mercoledì 2 aprile 2008

banana republic - 2


ROMA - Il ministero dell'Interno chiede la revoca dell'ordinanza con cui il Consiglio di Stato ha deciso di riammettere alle elezioni la Democrazia Cristiana guidata da Giuseppe Pizza. Il Viminale presenterà un ricorso alle sezioni unite della Cassazione, chiedendo che venga stabilito chi ha la competenza a decidere in materia di processo elettorale. Contemporaneamente il ministero presenterà un'istanza urgente al Consiglio di Stato per ottenere la revoca dell'ordinanza della V sezione che, sia pure in via cautelare, ha riammesso la Dc. Si solleva dunque un conflitto di competenza e si chiede di cancellare la decisione dei giudici motivandola con il fatto che il procedimento elettorale è stato avviato e non può essere interrotto. E una delle argomentazioni forti sarà sicuramente che non si può violare l'articolo 61 della Costituzione che prevede un limite temporale massimo di 70 giorni fra lo scioglimento delle Camere e la data del voto. La genesi della vicenda. La questione è però molto complicata e riserva mille sfaccettature. La genesi della vicenda può infatti essere fatta risalire ad una decisione della Giunta per le Elezioni della Camera del 13 dicembre 2006. Quel giorno i commissari dichiararono inammissibile un ricorso presentato dalla Lista Consumatori-Codacons Democrazia Cristiana, esclusa dalle elezioni, perché la Giunta non si occupa di soggetti che non hanno partecipato alla competizione elettorale. E comunque, stabiliva la stessa Giunta, il controllo sulla fase preliminare è "rimesso alla cognizione di organi appositi". Questo varco aperto dalla Giunta ha permesso al Consiglio di Stato di affermare una competenza in materia. E questo apre a sua volta un altro varco ai ricorrenti contro le esclusioni dalla competizione elettorale. Ma anche a chi vuole l'esclusione di altre liste. Tipico caso il ricorso della Sinistra arcobaleno contro presenza della Mpa di Raffaele Lombardo al Senato in Sicilia. estratto da :
http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/politica/verso-elezioni-16/ipotesi-buzzanca/ipotesi-buzzanca.html

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ROMA - Il ministero dell'Interno chiede la revoca dell'ordinanza con cui il Consiglio di Stato ha deciso di riammettere alle elezioni la Democrazia Cristiana guidata da Giuseppe Pizza. Il Viminale presenterà un ricorso alle sezioni unite della Cassazione, chiedendo che venga stabilito chi ha la competenza a decidere in materia di processo elettorale. Contemporaneamente il ministero presenterà un'istanza urgente al Consiglio di Stato per ottenere la revoca dell'ordinanza della V sezione che, sia pure in via cautelare, ha riammesso la Dc. Si solleva dunque un conflitto di competenza e si chiede di cancellare la decisione dei giudici motivandola con il fatto che il procedimento elettorale è stato avviato e non può essere interrotto. E una delle argomentazioni forti sarà sicuramente che non si può violare l'articolo 61 della Costituzione che prevede un limite temporale massimo di 70 giorni fra lo scioglimento delle Camere e la data del voto. La genesi della vicenda. La questione è però molto complicata e riserva mille sfaccettature. La genesi della vicenda può infatti essere fatta risalire ad una decisione della Giunta per le Elezioni della Camera del 13 dicembre 2006. Quel giorno i commissari dichiararono inammissibile un ricorso presentato dalla Lista Consumatori-Codacons Democrazia Cristiana, esclusa dalle elezioni, perché la Giunta non si occupa di soggetti che non hanno partecipato alla competizione elettorale. E comunque, stabiliva la stessa Giunta, il controllo sulla fase preliminare è "rimesso alla cognizione di organi appositi". Questo varco aperto dalla Giunta ha permesso al Consiglio di Stato di affermare una competenza in materia. E questo apre a sua volta un altro varco ai ricorrenti contro le esclusioni dalla competizione elettorale. Ma anche a chi vuole l'esclusione di altre liste. Tipico caso il ricorso della Sinistra arcobaleno contro presenza della Mpa di Raffaele Lombardo al Senato in Sicilia. estratto da :
http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/politica/verso-elezioni-16/ipotesi-buzzanca/ipotesi-buzzanca.html

1 commento:

Orazio Vasta ha detto...

a rarika
Blog di Orazio Vasta,blog libero e pensante,siciliano nazionalitario e internazionalista,nonviolento e antimafioso,zona franca per la poesia e per il gusto di vivere...


GRAZIE PALERMO!!!

Riprendo dal sito web de "La Sicilia" e pubblico senza commenti...
"Il flop di Fini -Cinema semivuoto per il comizio del leader di An a Palermo e coordinatori dimessi sul posto: il simbolo di un movimento che non trova più le sue radici.
Fini non è il tipo che perde la pazienza per niente, chiaro. Così è più che evidente che ieri a Palermo il leader di An ha sentito decisamente che quel cinema semivuoto che lo attendeva per il comizio dell’anno era una segnale inequivocabile. Quanto e da chi fatto apposta chi può dirlo? I due coordinatori che Fini ha dimesso sul posto, Scalia regionale e Cannella palermitano, sono sembrati cadere dalle nuvole di fronte alla sfuriata del presidente. Ma, la verità, è che se altrove la confluenza di Fini e di An dentro il Pdl, che tutti ritengono la nuova casa Berlusconi, ha prodotto qualche malcontento, in Sicilia la situazione è in parte sfuggita di mano agli uomini di Fini. Perché in tanti casi sono gli stessi colonnelli che diffidano e non credono che la fusione a caldo, quasi improvvisa, servirà a garantire alla destra un ruolo e una prospettiva.In Sicilia si fanno i conti e molti considerano che in poco tempo Fini e i suoi hanno lasciato andare via uno come Musumeci che, in buona sostanza, rappresentava lo zoccolo duro del partito in quella provincia che, adesso, Fini rivendica per An alle prossime amministrative. Ma dietro il flop di ieri Fini sospetta che ci sia anche il rancore di chi voleva essere candidato e, al contrario, è stato dimenticato (Cannella, per esempio), ma anche lo scollamento di buona parte dei deputati che hanno capito quanto alla loro base elettorale di questi tempi meno si farla di Pdl e di Fini e meglio è.Si può ipotizzare di tutto, ma sotto sotto la questione è sempre la stessa: An, proveniente dalla Destra Nazionale, proveniente dal Movimento Sociale, non solo aveva sue radici ben piantate, ma si trattava anche di radici robuste e non prive di antiche e consolidate suggestioni ideologiche. Radici che oggi parte del vertice e gran parte della base vedono e sentono appartenere soltanto al loro trapassato remoto e al presente di Forza Nuova, della Fiamma Tricolore, de La Destra. Ci sono posti dove la rivoluzione di Fini, insomma, non ha linfa sufficiente. E la Sicilia è uno di questi. Chiedere a Musumeci, appunto, ma anche a Trantino, Paolone e altri. Che poi abbiano scelto perfidamente un cinema chiamato Imperia per far parlare Fini a Palermo, beh ma allora se la sono proprio cercata, sapendo il rapporto che Gianfranco ha con tutto ciò che appartiene ad un qualche ventennio fa. Di cielo, di terra, dell’aria, dell’Impero. Italianiiiiii… "
Andrea Lodato
31/03/2008 LaSicilia.it
www.lasicilia.it



Pubblicato da Orazio Vasta mercoledì, aprile 02, 2008

 
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