lunedì 26 gennaio 2009

QUALCOSA SI MUOVE… ( anche nel Meridionalismo…)


Ricevo dall'amico Andrea Balìa e posto:


La storia del Meridionalismo riguardante i territori del Sud di questo paese attaccato con lo sputo che è l’Italia, e che prima dell’evento unitario (giusto per esser “graziosi” sulla terminologia da usare per quella tragedia!) facevano parte dell’autonomo ed indipendente Stato del Regno delle Due Sicilie, ha inizio proprio alla fine del secolo scorso.

All’alba del nuovo Stato italiano prende piede, più come reazione spontanea che come movimento cosciente, un fiorire d’articoli, libri, dichiarazioni, ecc.. contro il nuovo assetto della penisola italica .

A lamentarsi, rivendicare, criticare sono scrittori, giornalisti, parlamentari meridionali che denunciano il degrado in cui fu gettato, e le vessazioni subite e proditoriamente perpetrate di continuo a danno delle regioni del Sud.

Questo già la dice lunga e porta ad una banale ma veritiera considerazione : come mai le critiche provenivano e riguardavano quelle regioni e non altre?

Se altri non erano a lamentarsi probabilmente non ne avevano motivo, e quindi i danni e le differenti condizioni erano specificatamente un reale problema meridionale.


Problema che suscitava maggior rabbia e sdegno se il tutto lo si paragonava alla situazione preesistente all’unità.

Ma tutto, purtroppo, s’attenua : i meridionali emigrarono in massa e “lacrime napulitane” in versi e canzoni furono il solo atteggiamento che attraverso due guerre ci portarono sino a metà del secolo scorso.

Partiva la Repubblica ma le cose per il Sud non cambiavano e allora si riaffacciava il fenomeno d’interessarsi di nuovo, almeno come studi, analisi e scritti, al Meridione da parte di qualche giovane politico tra cui anche i nostro attuale Presidente Napoletano.

I “Quaderni Meridionali” dovevano servire a portare all’attenzione le condizioni dei cittadini, dei giovani e degli operai del Sud.

Tale nobile impegno vide però un’alba breve in quanto il buon Togliatti chiamò il giovane Giorgio e gli “consigliò” fermamente di voltar pagina e chiudere quell’esperienza e riporre quei fogli : “…bisogna che i meridionali emigrino al Nord e aiutino a costruire appunto il grande Nord industriale…, tutta la classe operaia ne beneficerà e poi anche il Sud ne avrà vantaggi…questa la priorità!”


Così fu...tranne l’ultima parte : siamo ancora qui dopo poco più di mezzo secolo ad attendere quei vantaggi!

Nel frattempo la grande balena bianca e (demo) cristiana distraeva per oltre un ventennio i figli del Sud col suo voto di scambio, l’assistenzialismo e un po’ di posti dispensati lungo la penisola.

Intorno agli anni ’80 però succedeva qualcosa : un signore di nome Angelo Manna iniziò a tuonare come un tribuno dalla sua trasmissione televisiva d’un’emittente napoletana e subito dopo un manipolo di persone iniziò a togliere polvere dalle pietre della storia.

Iniziarono a parlare di revisione storica e di qualcosa che nessuno aveva mai raccontato bene ai meridionali.

Molti di noi hanno visto in quegli anni il battesimo del loro impegno meridionalista. Dire o scrivere di Borbone non era più così fuori luogo e iniziava a nascere il senso dell’appartenenza, l’orgoglio identitario e la voglia di riscatto per le nostre terre.

Un po’ di libri giusti, qualche scrittore coraggioso e qualche movimento e associazione culturale promettevano un risveglio.

Di nuovo un torpore riassale tutto ciò a cavallo degli anni di fine secolo, ma il seme era stato comunque gettato.

Il Berlusconismo con le sue mirabolanti promesse (ormai da un quindicennio proclamate) crea ulteriore distrazione : al Sud, come successe per il sogno mussoliniano e per la Dc si spera sempre nell’uomo della provvidenza, così come s’è fatto per il presunto rinascimento napoletano cavalcato da una sinistra invece in completo sfascio nazionale e locale.

