mercoledì 28 maggio 2008

Riporteremo il nucleare in Italia (del Sud..)


In barba ai risultati del referendum del 1987, Scajola, ministro per lo sviluppo economico del nuovo governo di Silvio, propone davanti al congresso di Confindustria il ritorno al nucleare.
Ovviamente Confindustria applaude: si favoleggia di centrali di nuova generazione (in realtà la quarta generazione sarà disponibile, forse,
tra 15-25 anni), energia a costi contenuti e libertà dai rincari del petrolio.
Nessuno solleva i dubbi di sempre: dove costruire, in un territorio a rischio idrogeologico come l’Italia, le centrali? Dove costruire depositi per le scorie? In quanto tempo? Al riguardo rimane sempre interessantissima la
puntata di Report sul nucleare.
Nessuno solleva dubbi di natura più recente: perché non dare spazio alle fonti veramente rinnovabili, tanto più che c’è il
rischio di un “picco dell’uranio” che si affiancherà a quello del petrolio? Perché investire su centrali a fissione, dopo la notizia di una possibile fusione fredda in arrivo dal Giappone? Perché non parlare dei costi nascosti delle centrali nucleari? Oltre a quelli di costruzione (che non sono bassi) e mantenimento, si dovrebbe parlare anche di quelli di stoccaggio delle scorie (al riguardo, interessantissimo anche quest’altro articolo) e smantellamento della centrale
Sinistro

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In barba ai risultati del referendum del 1987, Scajola, ministro per lo sviluppo economico del nuovo governo di Silvio, propone davanti al congresso di Confindustria il ritorno al nucleare.
Ovviamente Confindustria applaude: si favoleggia di centrali di nuova generazione (in realtà la quarta generazione sarà disponibile, forse,
tra 15-25 anni), energia a costi contenuti e libertà dai rincari del petrolio.
Nessuno solleva i dubbi di sempre: dove costruire, in un territorio a rischio idrogeologico come l’Italia, le centrali? Dove costruire depositi per le scorie? In quanto tempo? Al riguardo rimane sempre interessantissima la
puntata di Report sul nucleare.
Nessuno solleva dubbi di natura più recente: perché non dare spazio alle fonti veramente rinnovabili, tanto più che c’è il
rischio di un “picco dell’uranio” che si affiancherà a quello del petrolio? Perché investire su centrali a fissione, dopo la notizia di una possibile fusione fredda in arrivo dal Giappone? Perché non parlare dei costi nascosti delle centrali nucleari? Oltre a quelli di costruzione (che non sono bassi) e mantenimento, si dovrebbe parlare anche di quelli di stoccaggio delle scorie (al riguardo, interessantissimo anche quest’altro articolo) e smantellamento della centrale
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