Di Antonio Luongo
Il 7 febbraio ho partecipato insieme al Partito del Sud al presidio indetto da Spi Cgil Nazionale davanti alla Prefettura di Napoli a piazza Plebiscito contro l'Autonomia Differenziata.
Le iniziative iniziano a farsi più frequenti almeno in quella parte di paese che fa politica realmente come sindacati e associazioni. All'appello mancano i partiti parlamentari, sedicenti di sinistra o progressisti, ma che ad oggi alla prova dei fatti continuano inspiegabilmente ad avere atteggiamenti collaborazionisti.
Uso un termine forte perché dall'altra parte non abbiamo una riforma costituzionale oggetto di confronto e discussione democratica, ma un tentativo eversivo di un nemico del paese.
Il fatto che ormai anche in ambienti culturalmente lontani da chi scende in piazza, come Confindustria e personaggi di spicco della classe dirigente, si siano resi conto del disastro alle porte e inizino addirittura a riferirsi alla riforma col termine di SECESSIONE o SPACCA ITALIA, la dice lunga sulle nostre ragioni.
C'è poco da discutere: non si tratta di dibattere su tecnicismi, ma di fermare il nemico leghista. Calderoli ha intenzione di raggiungere il sogno mai nascosto dell'indipendenza del Nord, e vuole farlo sulla pelle del Sud. Qualunque mezzo è valido, anche provare a far passare una riforma costituzionale a colpi di DPCM, decreti della presidenza del consiglio che bypassano voti e discussioni.
Compito di ogni meridionale oggi è non arretrare di un passo: fare informazione e sensibilizzare.
Dobbiamo colmare dal basso il vuoto della rappresentanza parlamentare e alzare il livello dello scontro politico!
L'Italia è una e gli stessi DIRITTI devono valere ovunque su sanità, istruzione, energia, retribuzioni!





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