E siamo giunti infine ai nostri giorni : il rifiorire di movimenti, l’avvento di internet con molti siti meridionalisti ha riportato un fervore e la voglia e l’esigenza d’una rappresentatività politica ormai improcrastinabile per un Sud in caduta libera. Qualcosa, comunque e vivaddio, sembra muoversi…


Molti però, non rinunciando a perverse abitudini e ad una facile furbizia che ahimè ci accompagna, cercano scorciatoie dimenticando che la prima cosa da fare è rifuggire dai politici imperanti dell’attuale arco parlamentare.

Così i Comitati Due Sicilie (novella formazione di delusi ex neoborbonici) pensano bene d’imparentarsi con l’MpA di Lombardo; l’MpA è composta da ex scafati democristiani che, annusando il vento meridionalista che s’alza, s’inventano un partito autonomistico per il Sud.

Nei fatti è una storia tutta d’interessi siciliani, con un’alleanza con l’attuale governo e quindi anche con la Lega.

Cuffaro e/o Scotti sono i giovincelli di primo pelo che dovrebbero riscattare il Sud! Roba da chiodi!


La Lega, per sfondare al Sud s’è inventata Alleanza Federalista con Chiappori (un suo europarlamentare, intimo di Bossi…) e cerca alleanze con chiunque voglia venderle il culo e la camicia come scrisse il grande Zitara.

Signori come Majorana, ricompaiono sempre sotto le elezioni, e, fingendo d’aver avuto nuove idee ripropongono sempre la stessa cosa : in cambio d’un po’ di rappresentatività vendere l’anima al diavolo.


Però…però…forse qualcosa d’interessante si prospetta. I


l buon vecchio Ciano, in quel di Gaeta, fonda il Partito del Sud e diventa assessore al Demanio.

Vince le elezioni con una lista civica e porta il sindaco; nel frattempo riesce a far bene nella sua cittadina e cavalca un buon consenso popolare.

Apre delegazioni di meridionali emigranti ed arrabbiati in più regioni italiane e in Sicilia ha un altro assessore in quel Erasmo Vecchio, altro personaggio meridionalista di buon spessore.

Fa partire sul serio il progetto CompraSud con l’adesione di oltre 800 aziende e aprendo questo mese il primo supermercato CompraSud a Catania, cui seguirà quello di Milano, ecc…

S’inventa l’approvazione, un mese fa, del Consiglio Comunale di Gaeta per far causa ai Savoia chiedendo il risarcimento per i danni dell’aggressione del 1861, e della cosa ne parla mamma RAI, i giornali di regime e perfino Le Monde, che l’intervista e gli dedica una pagina: Riesce a intrufolarsi nella Lega, fingendo interesse, e fa inserire all’articolo 16 della prossima riforma federale che i beni demaniali dello Stato tornino ai Comuni : così che la Reggia di Caserta tornerà a Caserta, i monumenti storici a Gaeta, ecc…

Ottenuta la proposta si defila : insomma se non un leader eccelso quantomeno un bell’animale politico.


Nel frattempo a Napoli nasce il movimento L’AltroSud, un concentrato di belle teste molto preparate.

Lo fonda Antonio Gentile, meridionalista di vecchia data e di lunga competenza di studi. Riscoprono Guido D’Orso e si rifanno al regionalismo europeo.

Operano tra i giovani (il che non è un male perché i nostri anni avanzano impietosi!) e fondano cellule universitarie con centinaia d’iscritti.


Orbene, il sottoscritto è stato ed è a tutt’oggi un battitore libero che rivendica fra i mille difetti forse un solo pregio : il tenermi informato.

Lo faccio sull’insegnamento d’un mio maestro che diceva : a parità d’intelligenza vince chi è più informato.

Credo d’aver annusato la positività di queste due formazioni e qualcuno mi ha chiesto di mediare perché si confrontassero : l’ho fatto ed il risultato (forse insperato) è stato il comunicato stampa che segue questo mio scritto.

