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martedì 12 agosto 2025

Occhiuto tra dimissioni, inchiesta e ricandidatura-lampo. Partito del Sud Calabria «elezioni sono ‘cosa loro’»

Il Comunicato stampa della nostra Direzione calabrese sulle prossime elezioni regionali ripreso dal Corriere della Calabria e da Qui Cosenza

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Il Partito del Sud attacca: “Tempistica sospetta e ostacoli alle liste fuori dal Consiglio regionale. Un attacco alla democrazia”. Dubbi sulla reale motivazione delle dimissioni e sull’improvvisa convocazione delle elezioni per il 5 e 6 ottobre


“Siamo stati sorpresi un po’ tutti dell’avviso di garanzia ricevuto dal Presidente della Regione Calabria Occhiuto e dalle sue dimissioni, che fanno data il 31 luglio, sulla base di accuse gravi della Procura di Catanzaro. Evidentemente – sottolinea Giuseppe Spadafora, coordinatore regionale del Partito del Sud – in questo è stato spinto dai propri legali che, a memoria del dettato dell’art. 274 c.p.p. che prevede l’arresto per i pubblici ufficiali che sono nelle condizioni di reiterate il reato o di inquinare le prove (nel caso mantengano il posto di servizio pubblico che hanno), lo hanno consigliato in tal senso. Ma ora Occhiuto vuole ricandidarsi subito alla presidenza della Regione“.

“Quindi ci domandiamo, pur restando garantisti: in quale veste Occhiuto si vuole presentare ai calabresi? Garante dei diritti democratici o abile manipolatore? La data di convocazione a sorpresa delle elezioni, il 5 e 6 ottobre, non pone a suo favore – prosegue Spadafora – essendo talmente vicina che fa adombrare il sospetto che sia anche un espediente utile per sfoltire il numero di Partiti e Movimenti che riusciranno a presentarsi. Il classico prendere due piccioni con una fava”.

“Infatti sono strettissimi i tempi tecnici minimi per la raccolta delle firme e per acquisire le candidature, visto che le elezioni sono state indette solo il 9 agosto scorso. Ora il dubbio che sorge spontaneo è: le dimissioni e la ricandidatura sono dettati dalla reale volontà di rimettersi alla volontà dei calabresi, oppure vista la fretta, per altri scopi legati all’inchiesta in corso?”.

“Vedremo gli sviluppi, ma resta l’evidenza della volontà di impedire di partecipare alle elezioni di quelle liste, come la nostra, che non fa parte della partitocrazia. Un vero e proprio attacco alla democrazia e alle sue regole, mentre altri con un mero cavillo ne sono esentati solo perché fanno parte del Consiglio Regionale. Le date delle elezioni per le regionali diventano così uno strumento di battaglia politica per la destra calabrese. Complimenti anche alla maggior parte dei media di regime che non fanno notare questo aspetto, totalmente asserviti a cricche e camarille locali. Saranno poi gli stessi media e politicanti che di fronte all’ennesima, inevitabile, impennata dell’astensionismo, poi, a posteriori se ne lamenteranno, a chiacchiere, per un giorno”.

«Un festival della politica ‘politicante’»

“Così i Partiti del “campo largo”, anch’essi colti di sorpresa, sono costretti ad una corsa contro il tempo per presentare in pieno Ferragosto liste e candidature, mentre i cittadini che in un arco di tempo così ristretto non possono certo valutare appieno i contenuti dei vari programmi, avranno a disposizione per decidere chi votare minimi spazi di confronto e dibattito. Un festival della politica politicante, lontano dai cittadini e dalle loro reali esigenze. Con i Partiti, Liste Civiche e Movimenti che non hanno rappresentanza in Regione, costretti a Ferragosto a raccogliere candidature e almeno 1500 firme, autenticate, per ogni circoscrizione, per potere presentare la lista un mese prima delle elezioni, il 5/6 settembre, cioè fra 25 giorni”.

“Voto e democrazia sono un binomio inscindibile, se non c’è una non ci può essere l’altra. Eppure il diritto di esprimere un voto libero e senza condizionamento, per cui tante persone in passato hanno sacrificato la vita e per cui le modalità di esercizio sono così minuziosamente regolamentate dal nostro ordinamento nei tempi e nelle forme, grazie al Presidente Occhiuto sono diventati barzelletta ai danni dei cittadini calabresi, visto che vi è la certezza di una contrazione di questo diritto che non giova alla democrazia.
Quando il diritto alla rappresentanza è represso e il voto di conseguenza non è libero per il cittadino, come in questo caso, il regime è alle porte. Ne prendano nota i cittadini calabresi, costretti ancora una volta a scegliere il “meno peggio” o ad astenersi e ne traggano le conseguenze”.

Fonte: Qui Cosenza



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