Queste giornate hanno imposto una moratoria al percorso che ci ha visto impegnati negli ultimi mesi a proposito delle elezioni regionali. Le nostre iniziative politiche e di confronto programmatico per una Campania diversa, non più degradata ed ingiusta come quella che conosciamo, segnano il passo al pari di tutte le attività alle prese col blocco degli spostamenti e degli incontri.
È probabile, del resto, che le stesse elezioni regionali vengano rinviate; e comunque noi riteniamo che un rinvio ad altra data (ovviamente diversa da quella che sarà decisa per il referendum costituzionale) sia ormai necessario; e lo richiediamo formalmente proprio in considerazione dell'attuale sospensione del normale dibattito politico, tutto incentrato adesso, come è giusto che sia, sulle questioni poste dall’epidemia.
Ci permettiamo di evidenziare, tuttavia, come questa stessa emergenza confermi il punto di discrimine decisivo che avevamo posto fin dall'inizio, e cioè la critica a qualsiasi ipotesi di allargare ulteriormente le disparità tra le varie regioni italiane.
L’insegnamento che ci viene da questa drammatica emergenza sanitaria è che la logica dell’autonomia regionale differenziata ci consegnerebbe ancora più inermi alle possibili tragedie del vivere moderno.
Quello che perciò dobbiamo fare è unificare i livelli delle prestazioni sanitarie, ma anche le prestazioni sociali in senso lato, recuperando senza indugio, con un serio impegno nazionale, lo svantaggio che caratterizza le regioni del Sud. I gangli vitali del vivere sociale - dalla sanità all'istruzione alla previdenza - non possono che essere gestiti unitariamente dallo Stato.
Allo stesso modo ci pare evidente che debba essere la mano pubblica a indirizzare l'andamento dell'economia. Siamo ormai al crollo verticale delle ricette liberiste, che hanno favorito per decenni le scorribande senza ostacoli della speculazione finanziaria e commerciale. Ed oggi, finalmente, molti di coloro che applaudivano al liberismo, manifestano dubbi e incertezze.
La verità è che uno scenario nuovo si sta delineando con nettezza davanti a noi, anch’esso, però, denso di rischi per le spinte sempre più forti alle contrapposizioni nazionaliste.
Ma non si può cadere da una disgrazia all'altra. La crisi, e anzi il vero e proprio crollo velocissimo del neoliberismo, potrà essere governata positivamente solo irrobustendo le dinamiche di solidarietà internazionale assieme al riemergere delle vocazioni territoriali. E, soprattutto, con il primato chiaro dei bisogni e dei diritti delle persone sopra l'accumulazione della ricchezza e dei profitti.
Noi utilizzeremo questo periodo di forzata rarefazione dei contatti diretti per ragionare e approfondire i punti di programma, per riflettere ancora più attentamente su cosa possa significare, anche alla luce della lezione drammatica che ci viene dalla pandemia di coronavirus, un “altro mondo possibile”; e come possa tradursi in “un'altra Campania possibile”, dentro un'altra possibile Italia. Sicuri che, appena la situazione lo permetterà, ripiglieremo speditamente il cammino.
Per ora ci stringiamo a tutte e a tutti in un grande abbraccio. Sì, un abbraccio. Perché gli abbracci - che non possiamo dare di persona, ma che diamo virtualmente con uguale intensità - servono davvero per reggere collettivamente le difficoltà di questi giorni.
E per prospettare collettivamente un'uscita positiva dai molti tunnel – il coronavirus è solo l’ultimo – in cui da troppo tempo siamo costretti a vivere.
Napoli, 12 marzo 2020
Cobas Napoli
Partito Comunista Italiano
Partito del Sud
Partito della Rifondazione Comunista
Per la Sinistra per l’Altra Europa
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