Credo meritino attenzione perché liberi, non legati a nessun carrozzone parlamentare, aperti ad altri ma attenti a farsi compagni di chi è poco chiaro o ondivago.

Insomma, almeno per ora, una storia che promette bene.


Se son rose fioriranno…e forse verrà il momento che dovrò avere la mia prima tessera d’adesione a qualcosa di politico che operi per il Sud con impegno e pulizia.


********************************************************************


A Napoli l'Altro Sud-UDS e il Partito del Sud, due tra le più attive, rappresentative ed organizzate formazioni politiche meridionali esistenti, avviano, attraverso la creazione di un tavolo di lavoro comune, un processo di avvicinamento e di collaborazione.

Temi come la legalità, l'identità e la partecipazione democratica diventano elementi centrali per un'azione politica unitaria e vincente.

Il Partito del Sud prosegue sulla strada della collaborazione e della possibile aggregazione di movimenti meridionalisti, per costruire una realtà meridionalista autonoma che possa dialogare con tutti ma che, superando gli individualismi e le vecchie pratiche trasformiste, metta sempre al centro della proprio programma e della propria azione politica la difesa degli interessi del popolo meridionale e un nuovo modo di intendere la politica.

L'Altro Sud-UDS mira al rilancio del Sud d'Italia sulla base dei suoi antichi e profondi valori etici e culturali e delle sue straordinarie energie sociali e civili, troppo spesso ignorate quando si parla di Mezzogiorno. Obiettivo prioritario è dar vita ad un soggetto politico che sia espressione della parte sana della società civile meridionale, quella che non compare mai, se non marginalmente, nei media, nei tanti ed interminabili dibattiti politici sulla questione meridionale e, soprattutto, nella considerazione dei cittadini italiani.

Le due organizzazioni, dunque, si pongono nel Mezzogiorno alla guida di quel processo politico territoriale unitario, autonomo dalle altre formazioni politiche nazionali, che ha come finalità il controllo diretto delle comunità sulla gestione dei territori e sulle scelte di sviluppo e benessere delle proprie popolazioni.
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Ricevo dall'amico Andrea Balìa e posto:


La storia del Meridionalismo riguardante i territori del Sud di questo paese attaccato con lo sputo che è l’Italia, e che prima dell’evento unitario (giusto per esser “graziosi” sulla terminologia da usare per quella tragedia!) facevano parte dell’autonomo ed indipendente Stato del Regno delle Due Sicilie, ha inizio proprio alla fine del secolo scorso.

All’alba del nuovo Stato italiano prende piede, più come reazione spontanea che come movimento cosciente, un fiorire d’articoli, libri, dichiarazioni, ecc.. contro il nuovo assetto della penisola italica .

A lamentarsi, rivendicare, criticare sono scrittori, giornalisti, parlamentari meridionali che denunciano il degrado in cui fu gettato, e le vessazioni subite e proditoriamente perpetrate di continuo a danno delle regioni del Sud.

Questo già la dice lunga e porta ad una banale ma veritiera considerazione : come mai le critiche provenivano e riguardavano quelle regioni e non altre?

Se altri non erano a lamentarsi probabilmente non ne avevano motivo, e quindi i danni e le differenti condizioni erano specificatamente un reale problema meridionale.


Problema che suscitava maggior rabbia e sdegno se il tutto lo si paragonava alla situazione preesistente all’unità.

Ma tutto, purtroppo, s’attenua : i meridionali emigrarono in massa e “lacrime napulitane” in versi e canzoni furono il solo atteggiamento che attraverso due guerre ci portarono sino a metà del secolo scorso.

Partiva la Repubblica ma le cose per il Sud non cambiavano e allora si riaffacciava il fenomeno d’interessarsi di nuovo, almeno come studi, analisi e scritti, al Meridione da parte di qualche giovane politico tra cui anche i nostro attuale Presidente Napoletano.

I “Quaderni Meridionali” dovevano servire a portare all’attenzione le condizioni dei cittadini, dei giovani e degli operai del Sud.

