domenica 14 dicembre 2008

MORTI SUL LAVORO. QUOTA MILLE


Di Stefano Corradino



Non ci appassioniamo alle cifre e alle statistiche. E ci raggelano quelle che riguardano i diritti umani negati, l'aumento della povertà o le morti sul lavoro. Ci siamo svegliati questa mattina osservando che lo spietato contatore degli infortuni sul nostro sito ha raggiunto quota 1000. Mille infortuni mortali. Mille vite, dall'inizio dell'anno, strappate alle loro famiglie, ai compagni di lavoro, strappate alla vita.
Non sono incidenti, non sono fatalità. Sono morti. E non sono bianche. Ma sporche. Omidici in piena regola. Come quello che ricorda sul nostro giornale don Nandino Capovilla, sacerdote coraggioso di Pax Chisti. Un giovanissimo ucraino rimasto sepolto da tonnellate di macerie di un muro in un cantiere dell'isola di Murano. Oggi proprio a Murano, e ad Assisi, Articolo21 insieme a Cesare Damiano continua il suo viaggio con la "carovana per il lavoro sicuro" nelle realtà italiane che hanno conosciuto il dramma degli infortuni mortali sul lavoro.

1000 morti, 1000444 infortuni, 25011 invalidi. Questo il bollettino di guerra dall'inizio dell'anno. Sono le nostre cifre ufficiali, ma secondo Marco Bazzoni, delegato alla sicurezza da sempre impegnato su questo tema, sono anche di più. Una media di tre morti al giorno. "3,87", titolava il documentario di Valerio Mastandrea dedicato proprio al tema delle morti sul lavoro.
E il contatore continua a crescere inesorabilmente anche mentre scriviamo.
Non ha tregua, neanche mentre commemoriamo la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, che compie 60 anni. E che all'articolo 23 recita
"Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro..."
Erano tutt'altro soddisfacenti le condizioni in cui mille lavoratori, italiani e stranieri sono deceduti nel 2008. Schiacciati da una gru, caduti da un cantiere, morti intossicati dalle esalazioni. Thyssen, Campello sul Clitunno. Novembre e dicembre sono stati mesi di commemorazioni. Di grida di dolore dei familiari che piangono i loro morti e chiedono giustizia. Non per sè stessi ma per evitare che altri possano provare lo stesso dolore.

L'Italia ha tanti record di cui non può certo vantarsi. Siamo al primo posto in Europa per i conflitti di interesse. Abbiamo il primato dei politici più inquisiti.
E' il Paese con più spazzatura non smaltita...
E oggi anche la leadership europea per i morti sul lavoro.

Ieri un altro epidosio tragico: a Catania è morto Gaetano di Marco. 28 anni. Lavorava sul tetto di un capannone. E' precipitato al suolo da un’altezza di sei metri, e non ha retto all’urto. Si era sposato tre mesi fa...

Fonte:
Articolo 21
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Di Stefano Corradino



Non ci appassioniamo alle cifre e alle statistiche. E ci raggelano quelle che riguardano i diritti umani negati, l'aumento della povertà o le morti sul lavoro. Ci siamo svegliati questa mattina osservando che lo spietato contatore degli infortuni sul nostro sito ha raggiunto quota 1000. Mille infortuni mortali. Mille vite, dall'inizio dell'anno, strappate alle loro famiglie, ai compagni di lavoro, strappate alla vita.
Non sono incidenti, non sono fatalità. Sono morti. E non sono bianche. Ma sporche. Omidici in piena regola. Come quello che ricorda sul nostro giornale don Nandino Capovilla, sacerdote coraggioso di Pax Chisti. Un giovanissimo ucraino rimasto sepolto da tonnellate di macerie di un muro in un cantiere dell'isola di Murano. Oggi proprio a Murano, e ad Assisi, Articolo21 insieme a Cesare Damiano continua il suo viaggio con la "carovana per il lavoro sicuro" nelle realtà italiane che hanno conosciuto il dramma degli infortuni mortali sul lavoro.

1000 morti, 1000444 infortuni, 25011 invalidi. Questo il bollettino di guerra dall'inizio dell'anno. Sono le nostre cifre ufficiali, ma secondo Marco Bazzoni, delegato alla sicurezza da sempre impegnato su questo tema, sono anche di più. Una media di tre morti al giorno. "3,87", titolava il documentario di Valerio Mastandrea dedicato proprio al tema delle morti sul lavoro.
E il contatore continua a crescere inesorabilmente anche mentre scriviamo.
Non ha tregua, neanche mentre commemoriamo la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, che compie 60 anni. E che all'articolo 23 recita
"Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro..."
Erano tutt'altro soddisfacenti le condizioni in cui mille lavoratori, italiani e stranieri sono deceduti nel 2008. Schiacciati da una gru, caduti da un cantiere, morti intossicati dalle esalazioni. Thyssen, Campello sul Clitunno. Novembre e dicembre sono stati mesi di commemorazioni. Di grida di dolore dei familiari che piangono i loro morti e chiedono giustizia. Non per sè stessi ma per evitare che altri possano provare lo stesso dolore.

L'Italia ha tanti record di cui non può certo vantarsi. Siamo al primo posto in Europa per i conflitti di interesse. Abbiamo il primato dei politici più inquisiti.
E' il Paese con più spazzatura non smaltita...
E oggi anche la leadership europea per i morti sul lavoro.

Ieri un altro epidosio tragico: a Catania è morto Gaetano di Marco. 28 anni. Lavorava sul tetto di un capannone. E' precipitato al suolo da un’altezza di sei metri, e non ha retto all’urto. Si era sposato tre mesi fa...

Fonte:
Articolo 21

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