martedì 20 gennaio 2009

La fine dell’indipendenza dei magistrati e della democrazia costituzionale


Oggi è stata scritta una delle pagine più buie della storia della magistratura italiana.

Riportiamo qui sotto la notizia con la freddezza di un lancio di agenzia.

Oggi due magistrati sono stati trasferiti e uno è stato addirittura sospeso dallo stipendio (misura che si comminava prima per condotte – E NON PER PROVVEDIMENTI - gravissime come una ipotesi di corruzione o simili) perché hanno scritto un provvedimento giudiziario che non è piaciuto al potere.

Come questo possa essere ritenuto compatibile con gli articoli 101 («i giudici sono soggetti soltanto alla legge») e 107 («i magistrati sono inamovibili») della Costituzione resta un autentico mistero.

Come una qualunque riforma fatta da Berlusconi possa porre l’indipendenza della magistratura in una condizione peggiore di quella in cui l’ha posta questo C.S.M. è un altro mistero.

L’effetto intimidatorio di questi provvedimenti su tutti i magistrati, che da domani, quando uno dei tanti avvocati/onorevoli in giro per i Tribunali o uno dei tanti capi di uffici giudiziari amici di questo o quel potente uomo politico li minacceranno rispetto al possibile contenuto di questo o quel provvedimento, si vedranno passare davanti l’immagine del Procuratore Apicella privato dello stipendio solo per il contenuto di un atto giudiziario da lui approvato, è evidente.

Cosa abbiano in comune con la maggior parte dei magistrati italiani quelli che stanno al C.S.M. e ai vertici dell’A.N.M. (che hanno applaudito sui giornali all’iniziativa del ministro Alfano) è difficile comprenderlo.

Da oggi, comunque, l’indipendenza dei magistrati, che è sempre stata compressa più di ogni altra cosa, non esiste più neppure formalmente.

Della democrazia in questo Paese non è rimasto più niente. Solo vuote parole per imbonire un popolo di sudditi.

E' una notte profondissima. Abbiamo il cuore a pezzi e un dolore profondo nell'anima.

Non siamo stati capaci di difendere ciò per cui tanti sono morti.

Abbiamo tradito tutti i colleghi assassinati per non essersi piegati all'ingiustizia e Giorgio Ambrosoli e Guido Rossa e Vittorio Bachelet e ogni singolo poliziotto e carabiniere caduto in servizio e ogni onest'uomo che ha sacrificato il proprio interesse a quello di tutti.

Ci hanno consegnato un patrimonio di valori pagato con le loro vite e noi abbiamo permesso che fosse buttato via per le brame di potere di pochi.

La storia si incaricherà, come sempre, di farci pagare a caro prezzo questo tradimento.



da Ansa.it del 19 gennaio 2009

ROMA - E’ contenuto in una ventina di righe il dispositivo della decisione con la quale la sezione disciplinare del Csm ha disposto la sospensione dalle funzioni e dallo stipendio del procuratore di Salerno Luigi Apicella e il trasferimento dei suoi colleghi Dionigio Verasani e Gabriella Nuzzi, del pg di Catanzaro Enzo Jannelli e del suo sostituto Alfredo Garbati. “La sezione disciplinare del Csm, visti gli articoli 13, secondo comma e 22, primo comma del decreto legislativo 23 febbraio 2006 n. 109, in parziale accoglimento della richiesta del pg presso la Cassazione e del ministro della Giustizia dispone: - la sospensione cautelare facoltativa dalle funzioni e dallo stipendio nonché il collocamento fuori dal ruolo organico della magistratura del dott. Luigi Apicella, con corresponsione al medesimo di un assegno alimentare nella misura sancita dall’articolo 10, secondo comma del decreto legislativo n. 109 del 2006”; - il trasferimento cautelare provvisorio dei dottori Dionigio Verasani e Gabriella Nuzzi, sostituti procuratori della Repubblica presso il tribunale di Salerno all’attuale sede e dalla funzione requirente; - il trasferimento cautelare e provvisorio dei dottori Enzo Jannelli, procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Catanzaro e Alfredo Garbati, sostituto procuratore generale presso la Corte di appello di Catanzaro, dall’attuale sede e dalla funzione requirente”. La sezione disciplinare inoltre “rigetta la richiesta di trasferimento cautelare provvisorio dei dottori Domenico De Lorenzo, sostituto pg presso la Corte di appello di Catanzaro e Salvatore Curcio, sostituto procuratore presso il tribunale di Catanzaro, applicato alla procura generale presso la Corte di appello di Catanzaro”.

