lunedì 22 settembre 2008

Il silenzio aiuta la mafia


La criminalità organizzata a Reggio? Non è un’invenzione».

Le rivelazioni choc del pentito Domenico Bidognetti che ha rivelato al settimanale L’Espresso l'assalto camorrista all'economia emiliana trovano conferma nelle parole del reggiano Paolo Bocedi, presidente nazionale dell'associazione anti-racket Sos Italia Libera.

Bocedi, che da 17 anni offre aiuto alle vittime dell’usura, non ha dubbi:

«Camorra e ’ndrangheta stanno infettando il tessuto economico della nostra terra».

«La criminalità organizzata -spiega - ha esteso i suoi tentacoli anche in Emilia Romagna ed è agevolata dal fatto che se ne parla poco o nulla. Qui operano da tempo cosche che praticano usura, racket, traffico di droga e riciclaggio di denaro. A peggiorare la situazione è arrivata anche la crisi economica: famiglie e imprenditori, impoveriti, sempre più spesso sono costretti a chiedere denaro in prestito a personaggi senza scrupoli ed entrano in unas pirale da cui è difficile uscire». Il dossier de L’Espresso spiega come si sono ricreate nella ricca Emilia le condizioni ideali per il proliferare della camorra:«La scoperta della terra promessa avviene secondo il modello classico: il soggiorno obbligato».«Accadeva tra l'89 e il '90 - racconta il pentito - All'epoca noi ritenevamo questa zona molto sicura,una sorta di fortezza. Sui casalesi e i sanciprianesi residenti lì esercitavamo pressioni, quando eravamo a Modena o Reggio per latitanza o provvedimenti dinatura giudiziaria».«In Emilia - conferma Bocedi -si sono create condizioni ottimali con l’arrivo di pregiudicati.Ora ci ritroviamo con aziende in mano a criminali diventati a loro volta imprenditori e commercianti».Il presidente dell’associazione Sos Italia Libera conclude lanciando un monito ai reggiani:«State sottovalutando il problema del racket».«Denunciate i vostri aguzzini» è l'appello di Bocedi. «Dobbiamo fare capire alla gente - conclude -che l'unica soluzione per sconfiggere l'usura e il racket è superare l'omertà e denunciare».

Il numero verde dell'associazione,che ha sede a Modena èin via Badia, 11, è 800/667733.

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La criminalità organizzata a Reggio? Non è un’invenzione».

Le rivelazioni choc del pentito Domenico Bidognetti che ha rivelato al settimanale L’Espresso l'assalto camorrista all'economia emiliana trovano conferma nelle parole del reggiano Paolo Bocedi, presidente nazionale dell'associazione anti-racket Sos Italia Libera.

Bocedi, che da 17 anni offre aiuto alle vittime dell’usura, non ha dubbi:

«Camorra e ’ndrangheta stanno infettando il tessuto economico della nostra terra».

«La criminalità organizzata -spiega - ha esteso i suoi tentacoli anche in Emilia Romagna ed è agevolata dal fatto che se ne parla poco o nulla. Qui operano da tempo cosche che praticano usura, racket, traffico di droga e riciclaggio di denaro. A peggiorare la situazione è arrivata anche la crisi economica: famiglie e imprenditori, impoveriti, sempre più spesso sono costretti a chiedere denaro in prestito a personaggi senza scrupoli ed entrano in unas pirale da cui è difficile uscire». Il dossier de L’Espresso spiega come si sono ricreate nella ricca Emilia le condizioni ideali per il proliferare della camorra:«La scoperta della terra promessa avviene secondo il modello classico: il soggiorno obbligato».«Accadeva tra l'89 e il '90 - racconta il pentito - All'epoca noi ritenevamo questa zona molto sicura,una sorta di fortezza. Sui casalesi e i sanciprianesi residenti lì esercitavamo pressioni, quando eravamo a Modena o Reggio per latitanza o provvedimenti dinatura giudiziaria».«In Emilia - conferma Bocedi -si sono create condizioni ottimali con l’arrivo di pregiudicati.Ora ci ritroviamo con aziende in mano a criminali diventati a loro volta imprenditori e commercianti».Il presidente dell’associazione Sos Italia Libera conclude lanciando un monito ai reggiani:«State sottovalutando il problema del racket».«Denunciate i vostri aguzzini» è l'appello di Bocedi. «Dobbiamo fare capire alla gente - conclude -che l'unica soluzione per sconfiggere l'usura e il racket è superare l'omertà e denunciare».

Il numero verde dell'associazione,che ha sede a Modena èin via Badia, 11, è 800/667733.

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