venerdì 31 maggio 2019

ANALISI DEL VOTO EUROPEE 2019: RIPARTIRE !

di Natale Cuccurese – “Mi sono convinto che anche quando tutto sembra perduto bisogna mettersi tranquillamente all’opera ricominciando dall’inizio”
(Antonio Gramsci)
È terminata anche quest’ultima campagna elettorale e si è conclusa male per la Sinistra. Risultato forse prevedibile dato il poco tempo avuto a disposizione per preparare ed assemblare la lista e visto l’ostruzionismo dei media, che hanno alzato una cortina di silenzio sulla nostra proposta degna di un Paese a democrazia limitata, altro che par condicio.
Il poco tempo a disposizione è stato causato anche da tentativi di progetti aggregativi che, purtroppo, dopo mesi di lavoro e di riunioni si sono dispersi. Una lezione questa di cui bisognerà fare tesoro per il futuro, a prescindere dai protagonisti.
A quel punto i partiti e reti che fanno parte a diverso titolo del Partito della Sinistra Europea (Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana, Altra Europa con Tsipras, Partito del Sud, Convergenza Socialista e Transform!Italia), riuniti con urgenza a Roma, con un comunicato del vicepresidente italiano della Sinistra Europea, Paolo Ferrero, hanno lanciato il 21 febbraio un appello per garantire la presenza di una lista di sinistra alle elezioni europee collegata con il Partito della Sinistra Europea. L’appello ha avuto una discreta risposta di parte di associazioni e movimenti fra cui “La Rete delle Città in Comune ed “È viva”. Inutile ora ripercorrere le infinite riunioni, il tentativo generoso di aprire a tutte le formazioni progressiste, Verdi compresi, senza alcun settarismo e senza porre ostacolo alcuno alla formazione di una lista che potesse arrivare alla soglia del 4%, per garantire così la presenza di europarlamentari italiani nel gruppo della Sinistra Europea. Tutto spesso inutile, malgrado l’apertura a modifiche di programma, condizioni, temi e la votazione web del simbolo. Sicuramente le scorie del passato hanno avuto il loro peso e la sfiducia unita a strategie diverse e divisive hanno prevalso. Il resto è cronaca delle ultime ore.
La Sinistra, così, partita in ritardo e priva di voce pubblica e di riconoscibilità da parte dell’elettore, è andata incontro alla sconfitta. Malgrado la diffusione sui social, con pochi mezzi e senza televisioni in Italia ancora non si può pensare di ottenere risultati significativi, e le televisioni sono tutte controllate da altri, forze governative in primis. Inoltre la rissosità che caratterizza da anni le forze di sinistra ha provocato una sfiducia e un allontanamento di parte dell’elettorato, stanco e ormai scettico. A questo si aggiunga il solito “appello al voto utile” che, vista la marea nera montante e lo scoramento, ha fatto ancora più presa.
Fatta questa doverosa premessa, su quelle che sono fra le cause prime della sconfitta, bisogna ora cercare di capire come ripartire, tenendo conto degli errori passati. Non basta dire andiamo avanti, bisogna anche capire come per evitare la “coazione a ripetere” che da anni immobilizza la Sinistra, fra cui una delle più fastidiose: le disamine col senno di poi di chi si è astenuto o addirittura ha remato contro a prescindere, pensando così di “vincere” la mini sfida del settarismo, del rancore e della miopia!
Prima questione, visto lo scoramento che ha preso troppi compagni, si può ripartire ?!
Si, si può ripartire! Basta guardare i risultati di tante liste di Sinistra in tantissimi comuni al voto, da Nord a Sud, che hanno eletto consiglieri e Sindaci con percentuali ben oltre quelle delle europee. Il voto dicotomico europee/comunali, sugli stessi comuni, ci dà proprio la conferma di quanto detto sopra. C’è ancora saldo, coeso, deciso un tessuto militante che continua ad operare senza esitazione, forse più stanco, ma ancora motivatissimo, trincerato a difesa dei propri ideali. Da qui bisogna ripartire.
Fra l’altro lo spazio a disposizione per crescere nelle percentuali è enorme, come dimostrato da un bell’articolo di Wu Ming che mette in rilievo il fatto che l’astensionismo è un dato totalmente rimosso dai media nella formulazione delle percentuali diffuse: “Se proprio si vuole ragionare in termini di percentuali, ragionando sul 100% reale vediamo che la Lega ha il 19%, il PD il 12%, il M5S il 9,5%. Sono tutti largamente minoritari nel Paese.
Rimuovere l’astensione rende ciechi e sordi a quel che si muove davvero nel corpo sociale. In Italia più di venti milioni di aventi diritto al voto ritengono l’attuale offerta politica inaccettabile, quando non disperante e/o nauseabonda.
Dentro l’astensione ci sono riserve di energia politica che, quando tornerà in circolazione, scompaginerà il quadro fittizio che alimenta la chiacchiera politica quotidiana, mostrando che questi rapporti di forza tra partiti sono interni a un mondo del tutto autoreferenziale.”
Seconda questione: come ripartire?!
-Sicuramente non buttando via il “bambino” con l’acqua sporca!
Il percorso aggregativo è iniziato, in ritardo ma è iniziato, sarebbe criminale arrestarlo per l’ennesima volta! Va riconosciuto ai nostri candidati il merito di aver duramente e ben lavorato, un sacrificio, anche personale ed economico, che se disperso sarebbe annichilente per loro e per tutta la rete a supporto. Ecco perché già da un paio di settimane è stata diffusa la data della prossima assemblea nazionale della lista “la Sinistra” a Roma per il prossimo 9 giugno.
Indietro non si torna, se ci sarà chi vorrà abbandonare il progetto se ne dovrà assumere le responsabilità davanti alla storia e alla base militante, ma non credo che nessuno ambisca al suicidio politico. Inoltre ora, comunque, il progetto di costruzione di un polo di Sinistra antiliberista è finalmente riconoscibile nel Paese.
