lunedì 21 novembre 2022

SENZA SUD NON C'È ITALIA. SENZA SUD NON C'È SINISTRA. SENZA SUD NON C'È UNIONE.


 

Di Antonio Luongo

Sono giornate intense sul fronte del “federalismo” in salsa leghista.

Il ministro Calderoli rifinisce il suo progetto ed è tutto un fiorire di dichiarazionie di slanci in avanti sull'Autonomia Differenziata: ogni regione potrà arrogare a se le competenze dello stato, come istruzione o la gestione della fiscalità, mettendo la parola fine all'unità del paese e facendosi beffe della Costituzione.
Andasse in porto, questa legge rinnegherà qualsiasi principio di solidarietà e uguaglianza tra regioni: se ce la fai è bene, altrimenti lo stato se ne disinteressa.

Dalla riforma del titolo V del 2001 regalata in modo sconsiderato alla Lega Nord e in più portata avanti insabbiando le uniche, seppur inadeguate, regole per arginare le disuguaglianze, come gli agognati LEP, il Meridione è letteralmente crollato sotto i colpi della lobby del Nord, trasversale da destra a “sinistra”.
Calderoli non si farà sfuggire l'occasione e completerà il sogno leghista. Probabilmente nelle successive settimane osserveremo un'apparente frenata, perché la corrente protoleghista del PD non potrà acuire le differenze, impegnata a tirare la volata congressuale a Bonaccini…ma si può davvero restare a guardare passivi in attesa del colpo di grazia?

L'opinione pubblica dà segnali di risveglio, anche a livello locale, ma è chiaro a tutti che il futuro dello Stato italiano, dell'unità nazionale e il tradimento ulteriore della Costituzione non potrà essere lasciata agli umori dei social o dei soli intellettuali.

-Occorre una ferma e costante azione politica
-Occorre andare oltre le dichiarazioni e costruire strategie concrete.

Ecco quindi che manca inspiegabilmente all'appello una posizione netta, articolata, precisa di Unione Popolare , che si avvicina alla sua assemblea costituente. Non sembra esserci visione e prospettiva su questa vicenda.

Lo lo dico subito, senza equivoci e sgomberando il campo dai convenevoli di facciata.
Se questa Unione deve essere "Popolare", il tema della nuova QUESTIONE MERIDIONALE, e tutto quello che ne consegue in termini di scelte programmatiche e politiche, deve essere prioritario.
Le diseguaglianze Nord - Sud, arrivati alle soglie 2023, dopo l'ennesimo netto indirizzo dell'Europa, stavolta corroborato da finanziamenti, ancora una volta quasi totalmente dirottati, non può essere "UN” tema, ma deve diventare "IL" tema.

Una forza politica che aspiri ad essere riferimento VERO dell'elettorato di sinistra, non può far finta di non vedere come la sperequazione italiana sia ormai soprattutto territoriale, per diritti, per possibilità, per finanziamenti.
Apriamo gli occhi. Viviamo due paesi diversi a seconda della latitudine.
Per dirla meglio quella che un tempo era una LOTTA DI CLASSE ora è innanzitutto e in modo ancora più retrogrado, una LOTTA DI TERRITORIO.

Lungi da me svilire una traiettoria politica a questione di campanile, ma non si può far finta di non vedere che sia proprio questo il segno dell'accelerazione di Calderoli. E se la Costituzione viene svuotata fino a questo punto. Se l'unità del Paese viene picconata, sancendo per legge che esistono territori e cittadini di serie A e di serie B, allora non possono esistere distinguo. La difesa del Sud è in automatico difesa della Costituzione e chi vuole far ripartire la sinistra non può relegare l'argomento ad appendice o contentino da sbandierare per colorire la propria posizione sotto elezioni.
Dall'altra parte la destra ha chiaro il progetto del suo futuro: spingere su un regionalismo iniquo, egoista e che cristallizzi la rendita di posizioni raggiunte in 30 anni di federalismo zoppo , in cambio del sogno presidenzialista.

La sinistra non può inseguire pannicelli caldi. Deve rivoluzionare lo scenario e ribaltare il tavolo, avendo il coraggio di rimettere al centro il Meridione in quanto parte debole del sistema. Questo dice il Dna della sinistra.
Senza la priorità Sud, con tutto quello che significherà in termini di rappresentanza, posizionamento, agenda e percorsi programmatici l'Unione Popolare abbraccerà le identiche contraddizioni da cui ha dichiarato di voler prendere le distanze.
Siamo in tempo per fare in modo che ciò non avvenga e io e il Partito del Sud lavoreremo per questo.
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Di Antonio Luongo

Sono giornate intense sul fronte del “federalismo” in salsa leghista.

