domenica 29 ottobre 2017

Messaggio di Argyrios Argiris Panagopoulos, del Dipartimento di politica europea di Syriza, al VI Congresso Nazionale del Partito del Sud

Messaggio di Argyrios Argiris Panagopoulos, del Dipartimento di politica europea di Syriza, che ringraziamo, al VI Congresso Nazionale del Partito del Sud.
“Auspichiamo che una sinistra italiana degna di questo nome, con il piccolo ma combattivo Partito del Sud in prima fila, possa contrastare il neoliberismo, il populismo e il razzismo nella società e nelle urne.”
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Carissime compagne e carissimi compagni, il vostro congresso si svolge in un momento di grande incertezza ma anche di grande speranza per il sud europeo.
In Catalogna e in Spagna non si gioca solo l’assetto territoriale spagnolo ma la democrazia, il dialogo e la convivenza in tutta l’Europa. Ada Colau ha avvertito: non in mio nome, né con la dichiarazione unilaterale dell’indipendenza né con l’applicazione dell’articolo 155.
In Italia il vostro parlamento ha votato la legge elettorale permettendo le elezioni con i populismi di destra, di Grillo e non solo, per cercare di monopolizzare il panorama politico creando nuove difficoltà per la rappresentanza nelle istituzioni di una sinistra degna del suo nome e delle sue tradizioni, che per noi è stata un costante punto di riferimento.Nel sud Europa però cresce anche la speranza. Il Portogallo già è uscito dal duro commissariamento e tra pochi mesi ne uscirà anche il nostro paese.
La Grecia di oggi è molto lontana dal paese che siamo stati chiamati a governare con il voto dei cittadini il gennaio e il settembre del 2015, e specialmente dopo il “no al piano Juncker” al referendum e al ricatto che ne è seguito.
Il nostro paese si prepara ad uscire ad agosto dal commissariamento con la sua società in piedi, perché nella Grecia che governa SYRIZA le banche non possono pignorare la prima casa, nessuna famiglia può stare nemmeno un giorno senza corrente e l’acqua, si sostengono già quasi 650 mila persone degli strati più deboli con il reddito di solidarietà, si aiutano 40mila, per di più giovani, con partite iva trasformate in lavoro fisso, si sono diminuiti i contratti precari dal 63% al 53% tra i nuovi contratti e ci prepariamo a ripristinare ad agosto, subito dopo la fine del commissariamento, la contrattazione collettiva che permetterà lavori più degni e remunerati meglio per i lavoratori, mentre la disoccupazione che sfiorava il 30% il dicembre del 2014 è diminuita di circa il 21%. Abbiamo sostenuto la Sanità, la Scuola pubblica e tutti i servizi pubblici, aprendo le porte degli ospedali a 2,4 milioni di greci e a tutti gli immigranti che i governi precedenti avevano tagliato fuori dal sistema sanitario nazionale.
Non solo abbiamo dato la cittadinanza ai figli degli immigrati nati al nostro paese, una delle prime leggi che ha varato il nostro governo, ma abbiamo fatto un enorme sforzo per mettere in abitazioni 20mila profughi e le loro famiglie, un terzo dei 60mila che sono rimasti in Grecia dopo la chiusura della frontiere, e siamo orgogliosi che da quest’anno scolastico quasi 2.500 figli di questi profughi frequentano le nostre scuole pubbliche.
Le ultime settimane contro l’oscurantismo religioso e i pregiudizi sociali abbiamo votato la legge che permette alle persone che compiono i 15 anni di cambiare il loro sesso ad anagrafe senza essere operate.
La nostra sinistra punta ora su una grande riforma costituzionale, che vuole garantire il carattere pubblico di certi beni comuni cari a tutti i cittadini, una riforma che potrà completare il grande passo democratico che abbiamo fatto votando in parlamento la legge elettorale proporzionale, sapendo che le prossime saranno le ultime elezioni che vincerà SYRIZA con il bonus dei 50 seggi, perché siamo convinti che la democrazia, i diritti e le libertà non possono essere oggetto di giochi e convenienze di partito.
