domenica 27 luglio 2008

Voglio vivere, voglio essere libero


Di Alfonso Navarra

Cari amiche e cari amici di Chiaiano, fronte avanzato della resistenza umana contro lo sviluppismo antiecologico ed antisociale noi tutti, appartenenti a quello che i media bollano come il “Partito del NO”, e che in realtà è il movimento dell’alternativa civile di base noi in particolare aderenti al Patto di Mutuo Soccorso (non credo che alcuno possa smentirmi)siamo con voi col cuore e vorremmo/dovremmo essere, da tutta Italia, fisicamente a Napoli a lottare perchè in questa estate si decide molto del destino di tutta l’opposizione sociale, dai No-TAV della Val di Susa ai No-Ponte di Reggio Calabria e Messina, che si sta puntando a criminalizzare.
Io personalmente, nei giorni scorsi, una volta appreso che la Curia di Napoli era la proprietaria della discarica di Chiaiano (lotto n. 3 intestato all’Arciconfraternita dei Frati Pellegrini) mi sono attaccato al telefono:
siamo a cavallo, mi sono detto.
Non mi è parso vero invitare gli esponenti dei comitati locali (segnalatimi dai “grillini” di Napoli) ad investire questo obiettivo “sensibile” e “vulnerabile” - la Chiesa cattolica, appunto - perchè si tirasse fuori dal business rifiuti.
Voi comunque, per fortuna, eravate già partiti da soli: secondo me, il fatto fa bene sperare per l’esito della lotta.
La pressione sulla Chiesa, infatti, considerata pragmaticamente e non ideologicamente, è la prova della maturità di una resistenza popolare che si sta dimostrando all’altezza dello scontro cui è chiamata.
Già, questa resistenza, ha rifiutato la prova di forza fisica nel “tenere la postazione” (la stessa grande stampa ha chiarito che la repressione poliziesca avrebbe “cercato il morto”) per adottare una tattica di lungo periodo, che potremmo definire di “guerriglia non violenta”.
140 camion al giorno come potranno passare in una situazione in cui la gente non collabora, boicotta, ostacola (senza attentare all’incolumità fisica delle persone)?
Ora si sta muovendo - la resistenza - per mettere alle strette una Istituzione che deve trovare coerenza tra le parole e i fatti e mostrare concretamente che ha a cuore la salute e la dignità delle proprie “pecorelle”.
Oltretutto va tenuto presente che, per accordi concordatari, la Chiesa non può venire espropriata: quindi se dice di no, la discarica a Chiaiano non si fa.
La stampa, per ovvi motivi, ha tentato e tenterà di non dare risalto all’iniziativa dell’ocupazione del Duomo di Napoli, ma la perseveranza romperà il muro del silenzio.
Resterebbe, credo, un’ultima azione, quella cui ho accennato nella mia mail intitolata “Cosa avrebbe fatto Gandhi”, che ho fatto circolare su vari siti internet.
Bisognerebbe che personalità riconosciute - il nome che subito salta alle labbra è quello solito di Zanotelli - chiamassero ad una disobbedienza civile composta contro il decreto che prevede anni di carcere per chi si oppone alle discariche (5 anni per i promotori).
Mi permetto di autocitarmi:“Mohandas, studiata bene la situazione, avrebbe organizzato i suoi da tutta l’India, fatto una conferenza stampa, e li avrebbe fatti sfilare ordinati e disciplinati, in fila “indiana”, fino ad andare in bocca alla polizia, con un cartello al collo: “Voglio vivere, voglio essere libero.
No alla discarica, no al decreto Berlusconi, arrestatemi”.
No urla di “assassini” contro i poliziotti, no sassi, no barricate, no bus incendiati.
Solo la ferma determinazione a violare una legge ingiusta e la “provocazione” sistematicamente perseguita a riempire le prigioni per una volontà che niente mai potrà spezzare.
Perchè la prova di forza che va ingaggiata non è sul piano del confronto fisico, ma su quello morale.Non si tratta di difendere materialmente degli spazi e di riconquistare delle posizioni, che so piazza Titanic: si tratta di affermare che la coscienza, di ciascuno e di tutti, non si piega ad alcuna collaborazione con coloro che, nascondendosi dietro l’emergenza rifiuti e sviluppo, stanno preparando il “fascismo” dei giorni nostri.
Siamo in un momento delicato, in un momento di passaggio.
L’opinione pubblica non è ancora tutta schierata nella richiesta d’ordine e chi si è oppone non è ancora rassegnato.
Forse adottare oggi con cognizione di causa lo spirito e la logica dei Satyagrahi potrà permettere agli attivisti della resistenza umana in corso di far saltare i piani liberticidi del governo Berlusconi e della complice “casta” politico- affaristico-mediatica”.
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Di Alfonso Navarra

