giovedì 21 agosto 2008

La tangente della Tangenziale! Esposto di Insorgenza Civile al Ministro Matteoli.


INSORGENZA CONIA UN NUOVO SEGNALE STRADALE
"FINE TANGENZIALE A PAGAMENTO"


Con un esposto rivolto al Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti On. A. Matteoli si denuncia la grave anomalia rappresentata dal fatto che i napoletani sono ancora costretti a pagare il pedaggio autostradale per attraversare la tangenziale ad oltre 35 anni dalla sua realizzazione.

Si tratta dell’unico asse viario interurbano a pagamento d’Europa” . Nel 2005 la gestione delle arterie autostradali ha generato profitti calcolabili per 2,6 miliardi di euro .

All’amministrazione dello Stato, il loro unico legittimo possessore sempre pronto ad esigere imposte e tributi dalle piccole imprese e dai normali cittadini, spettano soltanto 130 milioni.

Un misero 5 per cento sul totale degli introiti derivanti dagli afflussi sulla rete autostradale. Siamo, inconfutabilmente, di fronte ad una delle forme più spregiudicate di sfruttamento del demanio pubblico ai danni di quel limone già interamente spremuto che è diventato oggi il cittadino automobilista – denunzia Insorgenza civile.

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19.08.200


Al sig. Ministro delle
infrastrutture e dei Trasporti
On. A. Matteoli


Esposto


Nel 2005 la gestione delle arterie autostradali ha generato profitti calcolabili
per 2,6 miliardi di euro. All’amministrazione dello Stato, il loro unico legittimo
possessore – sempre pronto ad esigere imposte e tributi dalle piccole imprese
e dai normali cittadini – spettano soltanto 130 milioni. Un misero 5 per cento
sul totale degli introiti derivanti dagli afflussi sulla rete autostradale.
Tutto il resto viene interamente incamerato nelle casse della concessionaria –
Anas, società di proprietà pubblica – e, soprattutto, delle società
subconcessionarie società controllate da privati.
Siamo, inconfutabilmente, di fronte ad una delle forme più spregiudicate di
sfruttamento del demanio pubblico ai danni di quel limone già interamente
spremuto che è diventato oggi il cittadino automobilista.
La tangenziale di Napoli, ufficialmente denominata A56, costituisce l’asse
urbano principale del capoluogo campano. La peculiarità non trascurabile che si
intende sottoporre alla disamina di questo Ministero consiste nel fatto che si
tratta dell’unico asse urbano - presente in Italia - che attraversa una grande
città che è interamente a pedaggio.

Gli scriventi ravvisano l’assoluta incomprensibilità delle ragioni che
determinano la particolarità del trattamento riservato agli automobilisti
partenopei ad oltre 35 anni dalla realizzazione di tale tratto viario interurbano.

I napoletani, invero, risultano vessati da una gabella supplementare – che si
aggiunge ai disagi di cui sono straordinariamente già gravati ( benzina più cara
D’Europa, rc. Auto più costose d’italia, tassa di possesso etc) - essendo
costretti ad attraversare il tratto autostradale cittadino diverse volte al giorno
stante la notoria “ordinaria caoticità” del traffico cittadino.

Il flusso del traffico che interessa questo tratto autostradale è stimato nella
non trascurabile cifra di 275.000 attraversamenti al giorno.
Dei proventi dei pedaggi, però, non beneficia in alcun modo l’amministrazione
comunale cittadina.

Di questo mare di denaro, ingiustificatamente preteso dai napoletani che
attraversano l’essenziale asse viario, allo Stato ne resta molto poco trattandosi
di un tratto autostradale gestito in subconcessione da privati.
Le società subconcessionarie sono tenute, infatti, a erogare all’erario cifre del
tutto irrisorie dei proventi netti del pedaggio ( 1%) e della pubblicità ( 2,4%).
La gestione attuale della tangenziale è di competenza della Tangenziale di
Napoli s.p.a, società del gruppo Atlantia la cui compagine societaria è formata
in netta prevalenza da grandi imprese e gruppi finanziari del Nord
( Benetton e Banca Popolare di Milano).

I sottoscritti confidano, pertanto, nell’intervento della Sv. affinché si ponga
sollecitamente rimedio alla denunziata ennesima vessazione che i napoletani
ingiustificatamente sono, loro malgrado, costretti a subire.