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Oggi è stata scritta una delle pagine più buie della storia della magistratura italiana.

Riportiamo qui sotto la notizia con la freddezza di un lancio di agenzia.

Oggi due magistrati sono stati trasferiti e uno è stato addirittura sospeso dallo stipendio (misura che si comminava prima per condotte – E NON PER PROVVEDIMENTI - gravissime come una ipotesi di corruzione o simili) perché hanno scritto un provvedimento giudiziario che non è piaciuto al potere.

Come questo possa essere ritenuto compatibile con gli articoli 101 («i giudici sono soggetti soltanto alla legge») e 107 («i magistrati sono inamovibili») della Costituzione resta un autentico mistero.

Come una qualunque riforma fatta da Berlusconi possa porre l’indipendenza della magistratura in una condizione peggiore di quella in cui l’ha posta questo C.S.M. è un altro mistero.

L’effetto intimidatorio di questi provvedimenti su tutti i magistrati, che da domani, quando uno dei tanti avvocati/onorevoli in giro per i Tribunali o uno dei tanti capi di uffici giudiziari amici di questo o quel potente uomo politico li minacceranno rispetto al possibile contenuto di questo o quel provvedimento, si vedranno passare davanti l’immagine del Procuratore Apicella privato dello stipendio solo per il contenuto di un atto giudiziario da lui approvato, è evidente.

Cosa abbiano in comune con la maggior parte dei magistrati italiani quelli che stanno al C.S.M. e ai vertici dell’A.N.M. (che hanno applaudito sui giornali all’iniziativa del ministro Alfano) è difficile comprenderlo.

Da oggi, comunque, l’indipendenza dei magistrati, che è sempre stata compressa più di ogni altra cosa, non esiste più neppure formalmente.

Della democrazia in questo Paese non è rimasto più niente. Solo vuote parole per imbonire un popolo di sudditi.

E' una notte profondissima. Abbiamo il cuore a pezzi e un dolore profondo nell'anima.

Non siamo stati capaci di difendere ciò per cui tanti sono morti.

Abbiamo tradito tutti i colleghi assassinati per non essersi piegati all'ingiustizia e Giorgio Ambrosoli e Guido Rossa e Vittorio Bachelet e ogni singolo poliziotto e carabiniere caduto in servizio e ogni onest'uomo che ha sacrificato il proprio interesse a quello di tutti.

Ci hanno consegnato un patrimonio di valori pagato con le loro vite e noi abbiamo permesso che fosse buttato via per le brame di potere di pochi.

La storia si incaricherà, come sempre, di farci pagare a caro prezzo questo tradimento.



da Ansa.it del 19 gennaio 2009

ROMA - E’ contenuto in una ventina di righe il dispositivo della decisione con la quale la sezione disciplinare del Csm ha disposto la sospensione dalle funzioni e dallo stipendio del procuratore di Salerno Luigi Apicella e il trasferimento dei suoi colleghi Dionigio Verasani e Gabriella Nuzzi, del pg di Catanzaro Enzo Jannelli e del suo sostituto Alfredo Garbati. “La sezione disciplinare del Csm, visti gli articoli 13, secondo comma e 22, primo comma del decreto legislativo 23 febbraio 2006 n. 109, in parziale accoglimento della richiesta del pg presso la Cassazione e del ministro della Giustizia dispone: - la sospensione cautelare facoltativa dalle funzioni e dallo stipendio nonché il collocamento fuori dal ruolo organico della magistratura del dott. Luigi Apicella, con corresponsione al medesimo di un assegno alimentare nella misura sancita dall’articolo 10, secondo comma del decreto legislativo n. 109 del 2006”; - il trasferimento cautelare provvisorio dei dottori Dionigio Verasani e Gabriella Nuzzi, sostituti procuratori della Repubblica presso il tribunale di Salerno all’attuale sede e dalla funzione requirente; - il trasferimento cautelare e provvisorio dei dottori Enzo Jannelli, procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Catanzaro e Alfredo Garbati, sostituto procuratore generale presso la Corte di appello di Catanzaro, dall’attuale sede e dalla funzione requirente”. La sezione disciplinare inoltre “rigetta la richiesta di trasferimento cautelare provvisorio dei dottori Domenico De Lorenzo, sostituto pg presso la Corte di appello di Catanzaro e Salvatore Curcio, sostituto procuratore presso il tribunale di Catanzaro, applicato alla procura generale presso la Corte di appello di Catanzaro”.

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