In enormi difficoltà economiche e finanziarie e con il peso dell’accordo del luglio del 2015, abbiamo combattuto l’evasione fiscale, abbiamo fatto pagare le tasse ai ricchi, abbiamo aperto una guerra con gli oligarchi dei grandi mezzi di informazione per fargli pagare per le frequenze televisive e abbiamo aperto una grande battaglia contro la corruzione che dissangua le finanze pubbliche e avvelena la nostra società. Siamo in guerra continua per ridurre le diseguaglianze e creare le condizioni per un nuovo patto sociale in Grecia.
Carissime compagne e carissimi compagni
Vogliamo ricostruire il nostro paese in un’altra Europa e in un mondo migliore. Il portavoce della sinistra nel parlamento catalano ha detto che non sono abituati ad abbandonare le trincee, in riferimento alle elezioni del 21 di dicembre che si è impegnato a convocare Rajoy. La sinistra ha l’obbligo pero di riempire le sue trincee con una nuova e grande base sociale, le persone colpite dalla crisi, i giovani che vivono sulla loro pelle le nuove forme di schiavitù, meglio note come lavori precari, le donne, i disoccupati, i pensionati.
Rappresentare le istanze delle persone colpite dalla crisi ci aiuta a focalizzare anche i nostri obbiettivi e i loro limiti, perché non possiamo contenere tutto e tutti, tra le idee neoliberiste per la supremazia del mercato, le privatizzazioni, il lavoro precario. Nessuno di noi può saltare il turno per aspettare giorni migliori o pensare di rappresentare nel futuro il nuovo salvatore di una sinistra ridotta in macerie.
Con questo spirito noi andremmo a vincere le prossime elezioni, i nostri compagni catalani e spagnoli a creare le condizioni per una nuova Spagna, contenitore di tutte le aspirazioni dei suoi popoli, e auspichiamo che una sinistra italiana degna di questo nome, con il piccolo ma combattivo Partito del Sud in prima fila, possa contrastare il neoliberismo, il populismo e il razzismo nella società e nelle urne.



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Messaggio di Argyrios Argiris Panagopoulos, del Dipartimento di politica europea di Syriza, che ringraziamo, al VI Congresso Nazionale del Partito del Sud.
“Auspichiamo che una sinistra italiana degna di questo nome, con il piccolo ma combattivo Partito del Sud in prima fila, possa contrastare il neoliberismo, il populismo e il razzismo nella società e nelle urne.”
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Carissime compagne e carissimi compagni, il vostro congresso si svolge in un momento di grande incertezza ma anche di grande speranza per il sud europeo.
In Catalogna e in Spagna non si gioca solo l’assetto territoriale spagnolo ma la democrazia, il dialogo e la convivenza in tutta l’Europa. Ada Colau ha avvertito: non in mio nome, né con la dichiarazione unilaterale dell’indipendenza né con l’applicazione dell’articolo 155.
In Italia il vostro parlamento ha votato la legge elettorale permettendo le elezioni con i populismi di destra, di Grillo e non solo, per cercare di monopolizzare il panorama politico creando nuove difficoltà per la rappresentanza nelle istituzioni di una sinistra degna del suo nome e delle sue tradizioni, che per noi è stata un costante punto di riferimento.Nel sud Europa però cresce anche la speranza. Il Portogallo già è uscito dal duro commissariamento e tra pochi mesi ne uscirà anche il nostro paese.
La Grecia di oggi è molto lontana dal paese che siamo stati chiamati a governare con il voto dei cittadini il gennaio e il settembre del 2015, e specialmente dopo il “no al piano Juncker” al referendum e al ricatto che ne è seguito.
