“Quando il potere è gestito da cialtroni di infimo livello non è difficile indovinarne le mosse, dato che sono più gambler che politici. Così, come scrivevo il 13 luglio, risultava evidente che dal 30% minacciato da Trump l’accordo sui Dazi si sarebbe trovato intorno al 15-20% e così è stato. Bisogna considerare in questo la mentalità da gangster di Trump, a cui non è parso vero bullizzare una Ursula von der Leyen che ieri era già stata presa a ceffoni in faccia in Cina e si è presentata oggi al suo cospetto come una pugile suonata.
Se a questo aggiungiamo il livello di capacità negoziale patetico di questi arroganti e vuoti oligarchi europei, forti coi deboli (i popoli europei) e tremanti coi forti (USA/Cina), il gioco è stato presto fatto. Ora noi cittadini ci troveremo a pagare anche questo ulteriore balzello che inciderà negativamente sui prezzi di molte merci e in Italia chi dovrà pagare di più? Ovviamente il Mezzogiorno.
Infatti differenza del resto del Paese la quasi totalità delle regioni del Sud presenta una bassa diversificazione dei prodotti venduti nei mercati esteri, pertanto gli effetti negativi per il nostro sistema produttivo dovrebbero abbattersi maggiormente sui territori dove la dimensione economica dell’export è fortemente condizionata da pochi settori merceologici.
La regione che a livello nazionale presenta l’indice di diversificazione peggiore è la Sardegna (95,6%), dove domina l’export dei prodotti derivanti della raffinazione del petrolio. Seguono il Molise (86,9%), caratterizzato da un peso particolarmente elevato della vendita dei prodotti chimici/materie plastiche e gomma, autoveicoli e prodotti da forno, e la Sicilia (85%), che presenta una forte vocazione nella raffinazione dei prodotti petroliferi.
Tra le realtà territoriali del Mezzogiorno, solo la Puglia presenta un livello di diversificazione elevato (49,8%). Ad eccezione della Puglia, le aree geografiche che, invece, potrebbero subire degli effetti negativi più contenuti di quelli previsti in capo alle regioni del Mezzogiorno sono La Lombardia (con un indice del 43%), il Veneto (46,8%), la Puglia (49,8%), il Trentino Alto Adige (51,1%), l’Emilia Romagna (53,9%) e il Piemonte (54,8%). In poche parole, paga il Sud come sempre.
E così dopo super bollette energetiche, tasse e balzelli di ogni genere e tipo, aumenti incondizionati di ogni prodotto a partire da quelli alimentari, con stipendi e pensioni da fame, dovremo pagare…ancora…anche per consueti e macroscopi errori di Ursula e della sua sgangherata banda di incompetenti proci. Bell’affare questa Unione Europea“.
Questo quanto dichiarato tramite social dal Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese dopo l’annuncio dell’imposizione USA di dazi al 15% sui prodotti di importazione UE.
Fonte: VesuvianoNews - articolo di Salvatore Lucchese
Nessun commento:
Posta un commento