Cari amiche e cari amici di Chiaiano, fronte avanzato della resistenza umana contro lo sviluppismo antiecologico ed antisociale noi tutti, appartenenti a quello che i media bollano come il “Partito del NO”, e che in realtà è il movimento dell’alternativa civile di base noi in particolare aderenti al Patto di Mutuo Soccorso (non credo che alcuno possa smentirmi)siamo con voi col cuore e vorremmo/dovremmo essere, da tutta Italia, fisicamente a Napoli a lottare perchè in questa estate si decide molto del destino di tutta l’opposizione sociale, dai No-TAV della Val di Susa ai No-Ponte di Reggio Calabria e Messina, che si sta puntando a criminalizzare.
Io personalmente, nei giorni scorsi, una volta appreso che la Curia di Napoli era la proprietaria della discarica di Chiaiano (lotto n. 3 intestato all’Arciconfraternita dei Frati Pellegrini) mi sono attaccato al telefono:
siamo a cavallo, mi sono detto.
Non mi è parso vero invitare gli esponenti dei comitati locali (segnalatimi dai “grillini” di Napoli) ad investire questo obiettivo “sensibile” e “vulnerabile” - la Chiesa cattolica, appunto - perchè si tirasse fuori dal business rifiuti.
Voi comunque, per fortuna, eravate già partiti da soli: secondo me, il fatto fa bene sperare per l’esito della lotta.
La pressione sulla Chiesa, infatti, considerata pragmaticamente e non ideologicamente, è la prova della maturità di una resistenza popolare che si sta dimostrando all’altezza dello scontro cui è chiamata.
Già, questa resistenza, ha rifiutato la prova di forza fisica nel “tenere la postazione” (la stessa grande stampa ha chiarito che la repressione poliziesca avrebbe “cercato il morto”) per adottare una tattica di lungo periodo, che potremmo definire di “guerriglia non violenta”.
140 camion al giorno come potranno passare in una situazione in cui la gente non collabora, boicotta, ostacola (senza attentare all’incolumità fisica delle persone)?
Ora si sta muovendo - la resistenza - per mettere alle strette una Istituzione che deve trovare coerenza tra le parole e i fatti e mostrare concretamente che ha a cuore la salute e la dignità delle proprie “pecorelle”.
Oltretutto va tenuto presente che, per accordi concordatari, la Chiesa non può venire espropriata: quindi se dice di no, la discarica a Chiaiano non si fa.
La stampa, per ovvi motivi, ha tentato e tenterà di non dare risalto all’iniziativa dell’ocupazione del Duomo di Napoli, ma la perseveranza romperà il muro del silenzio.
Resterebbe, credo, un’ultima azione, quella cui ho accennato nella mia mail intitolata “Cosa avrebbe fatto Gandhi”, che ho fatto circolare su vari siti internet.
Bisognerebbe che personalità riconosciute - il nome che subito salta alle labbra è quello solito di Zanotelli - chiamassero ad una disobbedienza civile composta contro il decreto che prevede anni di carcere per chi si oppone alle discariche (5 anni per i promotori).
Mi permetto di autocitarmi:“Mohandas, studiata bene la situazione, avrebbe organizzato i suoi da tutta l’India, fatto una conferenza stampa, e li avrebbe fatti sfilare ordinati e disciplinati, in fila “indiana”, fino ad andare in bocca alla polizia, con un cartello al collo: “Voglio vivere, voglio essere libero.
No alla discarica, no al decreto Berlusconi, arrestatemi”.
No urla di “assassini” contro i poliziotti, no sassi, no barricate, no bus incendiati.
Solo la ferma determinazione a violare una legge ingiusta e la “provocazione” sistematicamente perseguita a riempire le prigioni per una volontà che niente mai potrà spezzare.
Perchè la prova di forza che va ingaggiata non è sul piano del confronto fisico, ma su quello morale.Non si tratta di difendere materialmente degli spazi e di riconquistare delle posizioni, che so piazza Titanic: si tratta di affermare che la coscienza, di ciascuno e di tutti, non si piega ad alcuna collaborazione con coloro che, nascondendosi dietro l’emergenza rifiuti e sviluppo, stanno preparando il “fascismo” dei giorni nostri.
Siamo in un momento delicato, in un momento di passaggio.
L’opinione pubblica non è ancora tutta schierata nella richiesta d’ordine e chi si è oppone non è ancora rassegnato.
Forse adottare oggi con cognizione di causa lo spirito e la logica dei Satyagrahi potrà permettere agli attivisti della resistenza umana in corso di far saltare i piani liberticidi del governo Berlusconi e della complice “casta” politico- affaristico-mediatica”.

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