Costruire un chiaro programma politico che si basi su proposte assolutamente concrete. Al primo posto, lo dico da anni, il Sud e le sue tante emergenze fra cui al primo posto e a brevissimo, quando Salvini passerà all’incasso, il contrasto incondizionato al Regionalismo differenziato, la cosiddetta secessione dei ricchi. Un progetto al limite dell’eversivo che rischia di rompere l’unità del Paese. Un Sud disperato che da anni non avendo risposte politiche si è prima rivolto ai 5 stelle e ora, in parte, alla Lega ci aspetta su questo fronte, soprattutto non appena questa normativa entrerà in vigore e i cittadini del Mezzogiorno, ad oggi poco o per nulla informati dai media, ne potranno valutare concretamente, nelle proprie tasche e negli scarsi servizi, gli effetti dirompenti. I dati di queste ultime elezioni confermano che il voto del Sud, dei suoi tanti astenuti, di quanti ancora ammaliati dal fascino leghista o pentastellato, rimane quello che deciderà le prossime elezioni politiche. Questo nostro contrasto a questo tipo di federalismo egoistico, malgrado i candidati a Sud spesso lo abbiano posto in evidenza, anche in modo encomiabile, a livello di comunicazione nazionale non è emerso come avrebbe dovuto. Da qui bisogna ripartire nell’immediato, oltre ovviamente a porre in evidenza le nostre proposte su welfare e diritti civili.
Programma e regole chiare e paritarie per chiunque si avvicini al progetto e voglia farne parte. Stop alle perdite di tempo in attesa del Vate di turno!
Abbiamo generosamente ritardato, fin troppo, il lancio della lista, anche nel simbolo, proprio per essere, e dimostrarci, non settari e inclusivi. Giustissimo, ma ora si rilanci il progetto da chi ne fa già parte e vuole andare avanti, anche fissando regole chiare che valgano per tutti. Chi vorrà farne parte si potrà aggregare in seguito ed è il benvenuto, accettando però regole e temi già esistenti, che ovviamente saranno integrati con i nuovi, portati in dote a tutti come contributo al progetto, ma non pretendendo di ridiscutere le regole generali, patteggiare i temi di altri, chiedere cambiamenti in corso d’opera o addirittura dettando diktat. Non è certo il caso di rivendicare primogeniture, ma nemmeno annichilirsi aiuta, come dimostrato in questi mesi. I tanti temi, le differenti proposte e sfaccettature, sono una ricchezza per tutti e vanno posti in evidenza sempre, anche in campagna elettorale, se scompaiono nel momento più importante del percorso si disperde la forza e penetrazione della lista e si perde in concretezza.
Per concludere, guardando il bicchiere mezzo pieno, visto l’approssimarsi per le forze governative dei molti nodi che stanno per arrivare al pettine (legge di bilancio, regionalismo differenziato, aumento IVA, TAV, contrasti di coalizione ecc.), abbiamo davanti ampie praterie di consenso se sapremo restare coesi, evidenziare i nostri temi nei prossimi mesi (ora il tempo c’è) e ricavare visibilità, anche mediatica, con il lavoro sui territori dove siamo presenti e da dove dobbiamo ripartire per la formazione di uno spazio innovativo da creare insieme.


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di Natale Cuccurese – “Mi sono convinto che anche quando tutto sembra perduto bisogna mettersi tranquillamente all’opera ricominciando dall’inizio”
(Antonio Gramsci)
È terminata anche quest’ultima campagna elettorale e si è conclusa male per la Sinistra. Risultato forse prevedibile dato il poco tempo avuto a disposizione per preparare ed assemblare la lista e visto l’ostruzionismo dei media, che hanno alzato una cortina di silenzio sulla nostra proposta degna di un Paese a democrazia limitata, altro che par condicio.
Il poco tempo a disposizione è stato causato anche da tentativi di progetti aggregativi che, purtroppo, dopo mesi di lavoro e di riunioni si sono dispersi. Una lezione questa di cui bisognerà fare tesoro per il futuro, a prescindere dai protagonisti.
A quel punto i partiti e reti che fanno parte a diverso titolo del Partito della Sinistra Europea (Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana, Altra Europa con Tsipras, Partito del Sud, Convergenza Socialista e Transform!Italia), riuniti con urgenza a Roma, con un comunicato del vicepresidente italiano della Sinistra Europea, Paolo Ferrero, hanno lanciato il 21 febbraio un appello per garantire la presenza di una lista di sinistra alle elezioni europee collegata con il Partito della Sinistra Europea. L’appello ha avuto una discreta risposta di parte di associazioni e movimenti fra cui “La Rete delle Città in Comune ed “È viva”. Inutile ora ripercorrere le infinite riunioni, il tentativo generoso di aprire a tutte le formazioni progressiste, Verdi compresi, senza alcun settarismo e senza porre ostacolo alcuno alla formazione di una lista che potesse arrivare alla soglia del 4%, per garantire così la presenza di europarlamentari italiani nel gruppo della Sinistra Europea. Tutto spesso inutile, malgrado l’apertura a modifiche di programma, condizioni, temi e la votazione web del simbolo. Sicuramente le scorie del passato hanno avuto il loro peso e la sfiducia unita a strategie diverse e divisive hanno prevalso. Il resto è cronaca delle ultime ore.
La Sinistra, così, partita in ritardo e priva di voce pubblica e di riconoscibilità da parte dell’elettore, è andata incontro alla sconfitta. Malgrado la diffusione sui social, con pochi mezzi e senza televisioni in Italia ancora non si può pensare di ottenere risultati significativi, e le televisioni sono tutte controllate da altri, forze governative in primis. Inoltre la rissosità che caratterizza da anni le forze di sinistra ha provocato una sfiducia e un allontanamento di parte dell’elettorato, stanco e ormai scettico. A questo si aggiunga il solito “appello al voto utile” che, vista la marea nera montante e lo scoramento, ha fatto ancora più presa.
Fatta questa doverosa premessa, su quelle che sono fra le cause prime della sconfitta, bisogna ora cercare di capire come ripartire, tenendo conto degli errori passati. Non basta dire andiamo avanti, bisogna anche capire come per evitare la “coazione a ripetere” che da anni immobilizza la Sinistra, fra cui una delle più fastidiose: le disamine col senno di poi di chi si è astenuto o addirittura ha remato contro a prescindere, pensando così di “vincere” la mini sfida del settarismo, del rancore e della miopia!
