lunedì 21 aprile 2008

ALUNNI BRIGANTI

Posto,con i miei più vivi complimenti ad insegnanti ed alunni, dal blog:http://alunnibriganti.splinder.com/


Dal documento “I fatti del novantanove”
di Angelo Colantuono
(http://www.storiadilioni.it/)...

…Non è una leggenda metropolitana e neppure un’esagerazione. L’informazione viene da una fonte assolutamente degna di fede, il Libro dei Morti dell’archivio parrocchiale di Lioni. Ecco il testo completo: «20 agosto. E’ morto ucciso a colpi di fucilate il famoso brigante Rocco Verderosa, il quale non ha ricevuto alcun sagramento né avea adempiuto al precetto pasquale; e per essere morto in notorio peccato mortale per le tante scelleraggini e delitti commessi, per ordine della Corte gli è stata recisa la testa, le braccia e le gambe, ed il suo cadavere è stato dato alle fiamme nel largo della Croce in presenza di molto popolo». E ancora, sotto la stessa data: «E’ morto ucciso a colpi di fucilate il famoso brigante Francesco Verderosa, marito di Marianna di Paolo, il quale per essere morto in notorio peccato mortale per le tante scelleraggini commesse, per ordine della Corte il cadavere è stato dato alle fiamme nel largo della Croce, dopo la recisione della testa, braccia e piedi, in presenza di molto popolo».

…alla fervida fantasia di Giuseppe Santoli, alunno della 3^A

L’ESECUZIONE DEL VERDEROSA



La fulva vampa del rogo di Francesco Verderosa crepitava e innalzava verso il cielo i suoi sprazzi luminosi. Essi provenivano dalle sterpi e dalla legna secca che ardevano sul pavimento annerito della piazza, avvolgendo completamente le pallide ed esili spoglie del brigante. E illuminavano i volti madidi di sudore della gente che guardava il corpo del Verderosa consumarsi lentamente e mutarsi in cenere: chi con un ghigno di soddisfazione, chi con lo sguardo afflitto e lacrimante, chi nauseato per il macabro spettacolo e per la crudeltà che lo Stato aveva dimostrato verso gli oppositori alla sua amministrazione incompetente. L’aria era calda e irrespirabile a causa dei fumi neri che si diffondevano nella piazza spandendo un odore acre e fastidioso. Il cielo era buio e nuvoloso e sembrava essersi chiuso a quella crudeltà disumana per piangere in silenzio l’ennesimo uomo martoriato a causa dei suoi ideali. Tutto intorno era tacito, le uniche cose che spezzavano la requie austera erano gli strazianti gemiti della moglie del brigante, Paola, chinata davanti al fuoco con gli occhi grondanti di lacrime che le scendevano sui delicati zigomi, riflettendo il caldo scintillio del fuoco.

Nota dell’insegnante Miele L.: COMPLIMENTI!!
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Posto,con i miei più vivi complimenti ad insegnanti ed alunni, dal blog:http://alunnibriganti.splinder.com/


Dal documento “I fatti del novantanove”
di Angelo Colantuono
(http://www.storiadilioni.it/)...

…Non è una leggenda metropolitana e neppure un’esagerazione. L’informazione viene da una fonte assolutamente degna di fede, il Libro dei Morti dell’archivio parrocchiale di Lioni. Ecco il testo completo: «20 agosto. E’ morto ucciso a colpi di fucilate il famoso brigante Rocco Verderosa, il quale non ha ricevuto alcun sagramento né avea adempiuto al precetto pasquale; e per essere morto in notorio peccato mortale per le tante scelleraggini e delitti commessi, per ordine della Corte gli è stata recisa la testa, le braccia e le gambe, ed il suo cadavere è stato dato alle fiamme nel largo della Croce in presenza di molto popolo». E ancora, sotto la stessa data: «E’ morto ucciso a colpi di fucilate il famoso brigante Francesco Verderosa, marito di Marianna di Paolo, il quale per essere morto in notorio peccato mortale per le tante scelleraggini commesse, per ordine della Corte il cadavere è stato dato alle fiamme nel largo della Croce, dopo la recisione della testa, braccia e piedi, in presenza di molto popolo».

…alla fervida fantasia di Giuseppe Santoli, alunno della 3^A

L’ESECUZIONE DEL VERDEROSA



La fulva vampa del rogo di Francesco Verderosa crepitava e innalzava verso il cielo i suoi sprazzi luminosi. Essi provenivano dalle sterpi e dalla legna secca che ardevano sul pavimento annerito della piazza, avvolgendo completamente le pallide ed esili spoglie del brigante. E illuminavano i volti madidi di sudore della gente che guardava il corpo del Verderosa consumarsi lentamente e mutarsi in cenere: chi con un ghigno di soddisfazione, chi con lo sguardo afflitto e lacrimante, chi nauseato per il macabro spettacolo e per la crudeltà che lo Stato aveva dimostrato verso gli oppositori alla sua amministrazione incompetente. L’aria era calda e irrespirabile a causa dei fumi neri che si diffondevano nella piazza spandendo un odore acre e fastidioso. Il cielo era buio e nuvoloso e sembrava essersi chiuso a quella crudeltà disumana per piangere in silenzio l’ennesimo uomo martoriato a causa dei suoi ideali. Tutto intorno era tacito, le uniche cose che spezzavano la requie austera erano gli strazianti gemiti della moglie del brigante, Paola, chinata davanti al fuoco con gli occhi grondanti di lacrime che le scendevano sui delicati zigomi, riflettendo il caldo scintillio del fuoco.

Nota dell’insegnante Miele L.: COMPLIMENTI!!

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