martedì 14 aprile 2009

Santo Stefano, il borgo intatto



Enzo Cappucci è entrato a Santo Stefano di Sessanio, il borgo medioevale che ha resistito indenne alle spallate del terremoto che ha devastato l'Aquila e l'Abruzzo.

Una cittadina a 1225 metri d'altitudine fortificata nel secolo scorso all'indomani del terribile terremoto del 1916, che rase al suolo la Città di Avezzano: gli ingegneri usarono all'epoca le tecniche dei secoli scorsi, solidificando le pareti portanti degli edifici con le catene interne che le tengono unite.
Il lavoro di consolidamento è stato poi completato in anni recenti dall'imprenditore italo – svedese Daniele Kihlgren che ha acquistato il borgo per trasformarlo in un albergo modulare, una sorta di villaggio turistico d'epoca dove ogni casa rappresenta una “stanza”.
Con la collaborazione dello studio di architettura Di Zio-Di Clemente, l'imprednitore ha provveduto ad alleggerire i solai delle abitazioni ed I tetti, consolidando le mura e le strutture, con gli stessi materiali dei secoli scorsi e con le medesime tecniche di applicazione.
Il risultato è che oggi Santo Stefano è intatto, non una sola crepa deturpa le sue belle case e le uniche cose cadute sono rappresentate dalla piccolissima porzione di un muro primetrale, 3 mq non di più, e dall'antica torre Medicea, che non ha retto il peso di un grosso tappo di cemento armato applicato in tempi recenti, negli anni '60-'70 con un intervento sciagurato, tipico dell'incompetenza di molti. Il peso di quel tappo ha fatto crollare l'antica torre.
Questa storia dovrebbe costituire un motivo di riflessione per tutti coloro che hanno responsabilità di ricostruzione e che dovranno prendere decisioni importanti per quei molti centri storici danneggiati dal terremoto, prima di tutti quello dell'Aquila
di Enzo Cappucci

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Enzo Cappucci è entrato a Santo Stefano di Sessanio, il borgo medioevale che ha resistito indenne alle spallate del terremoto che ha devastato l'Aquila e l'Abruzzo.

Una cittadina a 1225 metri d'altitudine fortificata nel secolo scorso all'indomani del terribile terremoto del 1916, che rase al suolo la Città di Avezzano: gli ingegneri usarono all'epoca le tecniche dei secoli scorsi, solidificando le pareti portanti degli edifici con le catene interne che le tengono unite.
Il lavoro di consolidamento è stato poi completato in anni recenti dall'imprenditore italo – svedese Daniele Kihlgren che ha acquistato il borgo per trasformarlo in un albergo modulare, una sorta di villaggio turistico d'epoca dove ogni casa rappresenta una “stanza”.
Con la collaborazione dello studio di architettura Di Zio-Di Clemente, l'imprednitore ha provveduto ad alleggerire i solai delle abitazioni ed I tetti, consolidando le mura e le strutture, con gli stessi materiali dei secoli scorsi e con le medesime tecniche di applicazione.
Il risultato è che oggi Santo Stefano è intatto, non una sola crepa deturpa le sue belle case e le uniche cose cadute sono rappresentate dalla piccolissima porzione di un muro primetrale, 3 mq non di più, e dall'antica torre Medicea, che non ha retto il peso di un grosso tappo di cemento armato applicato in tempi recenti, negli anni '60-'70 con un intervento sciagurato, tipico dell'incompetenza di molti. Il peso di quel tappo ha fatto crollare l'antica torre.
Questa storia dovrebbe costituire un motivo di riflessione per tutti coloro che hanno responsabilità di ricostruzione e che dovranno prendere decisioni importanti per quei molti centri storici danneggiati dal terremoto, prima di tutti quello dell'Aquila
di Enzo Cappucci

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