Prima questione, visto lo scoramento che ha preso troppi compagni, si può ripartire ?!
Si, si può ripartire! Basta guardare i risultati di tante liste di Sinistra in tantissimi comuni al voto, da Nord a Sud, che hanno eletto consiglieri e Sindaci con percentuali ben oltre quelle delle europee. Il voto dicotomico europee/comunali, sugli stessi comuni, ci dà proprio la conferma di quanto detto sopra. C’è ancora saldo, coeso, deciso un tessuto militante che continua ad operare senza esitazione, forse più stanco, ma ancora motivatissimo, trincerato a difesa dei propri ideali. Da qui bisogna ripartire.
Fra l’altro lo spazio a disposizione per crescere nelle percentuali è enorme, come dimostrato da un bell’articolo di Wu Ming che mette in rilievo il fatto che l’astensionismo è un dato totalmente rimosso dai media nella formulazione delle percentuali diffuse: “Se proprio si vuole ragionare in termini di percentuali, ragionando sul 100% reale vediamo che la Lega ha il 19%, il PD il 12%, il M5S il 9,5%. Sono tutti largamente minoritari nel Paese.
Rimuovere l’astensione rende ciechi e sordi a quel che si muove davvero nel corpo sociale. In Italia più di venti milioni di aventi diritto al voto ritengono l’attuale offerta politica inaccettabile, quando non disperante e/o nauseabonda.
Dentro l’astensione ci sono riserve di energia politica che, quando tornerà in circolazione, scompaginerà il quadro fittizio che alimenta la chiacchiera politica quotidiana, mostrando che questi rapporti di forza tra partiti sono interni a un mondo del tutto autoreferenziale.”
Seconda questione: come ripartire?!
-Sicuramente non buttando via il “bambino” con l’acqua sporca!
Il percorso aggregativo è iniziato, in ritardo ma è iniziato, sarebbe criminale arrestarlo per l’ennesima volta! Va riconosciuto ai nostri candidati il merito di aver duramente e ben lavorato, un sacrificio, anche personale ed economico, che se disperso sarebbe annichilente per loro e per tutta la rete a supporto. Ecco perché già da un paio di settimane è stata diffusa la data della prossima assemblea nazionale della lista “la Sinistra” a Roma per il prossimo 9 giugno.
Indietro non si torna, se ci sarà chi vorrà abbandonare il progetto se ne dovrà assumere le responsabilità davanti alla storia e alla base militante, ma non credo che nessuno ambisca al suicidio politico. Inoltre ora, comunque, il progetto di costruzione di un polo di Sinistra antiliberista è finalmente riconoscibile nel Paese.
Costruire un chiaro programma politico che si basi su proposte assolutamente concrete. Al primo posto, lo dico da anni, il Sud e le sue tante emergenze fra cui al primo posto e a brevissimo, quando Salvini passerà all’incasso, il contrasto incondizionato al Regionalismo differenziato, la cosiddetta secessione dei ricchi. Un progetto al limite dell’eversivo che rischia di rompere l’unità del Paese. Un Sud disperato che da anni non avendo risposte politiche si è prima rivolto ai 5 stelle e ora, in parte, alla Lega ci aspetta su questo fronte, soprattutto non appena questa normativa entrerà in vigore e i cittadini del Mezzogiorno, ad oggi poco o per nulla informati dai media, ne potranno valutare concretamente, nelle proprie tasche e negli scarsi servizi, gli effetti dirompenti. I dati di queste ultime elezioni confermano che il voto del Sud, dei suoi tanti astenuti, di quanti ancora ammaliati dal fascino leghista o pentastellato, rimane quello che deciderà le prossime elezioni politiche. Questo nostro contrasto a questo tipo di federalismo egoistico, malgrado i candidati a Sud spesso lo abbiano posto in evidenza, anche in modo encomiabile, a livello di comunicazione nazionale non è emerso come avrebbe dovuto. Da qui bisogna ripartire nell’immediato, oltre ovviamente a porre in evidenza le nostre proposte su welfare e diritti civili.
Programma e regole chiare e paritarie per chiunque si avvicini al progetto e voglia farne parte. Stop alle perdite di tempo in attesa del Vate di turno!
Abbiamo generosamente ritardato, fin troppo, il lancio della lista, anche nel simbolo, proprio per essere, e dimostrarci, non settari e inclusivi. Giustissimo, ma ora si rilanci il progetto da chi ne fa già parte e vuole andare avanti, anche fissando regole chiare che valgano per tutti. Chi vorrà farne parte si potrà aggregare in seguito ed è il benvenuto, accettando però regole e temi già esistenti, che ovviamente saranno integrati con i nuovi, portati in dote a tutti come contributo al progetto, ma non pretendendo di ridiscutere le regole generali, patteggiare i temi di altri, chiedere cambiamenti in corso d’opera o addirittura dettando diktat. Non è certo il caso di rivendicare primogeniture, ma nemmeno annichilirsi aiuta, come dimostrato in questi mesi. I tanti temi, le differenti proposte e sfaccettature, sono una ricchezza per tutti e vanno posti in evidenza sempre, anche in campagna elettorale, se scompaiono nel momento più importante del percorso si disperde la forza e penetrazione della lista e si perde in concretezza.
Per concludere, guardando il bicchiere mezzo pieno, visto l’approssimarsi per le forze governative dei molti nodi che stanno per arrivare al pettine (legge di bilancio, regionalismo differenziato, aumento IVA, TAV, contrasti di coalizione ecc.), abbiamo davanti ampie praterie di consenso se sapremo restare coesi, evidenziare i nostri temi nei prossimi mesi (ora il tempo c’è) e ricavare visibilità, anche mediatica, con il lavoro sui territori dove siamo presenti e da dove dobbiamo ripartire per la formazione di uno spazio innovativo da creare insieme.


martedì 21 maggio 2019

Elezioni europee 2019: Adesso lo sprint!

Care compagne e compagni che avete deciso di votare la lista della Sinistra, la campagna elettorale sta entrando nella fase decisiva. Tutto è aperto per quanto riguarda il risultato perché la maggioranza delle persone non ha ancora deciso se e cosa votare.