Il nostro paese si prepara ad uscire ad agosto dal commissariamento con la sua società in piedi, perché nella Grecia che governa SYRIZA le banche non possono pignorare la prima casa, nessuna famiglia può stare nemmeno un giorno senza corrente e l’acqua, si sostengono già quasi 650 mila persone degli strati più deboli con il reddito di solidarietà, si aiutano 40mila, per di più giovani, con partite iva trasformate in lavoro fisso, si sono diminuiti i contratti precari dal 63% al 53% tra i nuovi contratti e ci prepariamo a ripristinare ad agosto, subito dopo la fine del commissariamento, la contrattazione collettiva che permetterà lavori più degni e remunerati meglio per i lavoratori, mentre la disoccupazione che sfiorava il 30% il dicembre del 2014 è diminuita di circa il 21%. Abbiamo sostenuto la Sanità, la Scuola pubblica e tutti i servizi pubblici, aprendo le porte degli ospedali a 2,4 milioni di greci e a tutti gli immigranti che i governi precedenti avevano tagliato fuori dal sistema sanitario nazionale.
Non solo abbiamo dato la cittadinanza ai figli degli immigrati nati al nostro paese, una delle prime leggi che ha varato il nostro governo, ma abbiamo fatto un enorme sforzo per mettere in abitazioni 20mila profughi e le loro famiglie, un terzo dei 60mila che sono rimasti in Grecia dopo la chiusura della frontiere, e siamo orgogliosi che da quest’anno scolastico quasi 2.500 figli di questi profughi frequentano le nostre scuole pubbliche.
Le ultime settimane contro l’oscurantismo religioso e i pregiudizi sociali abbiamo votato la legge che permette alle persone che compiono i 15 anni di cambiare il loro sesso ad anagrafe senza essere operate.
La nostra sinistra punta ora su una grande riforma costituzionale, che vuole garantire il carattere pubblico di certi beni comuni cari a tutti i cittadini, una riforma che potrà completare il grande passo democratico che abbiamo fatto votando in parlamento la legge elettorale proporzionale, sapendo che le prossime saranno le ultime elezioni che vincerà SYRIZA con il bonus dei 50 seggi, perché siamo convinti che la democrazia, i diritti e le libertà non possono essere oggetto di giochi e convenienze di partito.
In enormi difficoltà economiche e finanziarie e con il peso dell’accordo del luglio del 2015, abbiamo combattuto l’evasione fiscale, abbiamo fatto pagare le tasse ai ricchi, abbiamo aperto una guerra con gli oligarchi dei grandi mezzi di informazione per fargli pagare per le frequenze televisive e abbiamo aperto una grande battaglia contro la corruzione che dissangua le finanze pubbliche e avvelena la nostra società. Siamo in guerra continua per ridurre le diseguaglianze e creare le condizioni per un nuovo patto sociale in Grecia.
Carissime compagne e carissimi compagni
Vogliamo ricostruire il nostro paese in un’altra Europa e in un mondo migliore. Il portavoce della sinistra nel parlamento catalano ha detto che non sono abituati ad abbandonare le trincee, in riferimento alle elezioni del 21 di dicembre che si è impegnato a convocare Rajoy. La sinistra ha l’obbligo pero di riempire le sue trincee con una nuova e grande base sociale, le persone colpite dalla crisi, i giovani che vivono sulla loro pelle le nuove forme di schiavitù, meglio note come lavori precari, le donne, i disoccupati, i pensionati.
Rappresentare le istanze delle persone colpite dalla crisi ci aiuta a focalizzare anche i nostri obbiettivi e i loro limiti, perché non possiamo contenere tutto e tutti, tra le idee neoliberiste per la supremazia del mercato, le privatizzazioni, il lavoro precario. Nessuno di noi può saltare il turno per aspettare giorni migliori o pensare di rappresentare nel futuro il nuovo salvatore di una sinistra ridotta in macerie.
Con questo spirito noi andremmo a vincere le prossime elezioni, i nostri compagni catalani e spagnoli a creare le condizioni per una nuova Spagna, contenitore di tutte le aspirazioni dei suoi popoli, e auspichiamo che una sinistra italiana degna di questo nome, con il piccolo ma combattivo Partito del Sud in prima fila, possa contrastare il neoliberismo, il populismo e il razzismo nella società e nelle urne.



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