Tale nobile impegno vide però un’alba breve in quanto il buon Togliatti chiamò il giovane Giorgio e gli “consigliò” fermamente di voltar pagina e chiudere quell’esperienza e riporre quei fogli : “…bisogna che i meridionali emigrino al Nord e aiutino a costruire appunto il grande Nord industriale…, tutta la classe operaia ne beneficerà e poi anche il Sud ne avrà vantaggi…questa la priorità!”


Così fu...tranne l’ultima parte : siamo ancora qui dopo poco più di mezzo secolo ad attendere quei vantaggi!

Nel frattempo la grande balena bianca e (demo) cristiana distraeva per oltre un ventennio i figli del Sud col suo voto di scambio, l’assistenzialismo e un po’ di posti dispensati lungo la penisola.

Intorno agli anni ’80 però succedeva qualcosa : un signore di nome Angelo Manna iniziò a tuonare come un tribuno dalla sua trasmissione televisiva d’un’emittente napoletana e subito dopo un manipolo di persone iniziò a togliere polvere dalle pietre della storia.

Iniziarono a parlare di revisione storica e di qualcosa che nessuno aveva mai raccontato bene ai meridionali.

Molti di noi hanno visto in quegli anni il battesimo del loro impegno meridionalista. Dire o scrivere di Borbone non era più così fuori luogo e iniziava a nascere il senso dell’appartenenza, l’orgoglio identitario e la voglia di riscatto per le nostre terre.

Un po’ di libri giusti, qualche scrittore coraggioso e qualche movimento e associazione culturale promettevano un risveglio.

Di nuovo un torpore riassale tutto ciò a cavallo degli anni di fine secolo, ma il seme era stato comunque gettato.

Il Berlusconismo con le sue mirabolanti promesse (ormai da un quindicennio proclamate) crea ulteriore distrazione : al Sud, come successe per il sogno mussoliniano e per la Dc si spera sempre nell’uomo della provvidenza, così come s’è fatto per il presunto rinascimento napoletano cavalcato da una sinistra invece in completo sfascio nazionale e locale.

E siamo giunti infine ai nostri giorni : il rifiorire di movimenti, l’avvento di internet con molti siti meridionalisti ha riportato un fervore e la voglia e l’esigenza d’una rappresentatività politica ormai improcrastinabile per un Sud in caduta libera. Qualcosa, comunque e vivaddio, sembra muoversi…


Molti però, non rinunciando a perverse abitudini e ad una facile furbizia che ahimè ci accompagna, cercano scorciatoie dimenticando che la prima cosa da fare è rifuggire dai politici imperanti dell’attuale arco parlamentare.

Così i Comitati Due Sicilie (novella formazione di delusi ex neoborbonici) pensano bene d’imparentarsi con l’MpA di Lombardo; l’MpA è composta da ex scafati democristiani che, annusando il vento meridionalista che s’alza, s’inventano un partito autonomistico per il Sud.

Nei fatti è una storia tutta d’interessi siciliani, con un’alleanza con l’attuale governo e quindi anche con la Lega.

Cuffaro e/o Scotti sono i giovincelli di primo pelo che dovrebbero riscattare il Sud! Roba da chiodi!


La Lega, per sfondare al Sud s’è inventata Alleanza Federalista con Chiappori (un suo europarlamentare, intimo di Bossi…) e cerca alleanze con chiunque voglia venderle il culo e la camicia come scrisse il grande Zitara.

Signori come Majorana, ricompaiono sempre sotto le elezioni, e, fingendo d’aver avuto nuove idee ripropongono sempre la stessa cosa : in cambio d’un po’ di rappresentatività vendere l’anima al diavolo.


Però…però…forse qualcosa d’interessante si prospetta. I


l buon vecchio Ciano, in quel di Gaeta, fonda il Partito del Sud e diventa assessore al Demanio.

Vince le elezioni con una lista civica e porta il sindaco; nel frattempo riesce a far bene nella sua cittadina e cavalca un buon consenso popolare.

