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domenica 13 luglio 2025

Cuccurese: “Fuga di massa da Sud e dall’Italia, un Paese vecchio, razzista, povero e senza futuro”

 Sui giornali di regime continua la saga della caduta dal pero, o se preferite, della scoperta dell’acqua calda. “I ragazzi vogliono cercare lavoro all’estero”. Chissà come mai. Repetita iuvant: L’Italia non ha un problema d’immigrazione ma di emigrazione. I giovani a partire da quelli del Sud sono stanchi di non trovare lavoro o essere sfruttati e lasciano un Paese ‘vecchio’ e profondamente razzista dove non si trovano lavori stabili con stipendi decenti per mettere su famiglia e avere figli. Scappano all’estero dove gli stipendi sono di almeno tre volte maggiori e dove sono apprezzati per gli studi fatti in Italia. Scappano anche dal Nord, per cui è evidente che è inutile emigrare dal Sud al Nord d’Italia, tanto vale andare direttamente in Paesi civili e decenti, oltre frontiera, per costruirsi un futuro. La novità è l’emigrazione delle seconde generazioni dei figli di stranieri. Nati e/o cresciuti qui, ma eterni stranieri in patria, lasciano l’Italia dopo gli studi, così come fanno i giovani italiani del Sud e del Nord. Con una motivazione in più, come i meridionali si sentono cittadini di serie B. Ghettizzati, derisi, emarginati. Bullizzati col Razzismo di Stato. L’Italia con questa eterna élite politica di vecchi nominati è ormai un dinosauro impudico. Ricordo che l’anno scorso su 140 pagine di manovra economica il Governo Meloni ha nominato solo 4 volte la parola “giovani” e sempre e solo a proposito di dipendenze. Nulla è previsto per arginare questo fenomeno dalle proporzioni ormai drammatiche. Anzi, come rivelato la scorsa settimana il governo addirittura programma la chiusura dei comuni delle aree interne. In poche parole il governo dei giovani se ne strafrega, anzi i pochi giovani rimasti è pronto a inviarli in guerra per farli massacrare. Un paese senza futuro“.

Questo quanto dichiarato tramite social dal Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese da decenni impegnato per il definitivo superamento dello storico divario tra le “due Italie”. Un tema, quello dell’annosa questione meridionale, oggi “nuova questione meridionale”, per la peculiarità rispetto al passato dei suoi aspetti giuridico-costituzionali, di cittadinanza e demografici, che nessuna forza politica sedicente nazionale, da destra a sinistra, mette al centro dei suoi programmi politici, essendo tali forze, chi più chi meno, chi per convinzione ideologica, chi per opportunismo elettorale, del tutto supine alla narrazione etno-liberista della locomotiva-Nord, che ha relegato l’intero sistema-paese a decenni di stagnazione e di declino economico.  




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