martedì 18 ottobre 2022

CHI ASCOLTA IL SUD?

Di Antonio Luongo

Le elezioni si sono concluse con un dato molto significativo: il numero di persone che non sono andate a votare.

Al Sud questo dato raggiunge percentuali imbarazzanti.
Nessuna offerta politica ha saputo intercettare le istanze dei cittadini meridionali.
Con questi numeri siamo di fronte a un vero e proprio problema di rappresentanza democratica. C'è un pezzo di paese che continua a restare invisibile, ad essere saltato a piè pari nell'analisi dei suoi bisogni e nella proposta di soluzioni.
Se guardiamo al numero di elettori e non alle percentuali, la destra è votata e seguita grosso modo sempre dalle stesse persone. Il blocco sociale che rappresenta e che la segue è grosso modo sempre lo stesso.
Dove i numeri crollano precipitosamente è a sinistra. Una caduta verticale.
Se incrociamo le due valutazioni, l'astensionismo meridionale e il crollo dei partiti di sinistra, è evidente che i fenomeni possono essere collegati.
Nei territori più deboli, con maggiore difficoltà sociale ed economica, dove si fa fatica a portare avanti vita quotidiana, con un livello di servizi, di lavoro disponibile più drammatico, con il reddito medio e il pil più basso. In quei territori non esiste adeguata rappresentanza nazionale.
La sinistra finge di non vedere. Continua a peccare di presunzione e a riciclare vecchie soluzioni ideali, valori alti, senza volersi "abbassare" a capire esigenze meno nobili filosoficamente, ma più vitali per la gente.
Al Sud questa rappresentazione è chiara. La gente rinuncia al voto, perché non sono quelle le risposte che cerca. Non giustifico questo atteggiamento, lo condanno, ma mi sforzo di capire cosa c'è dietro. È questo il dovere di chi fa politica.
Qualche tempo fa col Partito del Sud lanciammo un monito forte: la sinistra riparta da Sud, proprio perché in questo pezzo di territorio italiano si stavano da anni concentrando ed esasperando tutte le peggiori diseguaglianze che qualsiasi movimento di sinistra dovrebbe puntare a cancellare.
Ora la destra è al potere. Ad oggi, in due sole mosse ha presentato il suo conto. Seconda carica dello Stato è andata al nostalgico del fascismo La Russa, che nel suo discorso fa capire di puntare al presidenzialismo. Dall'altra parte, alla terza carica dello Stato, il leghista Fontana, che in modo perfettamente completare, fa capire che la sua priorità sarà l'AUTONOMIA DIFFERENZIATA, la “SECESSIONE DEI RICCHI”.
E la sinistra? Un silenzio assordante su quella che dovrebbe essere una priorità. Il paese da quando hanno iniziato a mettere mano al titolo V è sempre più spaccato. Ora, andasse in porto quest'ultima manovra di revisione costituzionale, le differenze esistenti e mai sanate resterebbero cristallizzate per legge.
E il paese resterebbe ancorato a questa visione primitiva e unica in Europa, con una zona forte e una colonia. Anche in Europa vedono l'assurdità di questo scenario. Solo in Italia non si muove foglia.
E se nemmeno i movimenti e i partiti di sinistra, vecchi e nuovi, abbracciano questa battaglia come prioritaria, il livello di desertificazione del Sud sarà inarrestabile. Poi non stupitevi se nessun meridionale vota. Sveglia!



Leggi tutto »

Di Antonio Luongo

Le elezioni si sono concluse con un dato molto significativo: il numero di persone che non sono andate a votare.

Al Sud questo dato raggiunge percentuali imbarazzanti.
Nessuna offerta politica ha saputo intercettare le istanze dei cittadini meridionali.
Con questi numeri siamo di fronte a un vero e proprio problema di rappresentanza democratica. C'è un pezzo di paese che continua a restare invisibile, ad essere saltato a piè pari nell'analisi dei suoi bisogni e nella proposta di soluzioni.
Se guardiamo al numero di elettori e non alle percentuali, la destra è votata e seguita grosso modo sempre dalle stesse persone. Il blocco sociale che rappresenta e che la segue è grosso modo sempre lo stesso.
Dove i numeri crollano precipitosamente è a sinistra. Una caduta verticale.
Se incrociamo le due valutazioni, l'astensionismo meridionale e il crollo dei partiti di sinistra, è evidente che i fenomeni possono essere collegati.
Nei territori più deboli, con maggiore difficoltà sociale ed economica, dove si fa fatica a portare avanti vita quotidiana, con un livello di servizi, di lavoro disponibile più drammatico, con il reddito medio e il pil più basso. In quei territori non esiste adeguata rappresentanza nazionale.
La sinistra finge di non vedere. Continua a peccare di presunzione e a riciclare vecchie soluzioni ideali, valori alti, senza volersi "abbassare" a capire esigenze meno nobili filosoficamente, ma più vitali per la gente.
Al Sud questa rappresentazione è chiara. La gente rinuncia al voto, perché non sono quelle le risposte che cerca. Non giustifico questo atteggiamento, lo condanno, ma mi sforzo di capire cosa c'è dietro. È questo il dovere di chi fa politica.
Qualche tempo fa col Partito del Sud lanciammo un monito forte: la sinistra riparta da Sud, proprio perché in questo pezzo di territorio italiano si stavano da anni concentrando ed esasperando tutte le peggiori diseguaglianze che qualsiasi movimento di sinistra dovrebbe puntare a cancellare.
Ora la destra è al potere. Ad oggi, in due sole mosse ha presentato il suo conto. Seconda carica dello Stato è andata al nostalgico del fascismo La Russa, che nel suo discorso fa capire di puntare al presidenzialismo. Dall'altra parte, alla terza carica dello Stato, il leghista Fontana, che in modo perfettamente completare, fa capire che la sua priorità sarà l'AUTONOMIA DIFFERENZIATA, la “SECESSIONE DEI RICCHI”.
E la sinistra? Un silenzio assordante su quella che dovrebbe essere una priorità. Il paese da quando hanno iniziato a mettere mano al titolo V è sempre più spaccato. Ora, andasse in porto quest'ultima manovra di revisione costituzionale, le differenze esistenti e mai sanate resterebbero cristallizzate per legge.
E il paese resterebbe ancorato a questa visione primitiva e unica in Europa, con una zona forte e una colonia. Anche in Europa vedono l'assurdità di questo scenario. Solo in Italia non si muove foglia.
E se nemmeno i movimenti e i partiti di sinistra, vecchi e nuovi, abbracciano questa battaglia come prioritaria, il livello di desertificazione del Sud sarà inarrestabile. Poi non stupitevi se nessun meridionale vota. Sveglia!



Nessun commento:

 
[Privacy]
Design by Free WordPress Themes | Bloggerized by Lasantha - Premium Blogger Themes | Hot Sonakshi Sinha, Car Price in India