Apre delegazioni di meridionali emigranti ed arrabbiati in più regioni italiane e in Sicilia ha un altro assessore in quel Erasmo Vecchio, altro personaggio meridionalista di buon spessore.

Fa partire sul serio il progetto CompraSud con l’adesione di oltre 800 aziende e aprendo questo mese il primo supermercato CompraSud a Catania, cui seguirà quello di Milano, ecc…

S’inventa l’approvazione, un mese fa, del Consiglio Comunale di Gaeta per far causa ai Savoia chiedendo il risarcimento per i danni dell’aggressione del 1861, e della cosa ne parla mamma RAI, i giornali di regime e perfino Le Monde, che l’intervista e gli dedica una pagina: Riesce a intrufolarsi nella Lega, fingendo interesse, e fa inserire all’articolo 16 della prossima riforma federale che i beni demaniali dello Stato tornino ai Comuni : così che la Reggia di Caserta tornerà a Caserta, i monumenti storici a Gaeta, ecc…

Ottenuta la proposta si defila : insomma se non un leader eccelso quantomeno un bell’animale politico.


Nel frattempo a Napoli nasce il movimento L’AltroSud, un concentrato di belle teste molto preparate.

Lo fonda Antonio Gentile, meridionalista di vecchia data e di lunga competenza di studi. Riscoprono Guido D’Orso e si rifanno al regionalismo europeo.

Operano tra i giovani (il che non è un male perché i nostri anni avanzano impietosi!) e fondano cellule universitarie con centinaia d’iscritti.


Orbene, il sottoscritto è stato ed è a tutt’oggi un battitore libero che rivendica fra i mille difetti forse un solo pregio : il tenermi informato.

Lo faccio sull’insegnamento d’un mio maestro che diceva : a parità d’intelligenza vince chi è più informato.

Credo d’aver annusato la positività di queste due formazioni e qualcuno mi ha chiesto di mediare perché si confrontassero : l’ho fatto ed il risultato (forse insperato) è stato il comunicato stampa che segue questo mio scritto.

Credo meritino attenzione perché liberi, non legati a nessun carrozzone parlamentare, aperti ad altri ma attenti a farsi compagni di chi è poco chiaro o ondivago.

Insomma, almeno per ora, una storia che promette bene.


Se son rose fioriranno…e forse verrà il momento che dovrò avere la mia prima tessera d’adesione a qualcosa di politico che operi per il Sud con impegno e pulizia.


********************************************************************


A Napoli l'Altro Sud-UDS e il Partito del Sud, due tra le più attive, rappresentative ed organizzate formazioni politiche meridionali esistenti, avviano, attraverso la creazione di un tavolo di lavoro comune, un processo di avvicinamento e di collaborazione.

Temi come la legalità, l'identità e la partecipazione democratica diventano elementi centrali per un'azione politica unitaria e vincente.

Il Partito del Sud prosegue sulla strada della collaborazione e della possibile aggregazione di movimenti meridionalisti, per costruire una realtà meridionalista autonoma che possa dialogare con tutti ma che, superando gli individualismi e le vecchie pratiche trasformiste, metta sempre al centro della proprio programma e della propria azione politica la difesa degli interessi del popolo meridionale e un nuovo modo di intendere la politica.

L'Altro Sud-UDS mira al rilancio del Sud d'Italia sulla base dei suoi antichi e profondi valori etici e culturali e delle sue straordinarie energie sociali e civili, troppo spesso ignorate quando si parla di Mezzogiorno. Obiettivo prioritario è dar vita ad un soggetto politico che sia espressione della parte sana della società civile meridionale, quella che non compare mai, se non marginalmente, nei media, nei tanti ed interminabili dibattiti politici sulla questione meridionale e, soprattutto, nella considerazione dei cittadini italiani.

Le due organizzazioni, dunque, si pongono nel Mezzogiorno alla guida di quel processo politico territoriale unitario, autonomo dalle altre formazioni politiche nazionali, che ha come finalità il controllo diretto delle comunità sulla gestione dei territori e sulle scelte di sviluppo e benessere delle proprie popolazioni.

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