
Continuano le storie che Giulio Cavalli racconta prendendo spunto di volta in volta dai fatti che avvengono nell’attualità che ci circonda, rivoltandole in maniera ironica. e questa settimana non poteva che continuare la storia dei Capalesi, la famiglia che regna a Gomorra, comandata dal terribile Sandrocàn Schiavone. Presi di mira i presunti pentimenti dei cittadini di mafiopoli e soprattutto il carcere duro, un carcere così duro che i boss possono inviare anche i fax a Saviano.
Cavalli prende in prestito le parole di Riina U’Curtu, una delle star di queste storie, assieme a zu binnu di Provenza, per distruggere con l’ironia tutti i luoghi comuni raccontati attorno allo scrittore casertano.
Dalla provincia di Gomorra, in Campania si torna a Palermo, in Sicilia, la capitale di Mafiopoli, dove l’ex governatore “Totò bacio bacio”, il bacetto rotante più pericoloso del west, ha passato il testimone a Lombardo, il governatore del nord.
Nonostante questo però si scopre un fitto giro d’affari di “famiglia” in piena continuità con la vecchia gestione.
Fonte:Agoravox
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