
50 ostaggi per un italiano
L’esercito piemontese e savoiardo
( rifiutiamo di chiamarlo italiano) nasconde colpe tremende negli armadi della Storia. Nel dopoguerra i nostri governanti ci hanno coperto di menzogne e la cultura semi ufficiale ci ha letteralmente abbagliati. A scuola era impossibile studiare il fascismo e le sue colpe; settimanali e quotidiani quasi tutti ad esaltare il nostro Regio Esercito, quasi tutti a giustificare la merda che era scivolata sulle nostre teste per colpa di quei mostri criminali di guerra. “…L’armadio della vergogna potrebbe contenere un milione di vittime di crimini di guerra. Questo era il dato calcolato da Michael Palumbo, autore di un libro mai edito. Sono note invece le ricerche di Angelo Del Boca sulle violenze italiane in Africa. Fra i tanti episodi di massacro di centinaia di monaci copti dopo l’attentato a Rodolfo Graziani. Spaventoso l’elenco delle atrocità compiute in Jugoslavia e Grecia, con centinaia di villaggi distrutti, migliaia di civili deportati, ordini di rappresaglia di stampo nazista: fino a 50 ostaggi per un italiano. Nella sua Storia d’Italia nella guerra fascista, Giorgio Bocca cita stralci di lettere di soldati:<
Chi scrive, da piccolo ha sentito storie allucinanti da parenti inviati a fare la guerra in Russia o in Grecia o in Africa, storie stomachevoli, fuori dalla realtà civile, crimini che nemmeno i barbari hanno mai osato. Un nostro congiunto diretto ci ha descritto di fucilazioni di russi, messi in fila e fatti cadere nelle fosse da loro stessi scavate, solo perché la truppa non trovava di che mangiare nei villaggi; abbiamo sentito racconti di stupri, di violenze, ma nelle versioni ufficiali dei nostri governanti e dei nostri militari abbiamo sempre sentito giustificare e magnificare le gesta del Regio Esercito. Gli aggressori passavano per vittime e gli aggrediti per barbari. Come nel 1860.
“Uccisione di prigionieri, uccisione di feriti, prelievo ed uccisioni di ostaggi, violenze sulla popolazione femminile, rastrellamenti e deportazioni, massacri di popolazione non combattente, saccheggio di quartieri e villaggi: i crimini di guerra, per cui giustamente si perseguono militari delle SS e della Wermacht, riguardano anche ufficiali e soldati dell’esercito italiano (noi rifiutiamo di chiamarlo italiano) nell’ultima guerra, oltre i rappresentanti del governo fascista in territori d’occupazione…ciò è possibile saperlo grazie ad una ricerca di un giovane studioso, Filippo Focardi di Firenze…( La Stampa, giovedì 24 maggio,anno 2001, pag 25)
L’articolo de La Stampa a firma di Alberto Papuzzi ci fa sapere cose che già sapevamo, ma, vivaddio! la verità, dopo oltre mezzo secolo, sta venendo a galla. Focardi ci fa sapere che una commissione dopo un anno di inchieste a partire dal sei maggio del 1946 deferì alla giustizia militare 26 persone fra i quali figuravano alti ufficiali come i generali Roatta, Robotti, Gambara, Costurri, Pirzio Biroli e il colonnello Sorrentino; diplomatici, prefetti e governatori di province come Giuseppe Bastianini, Francesco Giunta, Temistocle Testa, Emilio Grazioli); sottufficiali dell’esercito, semplici carabinieri, membri della milizia” Questi personaggi non sono mai stati processati. Grazie a Focardi la vera storia comincia a filtrare.
Fra il 1945 e il 1948 giunsero centinaia di richieste presso la commissione alleata per i crimini di guerra di Londra: 729 cittadini italiani erano richiesti dalla Jugoslavia per poterli processare, 111 dalla Grecia, 30 dalla Francia, 12 dall’URSS, e 3 dall’Albania. (La Stampa, giovedì 24 maggio, anno 2001, pag 25)
Robotti: Si ammazza troppo poco
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Un altro generale, Mario Roatta in una circolare del 19 aprile del 1942 dedicata al trattamento da riservare ai ribelli e alla popolazione civile contemplava l’incendio di case e di interi villaggi, la deportazione degli abitanti, l’internamento, il fermo e la fucilazione di ostaggi…Roatta era ritenuto criminale di guerra dal governo jugoslavo…in una relazione <
Fini e Storace continuano a fare i fessi, continuano a parlare di esercito italiano, noi diciamo che quello non è mai stato un esercito italiano, era piemontese come piemontesi erano i suoi ufficiali assatanati e assetati di sangue e di danaro; si comportarono proprio come i soldati savoiardi nel 1860 e dintorni nel Regno delle Due Sicilie, cioè da barbari quali erano. A guerra persa i fascisti padani( per favore, finiamola di dire che il fascismo è italiano, è nato in Padania fomentato dagli industriali e latifondisti di quelle lande) si sono lamentati che molti di loro furono infoibati.
Fonte:Partito del Sud Gaeta
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