martedì 17 marzo 2009

CATANIA,REPORT,IL GIORNO DOPO...

Le reazioni dei politici catanesi

CATANIA - "La nostra è una città dove molte cose non vanno, ma Catania non è quella vista ieri sera a Report". Così il sindaco Raffaele Stancanelli commenta la puntata della trasmissione di Raitre dedicata quasi interamente a Catania.
"L'immagine che è uscita dalla trasmissione è devastante e deve mettere a disagio tutta la collettività - ha aggiunto il sindaco -, un'immagine brutta a livello nazionale e chi amministra la città se ne deve fare carico".
Su Report Stancanelli ha rilevato che "molte cose sono fatte per suscitare un impatto negativo, ma altre - ha riconosciuto - sono vere". Secondo Stancanelli "occorre ricreare un clima di credibilità e fiducia nei confronti delle Istituzioni" e trasformare Catania in "una città dove si rispettano le regole, anche le più piccole, perché l'assenza porta alla decadenza".
Per il sindaco "la situazione non dipende da buchi di cassa. I soldi negli anni scorsi sono arrivati, ma se si spendono senza rispetto delle regole cominciano i problemi. Non sono pessimista, anzi, ma per 'tornar a riveder le stelle' occorre lavorare insieme sette giorni su sette. E io già lo faccio...".

Il segretario provinciale del Pd di Catania, Luca Spataro: "L'inchiesta di 'Report' ha dato rilievo nazionale sul malgoverno di Catania che il centrosinistra denuncia da anni. Oggi il sindaco Stancanelli dice che Catania non è la città rappresentata su Report. È vero, Catania non è quella città, o meglio non è solo quella. Ma chi l'ha governata in questi anni è peggio di quella descrizione".
Secondo Spataro "Catania è stata umiliata, offesa e mortificata non da chi ne ha giustamente, in questi anni, denunciato i guasti, ma da una classe dirigente che dovrebbe avere il pudore di stare in silenzio, chiedere scusa e andarsene".
"Non c'è differenza - conclude il segretario del Pd etneo - tra l'ex sindaco Scapagnini e l'attuale Stancanelli. Tutto il centrodestra porta su di sè le stesse responsabilità".

Per l'eurodeputato Nello Musumeci, vicesegretario nazionale de La Destra e capogruppo del partito al Comune etneo, "la Catania vista dai servizi di Report è senza dubbio quella più vera, quella che la classe dirigente attuale tende a occultare".
"Ho amministrato questa Provincia per dieci anni - aggiunge Musumeci - e posso dire con orgoglio di aver contribuito a segnare l'immagine di una città diversa: era la Catania prima stazione appaltante del Mezzogiorno d'Italia, nella quale abbiamo speso settecento miliardi di lire per lavori pubblici, realizzato i più importanti eventi culturali degli ultimi venti anni, dato dignità alle Istituzioni restituendole alla trasparenza e all'efficienza".
Secondo Musumeci "se da un lato va riconosciuto alla trasmissione di aver detto, sulla gestione del Comune, cose che in tanti conoscevano ma che solo in pochi da tempo continuiamo a ripetere, alcune generalizzazioni e significative omissioni hanno trasmesso all'Italia intera il messaggio di una città irredimibile".
"Non è così - conclude l'esponente de La Destra - ma tutti oggi ancora più di prima dobbiamo spingere verso un'operazione di verità, senza la quale sarà impossibile liberare le energie di Catania e guarire dalla sindrome di Stoccolma quanti ancora premiano col voto i responsabili, nella ininterrotta continuità, di questo sfascio".

"Non mi sento più cittadino di questa Catania. Non mi sento più cittadino di questa che, purtroppo, è la Catania reale". Orazio Licandro, ex parlamentare del Pdci, nato, residente ed eletto a Catania, reagisce così dopo aver visto la puntata di Report.
"E' stata non uno, ma tre pugni nello stomaco. Anche per chi come me lotta da anni duramente contro un sistema di potere, un formidabile intreccio di affari, mafia, politica, che inquina palazzi vari e che è diventato un modello sociale condiviso dall'80% degli elettori".
"Non voglio più la cittadinanza catanese", prosegue Licandro, oggi responsabile nazionale dell'organizzazione del Pdci. "Vergogna, frustrazione, sgomento mi convincono a rinunciare alla cittadinanza catanese. E mi piacerebbe che tanti dicessero: io non sono catanese. Lo dico con una grande pena nel cuore, ma è necessario scrollarsi tutta l'angoscia che attanaglia, raggiungere una dimensione fredda e di distanza, insomma di estraneità per poter continuare una durissima battaglia di civiltà, democrazia e legalità anche soltanto con una sparuta minoranza di catanesi in una città feroce. Grazie a Saviano gli italiani hanno conosciuto Gomorra, oggi sanno che in Italia esiste anche Sodoma: Catania".