Vi chiediamo quindi un grande impegno per raggiungere l’obiettivo del 4% di voti mandando dall’Italia deputate e deputati nel parlamento europeo a rafforzare il gruppo della sinistra. Se non li eleggiamo noi questi parlamentari saranno presi dalle destre e dai liberisti.
I sondaggi ci danno poco sotto al 4%, cioè vi sono ancora 250.000 persone da convincere a votare la lista della sinistra per essere certi del risultato. La soluzione siete voi e la vostra credibilità sui territori. Contattate dieci persone indecise, parlategli, spiegategli le nostre ragioni pacatamente al di fuori della propaganda degli spot.
Dite loro che il voto alla lista della sinistra vale doppio perché serve ad eleggere i deputati al Parlamento Europeo ma anche ad unire la sinistra nel nostro paese. Perché la nostra non è solo una lista elettorale ma un progetto politico di aggregare la sinistra – quella vera che vive nell’impegno civile di centinaia di migliaia di donne ed uomini – per lavorare insieme e costruire quell’unità e quella credibilità che fino ad oggi sono mancate. Per questo il 9 giugno ci vedremo a Roma in una grande assemblea per discutere insieme su come proseguire il lavoro cominciato con le elezioni, come costruire coalizione, progetto, passione comune.
Dite loro che liberisti e razzisti stanno prendendo in giro gli italiani da anni dicendo che non ci sono i soldi. Gli uni propongono ulteriori stangate e gli altri fomentano la guerra tra i poveri. E’ falso, i soldi ci sono e vanno presi a chi ne ha troppi cambiando radicalmente questa Europa: alle multinazionali che non pagano le tasse, dalla BCE che finanzia solo le banche private, agli italiani troppo ricchi, riducendo drasticamente le spese militari, togliendo i sussidi alle fonti fossili. I nostri avversari non stanno in basso, non sono i poveri che arrivano sulle barche, ma stanno in alto, sono quelli che hanno rubato i nostri soldi in tutti questi anni.
L’Europa non è mai stata così ricca e sviluppata, bisogna usare questa ricchezza per il bene comune non per i privilegi di pochi. Per questo proponiamo di riconvertire completamente l’economia in modo che non distrugga l’ambiente, di ridurre l’orario di lavoro e l’età per andare in pensione, di garantire la sanità gratuita senza assurde liste d’attesa, di sviluppare il welfare e l’istruzione pubblica, di aumentare salari e pensioni garantendo pieni diritti di chi lavora ed un reddito ai disoccupati.
Dite loro che siamo contrari al progetto di centro destra e centro sinistra di spezzare ulteriormente l’Italia tra ricchi e poveri, contro un regionalismo differenziato che accentuerebbe le differenze tra nord e sud.
Dite loro che il diritto all’aborto sicuro e alla contraccezione non è mai stato così in pericolo come adesso e che l’alleanza tra nazionalisti, fondamentalisti cattolici ed estrema destra si gioca sui corpi delle donne oltre che su quelli delle persone migranti. Su questo tema serviranno posizioni nette che il Pd non ha mai assunto.
Dite loro che la famiglia “naturale” che le destre vorrebbero restaurare è il nostro peggiore incubo: è proprio lì che le donne sono uccise. Noi vogliamo allargare i diritti civili, i diritti delle donne e delle persone LGBTI. Noi vogliamo un’Italia e un’Europa in cui le persone siano libere dall’oppressione economica e libere dall’oppressione del razzismo, dell’omofobia, del sessismo. Diritti civili, diritti sociali, difesa dell’ambiente avanzano di pari passo.
Dite loro che il nostro impegno non è solo per produrre buone leggi ma per produrre buona cultura, fiducia in se stessi, capacità di essere protagonisti della propria esistenza e non ripiegati nella paura e nell’impotenza alla disperata ricerca dell’uomo della provvidenza. Cambiare l’Europa per cambiare noi stessi: per combattere i femminicidi servono leggi ma serve crescita civile, rispetto per l’altra e l’altro, senso di se. Il contrario della concorrenza, del pregiudizio, delle discriminazioni.
Fatti non foste per viver come bruti. Per questo serve un voto alla Sinistra, per fare la sinistra.



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Care compagne e compagni che avete deciso di votare la lista della Sinistra, la campagna elettorale sta entrando nella fase decisiva. Tutto è aperto per quanto riguarda il risultato perché la maggioranza delle persone non ha ancora deciso se e cosa votare.
Vi chiediamo quindi un grande impegno per raggiungere l’obiettivo del 4% di voti mandando dall’Italia deputate e deputati nel parlamento europeo a rafforzare il gruppo della sinistra. Se non li eleggiamo noi questi parlamentari saranno presi dalle destre e dai liberisti.
I sondaggi ci danno poco sotto al 4%, cioè vi sono ancora 250.000 persone da convincere a votare la lista della sinistra per essere certi del risultato. La soluzione siete voi e la vostra credibilità sui territori. Contattate dieci persone indecise, parlategli, spiegategli le nostre ragioni pacatamente al di fuori della propaganda degli spot.
Dite loro che il voto alla lista della sinistra vale doppio perché serve ad eleggere i deputati al Parlamento Europeo ma anche ad unire la sinistra nel nostro paese. Perché la nostra non è solo una lista elettorale ma un progetto politico di aggregare la sinistra – quella vera che vive nell’impegno civile di centinaia di migliaia di donne ed uomini – per lavorare insieme e costruire quell’unità e quella credibilità che fino ad oggi sono mancate. Per questo il 9 giugno ci vedremo a Roma in una grande assemblea per discutere insieme su come proseguire il lavoro cominciato con le elezioni, come costruire coalizione, progetto, passione comune.
Dite loro che liberisti e razzisti stanno prendendo in giro gli italiani da anni dicendo che non ci sono i soldi. Gli uni propongono ulteriori stangate e gli altri fomentano la guerra tra i poveri. E’ falso, i soldi ci sono e vanno presi a chi ne ha troppi cambiando radicalmente questa Europa: alle multinazionali che non pagano le tasse, dalla BCE che finanzia solo le banche private, agli italiani troppo ricchi, riducendo drasticamente le spese militari, togliendo i sussidi alle fonti fossili. I nostri avversari non stanno in basso, non sono i poveri che arrivano sulle barche, ma stanno in alto, sono quelli che hanno rubato i nostri soldi in tutti questi anni.
