sabato 28 luglio 2012

Dovremmo essere già in diecimila! di Mino Errico


Splendido articolo dell'amico Mino Errico, direttore editoriale della rivista FORA e del relativo sito Eleaml.org che fu l'espressione del pensiero di Zitara, non solo per la condivisione della nostra iniziativa dell'appello a Pino Aprile per cui lo ringraziamo, ma anche per alcune lucide considerazioni sulla necessità di agire per una rappresentanza politica meridionalista...uniamoci ora!

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Dovremmo essere già in diecimila!

Mino Errico


Si dice che siano state vendute 500mila copie di Terroni di Pino  Aprile, i suoi iscritti al profilo facebook-terroni sono quasi 7mila, su youtube ormai abbiamo perso il conto di profili che sbandierano ai quattro venti le magnificenze del Regno delle Due Sicilie, sulla stampa da qualche anno appaiono articoli del tono dell'ultimo del Sole24ore, che paragona il regno di Napoli alla odierna Germania (articolo che conta 11mila condivisioni fb)... eppure a sottoscrivere l'appello che invita Aprile a buttarsi nella mischia e a farsi paladino di un sud identitario che non ha più complessi, siamo stati finora in meno di 4mila!
E si sprecano pure i distinguo, chi invita ad evitare il meridionalismo accattone, chi a non accogliere tutti, infatti alcuni post vengono bannati (cosa che non condividiamo in quanto chi scrive cavolate si squalifica da solo e non servono censure). Qualcuno sottolinea scetticamente che certe sottoscrizioni da dietro una anonima tastiera di computer valgono meno di zero e che quando si tratta di muoversi concretamente ci si ritrova sempre in quattro gatti.
Ora io mi domando che senso ha fare i puristi, lo sappiamo bene che internet può ridursi ad un fuoco di paglia (proprio in questi giorni si parla di un 54 % di followers su twitter di Grillo prodotti da bot), che non si può fare una analisi di purezza identitaria a chi sottoscrive l'appello (magari più di una volta e con nomi diversi, ma dobbiamo pure ricordare il caso Parma dove praticamente i grillini hanno fatto gran parte della campagna elettorale sulla rete!), ma ciò non toglie che il tempo dei convegni e delle celebrazioni dei bei tempi che furono è finito. Urge darsi una rappresentanza politica di tipo identitario. Tutto il resto son chiacchiere e comodi alibi se non posizioni strumentali dettate da oscuri interessi.
Gli amici del Pdsud sanno bene che non condividiamo tutte le loro scelte, che lo abbiamo scritto e continueremo a farlo, ma non ci siamo fatti pregare per sottoscriver l'appello a Pino Aprile. Anzi, abbiamo anche provato a tirarlo per la giacchetta personalmente ricordandogli che l'ultimo Zitara era andato oltre l'arroccamento sul separatismo e si era rivolto a Lombardo con una lettera che ci fece mettere su FORA... Il tutto per lanciare un sasso nello stagno, uno stagno fermo da 151 anni in cui sguazzano tanti politici e intellettuali meridionali  ben foraggiati dallo stato italiano.
Chi vi scrive è stato sempre scettico sulla opportunità di mettere su un movimento separatista nelle provincie napolitane, questo però non mi ha impedito di collaborare dieci anni con Zitara. Sfido chiunque a dimostrare che è stato inutile. Questo appunto è diretto ai puristi che stanno a guardare (potrei citare insorgenza, ma non solo) e ai neoborbonici che ritengono il popolo non pronto e si perdono in un culturalismo fine a se stesso.
E' giunta l'ora di bonificare lo stagno, e di prendere a pedate (politicamente parlando) chi ci sguazza.  Occorre solo uno scatto di orgoglio, dimentichiamoci della Napoli da derattizzare, dei forestali calabresi, degli sprechi siciliani, ricordiamoci che le nostre navi commerciavano con gli Stati Uniti e che i soldati piemontesi in Crimea dovettero constatare che le monete napolitane venivano accettate in tutto il mediterraneo.
Riprogrammiamo il nostro DNA, evitiamo di nasconderci, usciamo allo scoperto, firmiamo l'appello, facciamolo girare su Facebook, su Twitter, sui siti che presumono di essere identitari, parliamone a tavola con gli amici e con i parenti. Poi tutto si potrà migliorare, si faranno i programmi, ognuno farà i suoi distinguo, ma partiamo per la miseria.

