giovedì 17 marzo 2016

17 Marzo: Non ci può essere unità se non c’è uguaglianza. Cosa dovremmo festeggiare ?


Tre anni fa il Partito del Sud uscì con un interessante documento sul perché non ancora si possa festeggiare il 17 marzo l’Unità d’Italia. Non si può festeggiare non perché si è separatisti o nostalgici, non si può festeggiare perché in 155 anni non si è costruito un Paese uguale. Fino a quando non ci sarà uguaglianza vorremmo sapere qui a sud cosa avremmo da festeggiare. Fino a che si parlerà di Italia per enunciare dati positivi e di Sud quando si vogliono mettere in risalto negatività non ci potrà essere alcuna festa. 


Ecco l’ottimo documento del Partito del Sud.
Ci accingiamo a festeggiare il 17 marzo l’Unità d’Italia e ancora una volta, purtroppo, il rischio (molto concreto) è che la retorica prenda il sopravvento sulla sostanza.
L’Unità d’Italia acquista valore se gli italiani sono messi in condizioni di unità davanti alle sfide del futuro e del presente.
Non ci può essere unità se non c’è uguaglianza. E’ per questo motivo che il Partito del Sud invita istituzioni e cittadini a riflettere su quanto della sbandierata unità oggi è stato attuato a 152 anni dalla proclamazione (in francese) del Regno d’Italia.
Quello che oggi sappiamo è:
  • Che la storia che viene raccontata e fatta studiare nelle scuole non è ciò che è veramente accaduto 152 (155 nel 2016 ndr) anni fa.
  • Che il Sud non era così arretrato così come lo si è voluto dipingere
  • Che l’emigrazione dalle nostre terre  è iniziata dopo 1861
  • Che la chiusura delle fabbriche, fiore all’occhiello del sud, si è avuta dopo l’Unità d’Italia
  • Che il Brigantaggio non è stato un evento di delinquenza comune, ma è stato anche, e soprattutto, rivolta ai soprusi degli occupanti e dei signori subito passati con i vincitori.
  • Che al Sud, ancora oggi, non ci sono ferrovie degne di questo nome
  • Che al Sud, non ci sono investimenti infrastrutturali degni di questo nome
  • Che al Sud, gli interessi bancari sono più elevati che al nord
  • Che al Sud, le assicurazioni costano di più e che non è vero che al sud ci sono più truffe che in altre parti d’Italia (dati ISVAP)
  • Che le assicurazioni auto sono obbligatorie e che quindi i cittadini del Sud onesti non possono essere discriminati rispetto a quelli del nord. (articolo 3 della Costituzione)
  • Che l’agricoltura e l’agroalimentare sono l’ossatura portante della nostra economia e che invece vengono considerati come un elemento secondario del PIL.
  • Che ciò che nei decenni è stato spacciato come intervento straordinario al sud da parte dello stato, si è rivelato in realtà un intervento sostituivo di quanto l’Italia doveva al Sud.
  • Che non è vero che il Sud vive alle spalle del Nord.
  • Che non è vero che il sistema universitario del Sud sia peggiore di quello del nord pur in presenza di investimenti minori, di forte discriminazione e di un’infima propaganda.
  • Che quasi la totalità degli interventi per favorire le imprese al Sud sono finiti alle imprese del nord che sono venute, hanno intercettato i finanziamenti e poi sono scappate via.
  • Che il Sud è visto solo come un grande immenso mercato.
  • Che il Sud non deve intraprendere.
  • Che al Sud è concesso, per disperazione, di subire solo  il ricatto o lavoro o salute
  • Che il Sud è visto, grazie a una connivenza vomitevole tra malavita, politica e imprese senza scrupoli (quasi sempre del nord), come una grande discarica.
  • Che sulle scuole del Sud si investe molto meno (quasi nulla) rispetto alle scuole del nord
  • Che le risorse del sud, petrolio, energie alternative, risorse varie del suolo e del sottosuolo, sono prelevate al sud per arricchire aziende del nord o del resto d’Europa per lasciare al sud solo l’inquinamento
  • Che il Sud non merita una classe politica pronta a cedere tutto per un piatto di lenticchie
  • Che tutti gli italiani hanno il diritto, con le preferenze, di votare gli uomini e le donne che li rappresentano.

Allora, se è vero tutto questo, chiediamo quanto meno di festeggiare la verità.
L’Unità si costruisce con i fatti, l’attenzione alle persone,
ai cittadini e non con la retorica.