L’Europa non è mai stata così ricca e sviluppata, bisogna usare questa ricchezza per il bene comune non per i privilegi di pochi. Per questo proponiamo di riconvertire completamente l’economia in modo che non distrugga l’ambiente, di ridurre l’orario di lavoro e l’età per andare in pensione, di garantire la sanità gratuita senza assurde liste d’attesa, di sviluppare il welfare e l’istruzione pubblica, di aumentare salari e pensioni garantendo pieni diritti di chi lavora ed un reddito ai disoccupati.
Dite loro che siamo contrari al progetto di centro destra e centro sinistra di spezzare ulteriormente l’Italia tra ricchi e poveri, contro un regionalismo differenziato che accentuerebbe le differenze tra nord e sud.
Dite loro che il diritto all’aborto sicuro e alla contraccezione non è mai stato così in pericolo come adesso e che l’alleanza tra nazionalisti, fondamentalisti cattolici ed estrema destra si gioca sui corpi delle donne oltre che su quelli delle persone migranti. Su questo tema serviranno posizioni nette che il Pd non ha mai assunto.
Dite loro che la famiglia “naturale” che le destre vorrebbero restaurare è il nostro peggiore incubo: è proprio lì che le donne sono uccise. Noi vogliamo allargare i diritti civili, i diritti delle donne e delle persone LGBTI. Noi vogliamo un’Italia e un’Europa in cui le persone siano libere dall’oppressione economica e libere dall’oppressione del razzismo, dell’omofobia, del sessismo. Diritti civili, diritti sociali, difesa dell’ambiente avanzano di pari passo.
Dite loro che il nostro impegno non è solo per produrre buone leggi ma per produrre buona cultura, fiducia in se stessi, capacità di essere protagonisti della propria esistenza e non ripiegati nella paura e nell’impotenza alla disperata ricerca dell’uomo della provvidenza. Cambiare l’Europa per cambiare noi stessi: per combattere i femminicidi servono leggi ma serve crescita civile, rispetto per l’altra e l’altro, senso di se. Il contrario della concorrenza, del pregiudizio, delle discriminazioni.
Fatti non foste per viver come bruti. Per questo serve un voto alla Sinistra, per fare la sinistra.



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Perché il 26 maggio votiamo La Sinistra – APPELLO NAZIONALE

Di solito nelle elezioni europee il voto è considerato poco, perché il Parlamento di Bruxelles non vota la fiducia a un governo. Ma, a parte il fatto che questo ci libera dall’ossessione del “voto utile”, e dovrebbe essere considerato un vantaggio, la scadenza elettorale del 26 maggio è diversa, perché deciderà se affossare o rilanciare il progetto dell’unità europea, quale l’avevano sognato gli antifascisti al confino a Ventotene fin dal lontano 1941.
Quel progetto è stato ed è stravolto, da un lato, dalla logica neoliberista che ha ispirato il Trattato di Maastricht e le successive intese intergovernative, come il micidiale Fiscal compact, che, perseguendo politiche di austerità, hanno aggravato la crisi con gravi conseguenze per l’occupazione e le condizioni di vita delle persone.
Dall’altro lato il percorso dell’unità europea è oggi seriamente minacciato dall’avanzata delle destre nazionaliste, xenofobe, razziste e sessiste. Se si continua sulla prima strada si rischia l’implosione della Ue, perché si approfondiscono le differenze tra paesi e all’interno di questi. Se si sceglie la seconda si arriverebbe alla deflagrazione della Ue, a un ritorno alle piccole patrie l’una contro l’altra armate.
In entrambi i casi il nostro paese verrebbe lasciato in balia dei grandi gruppi economici e finanziari che già con la globalizzazione selvaggia hanno sottratto il potere di decidere sulla nostra sorte ad ogni controllo democratico. Ogni scelta sarebbe in balia del “pilota automatico”, cioè del mercato e della finanza, alla ricerca del profitto immediato insensibile alle conseguenze che ne derivano per l’umanità, quella più povera innanzitutto.  Ma non solo: le catastrofi ecologiche che derivano dal supersfruttamento della natura e dell’ambiente colpiscono indistintamente tutta l’umanità. 
Recuperare la sovranità nazionale in questa situazione è illusorio. Certo bisogna lottare in tutti i paesi per modificare le politiche dominanti, certo bisogna battersi per l’attuazione della Costituzione e affermarne la prevalenza rispetto a trattati neoliberisti. Dipende da noi, dalla forza collettiva che riusciranno a mobilitare i movimenti sociali, dei lavoratori, femministi, ambientalisti, pacifisti per ottenere un’Europa radicalmente diversa, più giusta, più democratica. Un’Europa impegnata a eliminare le insostenibili diseguaglianze, le cause delle guerre e a prevenire le catastrofi ambientali; aperta al Mediterraneo, ai processi migratori e in pace con gli altri popoli.
Senza la forza che solo un’altra Europa unita può mettere in campo, nessuna delle rivendicazioni che ci stanno a cuore potrebbero essere conquistate.
La Ue così come è non ci piace per nulla e occorre rompere la gabbia dei trattati neoliberisti, ma lo spazio europeo è il terreno di lotta sul quale ha senso oggi battersi e costruire una solidarietà tra gli oppressi. Anche l’Italia è segnata da profonde diseguaglianze, basti pensare alla questione meridionale. Ma sono le forze reazionarie al governo che ne propongono lo smembramento di fatto con il disegno delle autonomie regionali rinforzate che hanno presentato: una vera secessione dei ricchi!
Per questo vi invitiamo a reagire e a battervi assieme a noi per sconfiggere il neoliberismo di Maastricht così come il nazionalismo xenofobo e razzista delle destre.
