lunedì 7 aprile 2008

Il precedente Napolitano


Nel loro tour elettorale in Calabria, Veltroni e Berlusconi non hanno detto nulla sui sui furti di denaro pubblico scoperchiati dal pm Luigi De Magistris

Nel loro tour elettorale in Calabria, Veltroni e Berlusconi hanno detto lodevoli cose contro le mafie. Ma nemmeno una parola sui furti di denaro pubblico scoperchiati dal pm Luigi De Magistris, recentemente punito dal Csm unanime con la censura e il trasferimento di sede e di funzione. Solo Di Pietro ha solidarizzato con lui, offrendogli pure una candidatura che il pm ha declinato. Da quando la sua sentenza è stata depositata, politica e magistratura l'hanno accolta con uno strano silenzio. Eppure il giudice Felice Lima la smonta punto per punto su 'Micromega' e un bel libro fresco di stampa, 'Il caso De Magistris' di Antonio Massari (ed. Aliberti), dimostra che è basata addirittura su un falso. Uno degli addebiti che sono costati la condanna al pm è l'iscrizione segretata di due indagati eccellenti: il Sen. Avv. Giancarlo Pittelli (Fi) e il generale Walter Cretella. Anziché annotare i due nomi sul registro, De Magistris custodì l'atto d'iscrizione in cassaforte, riservandosi di riportarlo sul libro della Procura in un secondo momento. Motivo: Pittelli, indagato e difensore di Cretella, è intimo amico del procuratore Mariano Lombardi. Il figlio della convivente del procuratore è addirittura socio di Pittelli. E De Magistris ha denunciato il suo capo alla Procura di Salerno, accusandolo di aver informato Pittelli delle indagini su altri clienti del Sen. Avv. Il Pg della Cassazione Vito D'Ambrosio, chiedendo al Csm la condanna di De Magistris, ha affernato: "Io non ho mai visto un atto secretato con la chiusura in armadio blindato dell'ufficio. Non solo, nego che ci possa essere". Ma, come risulta dallo scoop di Massari, quell'iscrizione blindata ha un precedente illustre che riguarda proprio il presidente del Csm che ha condannato De Magistris: il capo dello Stato Giorgio Napolitano
. Nel 1994 i pm napoletani Rosario Cantelmo e Nicola Quatrano raccolgono una testimonianza su un presunto finanziamento illecito di 200 milioni di lire alla corrente migliorista del Pci guidata da Napolitano. È solo una voce, ma i pm hanno l'obbligo di verificarla e di iscrivere Napolitano sul registro degli indagati. Cosa che fanno, ma in via riservata per evitare fughe di notizie destabilizzanti. Come? Con un atto sigillato e blindato in cassaforte, collegato a una sigla in codice annotata sul registro degli indagati. E bene fanno: la notizia si rivelerà non provata. Il Csm non si sognerà mai di punire i due pm, che han garantito i diritti dell'indagato e la riservatezza delle indagini. Proprio come ha fatto De Magistris, che però non temeva talpe esterne, ma interne. Lui però l'hanno punito. Intanto, vedi ultima puntata di 'Report', i furti di denaro pubblico in Calabria continuano. Ma tutti i politici indagati da De Magistris sono stati ricandidati, dal Pd e dal Pdl: torneranno felicemente in Parlamento.
Marco Travaglio (04 aprile 2008)

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Nel loro tour elettorale in Calabria, Veltroni e Berlusconi non hanno detto nulla sui sui furti di denaro pubblico scoperchiati dal pm Luigi De Magistris

Nel loro tour elettorale in Calabria, Veltroni e Berlusconi hanno detto lodevoli cose contro le mafie. Ma nemmeno una parola sui furti di denaro pubblico scoperchiati dal pm Luigi De Magistris, recentemente punito dal Csm unanime con la censura e il trasferimento di sede e di funzione. Solo Di Pietro ha solidarizzato con lui, offrendogli pure una candidatura che il pm ha declinato. Da quando la sua sentenza è stata depositata, politica e magistratura l'hanno accolta con uno strano silenzio. Eppure il giudice Felice Lima la smonta punto per punto su 'Micromega' e un bel libro fresco di stampa, 'Il caso De Magistris' di Antonio Massari (ed. Aliberti), dimostra che è basata addirittura su un falso. Uno degli addebiti che sono costati la condanna al pm è l'iscrizione segretata di due indagati eccellenti: il Sen. Avv. Giancarlo Pittelli (Fi) e il generale Walter Cretella. Anziché annotare i due nomi sul registro, De Magistris custodì l'atto d'iscrizione in cassaforte, riservandosi di riportarlo sul libro della Procura in un secondo momento. Motivo: Pittelli, indagato e difensore di Cretella, è intimo amico del procuratore Mariano Lombardi. Il figlio della convivente del procuratore è addirittura socio di Pittelli. E De Magistris ha denunciato il suo capo alla Procura di Salerno, accusandolo di aver informato Pittelli delle indagini su altri clienti del Sen. Avv. Il Pg della Cassazione Vito D'Ambrosio, chiedendo al Csm la condanna di De Magistris, ha affernato: "Io non ho mai visto un atto secretato con la chiusura in armadio blindato dell'ufficio. Non solo, nego che ci possa essere". Ma, come risulta dallo scoop di Massari, quell'iscrizione blindata ha un precedente illustre che riguarda proprio il presidente del Csm che ha condannato De Magistris: il capo dello Stato Giorgio Napolitano
. Nel 1994 i pm napoletani Rosario Cantelmo e Nicola Quatrano raccolgono una testimonianza su un presunto finanziamento illecito di 200 milioni di lire alla corrente migliorista del Pci guidata da Napolitano. È solo una voce, ma i pm hanno l'obbligo di verificarla e di iscrivere Napolitano sul registro degli indagati. Cosa che fanno, ma in via riservata per evitare fughe di notizie destabilizzanti. Come? Con un atto sigillato e blindato in cassaforte, collegato a una sigla in codice annotata sul registro degli indagati. E bene fanno: la notizia si rivelerà non provata. Il Csm non si sognerà mai di punire i due pm, che han garantito i diritti dell'indagato e la riservatezza delle indagini. Proprio come ha fatto De Magistris, che però non temeva talpe esterne, ma interne. Lui però l'hanno punito. Intanto, vedi ultima puntata di 'Report', i furti di denaro pubblico in Calabria continuano. Ma tutti i politici indagati da De Magistris sono stati ricandidati, dal Pd e dal Pdl: torneranno felicemente in Parlamento.
Marco Travaglio (04 aprile 2008)

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