Avv. Carmine Ippolito
Arch. Nando Dicè
Michele Turizio
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INSORGENZA CONIA UN NUOVO SEGNALE STRADALE
"FINE TANGENZIALE A PAGAMENTO"


Con un esposto rivolto al Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti On. A. Matteoli si denuncia la grave anomalia rappresentata dal fatto che i napoletani sono ancora costretti a pagare il pedaggio autostradale per attraversare la tangenziale ad oltre 35 anni dalla sua realizzazione.

Si tratta dell’unico asse viario interurbano a pagamento d’Europa” . Nel 2005 la gestione delle arterie autostradali ha generato profitti calcolabili per 2,6 miliardi di euro .

All’amministrazione dello Stato, il loro unico legittimo possessore sempre pronto ad esigere imposte e tributi dalle piccole imprese e dai normali cittadini, spettano soltanto 130 milioni.

Un misero 5 per cento sul totale degli introiti derivanti dagli afflussi sulla rete autostradale. Siamo, inconfutabilmente, di fronte ad una delle forme più spregiudicate di sfruttamento del demanio pubblico ai danni di quel limone già interamente spremuto che è diventato oggi il cittadino automobilista – denunzia Insorgenza civile.

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19.08.200


Al sig. Ministro delle
infrastrutture e dei Trasporti
On. A. Matteoli


Esposto


Nel 2005 la gestione delle arterie autostradali ha generato profitti calcolabili
per 2,6 miliardi di euro. All’amministrazione dello Stato, il loro unico legittimo
possessore – sempre pronto ad esigere imposte e tributi dalle piccole imprese
e dai normali cittadini – spettano soltanto 130 milioni. Un misero 5 per cento
sul totale degli introiti derivanti dagli afflussi sulla rete autostradale.
Tutto il resto viene interamente incamerato nelle casse della concessionaria –
Anas, società di proprietà pubblica – e, soprattutto, delle società
subconcessionarie società controllate da privati.
Siamo, inconfutabilmente, di fronte ad una delle forme più spregiudicate di
sfruttamento del demanio pubblico ai danni di quel limone già interamente
spremuto che è diventato oggi il cittadino automobilista.
La tangenziale di Napoli, ufficialmente denominata A56, costituisce l’asse
urbano principale del capoluogo campano. La peculiarità non trascurabile che si
intende sottoporre alla disamina di questo Ministero consiste nel fatto che si
tratta dell’unico asse urbano - presente in Italia - che attraversa una grande
città che è interamente a pedaggio.

Gli scriventi ravvisano l’assoluta incomprensibilità delle ragioni che
determinano la particolarità del trattamento riservato agli automobilisti
partenopei ad oltre 35 anni dalla realizzazione di tale tratto viario interurbano.

I napoletani, invero, risultano vessati da una gabella supplementare – che si
aggiunge ai disagi di cui sono straordinariamente già gravati ( benzina più cara
D’Europa, rc. Auto più costose d’italia, tassa di possesso etc) - essendo
costretti ad attraversare il tratto autostradale cittadino diverse volte al giorno
stante la notoria “ordinaria caoticità” del traffico cittadino.

Il flusso del traffico che interessa questo tratto autostradale è stimato nella
non trascurabile cifra di 275.000 attraversamenti al giorno.
Dei proventi dei pedaggi, però, non beneficia in alcun modo l’amministrazione
comunale cittadina.

Di questo mare di denaro, ingiustificatamente preteso dai napoletani che
attraversano l’essenziale asse viario, allo Stato ne resta molto poco trattandosi
di un tratto autostradale gestito in subconcessione da privati.
Le società subconcessionarie sono tenute, infatti, a erogare all’erario cifre del
tutto irrisorie dei proventi netti del pedaggio ( 1%) e della pubblicità ( 2,4%).
La gestione attuale della tangenziale è di competenza della Tangenziale di
Napoli s.p.a, società del gruppo Atlantia la cui compagine societaria è formata
in netta prevalenza da grandi imprese e gruppi finanziari del Nord
( Benetton e Banca Popolare di Milano).

I sottoscritti confidano, pertanto, nell’intervento della Sv. affinché si ponga
sollecitamente rimedio alla denunziata ennesima vessazione che i napoletani
ingiustificatamente sono, loro malgrado, costretti a subire.


Avv. Carmine Ippolito
Arch. Nando Dicè
Michele Turizio

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