Mino Errico


Fonte: www.Eleaml.org
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Splendido articolo dell'amico Mino Errico, direttore editoriale della rivista FORA e del relativo sito Eleaml.org che fu l'espressione del pensiero di Zitara, non solo per la condivisione della nostra iniziativa dell'appello a Pino Aprile per cui lo ringraziamo, ma anche per alcune lucide considerazioni sulla necessità di agire per una rappresentanza politica meridionalista...uniamoci ora!

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Dovremmo essere già in diecimila!

Mino Errico


Si dice che siano state vendute 500mila copie di Terroni di Pino  Aprile, i suoi iscritti al profilo facebook-terroni sono quasi 7mila, su youtube ormai abbiamo perso il conto di profili che sbandierano ai quattro venti le magnificenze del Regno delle Due Sicilie, sulla stampa da qualche anno appaiono articoli del tono dell'ultimo del Sole24ore, che paragona il regno di Napoli alla odierna Germania (articolo che conta 11mila condivisioni fb)... eppure a sottoscrivere l'appello che invita Aprile a buttarsi nella mischia e a farsi paladino di un sud identitario che non ha più complessi, siamo stati finora in meno di 4mila!
E si sprecano pure i distinguo, chi invita ad evitare il meridionalismo accattone, chi a non accogliere tutti, infatti alcuni post vengono bannati (cosa che non condividiamo in quanto chi scrive cavolate si squalifica da solo e non servono censure). Qualcuno sottolinea scetticamente che certe sottoscrizioni da dietro una anonima tastiera di computer valgono meno di zero e che quando si tratta di muoversi concretamente ci si ritrova sempre in quattro gatti.
Ora io mi domando che senso ha fare i puristi, lo sappiamo bene che internet può ridursi ad un fuoco di paglia (proprio in questi giorni si parla di un 54 % di followers su twitter di Grillo prodotti da bot), che non si può fare una analisi di purezza identitaria a chi sottoscrive l'appello (magari più di una volta e con nomi diversi, ma dobbiamo pure ricordare il caso Parma dove praticamente i grillini hanno fatto gran parte della campagna elettorale sulla rete!), ma ciò non toglie che il tempo dei convegni e delle celebrazioni dei bei tempi che furono è finito. Urge darsi una rappresentanza politica di tipo identitario. Tutto il resto son chiacchiere e comodi alibi se non posizioni strumentali dettate da oscuri interessi.
Gli amici del Pdsud sanno bene che non condividiamo tutte le loro scelte, che lo abbiamo scritto e continueremo a farlo, ma non ci siamo fatti pregare per sottoscriver l'appello a Pino Aprile. Anzi, abbiamo anche provato a tirarlo per la giacchetta personalmente ricordandogli che l'ultimo Zitara era andato oltre l'arroccamento sul separatismo e si era rivolto a Lombardo con una lettera che ci fece mettere su FORA... Il tutto per lanciare un sasso nello stagno, uno stagno fermo da 151 anni in cui sguazzano tanti politici e intellettuali meridionali  ben foraggiati dallo stato italiano.
Chi vi scrive è stato sempre scettico sulla opportunità di mettere su un movimento separatista nelle provincie napolitane, questo però non mi ha impedito di collaborare dieci anni con Zitara. Sfido chiunque a dimostrare che è stato inutile. Questo appunto è diretto ai puristi che stanno a guardare (potrei citare insorgenza, ma non solo) e ai neoborbonici che ritengono il popolo non pronto e si perdono in un culturalismo fine a se stesso.
E' giunta l'ora di bonificare lo stagno, e di prendere a pedate (politicamente parlando) chi ci sguazza.  Occorre solo uno scatto di orgoglio, dimentichiamoci della Napoli da derattizzare, dei forestali calabresi, degli sprechi siciliani, ricordiamoci che le nostre navi commerciavano con gli Stati Uniti e che i soldati piemontesi in Crimea dovettero constatare che le monete napolitane venivano accettate in tutto il mediterraneo.
Riprogrammiamo il nostro DNA, evitiamo di nasconderci, usciamo allo scoperto, firmiamo l'appello, facciamolo girare su Facebook, su Twitter, sui siti che presumono di essere identitari, parliamone a tavola con gli amici e con i parenti. Poi tutto si potrà migliorare, si faranno i programmi, ognuno farà i suoi distinguo, ma partiamo per la miseria.

Mino Errico


Fonte: www.Eleaml.org

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