giovedì 11 dicembre 2008

Chiaiano: "Omicidio di stato"


Di Santolo Felaco


Conferenza "Emergenza rifiuti in Campania e dubbi di legittimità sulle azioni del Governo in deroga a norme costituzionali e direttive comunitarie".


In sintesi, sono state riportare le considerazioni di carattere tecnico-scientifico del prof. Franco Ortolani*.

° Una volta allestita a discarica la cava del poligono di Chiaiano, trascorsi 15, 20 anni si disperderà materiale inquinante nella falda acquifera, a causa del deterioramento della guaina di impermeabilizzazione.

° Esiste un reale pericolo di crollo delle pareti. Gli errori contenuti nelle indagini fatte eseguire dall’ARPAC su richiesta del commissario di governo portavano ad un progetto completamente sbagliato. Lo spessore del tufo che può staccarsi dai costoni è di almeno 20 metri, dunque le reti messe a protezione delle pareti con chiodi lunghi 3 metri non sarebbero sufficienti a contenere tale volume.

° Nel 1999 nella cava di cupa Fragolara, a 300 metri di distanza dalla cava del poligono, è avvenuto il crollo di una parete con il distacco di 5000 / 6000 metri cubi di tufo. Il 13 ottobre, durante l’unico accesso consentito ai tecnici, è stato fatto presente ai militari ed ai civili che erano a rischio della loro vita a causa del possibile distacco di grossi volumi di tufo dalle pareti della cava.

° Esiste altresì il pericolo di distacco di colate di fango al di sopra delle pareti di tufo.

° Alla fine di ottobre , in segutio ad un’operazione di sbancamento del terreno, è stata trovata una collinetta con sacchi di amianto e altri rifiuti di vario genere. Ortolani ha sottolineato la necessità di eseguire dei controlli al di sotto della collinetta. In passato, i prof.ri Ortolani e De Medici** hanno più volte fatto presente che si sarebbero dovute effettuare delle verifiche non solo sul fondo dellla cava da adibire a discarica, ma in tutta l’area circostante.

° Durante la sua ricerca, il prof. Ortolani ha preso in considerazione delle cave poste a 200 / 300 metri di distanza dalla cava del poligono durante un arco di tempo che va dal 1994 al 2006.

Rilievi satellitari a costo zero (Google Earth disponibile su internet), richiesti dai tecnici e non attuati, consentivano di rilevare lo stato ambientale del territorio. Dalla ricerca del professore è stato messo in evidenza che 1 milione e mezzo / 2 milioni di metri cubi di materiali sono stati sversati nelle cave vicine alla costruenda discarica. Non è possibile conoscere la natura di tali materiali, dunque occorrerebbe fare delle verifiche in tal senso.

° A meno di 200 metri dal Secondo Policlinico è stata sequestrata , 12 novembre ’08, una cava adibita a discarica. Ortolani ha fatto notare che quello che ha potuto constatare la GdF sono stati solo pochi metri in superficie. C’erano almeno 50 metri in profondità che non sono stati presi in considerazione.

° A 700 metri circa dall’Ospedale Monaldi è presente un’altra cava: anche in questo caso, nel corso degli anni si è verificato un riempimento degli spazi lasciati vuoti dall’attività estrattiva del tufo. In pratica, i camion uscivano dalla cava pieni di materiale tufaceo ed entravano all’interno della cava non vuoti, ma pieni di altro materiale (il prof. continua a sottolineare che non conosce la natura di tale materiale). I comuni cittadini assistevano, dunque, ad un vero e proprio ciclo industriale che non destava sospetti. Una volta portato a termine il riempimento, il tutto è stato ricoperto con del terreno e la vegetazione cresciuta col tempo sopra quell’area ha fatto sparire ogni traccia della precedente attività.

A questo punto, il prof. Ortolani si è domandato se ci sia una relazione tra questa attività e l’incidenza di alcune gravi patologie rilevate nelle zone limitrofe.
L’ intervento del professore continua con importanti considerazioni riguardo la legislazione speciale in tema di emergenza rifiuti attuata dall’attuale governo nella regione Campania.

Il prof. Ortolani ha ribadito che il suo operato è stato condotto nel totale rispetto dell’ambiente e soprattuto delle leggi. Il professore ha richiamato all’osservanza di quello che non è derogabile, cioè le disposizioni di natura tecnica.
Altri documenti e relazioni sono disponibili alla sezione DOCUMENTI di chiaianodiscarica.it
( la sintesi dell’intervento del prof. Ortolani è a cura dello staff di chiaiaNOdiscarica.it )

*Ordinario di Geologia dell’Università Federico II di Napoli e assessore alla Tutela del Territorio del Comune di Marano (NA).
**Geologo ed Idrogeologo e assessore alla Tutela dell’ Ambiente del Comune di Marano (NA).

Video del Prof. Ortolani: http://video.google.com/videoplay?docid=8040263800535566615&ei=U30-SaXSPKKy2gKwuuz9CA&q=chiaiano+discarica+ortolani

Video del Prof. De Medici: http://video.google.com/videoplay?docid=73257502768813029&ei=mX0-SdM-gqDaAp3Z6OEB&q=chiaiano+discarica+de+medici

Fonte:Agoravox
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Di Santolo Felaco


Conferenza "Emergenza rifiuti in Campania e dubbi di legittimità sulle azioni del Governo in deroga a norme costituzionali e direttive comunitarie".