Buon 17 Marzo !”

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Tre anni fa il Partito del Sud uscì con un interessante documento sul perché non ancora si possa festeggiare il 17 marzo l’Unità d’Italia. Non si può festeggiare non perché si è separatisti o nostalgici, non si può festeggiare perché in 155 anni non si è costruito un Paese uguale. Fino a quando non ci sarà uguaglianza vorremmo sapere qui a sud cosa avremmo da festeggiare. Fino a che si parlerà di Italia per enunciare dati positivi e di Sud quando si vogliono mettere in risalto negatività non ci potrà essere alcuna festa. 


Ecco l’ottimo documento del Partito del Sud.
Ci accingiamo a festeggiare il 17 marzo l’Unità d’Italia e ancora una volta, purtroppo, il rischio (molto concreto) è che la retorica prenda il sopravvento sulla sostanza.
L’Unità d’Italia acquista valore se gli italiani sono messi in condizioni di unità davanti alle sfide del futuro e del presente.
Non ci può essere unità se non c’è uguaglianza. E’ per questo motivo che il Partito del Sud invita istituzioni e cittadini a riflettere su quanto della sbandierata unità oggi è stato attuato a 152 anni dalla proclamazione (in francese) del Regno d’Italia.
Quello che oggi sappiamo è:
  • Che la storia che viene raccontata e fatta studiare nelle scuole non è ciò che è veramente accaduto 152 (155 nel 2016 ndr) anni fa.
  • Che il Sud non era così arretrato così come lo si è voluto dipingere
  • Che l’emigrazione dalle nostre terre  è iniziata dopo 1861
  • Che la chiusura delle fabbriche, fiore all’occhiello del sud, si è avuta dopo l’Unità d’Italia
  • Che il Brigantaggio non è stato un evento di delinquenza comune, ma è stato anche, e soprattutto, rivolta ai soprusi degli occupanti e dei signori subito passati con i vincitori.
  • Che al Sud, ancora oggi, non ci sono ferrovie degne di questo nome
  • Che al Sud, non ci sono investimenti infrastrutturali degni di questo nome
  • Che al Sud, gli interessi bancari sono più elevati che al nord
  • Che al Sud, le assicurazioni costano di più e che non è vero che al sud ci sono più truffe che in altre parti d’Italia (dati ISVAP)
  • Che le assicurazioni auto sono obbligatorie e che quindi i cittadini del Sud onesti non possono essere discriminati rispetto a quelli del nord. (articolo 3 della Costituzione)
  • Che l’agricoltura e l’agroalimentare sono l’ossatura portante della nostra economia e che invece vengono considerati come un elemento secondario del PIL.
  • Che ciò che nei decenni è stato spacciato come intervento straordinario al sud da parte dello stato, si è rivelato in realtà un intervento sostituivo di quanto l’Italia doveva al Sud.
  • Che non è vero che il Sud vive alle spalle del Nord.
  • Che non è vero che il sistema universitario del Sud sia peggiore di quello del nord pur in presenza di investimenti minori, di forte discriminazione e di un’infima propaganda.
  • Che quasi la totalità degli interventi per favorire le imprese al Sud sono finiti alle imprese del nord che sono venute, hanno intercettato i finanziamenti e poi sono scappate via.
  • Che il Sud è visto solo come un grande immenso mercato.
  • Che il Sud non deve intraprendere.
  • Che al Sud è concesso, per disperazione, di subire solo  il ricatto o lavoro o salute
  • Che il Sud è visto, grazie a una connivenza vomitevole tra malavita, politica e imprese senza scrupoli (quasi sempre del nord), come una grande discarica.
  • Che sulle scuole del Sud si investe molto meno (quasi nulla) rispetto alle scuole del nord
  • Che le risorse del sud, petrolio, energie alternative, risorse varie del suolo e del sottosuolo, sono prelevate al sud per arricchire aziende del nord o del resto d’Europa per lasciare al sud solo l’inquinamento
  • Che il Sud non merita una classe politica pronta a cedere tutto per un piatto di lenticchie
  • Che tutti gli italiani hanno il diritto, con le preferenze, di votare gli uomini e le donne che li rappresentano.

Allora, se è vero tutto questo, chiediamo quanto meno di festeggiare la verità.
L’Unità si costruisce con i fatti, l’attenzione alle persone,
ai cittadini e non con la retorica.

Buon 17 Marzo !”

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