16/03/2009

Fonte:www.lasicilia.it
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Le reazioni dei politici catanesi

CATANIA - "La nostra è una città dove molte cose non vanno, ma Catania non è quella vista ieri sera a Report". Così il sindaco Raffaele Stancanelli commenta la puntata della trasmissione di Raitre dedicata quasi interamente a Catania.
"L'immagine che è uscita dalla trasmissione è devastante e deve mettere a disagio tutta la collettività - ha aggiunto il sindaco -, un'immagine brutta a livello nazionale e chi amministra la città se ne deve fare carico".
Su Report Stancanelli ha rilevato che "molte cose sono fatte per suscitare un impatto negativo, ma altre - ha riconosciuto - sono vere". Secondo Stancanelli "occorre ricreare un clima di credibilità e fiducia nei confronti delle Istituzioni" e trasformare Catania in "una città dove si rispettano le regole, anche le più piccole, perché l'assenza porta alla decadenza".
Per il sindaco "la situazione non dipende da buchi di cassa. I soldi negli anni scorsi sono arrivati, ma se si spendono senza rispetto delle regole cominciano i problemi. Non sono pessimista, anzi, ma per 'tornar a riveder le stelle' occorre lavorare insieme sette giorni su sette. E io già lo faccio...".

Il segretario provinciale del Pd di Catania, Luca Spataro: "L'inchiesta di 'Report' ha dato rilievo nazionale sul malgoverno di Catania che il centrosinistra denuncia da anni. Oggi il sindaco Stancanelli dice che Catania non è la città rappresentata su Report. È vero, Catania non è quella città, o meglio non è solo quella. Ma chi l'ha governata in questi anni è peggio di quella descrizione".
Secondo Spataro "Catania è stata umiliata, offesa e mortificata non da chi ne ha giustamente, in questi anni, denunciato i guasti, ma da una classe dirigente che dovrebbe avere il pudore di stare in silenzio, chiedere scusa e andarsene".
"Non c'è differenza - conclude il segretario del Pd etneo - tra l'ex sindaco Scapagnini e l'attuale Stancanelli. Tutto il centrodestra porta su di sè le stesse responsabilità".

Per l'eurodeputato Nello Musumeci, vicesegretario nazionale de La Destra e capogruppo del partito al Comune etneo, "la Catania vista dai servizi di Report è senza dubbio quella più vera, quella che la classe dirigente attuale tende a occultare".
"Ho amministrato questa Provincia per dieci anni - aggiunge Musumeci - e posso dire con orgoglio di aver contribuito a segnare l'immagine di una città diversa: era la Catania prima stazione appaltante del Mezzogiorno d'Italia, nella quale abbiamo speso settecento miliardi di lire per lavori pubblici, realizzato i più importanti eventi culturali degli ultimi venti anni, dato dignità alle Istituzioni restituendole alla trasparenza e all'efficienza".
Secondo Musumeci "se da un lato va riconosciuto alla trasmissione di aver detto, sulla gestione del Comune, cose che in tanti conoscevano ma che solo in pochi da tempo continuiamo a ripetere, alcune generalizzazioni e significative omissioni hanno trasmesso all'Italia intera il messaggio di una città irredimibile".
"Non è così - conclude l'esponente de La Destra - ma tutti oggi ancora più di prima dobbiamo spingere verso un'operazione di verità, senza la quale sarà impossibile liberare le energie di Catania e guarire dalla sindrome di Stoccolma quanti ancora premiano col voto i responsabili, nella ininterrotta continuità, di questo sfascio".

"Non mi sento più cittadino di questa Catania. Non mi sento più cittadino di questa che, purtroppo, è la Catania reale". Orazio Licandro, ex parlamentare del Pdci, nato, residente ed eletto a Catania, reagisce così dopo aver visto la puntata di Report.
"E' stata non uno, ma tre pugni nello stomaco. Anche per chi come me lotta da anni duramente contro un sistema di potere, un formidabile intreccio di affari, mafia, politica, che inquina palazzi vari e che è diventato un modello sociale condiviso dall'80% degli elettori".
"Non voglio più la cittadinanza catanese", prosegue Licandro, oggi responsabile nazionale dell'organizzazione del Pdci. "Vergogna, frustrazione, sgomento mi convincono a rinunciare alla cittadinanza catanese. E mi piacerebbe che tanti dicessero: io non sono catanese. Lo dico con una grande pena nel cuore, ma è necessario scrollarsi tutta l'angoscia che attanaglia, raggiungere una dimensione fredda e di distanza, insomma di estraneità per poter continuare una durissima battaglia di civiltà, democrazia e legalità anche soltanto con una sparuta minoranza di catanesi in una città feroce. Grazie a Saviano gli italiani hanno conosciuto Gomorra, oggi sanno che in Italia esiste anche Sodoma: Catania".

16/03/2009

Fonte:www.lasicilia.it

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