In sintesi, sono state riportare le considerazioni di carattere tecnico-scientifico del prof. Franco Ortolani*.

° Una volta allestita a discarica la cava del poligono di Chiaiano, trascorsi 15, 20 anni si disperderà materiale inquinante nella falda acquifera, a causa del deterioramento della guaina di impermeabilizzazione.

° Esiste un reale pericolo di crollo delle pareti. Gli errori contenuti nelle indagini fatte eseguire dall’ARPAC su richiesta del commissario di governo portavano ad un progetto completamente sbagliato. Lo spessore del tufo che può staccarsi dai costoni è di almeno 20 metri, dunque le reti messe a protezione delle pareti con chiodi lunghi 3 metri non sarebbero sufficienti a contenere tale volume.

° Nel 1999 nella cava di cupa Fragolara, a 300 metri di distanza dalla cava del poligono, è avvenuto il crollo di una parete con il distacco di 5000 / 6000 metri cubi di tufo. Il 13 ottobre, durante l’unico accesso consentito ai tecnici, è stato fatto presente ai militari ed ai civili che erano a rischio della loro vita a causa del possibile distacco di grossi volumi di tufo dalle pareti della cava.

° Esiste altresì il pericolo di distacco di colate di fango al di sopra delle pareti di tufo.

° Alla fine di ottobre , in segutio ad un’operazione di sbancamento del terreno, è stata trovata una collinetta con sacchi di amianto e altri rifiuti di vario genere. Ortolani ha sottolineato la necessità di eseguire dei controlli al di sotto della collinetta. In passato, i prof.ri Ortolani e De Medici** hanno più volte fatto presente che si sarebbero dovute effettuare delle verifiche non solo sul fondo dellla cava da adibire a discarica, ma in tutta l’area circostante.

° Durante la sua ricerca, il prof. Ortolani ha preso in considerazione delle cave poste a 200 / 300 metri di distanza dalla cava del poligono durante un arco di tempo che va dal 1994 al 2006.

Rilievi satellitari a costo zero (Google Earth disponibile su internet), richiesti dai tecnici e non attuati, consentivano di rilevare lo stato ambientale del territorio. Dalla ricerca del professore è stato messo in evidenza che 1 milione e mezzo / 2 milioni di metri cubi di materiali sono stati sversati nelle cave vicine alla costruenda discarica. Non è possibile conoscere la natura di tali materiali, dunque occorrerebbe fare delle verifiche in tal senso.

° A meno di 200 metri dal Secondo Policlinico è stata sequestrata , 12 novembre ’08, una cava adibita a discarica. Ortolani ha fatto notare che quello che ha potuto constatare la GdF sono stati solo pochi metri in superficie. C’erano almeno 50 metri in profondità che non sono stati presi in considerazione.

° A 700 metri circa dall’Ospedale Monaldi è presente un’altra cava: anche in questo caso, nel corso degli anni si è verificato un riempimento degli spazi lasciati vuoti dall’attività estrattiva del tufo. In pratica, i camion uscivano dalla cava pieni di materiale tufaceo ed entravano all’interno della cava non vuoti, ma pieni di altro materiale (il prof. continua a sottolineare che non conosce la natura di tale materiale). I comuni cittadini assistevano, dunque, ad un vero e proprio ciclo industriale che non destava sospetti. Una volta portato a termine il riempimento, il tutto è stato ricoperto con del terreno e la vegetazione cresciuta col tempo sopra quell’area ha fatto sparire ogni traccia della precedente attività.

A questo punto, il prof. Ortolani si è domandato se ci sia una relazione tra questa attività e l’incidenza di alcune gravi patologie rilevate nelle zone limitrofe.
L’ intervento del professore continua con importanti considerazioni riguardo la legislazione speciale in tema di emergenza rifiuti attuata dall’attuale governo nella regione Campania.

Il prof. Ortolani ha ribadito che il suo operato è stato condotto nel totale rispetto dell’ambiente e soprattuto delle leggi. Il professore ha richiamato all’osservanza di quello che non è derogabile, cioè le disposizioni di natura tecnica.
Altri documenti e relazioni sono disponibili alla sezione DOCUMENTI di chiaianodiscarica.it
( la sintesi dell’intervento del prof. Ortolani è a cura dello staff di chiaiaNOdiscarica.it )

*Ordinario di Geologia dell’Università Federico II di Napoli e assessore alla Tutela del Territorio del Comune di Marano (NA).
**Geologo ed Idrogeologo e assessore alla Tutela dell’ Ambiente del Comune di Marano (NA).

Video del Prof. Ortolani: http://video.google.com/videoplay?docid=8040263800535566615&ei=U30-SaXSPKKy2gKwuuz9CA&q=chiaiano+discarica+ortolani

Video del Prof. De Medici: http://video.google.com/videoplay?docid=73257502768813029&ei=mX0-SdM-gqDaAp3Z6OEB&q=chiaiano+discarica+de+medici

Fonte:Agoravox

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