La lista la  Sinistra  non è un partito ma una coalizione unitaria: raccoglie  forze politiche e  istanze dei movimenti che di questa parola sono ancora fieri, quelli che non dimenticano che è alla sinistra che dobbiamo  quanto di meglio si è conquistato nella nostra storia. Del resto in altri paesi europei la sinistra si rinnova, vince elezioni, governa, come è successo in Grecia e in Portogallo, come ci auguriamo avverrà in Spagna. Non siamo soli, anche se siamo consapevoli di essere oggi in Italia una minoranza. Ma nel Parlamento europeo il gruppo rossoverde al quale i nostri eletti aderiranno, il Gue/Ngl, è la quinta forza per consistenza e riunisce tutte le forze che in Europa si sono battute con più determinazione contro le politiche della Commissione e della troika e contro l’estrema destra negli scorsi anni.
Se oggi la Lega e i suoi compari sono diventati forti e con questi sono tornate ad alzare la testa le bande fasciste, è perché i più poveri si sono sentiti abbandonati dai governi che avrebbero dovuto proteggerli: quelli del Pd che hanno varato il Job Act, la controriforma delle pensioni, i decreti inumani firmati Minniti contro i migranti, che hanno sostenuto grandi opere, inutili e dannose come la Tav in Val di Susa, anziché linee ferroviarie per i pendolari o la messa in sicurezza del territorio. Per questo le vittime di questo malgoverno si sono rifugiate nel rancore, perdendo la fiducia nella politica e coltivando la pericolosa illusione dell’uomo forte al comando. In questo modo è dilagato un discorso di destra, sessista, razzista, che prende gli immigrati come capro espiatorio.
Per questo non basta votare contro le destre, occorre anche costruire un’alternativa alle politiche che hanno creato le condizioni per il loro successo e per farlo bisogna unire le forze di chi vuole davvero cambiare.
Il nostro voto serve anche a questo: un impegno che non si esaurisce nell’urna, ma che ci parla di un diverso futuro.

Rossana Rossanda, Fulvio Abbate, Maurizio Acerbo, Vittorio Agnoletto, Mario Agostinelli, Fabio Alberti, Eleonora Alfano, Andrea Allamprese, Andrea Amato, Carmine Amoroso, Cesare Antetomaso, Emilio Arisi, Giorgio Arlorio, Cesare Antetomaso, Piero Arcangeli, Marco Asunis, Ciccio Auletta, Angela Baraldi, Antonia Baraldi Sani, Guido Barbera, Guido Barbieri, Silvana Barbieri, Riccardo Bellofiore, Gioia Benelli, Luciano Beolchi, Franco Berardi  Bifo, Paolo Berdini, Cesare Bermani, Fausto Bertinotti, Daniele Biacchessi, Maria Luisa Boccia, Francesco Bochicchio, Armando Boito, Raffaella Bolini, Stefano Bonaga, Marina Boscaino, Adrian Bravi, Sergio Brenna, Benedetta Buccellato, Paolo Cacciari, Giuseppe Cafiero, Enrico Calamai, Franco Calamida, Loris Campetti, Berardo Carboni, Alessandro Cardulli, Aldo Carra, Francesco Caruso, Luciana Castellina, Tiziana Cazzaniga, Antonio Cecere, Paolo Ciofi, Yurii Colombo, Andrea Costa, Enrico Cundari, Maria Rosa Cutrufelli, Wasim Dahmash, Massimo D’apporto, Claudio De Fiores, Elettra Deiana, Fortunato Della Guerra, Josè Luis Del Roio, Vezio De Lucia, Girolamo De Michele, Marco Dentici, Loredana De Petris, Massimo Di Castelnuovo, Tommaso Di Francesco, Pippo Di Marca, Enzo Di Salvatore, Piero Di Siena,  Angelo D’Orsi, Olivia D’Ottavio, Roberto Escobar, Amedeo Fago, Lorenzo Falchi, Paolo Favilli, Angelo Ferracuti, Luigi Ferrajoli, Gianni Ferrara, Roberto Finelli, Franco Finocchiaro, Domenico Fiormonte, Marcello Fonte, Pasquale Fonte, Guglielmo Forges Davanzati, Francesca Fornario, Gianni Fresu, Emita Frigato, Alfio Furnari, Haidi Gaggio Giuliani, Stefano Galieni, Mauro Gallegati, Gabriella Gallozzi, Francesco Garibaldo, Claudio Giambelli, Alfonso Gianni, Aldo Giannuli, Daniela Giordano, Claudio Grassi, Dino Greco, Giovanni Greco, Silvio Greco, Andrea Gropplero, Giovanni Impastato, Silvia Innocenzi, Eliana Iocchi, Teresa Isemburg, Francesca Koch, Francesca Lacaita, Gianfranco Laccone, Lelio La Porta, Nicolas Lema, Maria Lenti, Guido Liguori, Fabiomassimo Lozzi, Gianni Lucini, Romano Luperini, Alfredo Luzi, Silvia Luzzi, Salvatore Maira, Roberto Mancini, Cecilia Mangini, Fiorella Mannoia, Filippo Maone, Roberto Mapelli, Fabio Marcelli, Pino Marino, Citto Maselli, Gianni Mattioli, Peppino Mazzotta, Alessandra Mecozzi, Eugenio Melandri, Lidia Menapace, Magda Mercatali, Maria Grazia Meriggi, Sandro Mezzadra, Filippo Miraglia, Emilio Molinari, Carmela Morabito, Lia Francesca Morandini, Raul Mordenti, Roberto Morea, Luisa Morgantini, Corrado Morgia, Giuseppe Moricola, Cristina Morini, Luca Mozzati, Franco Mulas, Roberto Musacchio, Fabio Mussi, Frida Nacinovich, Laura Nanni, Agnese Nano, Pasqualina Napoletano, Alberto Negri, Alfio Nicotra, Corrado Oddi, Alberto Olivetti, Giovanni Orsi, Giovanni Palombarini, Pierluigi Panici, Eugenio Parente, Andrea Pastor, Paolo Perezin, Tonino Perna, Riccardo Petrella, Barbara Pettine, Lorella Pieralli, Paolo Pietrangeli, Nicoletta Pirotta, Antonio Pizzinato, Gabriele Polo, Bianca Pomeranzi, Alessandro Portelli, Carlo Presciuttini, Cristina Quintavalla, Paolo Quintili, Giulia Quinzi, Marcella Raiola, Rosa Rinaldi, Gianni Rinaldini, Tiziano Rinaldini, Giorgio Riolo, David Riondino, Annamaria Rivera, Basilio Rizzo, Mimmo Rizzuti, Giulia Rodano, Barbara Romagnoli, Renzo Rossellini, Nino Russo, Giovanni Russo Spena, Pino Salerno, Pino Santarelli, Luigi Saraceni, Luigi Saragnese, Giovanni Saulini, Enzo Scandurra, Patrizia Sentinelli, Massimo Serafini, Sergio Serafini, Marino Severini, Sandro Severini, Tommaso Sodano, Paolo Sollier, Anita Sonego, Paolo Sordi, Angelo Tantaro, Giovanni Taverna, Sarantis Thanopoulos, Mario Tiberi, Marina Turi, Stefania Tuzi, Pierfrancesco Uva, Fulvio Vassallo Paleologo, Vauro, Nichi Vendola, Giovanna Vertova, Luigi Vinci, Lello Voce, Pasquale Voza, Mauro Zanella, Federico Zappino, Susanna Zirizzotti, Massimo Zucchetti.

