venerdì 6 febbraio 2009

Il quattro per cento. E la camorra che uccide...


Di Nando dalla Chiesa


Stanotte vado per pensieri sparsi, anche suggestionato -in tante direzioni- dalla bellissima serata trascorsa con Salvatore Borsellino.

Una rabbia cosciente, un’umanità profonda. Prima osservazione: un consigliere comunale (del Pd, ma poteva essere anche di un altro partito) è stato ucciso dalla camorra.
Qui non è questione solo di casalesi; è questione di criminalità come forma, metodo e aspirazione di vita.
Roba a larga diffusione sociale.
Di fronte alla quale, come ho sempre cercato (con poco successo) di dire, non tutti i politici, non tutta “la politica”, sono uguali. C’è chi ci sta, c’è chi viene ammazzato.
Seconda osservazione: l’unione delle camere penali querela Di Pietro.
Ossia degli avvocati portano in tribunale un politico per un eventuale reato d’opinione commesso nei confronti di un terzo, si tratti pure del presidente della Repubblica. Semplicemente pazzesco.
E quando B. attaccava a botte di insulti e a televisioni unificate i magistrati di ogni ordine e grado loro dov’erano?
Terza osservazione: a quanto pare anche Di Pietro ha votato in parlamento lo sbarramento del 4 per cento per le europee. Non male, davvero non male.
Ora speriamo che non diano soltanto più la colpa a Veltroni per l’eutanasia dei piccoli partiti. Potrà sembrare allucinante (per usare un termine di Saxrig), il fatto vero è che tutto è molto più intricato di come ce lo facciamo e ce lo raccontiamo sulla spinta dell’ideologia.


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Di Nando dalla Chiesa


Stanotte vado per pensieri sparsi, anche suggestionato -in tante direzioni- dalla bellissima serata trascorsa con Salvatore Borsellino.

Una rabbia cosciente, un’umanità profonda. Prima osservazione: un consigliere comunale (del Pd, ma poteva essere anche di un altro partito) è stato ucciso dalla camorra.
Qui non è questione solo di casalesi; è questione di criminalità come forma, metodo e aspirazione di vita.
Roba a larga diffusione sociale.
Di fronte alla quale, come ho sempre cercato (con poco successo) di dire, non tutti i politici, non tutta “la politica”, sono uguali. C’è chi ci sta, c’è chi viene ammazzato.
Seconda osservazione: l’unione delle camere penali querela Di Pietro.
Ossia degli avvocati portano in tribunale un politico per un eventuale reato d’opinione commesso nei confronti di un terzo, si tratti pure del presidente della Repubblica. Semplicemente pazzesco.
E quando B. attaccava a botte di insulti e a televisioni unificate i magistrati di ogni ordine e grado loro dov’erano?
Terza osservazione: a quanto pare anche Di Pietro ha votato in parlamento lo sbarramento del 4 per cento per le europee. Non male, davvero non male.
Ora speriamo che non diano soltanto più la colpa a Veltroni per l’eutanasia dei piccoli partiti. Potrà sembrare allucinante (per usare un termine di Saxrig), il fatto vero è che tutto è molto più intricato di come ce lo facciamo e ce lo raccontiamo sulla spinta dell’ideologia.


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