32, che la colloca tra i paesi "parzialmente liberi". Si colloca dunque largamente sotto la Polonia e la Slovenia (49°), il Ghana e la Papua-Nuova Guinea (53°), le Isole di Capo Verde (60°), il Cile e la Grecia (63°). E' a pari merito con le Isole Tonga (73°), e poco avanti la Bulgaria (76°), il Botswana, Timor Est e il Montenegro (78°). Sopravanza, in Europa, solo i paesi balcanici ed ex-sovietici: la Croazia (81°), la Serbia (83°), la Romania (92°), la Macedonia (98°), l'Albania (101°), l'Ukraina (115°), la Moldavia (148°), la Russia (174°) e la Bielorussia (188°). Chiudono la classifica la Corea del Nord (195°) e Cuba, accompagnate dalle nostre ex-colonie, la Libia e l'Eritrea (190°).
PROBLEMA ITALIA - Il «problema principale dell’Italia», secondo Karin Karlekar, la ricercatrice che ha guidato lo studio, è Berlusconi. «Il suo ritorno nel 2008 al posto di premier ha risvegliato i timori sulla concentrazione di mezzi di comunicazione pubblici e privati sotto una sola guida», spiega. Altri fattori: l’abuso di denunce per diffamazione contro i giornalisti e l’escalation di intimidazioni fisiche da parte del crimine organizzato. Intanto giovedì il Committee to Protect Journalists, un’organizzazione non-profit che lavora per salvaguardare la libertà di stampa nel mondo, ha pubblicato la top ten dei peggiori Paesi al mondo per i blogger. La Birmania guida la lista, seguita da Iran, Siria, Cuba e Arabia Saudita. Sesto il Vietnam, seguito a ruota da Tunisia, Cina, Turkmenistan ed Egitto.
Il solo giornale online a dare la notizia ieri, riprendendo il preannuncio diffuso da Freedom House, è stato alle 22:57 il Corriere della Sera.
La causa: la «situazione anomala a livello mondiale di un premier che controlla tutti i media, pubblici e privati»
Freedom House presenta il suo rapporto annuale sulla libertà di stampa. L'Italia del "Popolo della Libertà" è stata ufficialmente declassata a Paese "parzialmente libero". E' l'unico in Europa a retrocedere, e l'ultimo tra i paesi occidentali. Vediamo cosa ne dice la libera stampa...
"La libertà di stampa declina globalmente. Per la prima volta Israele, Italia e Hong Kong perdono lo statuto di paesi liberi". E' il titolo del comunicato stampa ufficiale, annunciato ieri e diffuso oggi sul sito di Freedom House, l'organizzazione indipendente americana fondata da Eleanor Roosvelt nel 1941 per difendere le libertà civili di fronte alla minaccia del nazismo.
Nella classifica dei 195 paesi classificati con punteggi che vanno da 0 "liberi" a 100 "non liberi", l'Italia occupa il 73° posto, con un punteggio di 32, che la colloca tra i paesi "parzialmente liberi". Si colloca dunque largamente sotto la Polonia e la Slovenia (49°), il Ghana e la Papua-Nuova Guinea (53°), le Isole di Capo Verde (60°), il Cile e la Grecia (63°). E' a pari merito con le Isole Tonga (73°), e poco avanti la Bulgaria (76°), il Botswana, Timor Est e il Montenegro (78°). Sopravanza, in Europa, solo i paesi balcanici ed ex-sovietici: la Croazia (81°), la Serbia (83°), la Romania (92°), la Macedonia (98°), l'Albania (101°), l'Ukraina (115°), la Moldavia (148°), la Russia (174°) e la Bielorussia (188°). Chiudono la classifica la Corea del Nord (195°) e Cuba, accompagnate dalle nostre ex-colonie, la Libia e l'Eritrea (190°).
PROBLEMA ITALIA - Il «problema principale dell’Italia», secondo Karin Karlekar, la ricercatrice che ha guidato lo studio, è Berlusconi. «Il suo ritorno nel 2008 al posto di premier ha risvegliato i timori sulla concentrazione di mezzi di comunicazione pubblici e privati sotto una sola guida», spiega. Altri fattori: l’abuso di denunce per diffamazione contro i giornalisti e l’escalation di intimidazioni fisiche da parte del crimine organizzato. Intanto giovedì il Committee to Protect Journalists, un’organizzazione non-profit che lavora per salvaguardare la libertà di stampa nel mondo, ha pubblicato la top ten dei peggiori Paesi al mondo per i blogger. La Birmania guida la lista, seguita da Iran, Siria, Cuba e Arabia Saudita. Sesto il Vietnam, seguito a ruota da Tunisia, Cina, Turkmenistan ed Egitto.
Il solo giornale online a dare la notizia ieri, riprendendo il preannuncio diffuso da Freedom House, è stato alle 22:57 il Corriere della Sera.
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