(per ulteriori adesioni inviare a appello.lasinistra@gmail.com)


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Di solito nelle elezioni europee il voto è considerato poco, perché il Parlamento di Bruxelles non vota la fiducia a un governo. Ma, a parte il fatto che questo ci libera dall’ossessione del “voto utile”, e dovrebbe essere considerato un vantaggio, la scadenza elettorale del 26 maggio è diversa, perché deciderà se affossare o rilanciare il progetto dell’unità europea, quale l’avevano sognato gli antifascisti al confino a Ventotene fin dal lontano 1941.
Quel progetto è stato ed è stravolto, da un lato, dalla logica neoliberista che ha ispirato il Trattato di Maastricht e le successive intese intergovernative, come il micidiale Fiscal compact, che, perseguendo politiche di austerità, hanno aggravato la crisi con gravi conseguenze per l’occupazione e le condizioni di vita delle persone.
Dall’altro lato il percorso dell’unità europea è oggi seriamente minacciato dall’avanzata delle destre nazionaliste, xenofobe, razziste e sessiste. Se si continua sulla prima strada si rischia l’implosione della Ue, perché si approfondiscono le differenze tra paesi e all’interno di questi. Se si sceglie la seconda si arriverebbe alla deflagrazione della Ue, a un ritorno alle piccole patrie l’una contro l’altra armate.
In entrambi i casi il nostro paese verrebbe lasciato in balia dei grandi gruppi economici e finanziari che già con la globalizzazione selvaggia hanno sottratto il potere di decidere sulla nostra sorte ad ogni controllo democratico. Ogni scelta sarebbe in balia del “pilota automatico”, cioè del mercato e della finanza, alla ricerca del profitto immediato insensibile alle conseguenze che ne derivano per l’umanità, quella più povera innanzitutto.  Ma non solo: le catastrofi ecologiche che derivano dal supersfruttamento della natura e dell’ambiente colpiscono indistintamente tutta l’umanità. 
Recuperare la sovranità nazionale in questa situazione è illusorio. Certo bisogna lottare in tutti i paesi per modificare le politiche dominanti, certo bisogna battersi per l’attuazione della Costituzione e affermarne la prevalenza rispetto a trattati neoliberisti. Dipende da noi, dalla forza collettiva che riusciranno a mobilitare i movimenti sociali, dei lavoratori, femministi, ambientalisti, pacifisti per ottenere un’Europa radicalmente diversa, più giusta, più democratica. Un’Europa impegnata a eliminare le insostenibili diseguaglianze, le cause delle guerre e a prevenire le catastrofi ambientali; aperta al Mediterraneo, ai processi migratori e in pace con gli altri popoli.
Senza la forza che solo un’altra Europa unita può mettere in campo, nessuna delle rivendicazioni che ci stanno a cuore potrebbero essere conquistate.
La Ue così come è non ci piace per nulla e occorre rompere la gabbia dei trattati neoliberisti, ma lo spazio europeo è il terreno di lotta sul quale ha senso oggi battersi e costruire una solidarietà tra gli oppressi. Anche l’Italia è segnata da profonde diseguaglianze, basti pensare alla questione meridionale. Ma sono le forze reazionarie al governo che ne propongono lo smembramento di fatto con il disegno delle autonomie regionali rinforzate che hanno presentato: una vera secessione dei ricchi!
Per questo vi invitiamo a reagire e a battervi assieme a noi per sconfiggere il neoliberismo di Maastricht così come il nazionalismo xenofobo e razzista delle destre.
La lista la  Sinistra  non è un partito ma una coalizione unitaria: raccoglie  forze politiche e  istanze dei movimenti che di questa parola sono ancora fieri, quelli che non dimenticano che è alla sinistra che dobbiamo  quanto di meglio si è conquistato nella nostra storia. Del resto in altri paesi europei la sinistra si rinnova, vince elezioni, governa, come è successo in Grecia e in Portogallo, come ci auguriamo avverrà in Spagna. Non siamo soli, anche se siamo consapevoli di essere oggi in Italia una minoranza. Ma nel Parlamento europeo il gruppo rossoverde al quale i nostri eletti aderiranno, il Gue/Ngl, è la quinta forza per consistenza e riunisce tutte le forze che in Europa si sono battute con più determinazione contro le politiche della Commissione e della troika e contro l’estrema destra negli scorsi anni.
Se oggi la Lega e i suoi compari sono diventati forti e con questi sono tornate ad alzare la testa le bande fasciste, è perché i più poveri si sono sentiti abbandonati dai governi che avrebbero dovuto proteggerli: quelli del Pd che hanno varato il Job Act, la controriforma delle pensioni, i decreti inumani firmati Minniti contro i migranti, che hanno sostenuto grandi opere, inutili e dannose come la Tav in Val di Susa, anziché linee ferroviarie per i pendolari o la messa in sicurezza del territorio. Per questo le vittime di questo malgoverno si sono rifugiate nel rancore, perdendo la fiducia nella politica e coltivando la pericolosa illusione dell’uomo forte al comando. In questo modo è dilagato un discorso di destra, sessista, razzista, che prende gli immigrati come capro espiatorio.