Il ministro Calderoli rifinisce il suo progetto ed è tutto un fiorire di dichiarazionie di slanci in avanti sull'Autonomia Differenziata: ogni regione potrà arrogare a se le competenze dello stato, come istruzione o la gestione della fiscalità, mettendo la parola fine all'unità del paese e facendosi beffe della Costituzione.
Andasse in porto, questa legge rinnegherà qualsiasi principio di solidarietà e uguaglianza tra regioni: se ce la fai è bene, altrimenti lo stato se ne disinteressa.

Dalla riforma del titolo V del 2001 regalata in modo sconsiderato alla Lega Nord e in più portata avanti insabbiando le uniche, seppur inadeguate, regole per arginare le disuguaglianze, come gli agognati LEP, il Meridione è letteralmente crollato sotto i colpi della lobby del Nord, trasversale da destra a “sinistra”.
Calderoli non si farà sfuggire l'occasione e completerà il sogno leghista. Probabilmente nelle successive settimane osserveremo un'apparente frenata, perché la corrente protoleghista del PD non potrà acuire le differenze, impegnata a tirare la volata congressuale a Bonaccini…ma si può davvero restare a guardare passivi in attesa del colpo di grazia?

L'opinione pubblica dà segnali di risveglio, anche a livello locale, ma è chiaro a tutti che il futuro dello Stato italiano, dell'unità nazionale e il tradimento ulteriore della Costituzione non potrà essere lasciata agli umori dei social o dei soli intellettuali.

-Occorre una ferma e costante azione politica
-Occorre andare oltre le dichiarazioni e costruire strategie concrete.

Ecco quindi che manca inspiegabilmente all'appello una posizione netta, articolata, precisa di Unione Popolare , che si avvicina alla sua assemblea costituente. Non sembra esserci visione e prospettiva su questa vicenda.

Lo lo dico subito, senza equivoci e sgomberando il campo dai convenevoli di facciata.
Se questa Unione deve essere "Popolare", il tema della nuova QUESTIONE MERIDIONALE, e tutto quello che ne consegue in termini di scelte programmatiche e politiche, deve essere prioritario.
Le diseguaglianze Nord - Sud, arrivati alle soglie 2023, dopo l'ennesimo netto indirizzo dell'Europa, stavolta corroborato da finanziamenti, ancora una volta quasi totalmente dirottati, non può essere "UN” tema, ma deve diventare "IL" tema.

Una forza politica che aspiri ad essere riferimento VERO dell'elettorato di sinistra, non può far finta di non vedere come la sperequazione italiana sia ormai soprattutto territoriale, per diritti, per possibilità, per finanziamenti.
Apriamo gli occhi. Viviamo due paesi diversi a seconda della latitudine.
Per dirla meglio quella che un tempo era una LOTTA DI CLASSE ora è innanzitutto e in modo ancora più retrogrado, una LOTTA DI TERRITORIO.

Lungi da me svilire una traiettoria politica a questione di campanile, ma non si può far finta di non vedere che sia proprio questo il segno dell'accelerazione di Calderoli. E se la Costituzione viene svuotata fino a questo punto. Se l'unità del Paese viene picconata, sancendo per legge che esistono territori e cittadini di serie A e di serie B, allora non possono esistere distinguo. La difesa del Sud è in automatico difesa della Costituzione e chi vuole far ripartire la sinistra non può relegare l'argomento ad appendice o contentino da sbandierare per colorire la propria posizione sotto elezioni.
Dall'altra parte la destra ha chiaro il progetto del suo futuro: spingere su un regionalismo iniquo, egoista e che cristallizzi la rendita di posizioni raggiunte in 30 anni di federalismo zoppo , in cambio del sogno presidenzialista.

La sinistra non può inseguire pannicelli caldi. Deve rivoluzionare lo scenario e ribaltare il tavolo, avendo il coraggio di rimettere al centro il Meridione in quanto parte debole del sistema. Questo dice il Dna della sinistra.
Senza la priorità Sud, con tutto quello che significherà in termini di rappresentanza, posizionamento, agenda e percorsi programmatici l'Unione Popolare abbraccerà le identiche contraddizioni da cui ha dichiarato di voler prendere le distanze.
Siamo in tempo per fare in modo che ciò non avvenga e io e il Partito del Sud lavoreremo per questo.

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