Per questo non basta votare contro le destre, occorre anche costruire un’alternativa alle politiche che hanno creato le condizioni per il loro successo e per farlo bisogna unire le forze di chi vuole davvero cambiare.
Il nostro voto serve anche a questo: un impegno che non si esaurisce nell’urna, ma che ci parla di un diverso futuro.

Rossana Rossanda, Fulvio Abbate, Maurizio Acerbo, Vittorio Agnoletto, Mario Agostinelli, Fabio Alberti, Eleonora Alfano, Andrea Allamprese, Andrea Amato, Carmine Amoroso, Cesare Antetomaso, Emilio Arisi, Giorgio Arlorio, Cesare Antetomaso, Piero Arcangeli, Marco Asunis, Ciccio Auletta, Angela Baraldi, Antonia Baraldi Sani, Guido Barbera, Guido Barbieri, Silvana Barbieri, Riccardo Bellofiore, Gioia Benelli, Luciano Beolchi, Franco Berardi  Bifo, Paolo Berdini, Cesare Bermani, Fausto Bertinotti, Daniele Biacchessi, Maria Luisa Boccia, Francesco Bochicchio, Armando Boito, Raffaella Bolini, Stefano Bonaga, Marina Boscaino, Adrian Bravi, Sergio Brenna, Benedetta Buccellato, Paolo Cacciari, Giuseppe Cafiero, Enrico Calamai, Franco Calamida, Loris Campetti, Berardo Carboni, Alessandro Cardulli, Aldo Carra, Francesco Caruso, Luciana Castellina, Tiziana Cazzaniga, Antonio Cecere, Paolo Ciofi, Yurii Colombo, Andrea Costa, Enrico Cundari, Maria Rosa Cutrufelli, Wasim Dahmash, Massimo D’apporto, Claudio De Fiores, Elettra Deiana, Fortunato Della Guerra, Josè Luis Del Roio, Vezio De Lucia, Girolamo De Michele, Marco Dentici, Loredana De Petris, Massimo Di Castelnuovo, Tommaso Di Francesco, Pippo Di Marca, Enzo Di Salvatore, Piero Di Siena,  Angelo D’Orsi, Olivia D’Ottavio, Roberto Escobar, Amedeo Fago, Lorenzo Falchi, Paolo Favilli, Angelo Ferracuti, Luigi Ferrajoli, Gianni Ferrara, Roberto Finelli, Franco Finocchiaro, Domenico Fiormonte, Marcello Fonte, Pasquale Fonte, Guglielmo Forges Davanzati, Francesca Fornario, Gianni Fresu, Emita Frigato, Alfio Furnari, Haidi Gaggio Giuliani, Stefano Galieni, Mauro Gallegati, Gabriella Gallozzi, Francesco Garibaldo, Claudio Giambelli, Alfonso Gianni, Aldo Giannuli, Daniela Giordano, Claudio Grassi, Dino Greco, Giovanni Greco, Silvio Greco, Andrea Gropplero, Giovanni Impastato, Silvia Innocenzi, Eliana Iocchi, Teresa Isemburg, Francesca Koch, Francesca Lacaita, Gianfranco Laccone, Lelio La Porta, Nicolas Lema, Maria Lenti, Guido Liguori, Fabiomassimo Lozzi, Gianni Lucini, Romano Luperini, Alfredo Luzi, Silvia Luzzi, Salvatore Maira, Roberto Mancini, Cecilia Mangini, Fiorella Mannoia, Filippo Maone, Roberto Mapelli, Fabio Marcelli, Pino Marino, Citto Maselli, Gianni Mattioli, Peppino Mazzotta, Alessandra Mecozzi, Eugenio Melandri, Lidia Menapace, Magda Mercatali, Maria Grazia Meriggi, Sandro Mezzadra, Filippo Miraglia, Emilio Molinari, Carmela Morabito, Lia Francesca Morandini, Raul Mordenti, Roberto Morea, Luisa Morgantini, Corrado Morgia, Giuseppe Moricola, Cristina Morini, Luca Mozzati, Franco Mulas, Roberto Musacchio, Fabio Mussi, Frida Nacinovich, Laura Nanni, Agnese Nano, Pasqualina Napoletano, Alberto Negri, Alfio Nicotra, Corrado Oddi, Alberto Olivetti, Giovanni Orsi, Giovanni Palombarini, Pierluigi Panici, Eugenio Parente, Andrea Pastor, Paolo Perezin, Tonino Perna, Riccardo Petrella, Barbara Pettine, Lorella Pieralli, Paolo Pietrangeli, Nicoletta Pirotta, Antonio Pizzinato, Gabriele Polo, Bianca Pomeranzi, Alessandro Portelli, Carlo Presciuttini, Cristina Quintavalla, Paolo Quintili, Giulia Quinzi, Marcella Raiola, Rosa Rinaldi, Gianni Rinaldini, Tiziano Rinaldini, Giorgio Riolo, David Riondino, Annamaria Rivera, Basilio Rizzo, Mimmo Rizzuti, Giulia Rodano, Barbara Romagnoli, Renzo Rossellini, Nino Russo, Giovanni Russo Spena, Pino Salerno, Pino Santarelli, Luigi Saraceni, Luigi Saragnese, Giovanni Saulini, Enzo Scandurra, Patrizia Sentinelli, Massimo Serafini, Sergio Serafini, Marino Severini, Sandro Severini, Tommaso Sodano, Paolo Sollier, Anita Sonego, Paolo Sordi, Angelo Tantaro, Giovanni Taverna, Sarantis Thanopoulos, Mario Tiberi, Marina Turi, Stefania Tuzi, Pierfrancesco Uva, Fulvio Vassallo Paleologo, Vauro, Nichi Vendola, Giovanna Vertova, Luigi Vinci, Lello Voce, Pasquale Voza, Mauro Zanella, Federico Zappino, Susanna Zirizzotti, Massimo Zucchetti.

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